THE PLAGUE'S KINGDOM

Era una sera di pioggia nella periferia di Londra e per le strade non c'era nessuno.
Quasi nessuno.
Una ragazza camminava a passo svelto.
Si chiamava Claire e aveva quattordici anni.
Lei aveva i capelli castani e gli occhi del medesimo colore.
A scuola a volte la prendevano in giro perché era un po' sovrappeso.
Viveva con i suoi genitori in una casa modesta in periferia.
La sua vita era abbastanza tranquilla, escludendo le prese in giro da parte dei compagni, delle quali non si curava molto.
I suoi genitori le volevano molto bene, per loro lei non aveva segreti, diceva loro ogni cosa, anche se non aveva grandi cose da raccontare.
Lei non faceva niente che potesse dare un dispiacere ai suoi genitori.
Era la figlia perfetta, quella che ogni genitore avrebbe desiderato.
Stava tornando a casa, quando si fermò un attimo a guardare quella struttura decadente che in passato era stata una tortura per molte persone.
Con quel temporale sullo sfondo appariva molto più inquietante.
Ma dopo un po' di tempo che lo guardava, notò una cosa molto strana:
Una bambina magrissima stava raccogliendo i fiori nel prato davanti al manicomio.
Il suo vestito rosso e logoro ondeggiava al vento.
Claire si avvicinò alla ragazzina perché pensava che si fosse persa.
Ma non appena si fu avvicinata, quest'ultima si girò nella direzione di Claire e la guardò con i suoi occhi vitrei e inespressivi.
Essi trasmettevano un'apparente tristezza, ma in fondo, quanto è vero che gli occhi sono lo specchio dell'anima, la peste non era la sola malattia di quella singolare apparizione: l'ira indomabile regnava sovrana alla quale apparentemente si erano arrese tutte le emozioni, facendole spazio con un doveroso rispetto.
La bambina iniziò a correre nella direzione della porta ed entrò correndo nella struttura.
Claire rimase scioccata.

Perché quella bambina aveva una catena attaccata alla gamba?

La ragazza pensò che quella bambina avesse bisogno di aiuto e pensò di avvertire la polizia, ma il suo telefono, scarico, si era spento.

Allora, senza pensarci, aprì la porta cigolante della struttura ed entrò dentro anche lei.

Se fuori era inquietante, dentro il manicomio era davvero spettrale.
Le pareti ingrigite e macchiate qua e là di sangue mettevano i brividi.
C'erano barelle sporche e sedie a rotelle vuote sparse per il corridoio.
C'era poca luce.
Un caos irrefrenabile era ciò che crepitava sotto la sua statuaria immobilità.

A questa vista inquietante, a Claire venne da vomitare, ma ormai non poteva più uscire.
La porta era bloccata.

Il soffitto era pieno di buchi e spaccature.

Da una spaccatura un po' più grande, scesero sulla testa di Claire dei burattini.
Burattini molto antichi raffiguranti donne con bellissimi vestiti legati a delle cordicelle.

Hey girl, open the walls...play with your dolls...
we'll be a perfect
...Family...

Si avvicinò per vedere meglio.
Dalle cordicelle scendeva un liquido cremisi.
Quelle non erano cordicelle, bensì intrecci di vene e arterie legate agli arti dei burattini.

Claire spalancò gli occhi è indietreggiò fino ad avere la schiena pressata contro il muro.

When you walk alway,
Is when we really play...

Guardò il muro alle sue spalle.
Era pieno di ritratti di persone malate e dottori.
E sembrava che tutti guardassero nella sua direzione.

You don't hear me when i say
"Mom, please wake up! Dad's with a slut...and your son is smoking cannabis"

La ragazza iniziò a correre fino a che non si trovò davanti a una porta ricoperta di occhi disegnati con il sangue.

No one never listens, this wallpaper glistens...

Claire non esitó un attimo ad entrare.

Don't let them see what goes down in the kitchen...

Era una cucina, anch'essa terrificante.
Gli armadietti erano stati smantellati e sul tavolo c'erano degli attrezzi da cucina sporchi di sangue.

Places, places...
Get on your places.
Trow on your dresses and put on your doll faces...
Everyone thinks that we're perfect...

In un angolo c'era un frigorifero.
Sullo sportello c'era scritto "MATERIALE PER FARE LE BAMBOLE".

