93. Epilogo

Come quando torni a casa e posi le chiavi all'ingresso e sorridi perché sai di essere al sicuro,per me sei questo.

Sette mesi dopo

La luce che si sprigiona sul mio viso non mi ha mai fatto sentire bella come ora, mentre sistemo le onde dei miei capelli ramati e completo con maestria il makeup.
Oggi è un giorno speciale, si sposa un amico e non posso mancare al suo matrimonio.
Indosso un abito lungo di un rosa antico molto tenue e con molta difficoltà sto tentando di chiudere la zip sulla schiena.
Nello specchio intercetto lo sguardo di Lorenzo, che meravigliosamente vestito in uni smoking, mi osserva divertito.

«Vieni a darmi una mano invece di startene lì impalato!»esclamo fingendomi infastidita.

«Ecco fatto.»dice Lorenzo aiutandomi con abilità.

«Certo che questa pancia inizia a rubare proprio la scena»
continua accarezzandomi con dolcezza il pancione «sei proprio sicura di voler andare a questo matrimonio? Non credi sarebbe meglio lasciar perdere viste le tue condizioni?»

Mi volto di scatto verso Lorenzo e lo guardo fisso negli occhi.
«Stefano deve sapere che non ho alcun risentimento nei suoi confronti»parlo seria«gli sono grata per avermi resa partecipe di questo giorno importante. Dopo quello che abbiamo passato glielo devo!»
Lorenzo alza le mani in segno di resa e dice «non fraintendermi tesoro, lo dicevo solo per te, per voi!»continua lasciandomi un bacio sulla guancia e uno sulla pancia.

La mia gravidanza è agli sgoccioli, tra qualche settimana sarò madre e non sto più nella pelle.
Il mio ginecologo mi ha raccomandato di starmene il più serenamente possibile e di immagazzinare tutta la forza possibile in previsione del parto e sto seguendo le sue istruzioni alla lettera. Ma oggi farò uno strappo alla regola, e parteciperò al matrimonio di Stefano e Isabel, senza strafare sia chiaro.
Nell'ultimo periodo, quello dove ancora era presente Duncan, io e Stefano non eravamo rimasti in buoni rapporti, nonostante lui abbia contribuito in modo decisivo per scoprire la verità.
Le bugie, le insicurezze e i vari tradimenti, mi avevano portato a dubitare anche di lui.
Psicologicamente parlando ero molto sensibile e suscettibile.
Quello che ho passato mi aveva regalato un altro trauma da aggiungere alla mia collezione e nonostante io ce l'abbia messa tutta per andare avanti, ammetto che non è stato per niente facile.
Intorno a me ho iniziato a farmi terra bruciata e se non fosse stato per Marco, Flora e poco dopo Lorenzo, sarei finita in un baratro di disperazione dal quale sarebbe stato impossibile uscire.
La notizia poi che Federico era stato arrestato, non mi aiutò come avevo pensato, perché avevo riposto in lui un minimo di giustizia, ma una volta incarcerato, non ha proferito alcuna parola sul padre di Nadia, che a dire il vero, ultimamente pare scomparso dalla circolazione.
I ricordi belli stanno tornando a galla oscurando quelli brutti.
Suonano al citofono e alzo gli occhi al cielo infastidita.
Siamo già in ritardo e non vorrei ricevere ospiti proprio ora.

«Vado io, tu finisci di prepararti! Sarà la posta!» esclama Lorenzo, dandomi un bacio sui capelli e improvvisamente mi pare di rivivere un dejavù.

