Capitolo 8


<<Forza, sali. Siamo in ritardo!>> il timbro acuto di Liam distrae Deva, che riposa dentro la sua borsetta il telefono, come se stessi cercando di nasconderlo, o di fare finta di non aver ricevuto alcun messaggio dopo che Liam aveva staccato la loro chiamata.

Quanto tempo era passato, si domanda mentalmente la ragazza. Insomma, si era persa così tanto per via di quel messaggio che ha perso persino la cognizione del tempo.

<<Liam, non credo che sia la fine del mondo se arriviamo in ritardo di dieci minuti.
Tuo nonno non gli darà la sua eredità a Rodrigo a causa di questo, quindi rallenta, per
il nome di Dio>> lo implora Deva. Non poteva nemmeno litigare con lui. Prima di tutto perché la sua espressione folle la spaventava, e in secondo luogo perché la velocità della macchina la spaventava ancora di più. Eppure una volta la ragazza si è buttata da un aereo senza avere la certezza se il suo paracadute avrebbe funzionato.

<<Sono già in ritardo da più di dieci minuti, Deva, e non voglio dare l'impressione a mio nonno che non prendo questa cosa sul serio>>

<<Mi prenderò la colpa. Diremo che ero
occupata o che mi sono sentita male. Ci inventeremo qualcosa, ma calmati>>

Liam non la guarda ma la sua mascella diventa ancora più rigida e Deva solo allora capisce che essere in ritardo era solo uno dei suoi problemi. Quello che stava per succedere forse lo spaventava, proprio come lei era stressata per via di quel messaggio.
Guarda l'anello al dito sospirando sollevata che almeno l'aveva recuperato. Il pensiero che si sarebbe dovuta presentare con un altro anello le aveva messo in un certo senso timore. Quel timore che sentiva, pensando che la giudicherebbero per via dei suoi vestiti.
Non aveva avuto il tempo di prepararsi troppo
a lungo, visto che prima di uscire di casa aveva appena fatto la doccia e aveva frettolosamente indossato un paio di pantaloncini di jeans e una camicetta bianca senza maniche mentre ai piedi aveva delle ballerine bianche. Era vestita un po' casual in confronto a ieri sera e se di solito non le importava il parere delle persone stranamente era preoccupata di come sarebbe apparsa agli occhi della signora Thalia, la madre del suo fidanzato.
Deva gira leggermente lo sguardo vedendo Liam che sospira sollevato mentre entrava nella proprietà della sua famiglia, rallentando. Sembrava più calmo, al contrario della ragazza. Quando ieri accettò di fingersi la sua ragazza pensò che non sarebbe mai venuta qui, o perlomeno non così in fretta, soprattutto come in vesti da fidanzata.

In quale follia erano entrati entrambi?

<<Andiamo!>> Liam attira la sua attenzione mentre si prepara per scendere dall'auto, Deva però lo afferra per mano e lo tira indietro
prima che lui apra lo sportello.

<<Liam!>> gli prende le guance tra le mani e lo attira più vicino a sé.

<<Cosa?>> i suoi occhi la guardano incuriositi.

<<Tutto andrà bene, ok?>> dice teneramente, cercando di farlo rilassare proprio nel momento in cui Thalia spunta davanti casa.
Il ragazzo annuisce solamente per poi scendere dalla macchina quando la madre di Liam si avvicina a loro due, buttandosi tra le braccia di Deva, stringendola in un forte e caloroso abbraccio.
Liam osservava quella scena con un sorriso soddisfatto, capendo che anche sua madre adorava la sua fidanzata anche con quei semplice pantaloncini che stava indossando, perché a differenza di quello che Deva pensava, lei stava benissimo.
Agli occhi di Liam era impeccabile,
fresca con quella camicetta, bella e abbastanza attraente in quei jeans corti e attillati, rimanendo però decente, decente ed elegante allo stesso tempo.

<<Mi dispiace per il ritardo>> borbotta Deva a bassa voce mentre Thalia la libera dalle sue braccia, andando in seguito da suo figlio che per la prima volta dopo tanto tempo bacia teneramente la fronte di sua madre.

<<Non preoccuparti tesoro, infondo siamo abituati a vedere Liam che si presenta qualche ora dopo l'orario stabilito>> scherza la signora Thalia, facendo roteare gli occhi a suo figlio.

