Capitolo 7 - Non affondare nei ricordi

Sento un forte senso di nausea e il mal di testa aumentare, minuto dopo minuto.

Apro gli occhi e cerco di abituarmi alla luce del giorno.
Guardo fuori dalla finestra e inizio a ricollegare i fatti di ieri sera.

La nausea aumenta e, per evitare di sporcare il letto, corro verso il bagno.
Inizio a rimettere, e i ricordi iniziano a riaffiorare nella mia testa.

Oggi piove. Ancora. Piove da tre giorni. Gli stessi giorni che sono passati da quando sono a casa.
Sono state giornate tristi e prive di luce.
Mio padre è mia madre non tornano da una settimana. Mi hanno lasciata da sola con quell'uomo, Alex.
Quando siamo nella stessa stanza mi fissa. Ho paura di lui. Ha uno sguardo cattivo.
Sento la porta aprirsi.
<Hei piccola> È lui.
Entra nel salotto e si siede accanto a me nel divano.
<Ti sei annoiata senza di me, vero?> Mi fa l'occhiolino e cerca di toccarmi una coscia.
Mi alzo di scatto dal divano e mi allontano. Non voglio averlo vicino.
<Vieni qui. Dopo tutto il giorno vorrai un po' di coccole.> Si alza, mi prende per un gomito e mi butta sul divano.
Le lacrime mi salgono agli occhi, ma cerco di resistere.
<Lasciami! Per favore lasciami!> Fa finta di niente e inizia a toccarmi. Avvicina il suo viso al mio, ma il io mi giro di lato. Non demorde e inizia a leccarmi il collo.

<Cielo! Ehi, vieni qui> Leo si avvicina a me, ma appena sta per toccarmi mi allontano.

<Non voglio farti niente. Vieni qui> Si avvicina ancora di più. Si abbassa per prendermi, ma mi sposto.
Inizio a piangere. I ricordi continuano a susseguirsi nella mia testa.

<La dolce Celeste ha bisogno di coccole vero?> Sento le sue mani prendere la mia maglia per cercare di alzarla e le mie che cercano di fermarlo. È notte fonda e fino a pochi minuti fa stavo dormendo.
<Tu vuoi che io ti faccia tante coccole vero?> La sua voce mi da fastidio ed è quasi insopportabile. Gli faccio di no con la testa, ma continua con insistenza.
<So che lo vuoi. Sei la mia bambina.> La maglietta cade sul pavimento e non posso fare altro che piangere e implorarlo di smettere. Non voglio che mi tocchi, voglio solo allontanarlo.

<Cielo. Calmati, ti prego. È finita. È finito tutto> Sento le braccia di Leo avvolgermi. Non cerco più di spostarmi, ma inizio a singhiozzare. Mi prende in braccio e mi porta nella sua stanza.

<So che stai affondando nei ricordi, ma ti prego torna da me.> Mi da un bacio sulla fronte e continua a consolarmi.

La sua presenza è forte e calda, diversa da quella di lui.
I minuti passano e il cielo sembra piangere con me. Sembra quasi nevicare e il freddo mi fa venire i brividi.

Siamo agli inizi di Ottobre e il brutto tempo di si sta iniziando a far sentire.
Leo continua a starmi vicino anche se non ha più aperto bocca.

<Il cielo sembra farmi compagnia. Ha trattenuto tutta questa pioggia, queste lacrime per tutta l'estate. Si è trattenuto per fare passare a noi uomini dei mesi di luce, di allegria.>

In questo momento ho la testa così piena di pensieri che non so nemmeno se quello che ho detto aveva un senso.
Forse si perché la presa di Leo, sul mio fianco, si fa più forte. Si avvicina al mio orecchio. Sembra volermi dire qualcosa, ma poi ci ripensa e mi da solo un bacio sulla guancia.

<Alcune volte ci convinciamo che tutto possa andare per il verso giusto, che tutto può cambiare. Poi ci rendiamo conto che niente è come pensiamo noi e ci siamo solamente illusi.> Ho smesso di piangere e singhiozzare, ma la mia tristezza si è fatta più profonda, più intensa.

<Cielo. Dovresti sapere delle cose...> Il tono in cui parla mi fa preoccupare.

<Io...> Sospira e si tocca i capelli nervoso. <Noi già ci conoscevamo. Io ero tra i poliziotti quella volta.> Un senso tra la paura e il disprezzo si impadronisce di me.

<No. Tu stai scherzando. Dimmi che stai scherzando!!> Mi alzo di scatto dal letto e, dal nervosismo, inizio a camminare per tutta la stanza.
Non dovrei sentirmi così, ma sapere che mi ha nascosto una cosa così...

<Avevo 21 anni. Erano i primi mesi di servizio. Dovevano darmi delle missioni "leggere", ma per qualche errore mi misero in un gruppo di salvataggio.> Smetto di camminare e mi seggo sul bordo del letto, dandogli le spalle. <Tu eri- Eri così piccola, indifesa, nelle sue mani. Ti aveva fatto le peggiori cose e nessuno ne sapeva niente. Avevi solo 16 anni e nessuno poteva capire il dolore che avevi subito. Non dimenticherò mai il tuo sguardo quando hai visto la squadra entrare per venire a salvarti. È stato così difficile essere nella stessa situazione dopo 6 anni.> Mi giro per guardarlo. Non mi sarei mai aspettata una cosa del genere.

Mi ricordo ancora quel giorno. Per qualche motivo o per miracolo, mi avevano salvata dal quel mostro.
Ma nessuno sapeva che il vero inferno sarebbe proprio iniziato da lì.

<Perché non me l'hai detto? Volevi prendermi in giro perché non sono stata in grado di fermarlo? O forse perché in questi sei anni non ho fatto altro che vivere nell'inferno? Quello che hai visto tu non è niente in confronto a quello che è successo dopo!> Non so nemmeno io dove trovo le forze per poter gridare, ma lo faccio. Lui sospira e cerca di avvicinarsi a me.

<Sai che non potrei mai prenderti in giro. Sono successe troppe cose, alcune che non potrai mai sapere, ma ti posso assicurare che in questi anni non mi sono mai dimenticato di te.> Mi guarda. Occhi negli occhi. E le lacrime iniziano di nuovo a salvarmi le guance.

<Basta piangere Cielo. Mi sono ripromesso che non ti succederà più niente, che farò di tutto pur di farti quella serenità che non hai mai avuto.>

Si avvicina ancora di più e mi butto di nuovo fra le sue braccia.

Angolo Autrice:
È un capitolo tristissimo lo so, ma era fondamentale.
Spero vi sia piaciuto e abbiate capito qualcosa in più sul passato di Celeste.
Ci saranno ancora molte sorprese ;)
Se avete qualche dubbio o qualche consiglio da darmi non esitate a scrivermelo.
A presto ☆
D. ♡

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