91.Fine parte 1
Ho raccontato ridendo quello che ho vissuto piangendo
Natalia
La mia vita è sempre stata caratterizzata da nuovi inizi e il bello poi è che gli eventi non arrivano mai scaglionati in un tempo fattibile da darmi la possibilità di organizzarmi, no, sarebbe troppo semplice.
Il tutto avviene in concomitanza, facendomi affannare malamente per non finire al tappeto prima di raggiungere il traguardo.
L'odore di pulito e di mobili nuovi, immacolati e vuoti, mi elettrizza al punto giusto.
Il panorama che si erige sotto i miei occhi è spettacolare, mentre me ne sto mel mio nuovo ufficio che affaccia nella zona Eur di Roma.
Il mio futuro sembrava essersi perso, quando circa un mese fa, Duncan ha mantenuto per la prima volta una sua promessa, non a me ovviamente.
Il suo addio è stato effettivo e non so se mi ha fatto più male essermi concessa a lui dopo che mi ha umiliata in quell'ospedale, mentre cercavo di dargli conforto, oppure non riesco a digerire questo abbandono, perché dopotutto ho sempre saputo che sarebbe andato via e quindi sono più in collera con me stessa per aver sperato in un finale diverso.
La Natalia di un mese fa però, non avrebbe retto e sarebbe scappata via, trascinando il dolore nelle valigie senza mai dimenticare.
Quella notte ho deciso di rinascere, perché ho capito di meritare solo il meglio.
La nuova azienda di Marco ora è nelle mie mani, ho il completo controllo di questa filiale e sono determinata a non tradire la sua fiducia.
L'unica cosa che continua a farmi tremare il cuore è il passato che pare voglia emergere costantemente.
Mi siedo alla mia scrivania e accedo alla mia casella di posta elettronica.
La notifica di un'email da parte del laboratorio di analisi mi lascia tentennare sul voler sapere gli esiti degli esami del sangue.
Inspiro ed espiro, preparandomi come se dovessi affrontare il mio nemico sul ring.
Il tempismo però non è stato mai dalla mia parte e proprio mentre sto per aprire l'email, qualcuno bussa alla mia porta ed entra senza nemmeno darmi la possibilità di dargli il permesso.
Il padre di Nadia entra spavaldo come sempre, con il suo volto invecchiato ma sempre presuntuoso e sfacciato.
Sapevo che prima o poi sarebbe arrivato questo momento e più volte ho ripetuto mentalmente una serie di parole poco carine che avrei voluto rifilargli, ma ora che siamo faccia a faccia, la mente mi vacilla e riesco a malapena a sostenere il suo sguardo.
«Direttrice Natalia Preziosi...»dice leggendo la targa di ottone posizionata sul ripiano della scrivania, senza nascondere il disprezzo nella sua voce.
«A quanto pare ne ha fatta di strada, non credevo che l'avrei rivista quì» dice sedendosi sulla poltrona.
«Potrei dire lo stesso di lei..»rispondo sfacciata, pensando che il suo posto sarebbe dietro le sbarre.
«L'America non le pare abbastanza accogliente?»dice punzecchiando un nervo scoperto.
«L'Italia è il posto a cui appartengo, non ho bisogno di nascondermi»dico ricordandomi di respirare «dopotutto non sono io ad avere guai con la legge!»
Il padre di Nadia si innervosisce, lo noto da come serra la mascella e stringe le mani in un pugno di rabbia.
«Alla fine cosa ha guadagnato da questa storia?»domanda provocandomi e non riesco a rispondere a questa domanda.
Pensandoci non ci ho guadagnato un bel niente se non dolore e delusioni.
«Il tuo amato ha avuto la verità grazie a te e poi ti ha abbandonata, proprio come si fa con le puttane, solo che lui non ha pensato nemmeno di pagarti il conto!»dice con un sorrisetto meschino.
«Lo sa che se solo volesse, questa puttana potrebbe rovinare definitivamente la sua reputazione!»esclamo alzandomi di scatto, battendo le mani sulla scrivania, alzando la voce.