Please don't let them look through the curtains...

Lei lo aprì.
Era pieno di arti umani.
C'erano alcune braccia in putrefazione, gambe mangiucchiate e gabbie toraciche da assemblare.

Picture, picture...
smile for the picture...

Era così pieno che alcuni arti rotolarono fuori, a pochi centimetri da Claire.
Lei si voltò per scappare.

Pose with your brother,
Wan't you be a good sister?

Dietro di lei c'era uno scheletro, impiccato con un intestino annodato, che penzolava dal soffitto.

Everyone thinks that we're perfect...
Please don't let them look through the curtains...

C'era inciso qualcosa sulla sua fronte...

"BORING DOLL"

D.O.L.L.H.O.U.S.E
I see things... Nobody else sees.

La vista di Claire si offuscò, finché intorno a lei non divenne tutto nero.

D.O.L.L.H.O.U.S.E
I see things... Nobody else sees.

La ragazza si svegliò in una stanza, le cui pareti e il soffitto erano specchi.
Ogni specchio rifletteva la sua immagine deformata in modi diversi.

Hey girl, look at my mom, she's trying to going on...

Claire si riflesse in uno specchio che la faceva sembrare molto magra.
Rimase a guardarsi per un po' di tempo.

AH! You're blinded by her jewelry.

Poi, tutti gli specchi vennero offuscati tranne quello sul soffitto, il quale rifletteva un occhio iniettato di sangue che la osservava.
Esso si chiuse e tutto tornò ad essere buio.
Claire chiuse gli occhi.

When you turn your back, she pose out a flask
And forget his infedelity...

Quando riaprì gli occhi era al secondo piano della struttura.
C'erano molte porte, tutte uguali.
Sembrava un labirinto.

Uh Oh!
She's coming to the attic...
PLASTIC!

Claire sentì qualcosa che le afferrava una gamba, poi un'altra.
Erano due braccia giocattolo staccate dal loro corpo.

Go back to be in PLASTIC...

La ragazza cercò di staccarsele di dosso, ma le mani la stringevano sempre di più, cercando di trascinarla con loro.

No one never listens, this wallpaper glistens...

Claire gridò più forte che poteva e ad un certo punto, quelle braccia che la trattenevano le esplosero addosso.
Adesso la ragazza era macchiata di sangue dappertutto.
Poteva mettere in dubbio il fatto che quelle braccia fossero fatte di plastica...

One day they'll see what goes down in the kitchen...

Claire indietreggiò di qualche metro.
Una porta si era aperta.

Places, places.
Get on your places.
Throw on your dresses and put on your doll faces...

Da quella porta uscì un servizio da tè, era di porcellana, con rifiniture dipinte minuziosamente su di essa.

Claire iniziò a pensare di essere veramente partita di testa adesso che vedeva un servizio da tè che fluttuava nell'aria.

La piccola e delicata tazzina si posò da sola sulla mano della ragazza e la teiera di porcellana iniziò da sola a versare del liquido nella tazzina.

Everyone thinks that we're perfect,
La tazzina si riempì e il liquido iniziò a scorrere fuori.
Claire si accorse con sorpresa che la tazza non si staccava dalla sua mano.
Dalla teiera scese nella tazza qualcosa, ma non era un pezzo di pane.
Era un occhio.

Please don't let them look through the curtains.

Quello non era tè.
Era sangue.

Picture, picture
Smile for the picture.
Pose with you brother wan't you be a good sister?

Claire era impaurita e iniziò a sbattere ripetutamente la mano contro il muro, quando finalmente la tazzina si ruppe.

Everyone thinks that we're perfect,
Please don't let them look through the curtains...

La ragazza iniziò a correre per il corridoio.
Al suo passaggio le tende si spostavano, rivelando le lettere dipinte con il sangue sulle finestre.
Formavano la parola
D O L L H O U S E

D.O.L.L.H.O.U.S.E
I see things...nobody else sees.

D.O.L.L.H.O.U.S.E
I see things...nobody else sees.

Claire si fermò quando sentì il suono di un pianto.
Sembrava un bambino.
Il suono proveniva da una stanza nascosta, isolata da tutte le altre.
Sulla porta c'era un cartello malmesso.
C'era scritto:"Attenzione. Alta tensione".
La ragazza esitó un po' prima di entrare.
Poi aprì la porta.
La stanza era piccola, con una finestra grande.
Nel centro della stanza c'era un letto piccolo e sporco di sangue.
Le pareti erano interamente ricoperte di disegni di occhi e scritte fatte con il sangue.
L'oscurità teneva a bada l'esplosione dei colori.