«Tesoro, ti è arrivata una lettera dal carcere»esclama Lorenzo dopo aver recuperato la posta e subito penso a Federico.
Tengo tra le mani quella busta per corrispondenza e ne avverto il peso come se fosse un macigno di piombo.
«Vuoi che la legga io per te? »
domanda Lorenzo premuroso, mentre me ne sto per un po' stesa sul letto dopo l'ennesimo calo di pressione.
«Grazie, ma devo farlo io!»dico tirando fuori un foglio di quaderno.
"Cara Natalia,
Ti chiedo perdono per aver pensato di scrivere proprio a te dopo tutto il male che ho seminato nella tua vita.
Il fatto è che da quando sono chiuso in questa prigione, le mie vedute sono mutate in un senso di colpa abissale e seguendo le indicazioni del terapeuta che mi è stato assegnato, pare che un buon motivo per superare certi ostacoli sia proprio quello di fare un esame di coscienza e implorare perdono.
Adesso non sono quì a pretendere che tu mi dia la redenzione, sono stato pessimo fino all'ultimo, ma il provarci mi fa sentire almeno un po' migliore.
La mia gelosia, fame di potere e presunzione, mi ha distorto completamente la visione sul mondo, finendo con l'interpretare il male come bene e il bene come male.
Mi sentivo minacciato da te perché tu sei sempre stata vita e avevo l'impressione che tutto quel che toccassi tu, cominciasse a orbitare solo intorno a te.
Marissa ti voleva bene come una sorella e io ho sempre provato a dividervi.
Anche Stefano rimase stregato dalla tua essenza e mi sono visto solo quando anche il mio migliore amico stava iniziando a voltarmi le spalle.
Col senno di poi, non so fino a che punto è stato un bene il mio dividervi oppure un male.
Le vostre vite sembravano combaciare alla perfezione in un modo così eccessivo da risultare sbagliato.
Dopotutto se foste stati realmente innamorati, non sarei riuscito a mettere fine alla vostra storia nemmeno implorando l'intercessione del diavolo.
Quel che però vorrei ora è che almeno tra di voi regnasse una buona amicizia.
L'avervi ognuno nella vita dell'altro, farà bene a voi tanto quanto la mia coscienza.
La colpa di tutto è mia soltanto, sono stato il complice di un mostro e ora sono dove devo essere.
Quando Stefano è finito in quel centro tu c'eri, ti prego, continua a vegliare su di lui, non per me, ma per Marissa."
La lettera mi lascia senza parole e con l'amaro in bocca.
Una forte nausea prende a tormentarmi e devo correre in bagno a dare di stomaco prima che potessi imbrattare tutto.
«Tesoro, hai di nuovo le nausee?»interviene di corsa Lorenzo, tirandomi indietro i capelli e mettendo una mano sulla fronte per attutire i miei sforzi.
È inutile dire che mi sento peggio di prima e da quando so di non essere più da sola, ho evitato in tutti i modi di pensare al passato.
In cucina, il mio telefono prende a squillare e il cuore minaccia di uscirmi dal petto bruscamente.
«Ci penso io.»dice Lorenzo, mentre io me ne sto seduta sul pavimento tenendo a bada l'ennesimo conato.
Lorenzo mi mostra il display del telefono e il nome di Stefano mi raggela il sangue.
Mi affretto a rifiutare la chiamata e mi copro gli occhi desiderando di voler scomparire.
La paura sta tornando a galla, nonostante le parole di Federico possano considerarsi delle scuse, io temo che possa essere una trappola, un modo per farmi fare qualche passo falso.
La suoneria riprende a squillare insistentemente, Stefano non si arrende, ma nemmeno io.
«Ho paura.»dico guardando Lorenzo, preoccupato tanto quanto me.
«Ci sono io, non devi temere nulla.»dice stringendomi forte a lui e tra le sue braccia mi abbandono in un pianto straziante, dove ogni lacrima rappresenta un dolore diverso che stavo tentando di ignorare.
«Sfogati, ti farà bene, non preoccuparti di nulla.»mi rassicura Lorenzo accarezzandomi i capelli.
Passano i giorni, persino le settimane, e Stefano continua a torturarmi con chiamate e messaggi dove mi implora di rispondere.
La mia codardia non mi ha mai permesso di sentire la sua voce e nemmeno di bloccarlo e cambiare numero.
Come al solito, mi stavo abituando alla situazione e tentavo invano di ignorarla e proseguire per la mia strada.
«Forse sarà il caso che tu risponda.»dice Lorenzo mentre ceniamo sul terrazzo, godendo del panorama di una Roma serale.
Io per tutta risposta, disattivo la suoneria e continuo a mangiare il mio pasticcio di patate, come se nulla fosse.
«Hai iniziato a ignorare anche me?»domanda Lorenzo contrariato.
«Capisco che sei incinta, sei suscettibile e in palla con gli ormoni, ma se vuoi lasciarti questa storia alle spalle, devi affrontarla.»continua severo.
«Io non ho niente da dire a Stefano.»esclamo nervosa.
«È evidente che lui invece deve parlarti, altrimenti non sarebbe cosi assillante!»
«Non voglio sapere niente da lui. E poi insomma? Si può sapere da che parte stai? Dovrebbe anche darti fastidio la sua insistenza.»esclamo girando la frittata.
«Andiamo Natalia, sai bene quanto tengo a te, proprio per questo voglio aiutarti.»dice prendendo il mio telefono.
«Anche con me volevi tagliare corto e poi mi hai dato una possibilità e ora guardaci, come stiamo bene. Ascolta quel che ha da dire, poi potrai tirare le tue somme.»conclude saggiamente.
«E se pensasse che ora che Duncan è fuori dai giochi, potremmo avere una nuova possibilità? Mi sento a disagio a dirgli di farsi sempre da parte.» esclamo sincera.
«In quel caso dovrà passare sul mio cadavere!»esclama Lorenzo.
«Stiamo aspettando un bambino o una bambina, penso che in quel caso lui capisca da che non avrete alcun futuro.»continua rassicurandomi.
«È il momento.»mi incoraggia Lorenzo passandomi il telefono.
Sospiro rumorosamente e chiudendo gli occhi rispondo.
