16. Ho voglia di... 🔞
Quando entriamo nella mia stanza, Marta sta fumando la sua IQOS comodamente sdraiata sul suo letto.
"Pronta?" domanda con aria distratta, ma appena vede Kevin scatta in piedi e si liscia la gonna.
Ha l'aria sorpresa.
"Sì" rispondo, infilando la giacca "Ti dispiace se Kevin si unisce a noi?" chiedo, ma la mia domanda sfuma nel suo sguardo guardingo, ma al tempo stesso ammirato, arrampicato alla figura imponente di Kevin, mentre lui sfila un'altra sigaretta dal pacchetto e la mette dietro l'orecchio.
"Scherzi?!" dice lei, lanciandogli uno sguardo curioso, poi gli si avvicina per stringergli la mano.
Lui la scruta perplesso, probabilmente sorpreso dalla sua intraprendenza.
"Piacere, Marta".
Sorrido divertita, mentre Kevin osserva quella mano puntata verso il suo addome con un sopracciglio inarcato.
Anche Marta, come la maggior parte delle ragazze, è più bassa di lui di circa trenta centimetri, gli arriva a malapena al petto.
"Kevin" risponde infine, stringendogliela.
Il suo tono di voce basso e roco la fa sobbalzare.
Kevin ha un effetto devastante sulle donne, gli basta aprire bocca per intimidirle o sedurle.
Marta lo guarda confusa per qualche istante, ma si ricompone in un battibaleno, schermando il suo disagio con un sorriso tirato.
"Dai, andiamo!" dice subito dopo e si avvia verso il corridoio, anticipandoci di qualche passo.
La seguiamo, lui mi tiene per mano, ma guarda dritto davanti a sé.
Vorrei tanto sapere a cosa sta pensando, cosa gli frulla in quel cervello enigmatico, ma è inutile chiedere, non mi darebbe nessuna risposta, così taccio.
"Allora, Kevin, che corso di studio hai scelto?" chiede Marta, durante il tragitto.
"Astrofisica" risponde lui.
Astrofisica?
Che cazzo c'entra l'astrofisica con uno come lui?
"Oh, un corso di studi davvero tosto!" commenta lei "Come mai questa scelta?".
Lui si volta verso di me e, di riflesso, anch'io mi giro verso di lui.
"Perché sono innamorato della luna" dice, rapito, inabissando gli occhi nei miei.
Non so come interpretare questa risposta, ma, inspiegabilmente, i battiti del mio cuore schizzano a mille.
Mi sorride, mentre, a pochi passi da noi, Christian ed Ettore sono seduti ad uno dei tavolini esterni della caffetteria.
L'aria autunnale è fresca, ma un sole tiepido rende la temperatura gradevole.
Quando li raggiungiamo, Marta si avventa sulle labbra di Ettore, mentre Christian ha gli occhi fissi su di me.
Mi scruta intensamente, poi il suo sguardo scivola prima sulle nostre mani intrecciate e poi su Kevin. Lo squadra dalla testa ai piedi, esaminandolo attentamente con una lunga occhiata, fino a quando i loro occhi si scontrano in un cumulo di scintille.
Mi volto verso Kevin.
È serio, lo fissa con la sua solita aria imperturbabile, ma serra la mascella.
Cazzo!
Prima di prendere posto Christian si alza e mi attira in un abbraccio, strappandomi alla presa di Kevin, poi si scosta leggermente da me per darmi un bacio sulla guancia.
"Ciao, Selene" sussurra, suadente, nel mio orecchio, prima di lasciarmi.
Mi giro di nuovo verso Kevin.
È dietro di me, ha i piedi inchiodati al suolo e le iridi infuocate, velate da un luccichio assassino.
Mi allontano immediatamente da Christian, ritorno accanto a lui e stringo forte la sua mano nella mia.
"Kevin...".
Lui mi stritola le dita nella sua presa vigorosa e si volta verso di me.
Appena vede il mio sguardo supplice sembra ritornare al presente, ma è ancora molto teso.
Ci sediamo.
Marta si è finalmente staccata da Ettore, Christian continua a lanciare strane occhiate a Kevin, che fatica a dominare la sua follia omicida, mentre io prego che la cameriera giunga presto a prendere le ordinazioni.
Non mi aspettavo un atteggiamento simile da parte di Christian, non siamo così in confidenza, e temo che abbia agito così per provocare Kevin.
