Capitolo 1 - Lato B sexy

Ho un carattere abbastanza complicato e introverso, per questo non vado d'accordo con molte persone.

Una di queste è il dottor Brooks, il mio dottore.

Ho sempre odiato i dottori. Sono una spina nel fianco. Soprattuto il mio.

<Dottor Brooks le ho detto di no e che sto bene> ripeto per la decima volta in cinque minuti.

<Sono io quello che dovrebbe essere arrabbiato signorina Rinaldi> sbuffo e mi sdraio nel piccolo lettino dell'ospedale.

Sono qui già da 24 ore e vorrei scappare. Ho sempre odiato gli ospedali. Sia per le numerose volte in cui ci sono stata, sia perché non mi piace essere tenuta sotto controllo.

<Signorina Celeste, deve mettersi in testa che deve essere tenuta sotto controllo e deve fare quello che le dico.> sbuffa anche lui e si appoggia alla sedia vicino ai piedi del letto. È un uomo di bell'aspetto, sulla quarantina d'anni. Mi segue da quando ero ancora una piccola adolescente di tredici anni con le treccine. L'ho sempre pregato di non darmi del lei, ma è più cocciuto di me.

<Basta che fra pochi giorni posso uscire di qui e tornare alla mia vita.> non che preferisco stare a contatto con i miei genitori, ma preferisco avere la possibilità di uscire e fare quello che voglio. Sono uno spirito libero e stare rinchiusa dentro quattro mura è una tortura per me.

<Farò il possibile per farle fare tutti gli esami il prima possibile.> detto questo esce e mi lascia sola dentro la stanza.

Finalmente sola prendo il mio album e continuo il disegno che avevo iniziato pochi giorni fa. È un carinissimo cagnolino grigio. Amo i cani, e spero un giorno di poterne avere uno.

<Sono contento di vederti sveglia> mi giro di scatto verso la porta, e per un momento credo di aver preso un abbaglio.

Lì, sulla porta, c'è l'uomo più sexy che io abbia mai visto. Alto, con i muscoli al punto giusto, biondo e degli occhi color nutella. Rimango bloccata a fissarlo, e rimango ancora più incantata quando il suo sorriso si allarga.

Entra dentro la stanza e chiude la porta, che non gli avevo sentito aprire. Sposta la sedia ai piedi del letto e l'avvicina di più a me, per poi sedersi.

<Scusa, ma non credo di conoscerti.> lo squadro ancora dalla testa ai piedi, quando si avvicina a me, per sbirciare il mio disegno, che prontamente nascondo.

<Non ti ricordi?> fa un sorriso un po' malinconico e si avvicina di più al mio viso.

Poi lo sento. Il SUO profumo. Spalanco gli occhi e mi allontano subito da lui.

<Chi sei? E cosa ci facevi in casa mia?> cerco di non diventare rossa dall'imbarazzo o scoppiare a piangere per le condizioni in cui ero.

<Tranquilla. Non voglio farti del male> Si è lui. Ho ancora la sensazione delle sue mani che mi tengono stretta, che mi portano al sicuro. <Mi chiamo Leonardo Ferrara. Sono l'ispettore del dipartimento di polizia di San Diego> mi sorride e non posso fare a meno di fissarlo. Ha un sorriso spettacolare.

Ma lui aveva visto, sapeva... Non volevo che qualcuno, chiunque esso fosse, vedesse quello che, da un po' di tempo a quella parte, era diventata la mia vita dentro le mura di casa.

<È da un po' di tempo che cercavamo delle prove per mettere tuo padre al fresco. Avevamo un piano, ma non è andata come previsto.> quello sguardo... No. Non volevo che mi rivolgesse quel suo sguardo compassionevole. Non volevo.

<Non guardarmi così. Ho smesso di essere una bambina che ha bisogno di compassione, molto tempo fa.> non volevo usare un tono così acido, ma non potevo farci niente.

All'inizio mi guardo stranito, poi come se mi stesse studiando, ed infine mi sorride.

Poi si alza, si avvicina per sussurrarmi all'orecchio.

<Ora sei al sicuro Cielo> mi da un bacio sulla frotne e si allontana. <Devo andare, al lavoro mi aspettano.> Rimette la sedia a posto e fa per andarsene. Apre la porta e mi guarda un'ultima volta.

I suoi occhi mi scrutano attentamente. Poi si volta ed esce chiudendosi la porta alle spalle.

Sto ferma a guardare la porta per un paio di minuti, pensando a quanto fosse sexy il suo lato B.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top