«Ciao Stefano!»esclamo.
«Natalia, credevo non mi avresti risposto mai»
«Ne avevo tutta l'intenzione a dire il vero, ma vista la tua insistenza...»
«Lo so, sono stato assillante, ma non potevo lasciare le cose in sospeso con te.»
Lorenzo si alza dal tavolo e inizia a sparecchiare, dandomi la possibilità di parlare senza sentirmi in difficoltà.
«Facciamo finta che non sia successo niente, ti va?»dico sperando di chiudere presto la conversazione.
Il sentire la sua voce mi ha riportata al tempo in cui eravamo fidanzati e a quanto male ci siamo fatti a vicenda.
Le nostre questioni irrisolte partono dalla fine della nostra relazione, lo devo ammettere a me stessa.
«Natalia io non voglio che tu esca dalla mia vita.»esclama Stefano dopo aver trovato il coraggio.
«Stefano io...»
«Mi ha scritto Federico.»
Interviene prima che potessi dire altro.
«Anche a me.»ammetto a mia volta.
«Lo immaginavo a dire il vero. Le sue parole mi hanno fatto riflettere. Noi ci siamo stati sempre l'uno per l'altra, indipendentemente dal sentimento che ci univa, non dovremmo buttare all'aria tutto ciò che abbiamo vissuto, perché è grazie a tutto ciò che siamo le persone di oggi.»
Rifletto sulle parole di Stefano e una forte malinconica mi destabilizza.
«Non dirmi che stai piangendo?»chiede Stefano non avendo risposte.
«No ma che dici? Però forse hai ragione.»ammetto.
«Che ne dici di parlarne di persona?»
«Non lo so Stefano, non so se mi sento pronta.»
«Per favore Natalia, ho anche una cosa importante da dirti e non voglio farlo al telefono.»
«Anche io veramente avrei un paio di novità.»
«Immagino che vivi a Roma, giusto? Hai molto successo con l'azienda, il tuo nome si sta facendo strada.»
«Già, è così»
«Che ne dici di vederci domani mattina per la colazione?»
Sospiro rassegnata.
«Va bene, ma decido io quale bar!»propongo.
«Mi sta bene, inviami i dettagli con un messaggio.»
«Va bene, allora a domani.»rispondo intenta a chiudere la telefonata.
«Natalia?»
«Mh?»
«Sono felice che tu mi abbia risposto!»ammette Stefano.
«Sì, avrei dovuto farlo prima! A domani! » dico tagliando corto, interrompendo la chiamata prima che lui potesse aggiungere altro.
La telefonata è stata più impegnativa di quel che pensassi sul lato emotivo, ma Lorenzo aveva ragione, ero troppo prevenuta.
La nottata diventa travagliata, mi giro e rigiro nel letto al pensiero che l'incontro con Stefano possa rivelarsi un disastro.
«Che ti prende? Perché non dormi?»domanda Lorenzo accendendo la luce.
«Temo l'incontro con Stefano!»ammetto preoccupata.
«E perché?credevo ti fossi tranquillizzata.»
«No, non è così. Mi sono lasciata convincere ma sto tremando all'idea che si possa rovinare questo equilibrio.»dico in ansia, preoccupata di rivivere qualche dramma come in passato.
Lorenzo mi tira a sé e mi stringe con fare protettivo.
«Se venissi con te?»chiede calmo.
«Verresti sul serio?»
«Certo, questo e altro per la mia donna.»dice sorridendo, gonfiando il petto come un macho, facendomi sorridere.
«Come tu ci sei per me, anche io ci sono per te sciocchina.»continua pizzicandomi il naso.
«Siamo o no, la coppia più bella di Roma?»chiede ancora facendomi sorridere.
«Grazie Lorenzo»dico abbracciandolo e a poco a poco mi calmo e mi addormento.
Al mattino, il sonno è terribile e ci impiego più del dovuto a rendermi presentabile.
«Dai tesoro sbrigati, altrimenti invece della colazione troveremo l'aperitivo!»esclama Lorenzo portandomi fretta.
«Sì ci sono,ci sono»dico raggiungendolo verso l'ingresso e insieme raggiungiamo il bar del quartiere.
Posso notare già da lontano la figura di Stefano, accompagnato da una donna mai vista prima.
«È accompagnato!»esclamo stupita.
«Anche tu lo sei.»precisa Lorenzo.
Il mio stesso stupore, si materializza sul viso di Stefano quando mi vede avvicinarmi con Lorenzo e i suoi occhi minacciano di strabuzzare quando si posano sulla mia pancia abbastanza evidente.
«Natalia»dice schioccandomi due baci sulle guance.
«Ciao Stefano»dico ricambiando il saluto «lui è Lorenzo, forse vi siete intravisti in qualche occasione »dico rimanendo vaga.
Stefano si irrigidisce appena, ma lo maschera bene e mi presenta la donna.
«Lei invece è Isabel, la mia fidanzata!»
Stringo la mano alla donna, che con i suoi occhi neri mi scruta e poi mi sorride, dopodiché si sistema i capelli in modo altezzoso.
L'imbarazzo cala immediato su di noi e a spezzarlo ci pensa proprio Isabel.
«Sarà un maschio o una femmina?»chiede sfacciata.
«Oh beh, non lo sappiamo!»rispondo a disagio.
«Abbiamo preferito non saperlo!»interviene Lorenzo.
«Dunque ha scritto anche a te»
dice Stefano rivolgendosi solo a me, mostrandosi indifferente alla gravidanza.
«Già!» esclamo.
Dalla tasca della sua giacca, tira fuori un pezzo di carta come quello che ho ricevuto io e me lo porge.
«Oh io non ho pensato a portarla a dire il vero»dico sentendomi stupida.
«Non importa, leggi tu
Il cuore mi martella come la prima volta che ho letto la corrispondenza dell'uomo che per puro capriccio, ha deciso di seminare terrore.
Ogni riga mi fa tremare il cuore e rivedo le stesse parole che ha scritto a me.
«Ha scritto le stesse cose anche a me!»ammetto ripiegando il foglio.
«Deve essere proprio solo per essersi abbassato a un tale passo indietro»dice Stefano.
«Magari si è pentito veramente»dico con leggerezza.
«Continui a vedere il buono in tutti eh?»interviene Stefano.
«Per me entrambi siete degli ingenui. Un lupo non smette di essere tale solo perché è stato catturato.»dice Isabel.
«Tu che pensi?»le domando guardandola dritto negli occhi e una certa astuzia pare dirla lunga su di lei.
«Questa è palesemente una richiesta di aiuto.»dice sorridendo soddisfatta di sé.