Perché?
"Allora, siete pronti per la festa di inizio anno?".
Marta interrompe le mie elucubrazioni e catalizza la nostra attenzione sulla sua domanda.
"Siccome coincide con il giorno di Halloween si sta progettando una festa a tema" aggiunge Ettore.
Tutti, tranne Christian, lo guardiamo con aria attonita.
"Davvero?" chiede Marta, concitata, e Christian annuisce.
"Sì, ne ho parlato a Carlo ieri sera, a cena, dice che è una bella idea e ci ha dato carta bianca per l'organizzazione, solo che dobbiamo fare in fretta, visto che abbiamo solo oggi e mezza giornata di domani per sbrigare il tutto" ci informa lui, tranquillo.
"Ne hai già parlato al consiglio?" domanda Ettore.
"Sono il presidente, nessuno si opporrà se anche il rettore è d'accordo".
Christian è il presidente del consiglio studentesco dell'Università?
Ora è chiaro come faccia a sapere tutto quello che succede nel campus.
Quando si accorge che lo sto osservando si gira verso di me e allarga un sorriso provocante.
"Christian...".
Marta richiama la sua attenzione e la mano scura di Kevin si posa sulla mia coscia.
Disegna un piccolo cerchio sul mio jeans con l'indice, poi comincia ad accarezzarmi.
Tremo.
Lo guardo e lui avvicina la bocca al mio orecchio.
Il suo respiro alla menta soffia tiepido sul mio collo e la mia temperatura corporea sale di dieci gradi.
"Ho voglia di leggere Shakespere e..." sussurra suadente.
Sento il cuore salire in gola e rituffarsi nel petto in una frazione di secondo.
Ho caldo.
"E di leccartela" aggiunge perverso.
Il cuore risale di nuovo in gola con un balzo violento e una vampata di calore affluisce sulle guance e tra le cosce.
Non può dirmi questo davanti a tutti, sa benissimo l'effetto che ha su di me.
"Voglio sentire il tuo sapore, assaggiarlo e gustarlo mentre mi cola in bocca" continua.
Mio Dio!
Fremo.
Mi manca l'ossigeno e la mia intimità inizia a vibrare.
"Voglio farti venire con la lingua, mentre la lecco piano, dal basso verso l'alto".
Tace e io boccheggio in cerca d'aria, mentre le mie mutandine si inzuppano.
"Lo senti l'orgasmo nella pancia, Selene?" bisbiglia.
Oh mamma!
Lo sento e sto ansimando, ma devo controllarmi.
"Lo senti il piacere che aumenta e scivola piano nella tua figa?".
"Kevin..." lo rimprovero sottovoce, mentre gli altri stanno discutendo di qualcosa.
Non può essere in grado di farmi venire utilizzando soltanto quella voce pazzesca!
Lo sento sorridere sul mio lobo.
"Ho una voglia pazza di scoparti con la bocca e sentire la tua figa calda e bagnata mentre si apre e si chiude...".
Oh cazzo sto venendo...
"Si apre e si chiude..." continua.
"E gode per me".
Fa una piccola pausa e mi soffia nell'orecchio quel respiro caldo e avvolgente.
"Viene per me!" sussurra sommessamente e io mi lascio andare contro schienale della sedia, mentre l'amplesso mi travolge.
Sono accaldata e soffocata da un gemito silenzioso costretta a serrare tra le corde vocali per non destare sospetti.
Lui sorride soddisfatto, ha ottenuto ancora una volta quello che voleva, ossia me.
Che bastardo!
"...Selene?".
La voce di Marta mi giunge ovattata.
"Sì?".
Tutti mi osservano tranne Kevin, il motivo del mio turbamento.
"Stai bene? Sembra che tu abbia la febbre?".
Ce l'ho sì, la febbre!
Un morbo, una malattia, una dipendenza da questo demone vestito d'angelo.
"Cosa prendi?".
Solo ora mi accorgo della cameriera in attesa delle ordinazioni.
"Un caffè" affermo, ritrovando la voce in fondo allo stomaco devastato dai miei ormoni.
"Lo stesso per me" aggiunge lui e tutto il mio apparato circolatorio ricomincia a scorrere.
Eh no!
Così non va bene.
Non posso eccitarmi appena pronuncia una sillaba, porca miseria!