«Ed è proprio quì che volevo andare a parare cara Natalia»dice il vecchio alzandosi a sua volta, invadendo il mio spazio personale, obbligandomi a tornare seduta.
«Se io avessi voluto, avrei potuto sbarazzarmi di te molto tempo fa» dice puntandomi un dito contro.
«Lo so e perché non l'ha fatto?» domando insicura di voler sapere una risposta.
«Perché preferisco vederti soffrire, come io sto soffrendo per aver perso mia figlia. Voglio che provi lo stesso dolore ogni volta che ti guardi allo specchio e vedrai l'immagine di quel bastardo sbiadire nei tuoi ricordi, mentre lui va avanti con la sua vita, lontano da te!»
Il mio cuore va in frantumi, e ogni briciola di quel che resta si polverizza completamente, ma non lo do a vedere.
In tutti questi anni ho imparato a nascondere tutti i miei sentimenti con maestria e non darò mai la soddisfazione a questa bestia di vedermi in suo potere.
«Come già ho detto, ho preferito stare in Italia. Non ho bisogno di un compagno!»dico sfoggiando un sorriso sfacciato.
Il vecchio ride rumorosamente e mi applaude.
«Questo è quel lato di te che ho sempre odiato, sin da quando ti vedevo gironzolare intorno a mia nipote Marissa»dice accigliandosi.
«Ti ho sottovalutata, tu sei stata la mia rovina e quella dei miei figli!»dice accasciandosi per un momento portando una mano al petto come se provasse dolore.
Fa una pausa breve e prende nuovamente fiato per continuare.
«Avevi sempre il sorriso sulle labbra, quella voglia di vivere talmente contagiosa che annientava il mio controllo sulla mia famiglia!»ammette spiazzandomi.
«Se Federico non fosse stato un completo disastro, forse a quest'ora staresti piangendo solo tu!»dice facendomi rabbrividire per tutto l'odio che prova per me.
«Se avesse cercato di manipolare tutti, non saremmo ridotti in questo stato e magari anche Marissa sarebbe ancora viva!»dico severa, tirando fuori un dolore che stavo tentando di reprime da troppo tempo, per non morire dentro al pensiero di quell'amica che oggi avrebbe potuto ancora stringermi tra le sue braccia.
«Lei ha ingaggiato Federico ma il suo piano le si è solo ritorto contro!»sentenzio con giudizio.
«Troppo codardo! Doveva puntare quella fottuta pistola su di te ma non ce l'ha fatta, nessuno ci riesce quando si tratta di te. Dopo tutti questi anni ti ho studiata e sai? Bellezza a parte, non hai un bel niente di interessante, sei solo una sciaquetta che si diverte a fare la crocerossina!»dice sputando veleno.
«Vada via dal mio ufficio!Ora, subito!»dico con voce tremante alzandomi dalla sedia di scatto, indicando l'uscita.
So bene cosa sta facendo vuole infliggermi altro dolore facendomi sentire in colpa per tutto.
«Tutto sembrava girare attorno a te, prima Marissa poi Stefano, Marco, e infine sei riuscita a mettere le mani anche su mio figlio. Guarda che è solo grazie a me se sei quì ora!»
«Visto che sono sempre stata io il suo unico problema, perché non ha pensato di farmi fuori con le sue mani»dico impaurita ma senza freni. Le parole mi escono dalla bocca a ruota libera e so benissimo che quest'uomo sarebbe capace di tutto.
Le sue mani si poggiano sulla scrivania inarcando la schiena in avanti, il suo alito di tabacco mi fa venire il voltastomaco ora che siamo così vicini. Lo scruto per bene e faccio fatica a trovare qualcosa di Duncan in lui, nonostante abbiano lo stesso sangue.
«Lui non sarà mai te! Non lo è stato Nadia e nemmeno Duncan!» dico pacatamente, mentre i ricordi si imprimono ancora nel mio dolore.
Il vecchio ride mentre mi fissa negli occhi con disprezzo.
«Lui non tornerà è tu ti consumerai giorno dopo giorno»dice maligno.