«Siete le uniche persone più vicine che potrebbero aiutarlo un minimo e di certo non avrebbe ottenuto nulla se non avesse fatto queste moine.»dice Isabel con saccenza.
Lo sguardo che ci rivolge appare soddisfatto, come se non vedesse l'ora di mostrarsi migliore e più intuitiva di tutti noi.
«Vedi Natalia, Isabel conosce tutta la situazione e credo che lei, essendo imparziale e soprattutto esterna alla questione, riesce a ragionare diversamente sull'accaduto.»continua Stefano guardando la sua ragazza con ammirazione.
«Infatti sono stata io a dirgli di mettersi in contatto con te a tutti i costi, altrimenti avrebbe avuto sempre un rimorso inutile!»continua.
Il mio pensiero mi suggerisce che questa donna sta marchiando il territorio, come se volesse chiudere con questa storia per permettere al suo amato di voltare pagina.
«E quindi che suggerisci?»dico dandole importanza.
Non mi piace molto come ragazza, ma per Stefano è perfetta.
Ha l'aria di essere ambiziosa, la presunzione non le manca e poi ha classe e charme, la mamma di Stefano sarà entusiasta di questa salto di qualità del figlio.
«Secondo me dovreste andare a trovarlo, punto primo, per fargli capire che non siete scemi e non vi impietosirà con quattro paroline ben piazzate, punto due potreste avere una piccola rivincita.»
«Io non ho intenzione di vendicare nulla, mi basta solo passare oltre.»dico con risentimento.
«A tal proposito vorremmo invitarvi al nostro matrimonio esclama fiera la donna, abbracciando il suo uomo con possesso.»
Stefano sembra un po' a disagio, ma io stempero subito l'imbarazzo congratulandomi.
«Ma che fantastica notizia, per noi è un onore ricevere il vostro invito!»esclamo in cerca di complicità da parte di Lorenzo.
«Infatti, concordo, una bella coppia come voi non dovrebbe aspettare così tanto per crearsi una famiglia.»interviene tempestivamente.
«Grazie, siamo molto felici!»
L'incontro con Stefano mi ha messa un po' di cattivo umore, mi sono sentita una sciocca a confronto di Isabel, e sapere che lei è a conoscenza di tutto mi rende ingiustamente risentita.
Il senso di colpa per averlo tradito mi da ancora qualche gatta da pelare, ma è normale che Stefano ne parli con chi ritiene importante.
Dopo essere andati via, ci siamo sentiti ancora nei giorni a seguire e alla fine abbiamo deciso di incontrare Federico e proprio Isabel, grazie ai suoi agganci, riesce a farci avere un permesso.
Lorenzo purtroppo ha dovuto aspettare fuori, e io e Stefano siamo giunti nella sala colloqui del carcere.
Il cuore mi batte a tremila, non riesco a fingere che vada tutto bene.
Il mio stato interessante mi ha rammollita, ho paura che possa succedermi nuovamente qualcosa di brutto.
Stefano prova a prendermi una mano, ma non glielo permetto, non voglio che sia lui a tranquillizzarmi.
Federico quando ci vede rimane stupito ma non troppo.
Isabel aveva ragione, ci ha scritti per ottenere qualcosa.
«Sapevo che sareste venuti!»
esclama sorridendo «tu Natalia sei così ingenua!»
«L'ingenuo sei tu, siamo quì non per mia volontà.»dico stizzita.
«Vedo che c'è anche un intruso, a quanto il lieto evento?»domanda riferendosi alla mia pancia.
«Non ti riguarda, taglia a corto e dicci che vuoi!»esclama Stefano con fare protettivo.
«Oh ho, ti sei trasformato in una perfetta mamma orso»dice canzonando il suo vecchio amico.
«Io me ne vado.»sbotto alzandomi in piedi.
«Aspetta Natalia, sai che lui è morto?»dice attirando la mia attenzione.
«Lui chi?»chiede Stefano.
«Avete capito benissimo.»dice senza aggiungere altro, come se avesse un segreto da mantenere.
«Non è vero, stai mentendo!»dice Stefano incredulo.
«No, Stefano, questa è la verità ma non è merito mio, solo che vogliono incastrarmi!»
«Una notizia del genere farebbe scalpore vista la sua fama nel mondo degli affari loschi, sarebbe certamente su tutti i giornali»rifletto titubante.
«Il corpo è scomparso, perché altrimenti si capirebbe dall'autopsia che io non sono colpevole, nonostante la mia volontà di vendicarmi.» risponde Federico nervoso.
«Rifletteteci, non si hanno sue notizie da un po'. Credi che con questa pancia ti avrebbe lasciata perdere?»continua facendomi tremare il cuore.
Non ho mai risposto a ciò che mi aveva detto Federico forse per paura che fosse uno dei tanti inganni o forse era vero quello che diceva Isabel, che la sua fosse una richiesta d'aiuto, ma questa volta non avrei messo a rischio la vita di questa creatura che ho in grembo e non avrei smosso mare e monti per aiutare qualcuno, ora devo proteggermi da tutto e tutti e Stefano era d'accordo con me. Infondo siamo stati quelli che hanno perso più di tutti, manipolati e ingannati sotto ai loro occhi mentre si divertivano a giocare con le nostre vite.
Con fatica devo ammettere che non siamo i soli ad aver sofferto,anche Duncan si era infilato in quel brutto girone del suo passato dove non è riuscito più a venire fuori.
Ma nella mia testa un'altra domanda che mi sono posta nei giorni a seguire, mi tortura la mente fino a logorarmi. Non so se credere a Federico per quanto riguarda la morte del vecchio, molti indizi mi fanno pensare che stia dicendo verità, ma se così fosse, perché Duncan non è tornato?
Le uniche risposte che sono riuscita a darmi grazie a Lorenzo, anzi forse l'unica fra tante, è che Duncan doveva essersi arreso e dinnanzi a questa realtà devo farmene solo una ragione e accettarla.
Lui in America ha Mary e James, quì invece ha solo quella parte del suo passato che voleva solo rinnegare dopo aver scoperto le sue origini.
Pensarci ancora oggi mi regala una buona dose di tristezza, ma adesso merito anche io di essere felice.