<<Spero tu non abbia avuto problemi seri>>
Liam percepisce immediatamente Deva irrigidirsi, per questo la circonda con un braccio, abbracciandola poi da dietro.
La ragazza aveva fatto l'eroe in macchina, ma ora che si trovava faccia a faccia con la madre di Liam non riesce a trovare nessuna buona bugia da dire.
Di solito era brava a mentire ma per qualche strano motivo non voleva farlo con la famiglia di Liam, infondo la sera precedente tutti a parte qualcuno l'avevano trattata bene.

La mano desta di Liam si abbassa sulla pancia della ragazza, accarezzandola piano, provocando a Deva una strana sensazione. Improvvisamente il suo respiro si mozza, così come il suo cuore smette persino di battere quando la sua mente riporta a galla un ricordo che per troppo tempo l'ha spezzata.

<<Problemi di ragazze!>> la voce scherzosa di Liam distrae la ragazza.

<<Sai, lei non si arrabbia come il resto delle donne in questo periodo, ma è come un cucciolo che soffre. Devo sdraiarmi con lei e baciarla continuamente, farle un massaggio e darle da mangiare il gelato, solo così si rilassa. Ecco perché vi avevo detto che era meglio se non sarebbe venuta. Stamattina si è sentita male, ma ora sta meglio>> Liam pur non riuscendo a farsi vedere da Deva sorride giocosamente mentre delicatamente massaggia la sua pancia, sorprendendo la ragazza per via di quello che aveva appena detto.

Di tutte le possibili scuse che poteva
attribuire al ritardo, questa realmente è stata l'unica che poteva inventarsi?

Deva lo guarda da sopra la sua spalla perplessa, non solo per quello che aveva detto, ma per quello che stava facendo ora. Il suo palmo sul suo ventre era caldo e quasi ridicolmente tenero e mentre Liam la guardava dolcemente lei pensava a quanto lui fosse davvero bravo a mentire.

Massaggio? Gelato? Che Dio l'aiuti a tenere il passo con questo diavolo così esperto in bugie e nel manipolare le persone.

Thalia si porta una mano alla bocca e sospira leggermente.

<<Oh, mia povera ragazza, so com'è con questi maledetti crampi. Liam non trattenerla più. Porta la ragazza dentro casa!>> Thalia ha prontamente rimproverato il figlio, diventando improvvisamente autoritaria. Liam in tutta risposta ridacchia, guidando Deva dentro casa, mentre la ragazza stava cercando di riprendersi, ma se voleva riprendere conoscenza, doveva liberarsi della sua mano sulla pancia. Aveva un palmo enorme, in grado di avvolgerli tutto il ventre e chissà per quale motivo adesso gli sembrava il tocco più erotico che aveva mai ricevuto.

<<Non preoccuparti, ora mi sento bene. Sai, Liam è molto premuroso in momenti come questi. Non so cosa farei senza di lui>> borbotta a bassa voce, mentre si allontana da Liam, guardando male il ragazzo, almeno è questo quello che lei pensa, ma qualcosa nel suo sguardo non va come secondo i piani visto che Liam deglutisce, facendo muovere il pomo d'Adamo.

Thalia esulta, elogiando suo figlio, orgogliosa fino al cielo di come tratta teneramente la sua ragazza. Però anche così inizia ad enumerare una specie di lista, piena di consigli su come dovrebbe essere ancora più premuroso.

<<Dov'è il nonno? Si sente bene?>> chiede Liam, cercando di cambiare discorso mentre raggiungono il salone. L'atmosfera ora era molto diversa dalla sera precedente senza la presenza di tante altre persone. La dimora brillava grazie alla luce del sole che entra attraverso le enormi finestre, riflettendo sulle pareti bianche. Persino Deva si sentiva molto più rilassata senza la presenza di William Pearl.

<<Tuo nonno si sente molto bene!>> tutti e tre
si girano, cercando quella voce che aveva proceduta Thalia nel rispondere.
Roland scende le scale, andando verso di loro e il suo aspetto lascia Liam e Deva scioccati.
La ragazza dai capelli castani lo studia attentamente e giunge alla conclusione che Roland Pearl probabilmente aveva un fratello gemello che ieri sera non era stato presente . L'uomo che aveva davanti non poteva essere lo stesso l'uomo di ieri sera che faceva addirittura fatica a sostenersi senza il suo bastone, mentre colui che scende ora sembra addirittura pimpante mentre in una mano tiene la mazza da golf.

Dove era la pelle pallida? Gli occhi
stanchi? La debolezza così visibile nei movimenti?
Aveva un colorito più che sano, mentre gli occhi gli brillavano. Non c'era segno di alcuna malattia che stava per portarlo via in poco tempo. Sembrava sano come un toro, nonostante età.
Quando li raggiunge, mostra un grande sorriso
splendente, che Deva non aveva visto la scorsa notte. Per pochi attimi cerca con lo sguardo del suo fidanzato, capendo che Liam era altrettanto sorpreso accanto a lei.