«Guardati, hai tutto, eppure ti senti come se non avessi niente, ti manca lui per essere felice, come a me manca mia figlia!»continua intimidatorio.
«Non ti punterò una pistola alla testa perché per me sei già un morto che cammina! È solo una questione di tempo e finirai all'inferno!»
Le sue ultime parole mi fanno raggelare il sangue nelle vene, non aggiungo altro e prego che non torni indietro mentre lo vedo che si avvicina alla porta.
«Non provare a cercarlo perché se lo farai io sarò informato e vedi tutto questo?»indica con le dita in aria tutto l'edificio.
«Verrà abbattuto! E infine mi toccherà fare una visita alla tua cara e splendida madre.»
Il cuore sembra uscirmi fuori dal petto una goccia di sudore mi scivola sul naso, mi sta sta palesemente ricattando.
«Stattene buona qui a giocare all'imprenditrice e nessuno si farà male!»dice mentre sbatte la sua porta dietro alle sue spalle.
È incredibile come il passato continui costantemente a tormentarmi, ma sapevo che sarebbe stato così, per questo ho deciso di continuare la mia vita quì a Roma, dove sono nata e cresciuta.
Ho deciso di non scappare ed è giunta la resa dei conti.
La porta del mio ufficio si apre e per poco non ho urlato di terrore.
«Dov'è la direttrice piu sexy di Ro..»
Flora entra esuberante nel mio ufficio, ma nel vedermi la sua espressione cambia immediatamente.
«Hey Natalia, ti senti bene? Sei bianca come un lenzuolo!»esclama preoccupata, avvicinandosi.
La mia vista si annebbia e un forte caldo mi opprime il petto impedendomi di parlare.
«Parla Natalia, non dirmi che sei in questo stato per quel vecchio maledetto?»chiede facendomi rabbrividire.
«L'ho visto uscire dal tuo ufficio, ma non ero sicura che fosse lui!»
«Ho bisogno di prendere un po' d'aria!»dico alla mia amica, prendendola per un braccio.
«Okay, andiamo, ma con calma, non vorrei averti sulla coscienza stamattina!»
Guardo male la biondina ma il suo sorriso mi tira immediatamente su di morale.
«Insomma, continui a farti nemici?»commenta Flora mentre raggiungiamo un bar residenziale a pochi passi dall'azienda.
«Che ci vuoi fare? Le cattive abitudini sono dure a morire»rispondo sarcastica.
Il pensiero che possa succedere qualcosa alla mia famiglia mi rende immediatamente triste.
«Guarda che ho imparato a conoscerti»esclama Flora mentre guarda distrattamente il menù delle bibite.
«Il fatto che tu ironizzi sui tuoi problemi mi fa capire che la situazione è grave! Sembra quasi che ti abbia trasmesso quest'abitudine Duncan !»continua tenendomi una mano con fare rassicurante ma appena fa il suo nome mi guarda negli occhi e vorrebbe rimangiarsi le ultime parole dette.
Invece io ne approfitto, il suo ultimo discorso mi da la spinta giusto per fare quello di cui so che mi pentirò, decido di chiederle una cosa che da tempo cercavo di reprimere.
«Flora, tu hai notizie di Duncan?»domando seria e con il cuore in gola.
La ragazza abbassa lo sguardo per un attimo e sospira.
«Sapevo che era ancora nei tuoi pensieri!»sentenzia facendomi innervosire. Le vorrei ammettere che è davvero così, non l'ho mai dimenticato in quei tre anni a Venezia figuriamoci ora dopo solo un mese, chissà se riuscirò a lasciarlo andare per sempre un giorno.
«Comunque no!»dice dispiaciuta «non ho sue notizie da tempo ormai. Deve avermi bloccato ovunque pur di isolarsi dal mondo!»
Ammetto che non mi aspettavo questo e per un micro secondo dubito di Flora, pensando che mi stia mentendo.
Il nostro discorso viene momentaneamente messo in pausa quando arriva un cameriere per prendere le nostre ordinazioni.
Osservo bene la mia amica, che con naturalezza ordina un Campari e chiede poi a me cosa vorrei bere.