Guardo l'orologio, ormai l'orario limite per arrivare in tempo è stato superato.
Lorenzo è ancora impegnato in qualche conversazione e nel momento che sento dei toni alterati e un fracasso all'ingresso, vado a vedere cosa sta succedendo.
«Non credo sia stata una buona idea tornare in questo momento!Vattene subito prima che chiamo la polizia.»sento dire da Lorenzo con fare minaccioso, a mano a mano che mi avvicino con affanno all'ingresso.

«Che sta succedendo?»domando temendo il peggio, ma ciò che mi si presenta davanti agli occhi supera ogni aspettativa.
«Tu?»domando incredula, perdendo quasi l'equilibrio per lo shock.

«Tesoro sta tranquilla, ci penso io! Finisci di prepararti»esclama Lorenzo premuroso come al solito.
Duncan spalanca gli occhi non appena mi vede, le parole gli muoiono in gola lasciandolo a bocca aperta quando il suo sguardo si ferma sulla mia pancia enorme.

«Duncan?»dico ancora incredula, sentendo solo un brusio nelle mie orecchie, un rumore ovattato che mi confonde ancora di più.
Tra le mani regge un grosso mazzo di fiori, fatto di lavanda e girasole, come sempre.
Li stringe con stizza e li getta a terra con sdegno, distruggendoli senza alcuna pietà.

«Che ci fai quì? »domando con un filo di voce ancora incredula

«Che ci faccio?»dice rabbioso«bhe, è palese che sono venuto a perdere tempo, mi pare ovvio.»dice fissando con le sue iridi nere la mia pancia
«Sei una delusione Natalia, ero venuto qui per te per ricominciare da dove ci eravamo lasciati e tu guarda cosa hai fatto!mi fai schifo.»dice schietto.

«Prego?»rispondo invitandolo a ripetere, sperando di aver capito male.

«È inutile che ti offendi, dovresti farti schifo da sola per averti fatta ingravidare da questo.. questo..»dice sospendendo il discorso per trovare un aggettivo «..questo damerino!»

Il rancore, la rabbia, la sofferenza, montano in me con la furia di una mandria di purosangue impazziti, facendomi perdere le staffe, ancora una volta Duncan credeva di tenere il controllo su di me e fare ciò che gli pareva: andare via, lasciarmi qui da sola con un pazzo spietato scomparso nel nulla, tornare come se niente fosse e pretendere pure.

«Tu!»dico puntando l'indice contro di lui« con quale faccia tosta vieni ancora a bussare alla mia porta? A fare il bello e il cattivo tempo, rinnegando la merda che mi hai obbligato a ingoiare dopo che sei andato via!»dico spietata, togliendomi un peso immenso dal petto.

«Se tu mi avessi aspettato, ora staremmo insieme e quel figlio sarebbe mio! Cazzo Natalia!»dice senza ragionare strattonandosi i capelli.

«Aspettare? E dimmi, dove sei stato fino adesso? Ti prego dimmi che te ne sei andato in un monastero a fare ammenda, perché altrimenti meriti soltanto un pugno in faccia!»

«Sono stato dove era giusto stare, affinché tu stessi al sicuro!»
risponde come se fosse ovvio.

«E perché hai aspettato tutto questo tempo? Non hai avuto le palle nemmeno di chiedermi di seguirti, hai preferito lasciarmi qui sola!»

«Non potevo farlo e questo lo sai bene! Non potevo chiederti di seguirmi, insieme eravamo una minaccia l'uno per l'altra!»continua incazzato.

«Stronzate Duncan! Il vecchio è scomparsa da tempo e tu non ti sei degnato nemmeno di farmi una cazzo di telefonata! Che c'è? La tua americana del cazzo ti ha mollato e hai pensato di tornare a tormentarmi?»sbotto immaginandolo con un'altra donna.

«Se sono tornato solo ora e perché ho dovuto assicurarmi che fosse vero che lui fosse morto.»spiega.

«Quindi è vero che è morto?»chiedo con voce tremante bisognosa di sapere se il mio incubo può finalmente finire.

Nell'attesa di una sua risposta sento il mio cuore pompare a mille nel petto.
Il fiato viene meno mentre la rabbia sfuma facendosi spazio nel mio corpo già duramente messo alla prova dall'ultimo mese di gravidanza.
Un liquido caldo mi arriva alle gambe bagnandomi tutto l'abito e vedo Lorenzo guardarmi con gli occhi spalancati mentre Duncan continua a farfugliare qualche sua imprecazione.
Lorenzo inizia a camminare per la casa con l'andatura di una palla pazza, rimbalzando da una stanza all'altra senza concludere nulla.
Duncan continua a inscenare un monologo, travestendo me da lupo cattivo e lui da docile agnellino.

«Lorenzo, calmati!»dico ricordandogli di respirare come è stato accennato al corso preparto. Accidenti! Forse avrei dovuto frequentare tutte le lezioni.

«Lorenzo ho bisogno di prendere la mia borsa e magari di cambiarmi!»dico sofferente, mentre l'inizio di una nuova contrazione mi immobilizza con le lacrime agli occhi.

«Cazzo Duncan fa qualcosa! Sei un fottuto infermiere o no?»dice Lorenzo chiedendo il suo aiuto.
Duncan posa i suoi occhi su di me e dopo aver sospirato rassegnato, si avvicina tenendomi una mano,seguendo il ritmo del mio cuore ascoltando i battiti dal polso.

«Non sei tenuto a fare niente per me!»dico stringendo i denti, mostrandomi orgogliosa.

«Natalia tesoro, ma pure tu però.. che cazzo, pure ora devi fare la difficile?»esclama Lorenzo quasi sul punto di svenire.

«È questo il padre che hai scelto per tuo figlio, un rammollito!»esclama Duncan posando una mano sul mio ventre contratto.