<<I miei nipoti preferiti!>> esclama pieno di vitalità e li prende tra le sue braccia, baciandoli sulla fronte ad entrambi. Dove la sera prima l'aveva a malapena afferratatra le sue braccia, ora la teneva con una forza virile il che fa impazzire Deva che sentiva il rumore delle campane d'allarme rimbombare nella testa. Quest'uomo non sta sfiorando la
morte neanche lontanamente...

<<Nonno...sei...cosa ti è successo?>> Liam in persona balbetta stordito. Roland inizia a ridere, dando una pacca sulla spalla a suo nipote, ancora una volta, con mano forte e virile, mentre la scorsa sera tremava e riusciva a malapena a portare il bicchiere d'acqua alle labbra.

<<Non preoccuparti, non sono guarito. Solo che mi sento meglio oggi, ma l'infiammazione ai polmoni mi farà stare di nuovo male, presto. Ecco perché vi ho chiamati entrambi qui oggi>> guarda teneramente Deva, come se in parte il suo benessere fosse grazie a lei.

<<Voglio giocare a golf, non lo faccio da molto tempo e...voglio parlare della tua eredità>>
Fece roteare il bastoncino che teneva in mano. Deva ha notato che era attrezzato per il golf. Non aveva mai giocato in vita sua, e dalle piccole sequenze che aveva visto in TV non sembrava interessante, ma non è questo che la spaventa, ma la nuova versione di Roland .

<<Nonno, sei sicuro? Non dovresti stancare i
polmoni ora che ti senti finalmente meglio>> dice Liam, ma era ancora stordito come Deva.

<<Un po' di movimento e aria fresca mi faranno bene. Vai e cambiati. Deva può prendere in prestito qualcosa da Thalia. Dai, corri, ho voglia di battere entrambi>> Roland colpisce Liam con la sua mazza in un gesto giocoso.

<<Oh, Roland, lascia respirare i poveri bambini, sono appena arrivati. Usciamo prima sul terrazzo. Dirò a Carla di portare un succo freddo per ognuno di noi>> nella sua dolcezza Thalia cerca di salvare i due ragazzi.
Roland acconsente solamente, guidando i due
sul terrazzo dietro casa.
Deva ha smesso di analizzare qualsiasi cosa
dal paesaggio, era a malapena cosciente quando Liam l'ha fatta sedere su una sedia, anzi su una poltrona di legno, intrecciata, con dei cuscini bianchi, ma i suoi occhi non distoglievano lo sguardo da Roland.

<<Onestamente, nonno, ieri sera mi hai un po' spaventato. Sono felice di vedere che ora ti senti meglio>> Liam sorride teneramente e Deva che adesso guarda il ragazzo capisce che non stava mentendo affatto. Nonostante la farsa che ha messo su per ottenere quelle scuderie il prima possibile, passato lo shock, può percepire la sincerità di Liam.

<<Dopo la notizia di ieri sera ho capito che nonostante si è aggravata la malattia non le permetterò di prendermi prima che io veda il mio primo pronipote>>

Deva si irrigidisce, proprio come Liam che si affretta ad afferrare uno dei bicchieri che stava portando Carla su un vassoio d'argento, bevendo un lungo sorso di succo d'arancia.

<<Pro...pro...nipote?!>>balbetta Liam. Adesso era ufficiale, niente lo aveva lasciato più sbalordito in tutta la sua vita come quella frase.

<<Ho visto ieri sera come vanno le cose. Sapevo che una ragazza alla fine avrebbe catturato il tuo cuore in un modo così puro e adesso dopo averla finalmente incontrata voglio vedere mio nipote che diventa uomo. Lei è quella giusta, Liam. Sposa questa donna è io lotterò per conoscere i vostri figli>>
Liam fatica a riprendersi da quello stato di shock in cui era caduto. Ma dannazione, suo nonno parlava di matrimonio e figli, aveva tutto il diritto di svenire in quel momento. D'altro canto Deva era come un cadavere avvizzito. Si porta la mano sul letto per essere sicura che respira ancora. Sicuramente il colore era scomparso dalle sue guance e i suoi occhi erano così grandi che aveva paura che in un
secondo successivo sarebbero usciti fuori dalle orbite.
Sospira mentre afferra a sua volta un bicchiere di succo, bevendo un lungo sorso, poi scuote la testa e beve un altro sorso di succo.