Lei è stata sempre molto più legata a Duncan che a me, e se mi stesse nascondendo ancoraalcosa?
«Natalia? Ci sei?»dice risvegliandomi dai miei dubbi.
«Si, si! Ehm... per me the verde.»dico chiudendo in fretta il menù.
«Da quando bevi il the verde?»chiede Flora perplessa «credevo prendessi un calice di prosecco!»continua.
«Bhe, ho delle responsabilità ora, non posso ubriacarmi di mattina!»dico ridendo, sorseggiando dell'acqua.
Flora si acciglia, facendomi capire che non sono stata convincente ma io passo oltre e torno all'attacco col mio interrogatorio.
«Sul serio Duncan non ti ha più dato sue notizie?»
«Già!»dice ringraziando la cameriera con un cenno della testa.
«È stato una vera delusione, non pensavo si comportasse così»continua bevendo dal suo bicchiere il liquido rosso dal profumo inebriante.
«Ha avuto quel che voleva, non aveva più nulla da fare quì!»dico amareggiata, girando con la cannuccia i cubetti di ghiaccio nel the.
«È stato un vigliacco! Con quel bastardo di Federico ancora a piede libero e quel mostro del padre di Nadia che ti marca stretto, non ha pensato minimamente di proteggerti!»dice severa.
«Forse è stato obbligato!»dico quasi a volerlo scusare.
«Natalia, non essere sempre comprensiva con lui, ha sbagliato e basta!Non può sempre fuggire ogni volta!»conclude categorica.
«Vorrei solo sapere che sta bene!»ammetto nostalgica.
«Forse ho un modo per raggiungerlo!»esclama Flora «così voglio proprio vedere se ha il coraggio di scappare appena ti rivedrà!»dice diabolica.
«Credimi è cambiato nei miei confronti..»dico ripensando alle parole che mi ha riservato in ospedale.
«Vorrei crederti ma faccio fatica a farlo, so quanto Duncan tiene a te è c'è qualcosa sotto se ora non state più insieme!» dice pensierosa.
«Che hai in mente?»chiedo divertita, cercando di non pensare sempre al peggio.
Temo di essermi fatta un'idea sbagliata di Flora, lei sul serio non ha notizie di Duncan.
«Beh, Marco ci ha messe a capo di due aziende pubblicitarie importanti per un motivo no?»domanda attirando la mia completa attenzione.
«Dobbiamo dimostrargli che ha fatto un'ottima scelta!»continua con uno sguardo furbo.
«Quindi?»
«Partecipiamo alla fiera internazionale che si terrà a Manhattan!»dice come se nulla fosse.
«Perdonami ma il tuo piano mi sembra un fiasco!»ammetto con sincerità, spostando i capelli dalla mia spalla alla schiena.
«Perché? »domanda Flora quasi offesa.
«Perché quel che dici non ha senso! Che ti aspetti che venga alla fiera per vederci?»
«No! Ovvio! Ma la fiera si svolge relativamente vicino casa sua! Probabilmente con un paio di ore di taxi potremmo andare a bussare alla sua porta!»spiega Flora.
«Hai la minima idea di quanto costi un taxi negli U.S.A.?»domando ancora.
«Che vuoi che mi importi? Abbiamo il fondo cassa aziendale!»
«No non possiamo farlo! Non possiamo partecipare ad una fiera solo per usare i soldi di Marco per andare in America!»dico esausta «perché fai questo Flora?Tu non approfitteresti mai!»chiedo.
«Come perché? È semplicemente giusto così!»dice guardandomi.
«Marco ha fatto di tutto per farci riappacificare Natalia e io voglio riavere la tua fiducia! Voglio farlo con tutti i mezzi possibili e se Marco sapesse di questa storia anche lui ci incoraggerebbe!» sentenzia.
«Ti ringrazio ma non credo sia il caso!» rispondo pensierosa.
Flora mi guarda con circospetto e so che così crollerò.
«Cosa mi stai nascondendo?»chiede la mia amica, come immaginavo.