«Io non ho scelto un bel niente e puoi uscire da quella porta così come sei uscito dalla mia vita!»sentenzio velenosa.

«No! Cioè sì! Sì! Puoi uscire da quella porta per portarci in ospedale!»interviene Lorenzo bianco come un lenzuolo.

«Molla questo idiota e mi prenderò io cura di voi!»dice Duncan guardandomi negli occhi.

«Sta zitto Duncan ti prego!»urlo dalla rabbia e dal dolore; se non fossi così irascibile in questo momento forse ora le sue parole avrebbero fatto breccia nel mio cuore facendomi dimenticare ancora una volta tutto il male che ci siamo fatti.
Duncan senza alcuno sforzo, mi carica tra le sue braccia e con cautela mi porta al pian terreno.

«Sappi che lo sto facendo solo per questa creatura, bisogna evitare che tu perda tutto il liquido!»spiega con fare professionale, mentre Lorenzo ci segue con tutto il necessario.
Tralasciando il traffico, raggiungiamo l'ospedale in pochissimo tempo grazie alla guida spericolata di Duncan.
Nel frattempo Lorenzo ha avvisato il mio dottore del nostro arrivo e subito delle ostetriche mi raggiungono con una sedia a rotelle.

«Solo il padre può entrare!»
esclama un'infermiera frettolosamente.
«Chi è dei due?»domanda guardando i miei accompagnatori.
Duncan non proferisce parola, ma se potesse darebbe di matto anche ora.
Lorenzo mi indica con lo sguardo di dire la verità ma io non ci riesco.

«Vedi di fare l'uomo almeno in sala parto!»dice Duncan guardando Lorenzo con disprezzo.

«Diglielo Natalia!»bisbiglia Lorenzo «altrimenti lo farò io!»aggiunge avvisandomi.

«Signori non siamo al bar, datevi una mossa!»interviene l'ostetrica.
Lorenzo mi guarda e le sue intenzioni sono chiare.

«Certo che la matematica non è il tuo forte!»esclama verso Duncan, tirandolo per un braccio.

«Sei talmente offuscato dalla rabbia che non hai minimamente messo in dubbio quello che hai visto!»continua confondendolo ancora di più.

«Vai, quel posto in sala parto è tuo! Vedi di non svenire!»dice ancora Lorenzo, spiattellando tutto.

Duncan sgrana gli occhi nel momento che capisce la realtà dei fatti e si avvicina con fare tenebroso.
«È vero?»domanda con finta calma e io per tutta risposta abbasso gli occhi a terra.
Duncan esasperato trattiene uno scatto d'ira e ritrovando un minimo di controllo dice «che cazzo Natalia? Ancora mi hai tenuto nascosto una cosa del genere?» domanda sconvolto.

«Non eri degno di saperlo, ancora una volta!»dico con le lacrime agli occhi, gettando la testa all'indietro scossa da una nuova contrazione.

«Farò in modo di esserlo ora che sono qui!»risponde serio, dando la sua giacca a Lorenzo e svoltando le maniche della maglia spinge la sedia a rotelle verso il reparto.
I medici mi visitano e mi costringono a letto in attesa che parta il travaglio attivo, anche se mi sento di morire di già adesso.

«Ora guardami!»dice mentre le contrazioni si fanno sempre più presenti e forti.
«Tu farai nascere questo bambino!»ordina Duncan determinato.

«Duncan io avrei trovato il modo di dirtelo ma non potevo mettere a rischio ancora una volta il frutto del nostro amore, questa volta l'avrei protetto da tutto e tutti.»ammetto sentendomi in colpa.

Lui mi stringe la mano mentre con l'altra mi accarezza una guancia.

«Lo so..»sussurra comprensivo.

«Davvero?»chiedo incredula, sapendo la sceneggiata dell'ultima volta e quella di poco fa.

«Io ti amo Natalia e so che mi ami anche tu e questo bambino sarà il sigillo del nostro amore, ora spingi io sono qui per te»dice incoraggiandomi.

Le parole di Duncan stimolano qualcosa in me dandomi la carica e la forza per affrontare tutto il dolore che pervade sul mio corpo, l'ostetrica mi aiuta e mi incoraggia a spingere sempre di più mentre Duncan non mi lascia mai la mano e i suoi occhi non smettono di guardarmi con premura.
Lui ha sempre creduto in me, mi ha spinta a cambiare vita ad essere me stessa.
Mi ha convinta a essere una Natalia migliore portandomi prima all'inferno e poi facendomi riemergere dalle acque, mi ha portata a scalare la vetta del paradiso fino ad arrivare a toccare la luna.
Chiudo gli occhi e li riapro subito, guardandolo ancora una volta e capisco finalmente che non è un sogno ma una splendida realtà.

«Un ultimo sforzo la prego»dice l'ostetrica.

Il dolore che sto provando pare voglia spezzarmi in due, ma vedere Duncan così fiero di me mi rende più forte.
Il nostro primo figlio è volato in cielo senza che nemmeno sapessi della sua esistenza, adesso devo mettercela tutta per conoscere il vero senso della vita.
«Forza, una spinta lunga lunga e conosceremo questa creatura»
dice l'ostetrica affiancata da altri medici.

Sento che potrei svenire da un momento all'altro, ma stringendo entrambe le mani di Duncan, che sta alle mie spalle sorreggendomi, incamero il mio respiro e mi sforzo con tutta me stessa affinché si compia il miracolo.
Stringo gli occhi pregando che questo dolore finisca quanto prima e finalmente un pianto spezza il tempo che pareva essersi fermato e un nuovo sentimento si fa largo nel mio cuore quando sento un corpicino posarsi sul mio petto.
La mia gioia è indescrivibile, piango e rido senza riuscire a dire nulla.
Duncan mi bacia sulla fronte, anche lui esterrefatto come me.
I suoi occhi sono colmi di commozione e posso avvertire il battito accelerato del suo cuore mentre stringe quella manina piccola e dolce.