<<Allora dovrai combattere seriamente, nonno, perché come ti ho detto anche ieri sera dopo la cena io e Deva non abbiamo fretta, specialmente con un bambino>> Liam scuote la testa serio, ricordando in seguito a suo nonno che sia lui che Deva volevano dedicarsi prima al lavoro. O ad altri progetti che avevamo prima del matrimonio, quello finto.

<<Lo so, figliolo. Non ti costringerò a fare nulla solo per il gusto di vederti all'altare. Comunque la tua nuova carriera inizierà prima di quanto hai immaginato.>> Il vecchio si sporge verso loro, appoggiando i gomiti sulle ginocchia. Una posizione che indica forza e determinazione,

<<Ti darò le scuderie. Travis, il mio avvocato,
adesso non è potuto venire ma tu domani verrai a Portland e cambierò il mio testamento. Sarai il mio erede principale. I cavalli saranno tutti registrati a nome tuo, come la proprietà a Yacolt e nei suoi dintorni. Ho pensato e sono arrivato alla conclusione che non aspetterai che io muoia affinché tu prenda iniziativa. Voglio godermi gli ultimi giorni in serenità quindi subentrerai tu a mandare avanti gli affari>>
Si è formato un nodo così grande nella gola di Liam che non poteva più essere inghiottito.

<<Nonno, dici sul serio?>>

<<Sarò felice di vederti gestire l'attività mentre sono ancora vivo. Starò al tuo fianco, non che tu abbia bisogno ma ti insegnerò tutti i segreti che io custodisco per allevare al meglio i cavalli. Sarei felice di insegnare anche a Deva qualcosa su i cavalli. Se vuoi più avanti potrete trasformarla in un'azienda di famiglia. Io ho mandato avanti gli affari da solo tutto il tempo, Mary, mia moglie aveva paura di avvicinarsi ai cavalli>> Roland ride, voltandosi
verso sua nuora Thalia, che condivideva il suo divertimento, poi guarda di nuovo verso Deva, da cui ci si aspettava una risposta.
La ragazza deglutiva a malapena mentre inizia a sentire come la sensazione di freddo prendeva possesso di lei lentamente.
Sentiva le mani sudare freddo mentre il suo respiro poco per volta svaniva.
Liam la guarda preoccupato e quando nella sua mente si fa spazio la confessione che gli feci ieri sera lui si schiarisce la gola, cercando di salvarla da quella situazione.

<<Deva ama gli animali. Nonostante ha scelto un lavoro diverso secondo me sarebbe dovuta diventare un veterinario, meglio ancora un biologo marino. Ho avuto modo di vederla, di osservarla, e so con certezza che le brillano gli occhi quando si tuffa nel mare, osservando con meraviglia le specie marine. Quindi si, magari in un futuro trasformeremmo il tutto in un un'azienda di famiglia, o magari lei continuerà con il suo lavoro però anche così so che mi sosterrà ugualmente>> Liam sorride debolmente, facendo emozionare la ragazza. Mai nessuno fino ad ora si era reso conto di cosa le piaceva realmente.

<<Parleremo di più sul campo da golf, adesso corri e preparati!>> ordina Roland a suo nipote.

<<Nonno, penso che sarebbe meglio per Deva se resta con la mamma. Non si sente molto bene, ecco il motivo per cui siamo arrivati in ritardo>> Liam aiuta la sua fidanzata ad alzarsi e lei lo guarda per la prima volta con sollievo. Alla fine la bugia che si inventò Liam sulle mestruazioni aveva dei vantaggi.

<<Allora giocheremo solo noi. Arrivederci principessa>> il vecchio Roland si china e bacia Deva sulla fronte, per poi voltarsi senza aspettare una reazione.

<<Puoi trovarmi sul campo>> parla a voce alta, riferendosi a suo nipote.

Thalia si avvicina alla ragazza e la prende tra le sue braccia.

<<Lascia fare a me, ci penso io. Corri e stai attento in modo che tuo nonno non si stanchi troppo e che beva acqua costantemente, se inizia a tossire trascinalo via da lì e portalo a casa>> ordina a suo figlio mentre tornavano in soggiorno.

<<Ha con sé le medicine?>>

<<Sai che non parte mai senza, ma è un mulo
testardo e non vuole stare in casa. Ma sono felice che stia meglio, ieri quando è venuto era così pallido e debole, che pensavo che sarei morto prima di lui. Comunque, sono così orgoglioso di te. Non solo perché condurrai le scuderie, ma anche per la vostra relazione>> Thalia si avvicina a suo figlio, abbracciandolo in seguito per poi dirigersi verso la cucina, con la scusa che avrebbe preparato del caffè.