«Nulla, solo che credo sia meglio così!»rispondo vagamente, riempiendomi la bocca con uno stuzzichino.
«Natalia!»mi ammonizza Flora.
Sbuffo per un secondo e poi sospiro arrendendomi.
«Ho paura Flora, sono tremendamente preoccupata che possa accadere qualcosa di brutto a ognuno di voi, a tutti i miei cari!»sbotto confidandomi.
«È solo un tuo timore oppure non mi stai dicendo tutto nemmeno ora?»
Flora ha degli impulsi sentinella, capisce tutto senza che io dica niente.
«Ti stanno minacciando?»
Domanda come se nulla fosse e io mo guardo intorno per vedere che nessuno ci stia osservando.
«Shhhhhhh...abbassa la voce»
dico sussurrando a mia volta.
«Ah! Lo sapevo! Sputa il rospo bella!»dice mettendosi a braccia conserte, con gli occhi ridotti a una fessura sottilissima, intimandomi a continuare.
«Che ti devo dire? Hai fatto centro!»esclamo triste.
«Natalia devi tutelarti! Devi denunciare chiunque ti stia minacciando!»
Flora parla con troppa facilità, non ha capito con chi ho a che fare.
Il padre di Nadia è stato capace di rovinare la vita di chissà quante persone, ha tutti i mezzi a sua disposizione per eliminare chi intralcia il suo cammino.
Io sono solo una piccola formica tra le sue mani e non ci penserebbe due volte a schiacciarmi.
«Non è così semplice!»ammetto puntandomi una mano alla fronte per contenere un'emicrania imminente.
Flora mi prende di nuovo la mano e la stringe più forte del solito.
«Natalia, ricordi il discorso di Marco?»chiede portandomi alla mente il giorno in cui ci siamo riappacificate.
«Si lo ricordo, ma mi farebbe piacere che me ne parlassi ancora una volta!»dico nostalgica e la mia amica sorride e ammorbidisce i lineamenti del suo volto.
«Tu non volevi saperne di me, eri convinta che fossi una mela marcia come quel Federico!»esclama facendomi sentire colpevole.
«Ho provato in tutti i modi a riavere la tua fiducia, ma il fatto che fossi in contatto con Duncan in passato non mi ha reso le cose facili!»continua.
«Poi Marco ci ha messe faccia a faccia obbligando a mettere a nudo tutti i nostri sentimenti e dopo aver tirato fuori tutta la rabbia repressa, la nostra amicizia ha avuto la meglio, mettendo una fine a bugie e malintesi.»spiega ancora, sorridendo appena.
«Marco ci disse che insieme potevamo essere più forti di tutti, non solo in campo lavorativo, perché quel figlio di una buona donna vuole ovviamente il suo tornaconto»esclama sorridendo e facendo ridere anche me.
«Insieme Natalia potremmo superare tutto credimi! Non voglio guardarti le spalle solo sul lavoro, ma anche nella vita, perché ti voglio bene come se fossi mia sorella!»esclama facendomi commuovere e io per tutta risposta la stringo in un abbraccio.
«Come farei senza di te?»dico stringendola di più.
«Saresti ovviamente nella merda!»esclama sarcastica come sempre, incoraggiandomi con gli occhi.
«Non voglio metterti in pericolo!»dico con le lacrime che minacciano di scendere sul viso.
Flora alza gli occhi al cielo e risponde:«insieme siamo forti come un uragano e spazzeremo via ogni traccia di malvagità dalle nostre vite. Tu non faresti lo stesso per me?»chiede mettendomi al suo posto.
«È ovvio che lo farei anche per te, ma tu hai anche una figlia e io..»
Flora mi interrompe e mi chiude la bocca acchiappando maldestramente le labbra tra due dita.
«Adesso basta! Dimmi solo che hai capito che puoi contare su di me!»dice invitandomi ad annuire e io obbedisco, sarebbe inutile controbattere.
Il resto della giornata appare abbastanza tranquillo, almeno questo è ciò che credevo.
Appena giunta al mio nuovo appartamento, un monolocale situato all'ultimo piano di una palazzina nella zona Piramide, sento una presenza seguirmi.
