Capitolo 10 - Shopping
<Vieni qui. Bambolina mia. Mi sei mancata così tanto...> sento le mani di Alex che cercano di togliermi la parte superiore del mio pigiama con gli orsetti.
Ho 13 anni. Sono più di 2 anni che non esco di casa e 5 che Alex fa parte della mia vita.
Fino a qualche momento fa stavo dormendo nel mio letto, con il piumone invernale che mi copre fino al naso. Sono molto freddolosa.
Le sue mani. Non le sentivo su di me da una settimana. Era partito per un viaggio di lavoro.
<Quelle stupide puttane non mi soddisfano come fai tu.> Lo sento sospirare per poi tirarmi con forza l'altra parte del mio pigiama.
Ormai ci sono cosi abituata, che non mi oppongo più.
La violenza con cui passa la notte rimane impressa nella mia mente.
<Tesoro. Tesoro svegliati.> sento una voce e delle mani che mi toccano.
Salto subito dal letto in un momento di paura. Guardo Leo accanto a me e mi tranquillizzo.
<Tesoro perché piangi?> la sua voce è dolce è solo dopo mi rendo conto di star piangendo veramente.
<Ho... l'ho sognato... lui... lui...> Mi abbraccia e mi culla per un po'.
<Tesoro lo sai che con me sei al sicuro. Non permetterò a nessuno di farti ancora del male.> continua a consolarmi per un po'.
Poi mi prende in braccio e mi porta in cucina. Non accenna il minimo sforzo. Mi fa sedere sul tavolo ed inizia a preparare la colazione.
<Mi dispiace di averti svegliato prima.> gli dico mentre chiude il frigo e mi si gira per guardarmi.
<Ero già sveglio, non ti preoccupare.> Mi sorride e inizia a scaldare il latte.
Penso alla serata di ieri sera. Mi sono addormentata in macchina come una scema. Abbiamo mangiato una pizza e bevuto qualche bicchiere di vino. Mi sono stancata tanto.
È stata davvero una bella serata. Abbiamo parlato tanto e sono stata a mio agio.
Penso a tutti i momenti che stiamo passando insieme e mi rendo conto che ormai è quasi un mese che vivo qui. È una situazione strana, e non posso fare altro che fidarmi di lui.
<Oggi è domenica. Ti va di andare a comprare qualcosa, visto che domani inizi il nuovo lavoro?> Appoggia due tazze sul tavolo e inizia a prendere i biscotti dalla credenza.
<Si, ma...> Mi fermo per guardarlo prendere i biscotti. Indossa solo una canotta e dei pantaloncini. I muscoli del suo braccio si tendono, lasciando a me una bellissima visuale.
<Non preoccuparti per i soldi. Sai che non sono un problema.> Ieri sera abbiamo parlato anche di questo. Ho cercato di fargli cambiare idea, ma è stato irremovibile.
<Sai come la penso.> Si avvicina a me. Posa i biscotti sul tavolo e mi guarda.
<Non importa. Ti ci abituerai.> Odioso. In questo momento gli farei volentieri una linguaccia, ma gli sembrerei più bambina di quanto lui sappia.
<Ok.> mi arrendo e scendo dal tavolo per sedermi sulla sedia.
Dopo pochi minuti mi viene un flash. Mi guardo. Indosso il mio pigiama, ma ieri sera mi sono addormentata in macchina. Mi blocco. Sento il sangue fluire più velocemente nelle mie vene.
<Ieri sera... Mi hai cambiato tu?> Mi guarda e sorride. Sento il senso di disagio scendere. Dopotutto è lui. Non mi farebbe mai del male.
<Si. Non potevo lasciarti con quel vestito addosso e non mi andava di svegliarti. Ti eri stancata tanto.> Riprendo il controllo e spero che non abbia guardato, o che almeno non abbia fatto caso a tutte le imperfezioni che nascondo sotto i vestiti.
Finiamo velocemente la colazione in silenzio e, a turno, ci facciamo la doccia.
Mi vesto con un semplice maglioncino, un jeans e le mie adorate scarpe da ginnastica. So che non sono molto alla moda, ma posso farci niente. Dopo pochi minuti esce dalla sua stanza. Indossa un pantalone nero e una camicia blu a mezze maniche. Penso ancora come possa non sentire freddo...
<Dove ti va di andare?> Prendiamo le ultime cose e usciamo di casa.
<Penso che potremmo andare in centro. I centri commerciali non li sopporto.> Annuisce. Lo sa, gliel'ho confessato ieri sera.
Il tragitto in macchina dura solo pochi minuti, in cui rimaniamo in silenzio. Adoro questi momenti di silenzio. Le parole rovinerebbero tutto.
Sono cresciuta in una costante di silenzio e solitudine e ho imparato ad apprezzarne il significato.
Arriviamo e Leo posteggia. La sua auto è difficile da non notare e attiriamo molti sguardi curiosi.
Leo mi prende per mano e ci avviciniamo ai negozi.
Passiamo una bella mattinata in giro per i negozi. Non avrei mai pensato che avesse buon gusto e invece mi ha praticamente scelto lui tutti gli abiti.
Mi ha anche comprato diversi tipi di scarpe. Non dice niente, ma so che ha notato che le mie sono vecchie e consumate.
<Sono contento di vederti felice. Non importa cosa vuoi, io farò di tutto perchè tu ce l'abbia.> Mi guarda con dolcezza e mi lascia un piccolo bacio sul naso.
Non siamo mai stati così vicini. I nostri visi sono ad un centimetro di distanza. Non so come ci siamo trovati in questa situazione, ma Dio, mi piace da morire.
Mi sorride, mi lascia un altro bacio, stavolta sulla guancia, e si allontana.
Se avessi avuto un po' più di coraggio, se non fossi stata Io, forse l'avrei baciato.
Scusate, Scusate, scusate.
Non ho scuse per tutta questa assenza e per il capitolo corto. Non volevo lasciaevo con il fiato sospeso. Scusate tanto.
Vi prometto che dal prossimo capitolo ci saranno delle GROSSE novità😉Aggiornerò presto 😙😙
Bacioniii
D. xxx
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