Finalmente rimasti soli, Deva si rivolge immediatamente a Liam con i suoi occhi ancora una volta enormi e disperati.

<<Cosa faremo?>> sussurra letteralmente
impaurita mentre si avvicina ancora di più a Liam.
Il ragazzo si rende conto che voleva dire molto di più, ma era tutto quello che poteva dire,
perché le orecchie di sua madre erano vicine. Lui la stringe sé per poi sussurrarle all'orecchio.

<<Ho un piano. Stai con mia madre, rilassati, prendi un po' di sole e aspetta che torni. E non pensare che dovrai mandare la mia discendenza avanti perché non succederà>> tutto qui. È tutto quello che dice per poi dirigersi verso le scale e andare verso quella che per poco tempo è stata la sua stanza, per prepararsi per giocare a golf.

Deva era bloccata in mezzo al corridoio.

Tutto qui?

Solo questo ha saputo dirle? Lasciandola a sobbollire nella disperazione per dio sa quanto tempo? Quanto dura una partita di golf? Quanto è grande esattamente quel terreno? Quale era il suo piano e quando ha avuto tempo di concepirlo così in fretta?
Erano tante le domande che frullavano nella mente di Deva che stava per rincorrere Liam solo per per chiedergli spiegazioni, ma Thalia è apparsa di nuovo, con due tazze di caffè, chiedendole di andare con lei verso il divano, così Deva si arrende cupamente a se stessa seguendo la futura possibile suocera che inizia a dare il via ad un lunga conversazione, cercando di conoscere al meglio la ragazza.

Deva pur intenzionata a comportarsi in modo gentile sbirciava sempre fuori. Non riusciva a vedere Liam da nessuna parte, anche se una delle finestre aveva un'ampia vista sul campo da golf.
Stava pensando al piano che avrebbe potuto avere, ma pian piano stava diventando sempre più certa che non ci fosse un piano. Sicuramente le aveva detto ciò per calmarla e per non farla scappare di qui in sua assenza.

Quando i due uomini tornarono a casa, sudati e felici, Deva era già sull'orlo di perdere la testa. Per tre ore aveva bollito e vedere Liam così rilassato e allegro la fa arrabbiare ancora di più.

<<Ciao piccola>> la saluta mentre la afferra
per la vita e la tira a sé, baciandola in modo fugace.

Il nonno Roland passa accanto ai due ragazzi, informando loro che sarebbe andando a farsi la doccia per poi andare a riposare.

<<Vieni a farti una doccia, sembra che tu abbia giocato a golf dentro una sauna>> dice in modo tagliente mentre si costringe a mettere distanza tra le loro labbra, spingendolo verso le scale.

<<Non mi ucciderai una volta che mi avrai rinchiuso nella camera da letto giusto?>> Liam commenta divertito.

<<Non mettermi alla prova!>> si rivolge a lui in modo velenoso mentre apre porta e lo trascina letteralmente nella stanza, chiudendola alle loro spalle.
Si volta verso di lui e se Liam si aspettava che gli sarebbe saltato addosso come un gatto, graffiandolo e strappargli i capelli, lei rimane in silenzio, rivolgendoli uno sguardo davvero pericoloso.

<<Sto aspettando>> Liam sospira per poi passarsi una mano tra i capelli quando vede come Deva rimane immobile vicino alla porta, le braccia incrociate sotto il petto e quel sguardo duro che sembrava come un laser, pronto ad annientarlo, capendo che gli non gli permetterà neanche di togliersi i vestiti sudati e di fare una doccia finché non gli avrebbe parlato di quel piano che nominò qualche ora fra.

<<Ok, bene! C'eri pure tu, hai sentito quali sono i sogni del nonno. Sicuramente ora hai paura che dovremo sposarci e avere dei figli ma non si arriverà a questo>> aggiunge serio, fermandosi di fronte a lei nella stessa posizione.

<<Come? Come faremo a sbarazzarci di questo e farti ottenere le scuderie al tempo stesso?>> chiede Deva seria, cercando di mantenere la calma ora più di quanto avesse fatto con Thalia. Per tutto il tempo aveva pensato a un piano per uscirne pulita, perché la situazione stava diventando più grave di quanto si sarebbe immaginato e a lei non piaceva più la piega che quella bugia stava prendendo.