Tiro fuori un lucidalabbra dalla mia borsa spacciandolo per spray al peperoncino; ben presto devo decidermi a comprarlo sul serio.
«Fai solo un altro passo e ti ustiono gli occhi!»grido con fare minaccioso.
«Hey straniera vengo in pace!»
Da dietro a un cespuglio, con le mani alzate, viene fuori Lorenzo e nella mia mente penso: oh no!
«Lorenzo? Che ci fai qui? Come sai dove vivo?»chiedo a raffica, stanca di tutti gli incontri della giornata.
«Ho fatto visita a tua madre, mi dispiace!»
«Giusto!»esclamo pensando a mia madre, dovrò fare un discorsetto sul riferire le mie informazioni personali a chiunque.
Purtroppo è così indaffarata a cercarmi un uomo che mi protegga che ha perso di vista il verso senso della parola sicurezza.
«Qual buon vento ti porta da queste parti? »chiedo guardando nei dintorni.
La movida romana pare scorrere normalmente senza fare minimamente caso a me.
«Mi stai ascoltando?»interviene Lorenzo richiedendo attenzioni.
«Scusami, sono molto stanca, mia mamma ti avrà detto che ho un nuovo lavoro no?»
Lorenzo si avvicina e le sue intenzioni non mi sembrano delle migliori.
«Sei sempre bellissima Natalia!»esclama avvicinandosi troppo.
«Che fai Lorenzo?»
«Hai sempre quel buon profumo, ti ho pensata tanto in questi giorni e il fatto che tu mi abbia dato un due di picche come un pesce lesso, ancora non mi va giù.»continua provando ad abbracciarmi.
«Alt!»esclamo mettendo distanza tra i nostri corpi «io sono stata chiara Lorenzo! Preferivi andare a vivere con una donna che non ti ama?⟩dico severa.
«Onestamente si!»esclama spiazzandomi.
«Il mio cuore batte già per qualcuno lo sai e tu non meriti solo l'illusione di una donna!»
«Ma è ciò di cui ho bisogno Natalia, se solo mi lasciassi spiegare sono certo che capiresti!»
«Sarà meglio che tu vada Lorenzo, mi ha fatto piacere vederti. Buona vita!»dico aprendo il portone del palazzo per poi richiuderlo rapidamente.
«Ma che fai?»esclamo infastidita quando sento l'ingresso bloccarsi sotto la forza del piede di Lorenzo;
«Ti prego ti devo parlare!»
supplica mettendosi in ginocchio e nel frattempo scende la signora del primo piano che porta a spasso il suo chihuahua.
«Buonasera signora Capirossi!»
esclamo cercando di tirare sù Lorenzo.
La donna, a cui sto palesemente poco simpatica, ci osserva con disgusto e la sua idea di me diventa chiara a caratteri cubitali.
«Alzati Lorenzo, ci manca solo che mi faccia una brutta nomea!»sussurro.
«No! Me ne starò quì in ginocchio finché non mi farai parlare!»esclama stringendomi le gambe.
La donna ci oltrepassa indignata e poi guarda Lorenzo con un certo apprezzamento.
«Io una possibilità gliela darei!»
esclama la signora Capirossi prima di uscire, spiazzandomi del tutto.
«Dai Lorenzo fai l'uomo e alzati!»dico quasi strattonandolo.
«No! Devi ascoltarmi!»
Alzo gli occhi al cielo esasperata e sbuffando acconsento.
«Ti lascio salire da me solo per cinque minuti ma non farti strane idee!»
Lorenzo felicissimo del mio invito mi abbraccia e mi schiocca un bacio sulla guancia.
«Stai al tuo posto!»gli intimo.
Finalmente raggiungo il mio rifugio, piccolo ma accogliente.
L'ingresso profuma di lavanda grazie a dei vasi che ho posizionato ai lati dell'attaccapanni.
Raggiungiamo il piccolo salotto con la TV ancora da collegare e diverse mensole ancora da montare.
Il divano è ancora incelophanato e così ci accomodiamo in cucina.
