Di Mele Rosse 🍎...
I
James' Pov
Un allegro vociare riempiva le mura che cingevano la solenne Sala Grande di Hogwarts.
James Potter se ne stava pigramente seduto al tavolo dei Grifondoro, circondato da suoi migliori amici, immersi in una goliardica conversazione. Sirius si divertiva a punzecchiare Remus per via del suo aspetto scompigliato (era da poco passata la luna piena e il suo corpo ne portava ancora i segni, insieme alla visibile stanchezza); quest'ultimo tentava a sua volta di mostrarsi sordo alle frecciatine di Felpato, fingendo di non ascoltarlo. Di tanto in tanto, si udivano i timidi scoppi di risate di Peter, il quale non si perdeva neanche una delle battute taglienti pronunciate da Sirius.
James assisteva con divertito affetto alla scenetta (i battibecchi tra Remus e Sirius erano all'ordine del giorno e lui ormai ci era abituato), aspettando il momento più opportuno per intervenire con alcuni dei suoi sarcastici commenti. Nel frattempo, spiluccava distratto ciò che era rimasto della sua porzione di pasticcio di carne, mentre i suoi occhi vagolavano per la sala invasa da un potente brusio di voci e schiamazzi.
Quando si volse in direzione del tavolo occupato dai Serpeverde, il suo sguardo si bloccò di colpo, capitombolando sull'inequivocabile figura altera di Alya Merope Black.
La ragazza ascoltava - senza particolare interesse - i discorsi vacui delle sue compagne di Casa, molto probabilmente intente a spettegolare su altri studenti. Tra le mani, Alya teneva una grossa mela rossa, che si dilettava a sbocconcellare con gusto.
Dal lato opposto della Sala Grande, James si concesse alcuni istanti per contemplarla da lontano, accarezzando con lo sguardo i lunghi capelli corvini che le ricadevano lucenti su una spalla, i lineamenti algidi e fieri, la linea seducente delle labbra. Gli occhi color nocciola del Grifondoro indugiarono a lungo su quella bocca delicata solo in apparenza (James conosceva fin troppo bene l'indole pungente di Alya, pari soltanto a quella di Sirius), perdendosi nelle sue pieghe sottili e seducenti, foriere di baci carnali e languide promesse. Rapito, la osservò muoversi vorace sulla superficie lucida e scarlatta della mela, piluccarne pezzetti di polpa, per poi serrarsi come un tempio proibito mentre Alya assaporava il succo zuccherino del frutto.
In quel preciso momento, James provò l'improvviso e intenso desiderio di essere lui al posto di quella mela, vagheggiando la sordida idea di essere lui quello in possesso del diritto di profanarle il palato e riempirle la gola con il suo sapore.
James si sentì avvampare, mentre immaginava le labbra morbide della Serpeverde avvolgere un punto ben preciso del suo corpo, saggiandolo con la medesima solerzia con cui ora mordeva la sua mela rossa. Incapace di distogliere lo sguardo, il Grifondoro continuava ad ammirare Alya, la quale, fortunatamente, era del tutto ignara delle sue indicibili fantasie - o forse no.
Con un movimento che agli occhi di James parve un po' troppo lento e nitido per non essere calcolato (occhi che, in veste di Cercatore, nonché di Campione indiscusso di Quidditch, erano sapientemente allenati a scorgere nel cielo i bagliori appena percettibili del Boccino d'Oro), la Serpeverde deglutì e con una veloce, ma decisa contrazione della gola, inghiottì ciò che nella sua bocca era rimasto di quella matassa di succo e polpa. Lo sguardo di James si perse in quel gesto, così naturale e lascivo al tempo stesso, ottenebrandogli la mente con pensieri tutt'altro che innocenti. La sua segreta brama si intensificò in modo intollerabile quando vide la ragazza sollevare una mano e strisciare un dito sulle labbra, come per pulirsi dai resti di quello che ora, per James, era diventato il più peccaminoso dei frutti.
Fu allora che Alya lo guardò e James si sentì colto sul fatto, alla stregua di un ladro con le mani nel sacco. La fanciulla lo inchiodò con le sue iridi d'argento, scintillanti come stelle. Occhi impenetrabili, ma che parevano capaci di setacciargli l'animo - e i pensieri. Occhi che gli restarono impietosamente incollati addosso, persino mentre Alya, con falsa innocenza, si succhiò la falange superiore del dito, in modo da gustarsi l'ultimo barlume di sapore che la mela le aveva lasciato sulla pelle.
Come se Alya sapesse perfettamente quali lerce fantasie vorticassero in quel preciso istante nella testa di James Potter.
Come a voler confermare i dubbi del Grifondoro, Alya gli rivolse un rapido sorriso, gravido di malizia e di sfida, prima di distogliere lo sguardo e dedicarsi nuovamente ai discorsi vuoti e privi di sostanza delle compagne.
Così mi uccidi, pensò James, facendo appello a tutta la forza di volontà che possedeva per reprimere il viscerale impulso di balzare oltre il tavolo di Grifondoro, raggiungere Alya e farla sua - fare sua quella sua bocca peccaminosa.
Il ragazzo si limitò a sospirare, interpretando, però, quel lontano sorriso come un invito che mai avrebbe potuto - o voluto - rifiutare.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top