<<È molto semplice. Domani mio nonno metterà le scuderie a mio nome. Sono già mie>>

Lei sbuffa beffarda.
<<E hai l'impressione che rimarranno tue se romperemo il nostro finto fidanzamento? Cancellerà immediatamente il testamento, e anche se non per sua volontà, sicuramente tuo fratello lo convincerà visto che anche lui vuole quei cavalli, anche se per motivi diversi>>

<<Non pensavi che domani, dopo che cambierà quel testamento, romperemo il fidanzamento e sarai libera? No Deva, non ti sbarazzerai di me così facilmente>>

<<Per l'amor di Dio, dimmi subito cosa stai pensando!>> lei si agita, infastidita.

<<Staremo insieme per qualche mese. Tre o quattro mesi, dipende come si muovono le cose. Il piano è semplice, quando il nonno vedrà che c'è la faccio a gestire tutto da solo mi butterò sul lavoro, mentre tu sarai occupata con le tue tartarughe. Saremo così impegnati con il lavoro che non avremmo tempo per organizzare un matrimonio o per i bambini anche se lo volessimo davvero, quindi avremo la scusa perfetta. Per quanto riguarda mio fratello sicuramente si aspetterà che una volta ottenute le scuderie noi ci lasciassimo. Lo hai visto durante la cena, lui è l'unico a nom credere in me, in noi, e non mi va di gonfiare ancora di più il suo ego, quindi ho pensato che per la nostra relazione possiamo fare un passo avanti e andremo a vivere insieme, così chiuderò la bocca di Rodrigo per sempre>>

<<Tu...per caso stare sotto il sole ti ha fatto male?>> sbotta finalmente Deva, alzando la voce con Liam. Fino a qui è durata la sua calma. Va bene fingersi la sua ragazza per qualche giorno ma lui sta decisamente tirando troppo la corda.

<<No, certo che no. Ascolta, sarà tutto per finta. Sopravviveremo insieme nella stessa casa per qualche mese, poi arriva l'ultima parte del piano, il bambino>> Liam sorride mentre Deva va in panico, facendo un passo indietro per appoggiarsi alla porta e non cadere.

<<Hai perso la testa? Io non farò nessun figlio con te!>> con nessuno in generale, sussurra lei tra se e se. Con tutto che una parte di se desiderava creare una famiglia non lo farebbe. Non più.

<<Non ho detto che avremmo un figlio. Anzi, questo è il punto più importante del piano. Ho avuto tempo di pensare sul campo, visto che dovevo trovare qualcosa che ci porti alla separazione perfetta. Pensa, la coppia perfetta, innamorata, con progetti futuri, e poi arriva una separazione improvvisa.
Il nonno ha detto chiaramente che desidera vederci nei panni dei genitori quindi ho trovato la scusa perfetta per lasciarci. Diremo loro che non possiamo avere dei figli. Che tu non puoi avere figli per questo mi lascerai. Ti sentirai in colpa che non puoi darmi dei figli, quindi romperai il fidanzamento>>

Deva lo fissa, congelata dall'idea folle che gli era passata per la mente. Mai nella sua vita aveva sentito idea più assurda, ma la cosa più che le faceva paura era la determinazione che leggeva nello sguardo di Liam.

<<Tu...tu, la tua idea...>>

<<Ascoltami. È l'idea perfetta per sbarazzarci di questo "compromesso". Il fatto che tu mi ami ti porterà a lasciarmi, per non togliermi la possibilità di avere una famiglia visto che teoricamente non puoi avere dei figli. Questo ti farà uscire di scena definitivamente>>

Deva non riesce a fare altro che guardare sbalordita il ragazzo che ha davanti. Come poteva mentire in questo modo e restare al tempo stesso così calmo? Veramente per lui era così semplice fingere solo per ottenere quei maledetti cavalli?

<<Tu sei pazzo, Liam! Ho mentito tante volte nel corso degli anni ma mai fino a questo punto! Praticamente tu mi chiedi di giocare con i sentimenti delle persone che tu ami. Ti rendi conto dell'assurdità che hai appena detto? E poi, perché dovrei essere io quella sterile?>>

<<Ho pensato che fosse meglio così. Nel senso, tu sarai libera di continuare con la tua vita. Magari incontrerai qualcuno che vorrai sposare e con cui avere realmente il desiderio di formare una famiglia, tanto nessuno della mia famiglia lo saprà. Mentre se devo fingere che io non possa avere dei figli adesso sarebbe un problema per il futuro. Insomma, se poi incontro la donna della mia vita con cui voglio avere dei figli come spiegherò ai miei che miracolosamente posso avere dei figli?>>

Deva fa una smorfia di disgusto. Il pensiero che lui ha avuto su di lei ma anche sulla presunta moglie incinta le lascia un gusto sorprendentemente amaro. Qualcosa dentro di lei si spezza letteralmente, senza capire il motivo.