Lorenzo parla ma a me servono molti minuti per poter realizzare quel che mi sta dicendo.
Quando la nostra conversazione finisce, mi ritrovo con un forte mal di testa e lo stomaco sotto sopra come se avessi fatto un giro sulle montagne russe e non ho la forza nemmeno di cenare, ma vado dritta a mettermi a letto, ho bisogno di lasciarmi questa giornata alle spalle.
Il mattino seguente mi sento uno straccio mentre raggiungo l'ufficio con qualche minuto di ritardo.
Appena metto piede nell'azienda, la mia assistente mi riferisce di un appuntamento nella zona periferica di Roma, per assicurarci l'appalto di un cliente che ci farebbe salire ancor più di livello.
La mia testa è ancora dolente mentre chiedo consiglio a Flora, ma avevo dimenticato che era fuori città per un'altro lavoro importante.
Il buongiorno si vede dal mattino e a quanto pare oggi non è una giornata particolarmente propizia.
Chiamo Marco più e più volte, ma il suo telefono risulta staccato.
Da quando ha deciso di espandere la sua azienda a livello internazionale, non fa altro che viaggiare in lungo e in largo e parlare con lui è una vera impresa da titani.
Vorrà dire che mi toccherà andare a questo appuntamento da sola e portarmi a casa un nuovo contratto con una cifra a molti zeri; dopotutto Marco ha si fida ciecamente di me, quindi è giunto il momento di credere di più in me stessa.
Raggiungo la destinazioni in poco meno di un'ora, ma ho il dubbio di aver sbagliato indirizzo perché mi ritrovo in un vecchio spiazzale abbandonato.
Il cielo si sta scurendo, come se mi volesse avvisare che sono in pericolo.
Provo a telefonare l'azienda per chiedere conferma del luogo ma la linea è completamente assente e sono proprio isolata dal mondo.
Il mio istinto mi dice di stare in guardia, ma il mio cuore mi avverte che qualcosa non va e devo capire.
In lontananza scorgo una figura maschile, più che altro una sagoma e subito penso che mi sto immaginando tutto.
Dovrei andare via ma invece mi sento attratta dallo scoprire chi si rivelerà sotto al cappuccio di quella felpa scura.
«Salve?»dico titubante, avvicinandomi a quell'uomo che se ne sta riparato dietro al profilo di una fabbrica dismessa.
«Ti stavo aspettando!»dice quando sono a pochi passi da lui.
Speravo di sentire una voce rassicurante e familiare, la mia mente stava giocando brutti scherzi pur di lasciarsi illudere che fosse Duncan.
«Sei così prevedibile!»aggiunge l'uomo rivelandosi.
«Federico»esclamo sentendomi una completa idiota per essere finita nella sua trappola.
«Ciao Natalia, ti trovo bene!»
dice sarcastico e con una punta d'odio.
Mi guardo intorno, in cerca di una via di fuga o di uno spiraglio di salvezza, ma sono spacciata, questa volta è veramente la fine.
«Sei venuto a portare a termine la tua vendetta non e così?»
domando con voce tremante, mentre lui mostra il suo volto scherno, gli occhi spiritati e un sorriso falso.
«Di te non me ne frega un cazzo, anche se forse se non ci fossi stata tu, adesso sarei libero!»
«Che cosa vuoi da me allora?»
chiedo confusa.
«Voglio metterti in guardia!»dice accendendosi una sigaretta.
«adesso sei tu la sua pedina e basta una tua mossa sbagliata e farà scacco matto, vincendo ancora una volta!»
Federico sembra delirante, la pazzia deve avergli invaso il cervello e io non riesco a stargli dietro.
«Dovreste essere entrambi in gattabuia, mi meraviglio che sei riuscito a scappare ancora!»dico severa.
«Non pensare a me io sono già un morto che cammina!»amette
Mentre la pelle mi si accappona per le sue parole le stesse identiche pronunciate dal padre di Nadia
«Cosa vuoi allora? Lui non c'è visto che il tuo scopo era uccidere lui per far soffrire me!»