«Congratulazioni! È una bambina!»ci annuncia l'ostetrica «che nome avete deciso?» domanda annotando l'ora della nascita e altri dati.
Durante tutta la gravidanza, ho pensato più volte al nome giusto da dare a un maschietto e una femminuccia, ma non ho mai trovato nulla che mi permettesse di prendere una decisione.
Duncan guarda impacciato sia me che l'ostetrica, dopotutto non sapeva nemmeno che sarebbe diventato padre.
Guardo la mia bambina che serenamente si è addormentata stringendo un dito a suo padre e tutto mi è chiaro.
«Margaret!»esclamo convinta, perché quel nome sembra esistere solo per lei in questo istante.
«Natalia io..»dice Duncan commosso «non voglio che tu ti senta in obbligo»spiega ancora.

Gli sorrido e scuoto la testa per allontanare tutti i suoi pensieri, io so quel che faccio.
Guardo ancora mia figlia e sussurro «benvenuta al mondo Margaret!»

La stanchezza prende presto il sopravvento e approfitto per riposare mentre i medici fanno tutti i controlli di routine alla piccola Margaret.
Quando mi risveglio, vedo Duncan seduto sulla poltrona della camera che tiene la bambina tra le braccia.

«Da quanto tempo stavo dormendo?»sussurro, alzandomi a sedere con cautela.

«Circa mezz'ora, ma tranquilla hanno riportato da poco la bambina!»spiega alzandosi e portando nostra figlia da me.

Non immaginavo di poter dare vita a tale perfezione e il senso di protezione che provo per questa creatura mi mette subito sull'attenti.

«Qualcosa non va?»domanda Duncan notando le mie perplessità.

«Ho paura! Il pensiero che qualcuno possa prendere di mira nostra figlia per farla pagare a noi mi terrorizza!»

«Devi stare tranquilla, non vi accadrà nulla!»risponde serio.

«Come fai a esserne così sicuro?»

«Lo so per certo, perché non lo permetterò!»dice convinto che basti solo la sua volontà.

«Duncan sai bene a cosa mi riferisco!»

«Quel mostro è morto e non voglio che nostra figlia cresca nell'ombra di quella presenza oscura. Siamo al sicuro!» continua parlando poco chiaro.

«Duncan non dirmi che sei responsabile della sua scomparsa?»

«Che cosa? No! Ma che vai a pensare?»si esprime inorridito.

«Allora parla chiaro!»

«Senti, non so che fine abbia fatto, ma so che è morto e posso fidarmi della mia fonte!»dice stizzito «adesso basta, mi sono perso quasi nove mesi dell'esistenza di mia figlia, non voglio rovinare anche la sua venuta al mondo!»dice in tono serio nella speranza che io chiuda il discorso.

«Mi sarebbe piaciuto essere con te quando hai scoperto di essere incinta!»ammette con rammarico.
«Non mi capacito del perché Flora non abbia usato questa notizia per mettersi in contatto con me»continua ragionando.

«Le ho mentito»ammetto colpevole «anche se non so fino a quanto si sia bevuta la storia di questa gravidanza avuta con Lorenzo»continuo «ha preferito non approfondire e stare dalla mia parte!»
Anche se è stato davvero difficile nascondere il nostro piano a Flora.
Lorenzo quando è tornato a bussare alla mia porta non aveva un interesse sentimentale nei miei confronti.
Mi ha proposto un'occasione non solo per me, ma per entrambi.
Lui fuggiva dalla sua vera natura è si era rifugiato nella nostra relazione per scappare da quella realtà che ha cercato di opprimere con scarsi risultati, non ne ero offesa perché lui in quel momento ci stava provando si stava sforzando ma almeno con me è stato sincero.
Lorenzo è gay e ha una relazione con uno studente del suo corso.
Ha studiato e sudato tanto per avere quella cattedra e quando si è presentato da me confessandomi tutto ametto di essere rimasta un tantino scioccata da quella rivelazione ma sarei felice che lui vivesse tutto alla luce del giorno.
Il problema però, oltre alla sua posizione, lo è anche la sua famiglia.
Loro non sanno della gravidanza, lui non si è sentito di mentirgli su tutto questo, era una menzogna troppo grande da sostenere, ma abbiamo inscenato una falsa relazione, intraprendendo una convivenza come amici, lasciando intendere al resto del mondo che fossimo una coppia.
A Lorenzo però, ho dato un ultimatum per confessare tutto alla sua famiglia, gli ho proposto i nove mesi di gravidanza per pensare alle parole giuste da dire e ora il tempo è scaduto. Merita di essere felice e non discriminato.
Ho accettato quella farsa, per far credere a tutti quelli che mi vogliono bene, che davvero questo bambino fosse suo per proteggermi dal padre di Duncan ed è stato difficile mentire ai miei genitori e perfino a Flora che continuava a ripetermi che Lorenzo di sera fosse sempre in giro con un ragazzo.
Ho dovuto mentirle per il bene di questa creatura e per il bene di Lorenzo, dopotutto accettando di stare con me anche la sua vita era in pericolo.
Quell'uomo sarebbe stato capace di tutto, e ora che potrei gioire per la sua morte non ci riesco, faccio fatica a credere che la sua esistenza sia davvero finita.

«Capisco! La situazione era delicata in effetti, ma non per questo riesco a trovare una spiegazione alla tua relazione con quel coglione lì fuori!»dice riferendosi a Lorenzo.