Mentre gli altri sono impegnati a parlare con la barista mi avvicino al suo orecchio.
Lo sento irrigidirsi, segno che non se lo aspettava.
"Sei uno stronzo!" sussurro.
Lui si volta verso di me e i suoi occhi si focalizzano sulla mia bocca.
"Perché l'hai fatto?" bisbiglio.
"Cosa?" chiede lui, facendo finta di nulla.
Che faccia tosta!
"Lo sai cosa!".
Lui si sporge di nuovo verso il mio orecchio e sorride.
Ah se la ride pure!
"Perché ti ho fatto... venire?".
Mi allontano da lui e gli picchio uno schiaffo leggero sulla mano.
"Sei un pervertito!" dico sottovoce, mentre lui mi sbrana con quegli occhi grandi e le pupille dilatate.
"Perché voglio che ti rimanga la voglia di scoparmi per il resto della giornata e...".
Che stronzo!
"E perché sei mia!" aggiunge sommesso.
Ah adesso sono sua!
Sospiro affranta e rassegnata.
Sì, sono sua mannaggia a lui.
Completamente e perdutamente sua.
"Ehi, voi due!".
Ci voltiamo all'unisono verso Marta e gli altri.
Eravamo così presi da noi da annullare il resto del mondo.
Li guardo imbarazzata, mentre la cameriera lascia la nostra colazione sul tavolo.
Marta ci osserva curiosa e divertita, Ettore fuma e osserva il seno di Marta, Christian invece sembra... arrabbiato? Deluso?
Indispettito?
Fulmina Kevin con un'occhiata e lui risponde sfilando la sigaretta da dietro l'orecchio per incastrarla, subito dopo, tra le labbra carnose.
L'accende e sputa il fumo, ignorandolo deliberatamente.
"Tieni".
Marta sfalcia la tensione tra i due porgendo a Kevin una bustina di zucchero, ma lui scuote la testa.
"Lo prendo amaro" risponde semplicemente e lei allarga gli occhi e arrossisce.
"Ok" dice e la passa a me.
Dopo un paio di boccate, Kevin spegne la sigaretta nel posacenere e beve in un sorso solo il suo caffè.
Nel frattempo gli altri hanno ripreso a conversare della festa di inizio anno, Marta non sta nella pelle e propone una serie di costumi da indossare per la serata, Ettore non stacca gli occhi dalla sua scollatura e Christian la ascolta in silenzio.
"Adesso devo andare..." la voce di Kevin mi riscuote e, d'istinto mi volto verso di lui.
Mi ritrovo la sua bocca ad un millimetro dalla mia, mentre con il pollice scuro mi accarezza la guancia.
Restiamo così per qualche secondo, occhi negli occhi, naso su naso, bocca su bocca, poi mi afferra per la nuca e mi bacia, mi infila la lingua in bocca davanti a tutti e le mie labbra devote lo accolgono, perché non attendevano altro da quando l'ho visto nei bagni, quella mattina.
Finalmente gli passo le dita tra quei capelli morbidi e setosi, attirandolo, ancor più, verso di me.
Quando ci lasciamo sono senza respiro e senz'anima.
"Ci vediamo più tardi, Sailor Moon" afferma sensuale.
Ora gli occhi di Marta, Ettore e Christian sono puntati su di noi.
Christian sembra esterrefatto, Marta, invece gli lancia un paio d'occhiate di approvazione, poi Kevin si congeda con un saluto veloce, mentre io rimango con sei occhi puntati su di me.
Un forte imbarazzo mi colora le gote di rosso e, ancora una volta, è Marta a dissolvere il silenzio.
"Wow amica mia, se ti scopa nello stesso modo in cui ti ha appena baciato, capisco perché sei pazza di lui" asserisce divertita.
Mio Dio che imbarazzo!
Sorrido.
A dire il vero scopa anche meglio.
Il solo pensiero mi manda in visibilio, ma cerco di domare le fiamme che avvolgono il mio bassoventre.
Voleva che mi restasse addosso la voglia di lui, non sapendo che ho sempre voglia di lui.
Mi sento morire perché c'è solo una spiegazione a tutto questo.
Quello stronzo mi ha avvelenato ed è lui, soltanto lui, il mio antidoto, la mia croce e la mia risurrezione, il mio demone e il mio Inferno.
Il mio angelo caduto.
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