«Non m'importa più vendicarmi di te di lui e di tutti voi teste di cazzo!Sono venuto qui solo per metterti in guardia!»
«Come faccio a fidarmi di te se mi hai puntato una pistola contro?»
«La mia vita è finita sto vivendo un incubo di cui non ne ero a conoscenza lui mi ha manovrato come ha fatto con tutti noi sai benissimo che non sarei mai arrivato a tanto se non fossi stato ricattato!Non sono una brava persona ma nemmeno il mostro che ha programmato quel bastardo!»
Le sue parole mi toccano profondamente, conosco i suoi interessi e so come trattava Marissa ma eppur vero che la amata e anche tanto.
«Non mi resta molto tempo anzi penso che a breve ti toccherà venire anche al mio funerale se ti va! Se non vuoi fare la stessa fine non fare cazzate e sta lontana da quel bastardo di Duncan,lui è tutto ciò che gli è rimasto non ti ha ancora uccisa solo perché sa che lui non glielo perdonerebbe mai ma fai attenzione quel uomo sa manovrare le persone come pedine ed è capace di sacrificare il suo stesso sangue pur di fare scacco matto!»
«Perchè ora vuoi aiutarmi?»
«lo devo a Marissa e al bene che ti voleva non ho altro da aggiungere!»
«Cosa vuoi che faccia? Io non so davvero che fare!»
«Finché lui vive voi sarete sempre in pericolo va oltre con la tua vita non tornare indietro!»dice mentre rimette il cappuccio sul capo e si allontana dietro l'angolo di un edificio.
Non so con quale forza sono riuscita a tornare a casa, da sola con la mia macchina.
Rivedere Federico mi ha scossa in un modo allucinante e ho capito che standomene quì sarò sempre in pericolo.
La mia città è insidiosa e piena di nemici a quanto pare, eppure credevo che starmene al posto mio mi avrebbe resa quanto meno insignificante per questa gentaglia.
Mi ritrovo seduta sul letto senza nemmeno rendermi conto di come ci fossi arrivata, perché sento come se avessi perso il controllo delle mie gambe.
Gli ultimi episodi mi hanno fatto temporeggiare troppo su una cosa che aveva la massima rilevanza.
Senza indugiare ulteriormente, prendo il mio computer portarile e accedo alla mia casella di posta per vedere quella fatidica email.
Come ho ribadito più volte, il tempismo non è mai stato dalla mia parte, ma ora devo darmi una regolata e smetterla di indagare sempre e cercare di trovare a tutti i costi il buono nelle persone.
La mia vita ora deve essere preservata, perché se mi accadesse qualcosa non sarei l'unica a pagarne le conseguenze.
I nuovi inizi per essere tali devono essere drastici e proprio per questo ora ho deciso di essere una persona diversa.
Prendo il mio telefono e inaspettatamente mi ritrovo a contattare Lorenzo.
Le abitudini sono dure a morire ma adesso ho un buon motivo per gestire così la situazione.
Il mio stomaco sta manifestando ancora un malessere generale, dovuto a tutti questi colpi di scena, ma questa sera non sarò irresponsabile e troverò la forza di cenare.
Al mattino, ammetto di sentirmi meglio, la tisana calmante prima di dormire mi ha regalato un sonno ristoratore senza tormenti.
Mi preparo per andare al lavoro con tutta calma e poco prima che io esca di casa, qualcuno bussa alla mia porta facendomi sussultare.
Il fioraio mi consegna un enorme bouquet composto da bellissimi fiori di campo, girasole e lavanda.
Il profumo è inebriante, forse pure troppo per i muei gusti.
Mi precipito a leggere il biglietto con curiosità.
"Anche se i nostri cuori non saranno mai più uniti, io ci sarò per sempre per voi".
***Spazio autrice***
Questo è l'addio hai miei cari lettori da parte di Natalia,ora ci aspettano i saluti da parte di Duncan 😭.
PS: grazie ad una cara amica di siamo divertite con l'intelligenza artificiale spero vi piaccia,ci vediamo presto kiss kiss🫣
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