In un angolo buio della stanza c'era la ragazzina che aveva visto correre nel manicomio.
Non si capiva se stesse ridendo, piangendo o entrambe le cose.
Claire provò ad attirare la sua attenzione.

"Hey girl!"

La ragazzina si alzò in piedi con molta fatica.
Non smetteva di fissare Claire riflessa nei suoi occhi di brace, velati dalle speranze distrutte di tutta una vita.
E quella sua rabbia faceva uso della superbia per restare in vita e alimentarsi.
La malattia era il suo stesso vizio, si serviva del suo corpo per sopravvivere.
Sembrava una bambola di porcellana.
La ragazza dai capelli castani sentì un forte dolore alla testa, così forte che si piegò in ginocchio dal dolore.
Una vocina le faceva eco in testa.
La stanza si riempì di tante Claire piegate in ginocchio.
La voce era straziante.

Hey girl...hey girl...hey girl...hey girl...hey girl...

La bambina-bambola allungò una mano e le teste delle copie di Claire esplosero ad una ad una.

La bambolina si avvicinò fino a che non riuscì a guardarla negli occhi e poi sussurrò:

Hey girl, open the walls...
Play with your dolls...

La bambina sorrise.

...We'll be a perfect family...

Il fantasma mosse entrambe le mani sporche.

Places, places.
Get on your places.
Throw on your dresses and put on your doll faces.

La faccia di Claire iniziò a spaccarsi, la pelle sembrava fatta di carta.
Tanti piccoli fogli che si strappavano lentamente.

Everyone thinks that we're perfect, please don't let them look through the curtains...

Gli occhi della ragazza si sciolsero, lentamente, come se fossero fatti di cera.
"Sei un mostro! La tua anima brucerà all'inferno!".
A quelle parole negli occhi della bambina si accese una fiammella di rabbia.
"Della mia anima non importa più nulla. È la tua che voglio..."

Picture, picture
Smile for the picture

Sulla faccia della vittima apparve un taglio che partiva da un lato della bocca e arrivava dall'altra, lasciando intravedere le mandibole e i denti.

Pose with your brother.
Wan't you Be a good sister?

La povera ragazza era completamente dipendente da quella dannata bambina, che anche se non poteva vedere più, sapeva che stava ridendo.
Sentiva la sua fastidiosa risata roca e isterica risuonare nella sua testa.

Everyone thinks that we're perfect...

Il fantasma mosse il dito indice come se stesse scrivendo qualcosa nell'aria.
Ma quello che scriveva in aria, si scolpiva sulla fronte di Claire.
"PERFECT"

Please don't let them look through the curtains...

La carnefice mosse le braccia.
Le braccia si staccarono lentamente dal corpo di Claire e lo stesso successe con le gambe.

D.O.L.L.H.O.U.S.E.
I see things...nobody else sees...

Le sue dita si staccarono ad una ad una.
La bambina rise, vedendo la sua vittima respirare debolmente e cercare di formulare una frase sensata.

D.O.L.L.H.O.U.S.E

"...FINE..."

Il fantasma fece un movimento deciso con le mani.
Si sentì un rumore assordante, poi uno scoppio.

I see things...nobody else sees...

E la stanza si tinse completamente di rosso.

La ragazzina guardava quello che era rimasto del corpo di Claire, immobile.

Il suo sguardo di vetro era rotto solamente da un velo di pazzia.

Fece il giro della sua dimora.

Era tutto terribilmente sporco di sangue e terra.

Il suo corpo era cosparso di piaghe segnate dal tempo e dalla malattia che l'affliggeva.

Malattia.

Lei era una piaga malata, una ferita antica, mai curata.

La sua macabra creatività era la cura che teneva lontano il veleno dello smarrimento.

Si sedette per terra, quasi per contemplare il silenzio spettrale, provocato dalla disperazione di mille voci.

Pensava che tutto questo sarebbe stato per sempre, così facile e silenzioso.
Non poteva prevedere che il rumore di un paio di stivali a lei ben noto, le facessero tornare in mente pensieri sorprendentemente feroci.

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