In un certo senso era lei sua moglie, questo però a lui non lo avrebbe mai confessato. Sicuramente Liam l'avrebbe pressa per pazza e poi a Deva le è chiaro una cosa.
Lui spera di trovare l'amore della sua vita un giorno, quindi prima o poi lei non farà più parte della sua vita, neanche per scherzo.

Deva si allontana dalla porta, cercando di mettere una certa distanza da Liam, facendolo sospirare dolorosamente mentre si passa la mano tra i capelli.

<<Bene! Hai ragione, il tuo piano è buono. Ma perché dobbiamo aspettare così tanto? Voglio dire, tuo nonno ti sta già cedendo domani le scuderie. Non importa se sarai in grado di prendertene cura o meno. Grazie al tuo piano, la nostra separazione lascerà il segno quindi non ci sarà alcuna possibilità che tuo nonno annulli il testamento. Non sto dicendo di interrompere questa farsa ora,
ma non allunghiamoci più di tanto. Penso che un mese, al massimo due è abbastanza, dopodiché ognuno per la sua strada. Tu manderai avanti gli affari di tuo nonno, mentre io troverò qualcuno che mi ami, perché no?>> la ragazza si gira di spalle, mostrandosi interessata al quasi nullo arredamento che c'è in quella stanza. Ma per lei era meglio così, anziché continuare a guardare negli occhi Liam.

Il ragazzo scuote la testa in segno di negazione, quasi impaurito della sua idea.
Perché improvvisamente non sentiva più quella leggerezza che fino a poco fa provava?

<<Non voglio rischiare. Te l'ho detto che per il momento dobbiamo rafforzare la storia. Non voglio darli a mio fratello o a mio il minimo sospetto. Soprattutto a mio padre, mi biasimerà e mi farà sentire in colpa di non essere stato in grado di tenerti vicino a me nemmeno per pochi mesi>>

<<Tuo padre non dirà niente!>> esclama lei convita. Se il suo problema è l'opinione che suo padre potrebbe avere su di lui a questo ci avrebbe pensato lei stessa.

<<Tu non capisci, Deva! Mi farà sentire una nullità e non voglio dargli la possibilità di tagliarmi nuovamente le ali!>> L'improvvisa rabbia di Liam coglie Deva di sorpresa.

<<Cosa vuoi sapere?>> domanda la ragazza in modo curioso mentre osserva Liam, che sembra essersi perso per alcuni secondi.

Sospira stressato, mentre si passa una mano tra i capelli.

<<Non importa. Vado a fare una doccia. Resta qui, non andartene>> dice in seguito, entrando dentro il bagno, chiudendo la porta dietro di sé, facendo arrabbiare Deva che improvvisamente si sentiva come se fossi un burattino tra le mani di Liam.

<<Vai all'inferno!>>

<<Ti ho sentito!>>

<<Bene!>> risponde con aria imbronciata, sedendosi sul letto, continuando a balbettare.
Stava iniziando a odiarlo sul serio.

Chi diavolo pensava di essere? Il regista della sua vita? Nel giro di due giorni lui si è presso possesso delle sue scelte, decidendo per lei, dicendole addirittura cosa doveva fare e questo le dava leggermente fastidio. Una sola persona aveva deciso per la sua vita, ed è stato in grado di cambiarle tutta l'esistenza. E adesso non vuole che una cosa del genere ricapiti. Ormai stava pagando le conseguenze per via della scelta che suo padre Carlos feci per lei, quando la mandò in quel istituto a Taiwan, e non voleva più che qualcuno prendesse le decisioni al suo posto. Questo perché era stanca delle conseguenze.

Improvvisamente la porta del bagno si apre e un Liam quasi nudo esce dal bagno.

<<Mettiti dei dannati vestiti!>> lei lo critica, ma Liam con noncurezza si dirige verso l'armadio, sperando di trovare al suo interno dei vecchi vestiti.

<<Sai, sono un uomo giusto, nonostante le apparenze. Voglio ricambiare il delizioso trattamento che io ho avuto questo mattina>> dice mentre un sorriso diabolico si forma all'angolo della bocca.

<<Cosa vuoi dire? Quale trattamento?>> si pente subito di aver posto quella domanda visto che Liam in un batter d'occhio fa cadere l'asciugamano a terra.

Deva istintivamente si mette una mano davanti occhi per poi urlare.

<<Dio, sei così insensibile!>> si ritrova a borbottare, sentendosi improvvisamente più calda di quanto non fosse mai stata in tutta la sua vita. Era come se la sua pelle fosse in fiamme.