«Smettila, è stato gentile con te!»dico prendendo le sue difese.
Se Duncan sapesse tutto gli sarebbe grato, ma per ora preferisco non dirgli nulla.

«Si come no! Continui però a non rispondere!»continua Duncan.

«Non posso dirti nulla, sarà Lorenzo a parlartene semmai vorrà!»dico mantenendo il suo segreto.

«Non mi importa a dire il vero»
dice spiazzandomi «mi interessa solo che d'ora in poi al tuo fianco ci sia solo io!» ammette Duncan facendomi palpitare.
La sua aveva tutte le sembianze di una promessa duratura nel tempo, una prospettiva verso il nostro "vissero felici e contenti".

3 anni dopo...
Il mio cuore sembra essere finito sulle auto scontro e continua a battere con forza contro il mio petto.
La pelle mi si ricopre di brividi mentre sento la marcia nuziale risuonare per tutta la chiesa.
Margaret precede ogni mio passo con calma, sorridendo e salutando i volti a lei familiari, finché a pochi passi dall'altare, non inizia a correre per saltare poi in braccio a suo padre.
La figlia di Flora invece continua a percorrere la navata come una perfetta damigella, mentre stringo il braccio di mio padre che mi conduce verso il mio quasi marito.
La chiesa è adornata di fiori di lavanda e girasole, ormai divenuti simbolo della nostra unione oserei dire.
Tutto sembra essere perfetto, le persone a me più care sono quì solo per vederci coronare il nostro sogno d'amore.
Persino mio fratello è tornato in Italia per l'occasione e anche Marco ha momentaneamente messo da parte i suoi viaggi per non perdersi questo evento.
Dopo tante peripezie, stento a crederci che finalmente questo giorno sia arrivato anche per noi.
Intercetto discretamente lo sguardo del mio futuro marito e capisco bene che sta pensando la mia stessa cosa.
Il nostro amore ci ha messi alla prova più volte e finalmente possiamo ottenere la nostra agoniata tregua.
Il mio abito bianco e lungo riflette il bagliore della chiesa, che va a creare dei luccichii a contatto con i punti luce.
Il mio strascico lungo ondeggia a ogni mio passo, il velo calato sul mio volto nasconde la mia commozione.
Duncan da un bacio a nostra figlia e si schiarisce la voce per trattenere delle lacrime.
Mio padre che mi sta consegnando a lui, mi abbraccia e mi bacia e sussurra al mio orecchio «se dovesse fare qualche passo falso, le mie braccia saranno sempre pronte ad accoglierti»dopodiché stringe la mano a Duncan e gli dice «se dovessi farle del male, le mie mani saranno sempre pronte a prenderti a pugni.»
Duncan ride credendo che mio padre stesse scherzando, ma quando capisce che è serio, imita un saluto militare e stringe il suocero in un abbraccio impacciato.
La cerimonia scorre tranquilla, anche se devo ammettere che sento come se qualcuno stesse continuando a tenermi d'occhio.
Lorenzo, che è il mio testimone, nota subito le mie perplessità e teme che io possa scappare dalla chiesa da un momento all'altro.
Mentre la figura dietro alle spalle di Duncan mi fa prendere un colpo. Dietro di lui c'è il padre di Marissa e appena incrocia il mio sguardo mi guarda con commozione.
Duncan non mi aveva parlato di questa sua scelta, pensavo che al suo fianco ci sarebbe stato Luca che invece è seduto alla sua destra con sua moglie.
Ammetto di essere sorpresa, ma anche felice per questa sua scelta, dopotutto oggi meritiamo tutti una tregua dal dolore vissuto, senza distinzioni.
Flora invece, mi rassicura con un occhiolino e sua figlia insieme a Margaret, ci porgono le fedi.

«Adesso non ti libererai più di me!»esclama Duncan mentre infilo l'anello al suo anulare.
«Ormai è fatta!»continua mentre è lui a mettermi la fede.

«L'uomo non osi separare, ciò che Dio ha unito!»esclama il prete dichiarandoci marito e moglie e la platea ci accoglie con un applauso in coro.

«Dobbiamo baciarci»dice stringendomi con una mano sul fianco, mentre dall'altra regge Margaret che si avvicina a noi stringendoci.

«Promettimi che saremo sempre felici e uniti come in questo giorno»dico commossa guardando mio marito e mia figlia.

«Always...» esclama Duncan con il suo perfetto accento americano, e con un bacio dal sapore più dolce che mai, posso finalmente dire che l'amore è il sentimento più bello che c'è.


The end
Posso finalmente urlare la parola fine dopo 4 lunghi anni dalla pubblicazione del primo capitolo, prometto che stasera stapperò una bottiglia di 🍾 .
Grazie di vero cuore a tutte le persone che mi seguono da ormai tanto tempo è hanno atteso questo capitolo da molto,grazie per esserci ancora dopo tutti questi anni.
Ed un ringraziamento in particolare va ad una persona che mi ha spronata a continuare questa storia nonostante le mie tristi disavventure di questi anni ma la vita si sa prima ti toglie e poi trova un modo per ripagarti e restituirti ciò che era destinato a te.
Vorrei dire tante cose ma davvero non saprei da dove iniziare ma guardando la mia vita in questi ultimi anni mi sono legata ancora di più hai miei personaggi.
Ammetto di essermi sentita un po' Natalia e alle sue mille disavventure, e ahimè un po' Duncan per le sue tragedie,ma proprio come loro due non ho mai mollato.
Con le lacrime agli occhi faccio davvero fatica a lasciare i miei tanto amati e tormentati personaggi ma spesso quando si chiude una porta si apre un portone... sarà veramente la fine?.
Un bacio a tutte voi 🍾🥲

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