Capitolo 14(parte1) - Paura
Mi sveglio di scatto. Sento dei rumori strani.
Mi alzo dal divano e controllo in casa. Vago fra le stanze, ma non trovo nulla. E Leo non c'è.. ..
Sbuffo pensando che mi sarò sbagliata.
Vado in cucina e controllo l'orario. Sono le 4:13 del mattino e di Leo nemmeno l'ombra.
Sono preoccupata. Mi sono addormentata come una stupida e lui è uscito.
Credo si sia infastidito per il mio comportamento...
L'ho praticamente trattato come un bambino senza volerlo.
Insomma lui è un uomo grande e vaccinato, non credo gli sia piaciuto essere trattato così.
Cerco di non pensarci e decido di prepararmi una bella tazza di thè caldo.
Metto l'acqua a bollire e prendo un po' di biscotti.
Mi sento un po' incuieta. La casa mi sembra estremamente vuota senza Leo...
Prendo l'acqua ormai calda e gli metto la bustina di thè.
All'improvviso mi viene un flash.
Leo che mi saluta in divisa prima di andarsene e io che mi addormento nuovamente.
Metto la tazza sul tavolo e vado alla ricerca disperata del mio cellurare.
Compongo il suo numero una decina di volte, senza avere nessuna risposta.
Cerco di chiamare il suo ufficio e un suo collega, ma niente da fare.
Faccio avanti e indietro per la cucina per un po', sentendo l'ansia crescere sempre di più.
Il telefono squilla. Lo prendo e rispondo subito.
<Celeste.> è Albert, il collega di Leo.
<Albert. Dov'è Leonardo!?> rispondo in modo frenetico.
<Celeste. Stai tranquilla. Leo è in ospedale. Ti verrò a prendere fra 5 minuti. Prepara due borse. In una metti i tuoi abiti e nell'altra quelli di Leo. Sbrigati.> Albert chiude la telefonata senza lasciarmi rispondere.
Vado di corsa a preparare i borsoni e dopo 10 minuti precisi Albert entra in casa con le chiavi di Leo.
Mi aiuta a prendere le ultime cose e ci avviamo verso l'ospedale.
Sono super nervosa e il fatto che Alfred lo sia, non mi tranquillizza per niente.
Non so quello che è successo, ma se mi hanno fatta uscire di casa con così poco preavviso qualcosa deve essere successo.
Leo mi ha sempre rassicurata sul fatto che quella casa fosse una fortezza.
Finalmente dopo 5 minuti arriviamo in ospedale e Alfred mi porta subito da Leo.
Entriamo e lo vedo.
È lì.
È steso su un ordinario lettino d'ospedale.
E in questo momento non posso fare altro che pensare a quanto vorrei esserci io lì, al suo posto.
Angolo auttice:
Ciaooo
Innanzitutto mi scuso per il capitolo corto, ma era essenziale. Spero vi sia piaciuto almeno un pochettino. 🙈🙈
Fatemi sapere cosa pensate di questa cacchina 💩💩
Spero di aggiornare fra pochi giorni (anche se mi tocca scrivere la notte) ❤
D. Xxx
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