<<Perché dici questo?>> Liam le sussurra proprio all'orecchio, facendola sussultare violentemente, balzando in piedi per poi girarsi di spalle.

<<Io non ti ho trovata insensibile quando mi hai fatto vedere il tuo corpo nudo>> per un secondo si sente tentata di girarsi verso di lui, ma si ferma in tempo, anche perché lo sente avvicinarsi nuovamente a lei, restando dietro di sé. Poteva sentirlo sospirare e scuotere la testa dietro di lei. Il suo respiro era impresso sulla sua cresta e aveva l'impressione che avrebbe preso fuoco. Sarebbe esplosa se solo l'avesse toccata. L'aria nella stanza era diventata più calda di quella che c'è nel deserto.

<<Era diverso. Non mi sono spogliata davanti a te, sei entrato nella mia stanza me come un coglione senza il mio permesso!>>

<<Come hai potuto fidanzarti con un uomo così, senza scrupoli?>>

La sua risposta intelligente si ferma sulla sua lingua mentre lui si avvicina più forte verso di lei, mettendole le mani sui fianchi.

<<Noi non sono fidanzati sul serio>>

<<Questo dice chiaramente che sei mia!>> esclama in modo serio, sollevandole la mano sinistra e rivelando l'anello al dito.

<<In un certo senso lo indossi a causa mia. E ti piace o no, adesso siamo fidanzati>> lei deglutisce a fatica, trattenendo la risposta successiva, sperando che la tortura finisse una volta. Non c'è la faceva a tenere il passo con tutti i cambiamenti che lui stesso voleva fare ma che puntualmente si smentiva da solo.

<<Dai, Deva, girati! Io ti sfido!>>

Accidenti a lui con i suoi giochi in cui era così bravo, pensa lei mentalmente. Voleva realmente girarsi per sfidarlo ma questo avrebbe significato andare dritto all'inferno. Perché si sentiva chiaramente nell'aria il desiderio sessuale che si stava creando tra i due.

<<Non sarebbe giusto. Tu non mi hai visto...>>

<<Questo può essere risolto molto facilmente, giusto? In un massimo di 5 secondi ti lascio nuda come me>> la interrompe Liam, sussurrando al suo orecchio in un modo che a Deva sembra sensuale.

Accidenti! Doveva fermare questa follia prima che perdesse la testa.

<<Liam, il tuo piano non include questo tipo di giochi stupidi, quindi smettila. Vestiti e andiamo subito da qui>>

Lui ride solamente, arrendendosi per poi allontanarsi da lei, infilando l'unico paio di boxer che ha trovato.

<<Mi fidanzo probabilmente per l'unica volta nella mia vita, e mi è capitata come fidanzata la regina del ghiaccio>> le parole di Liam fanno sbuffare Deva che al contrario di quello che pensava Liam lei era bollente come un calderone.

<<Dovevi essere più sveglio nell'scegliere la tua fidanzata>> borbotta lei a bassa voce mentre si gira sorprendendo Liam, che resta con i pantaloni fra le mani.
Avrebbe giurato che non avrebbe mai avuto il coraggio di girarsi, ma Liam non la conosceva proprio del tutto.

<<Magari se avresti scelto con cautela...>> dice solamente, lasciando la frase in sospeso mentre questo volta era lei che si stava avvicinando a lui, in un modo così pericoloso che Liam si costringe ad indietreggiare.
Avrebbe voluto baciarla. Prenderla tra le sue braccia e stringerla a sé, magari facendola sua, perché l'eccitazione che aveva nel corpo era al limite, eppure...

<<Avresti scelto qualcuna, avresti trovato la tua lei, quella che descrivevi poco fa come l'amore della tua vita>> soffia ad un palmo dalle sue labbra, ignara della sensazione che stava provando a Liam.

<<A me va bene fingere con te>> sussurra lui a malapena quando Deva circonda il suo collo con le braccia, sfiorando a malapena le loro labbra.

Fino a qui è durata la pazienza di Liam visto che l'attimo dopo si lancia in modo disperato sulla sua bocca, baciandola con ardore, e lei ricambia con la stessa passione, almeno fino a quando, Liam preso dall'eccitazione non le sbottona i primi bottoni della sua camicetta.

<<No, Liam, io...>> balbetta in modo impacciato, allontanandosi all'istante da lui.

Non era questo quello che voleva, però il fatto che lui la guardava in quel modo, come se lei fosse la donna più bella che lui abbia mai visto le ha dato alla testa, dimenticandosi di essere razionale.

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