89. La resa dei conti

C'è chi accusa il tempo e il destino,ma sono semplici scelete. Libere e consapevoli.

Eccomi ancora qui, pronta a prodigarmi per Duncan nonostante il nostro recentissimo litigio.
Nonostante tutto sono al suo fianco, pronta a varcare la soglia della casa d'infanzia di Marissa, decisa a scoprire quale segreto si cela dietro l'identità di Nadia.
Temo di essere più in ansia di Duncan, visto che lui non voleva nemmeno che rispondessi a Stefano.
Mi ci è voluto un po' per fidarmi della sua parola, ma la sua insistenza ha messo momentaneamente da parte i rancori.
Allungo una mano verso il campanello e appena pigio il tasto un suono tetro riecheggia facendomi rabbrividire.
Mi sembra ieri che venivo qui a bussare alla mia amica; ho la sensazione di sentire ancora i suoi passi veloci provenire dall'interno mentre si apprestava ad accogliermi.
Mi manca così tanto e se i miei sospetti dovessero essere fondati, potrei pensare che una parte di lei ha continuato a stare con me per salvarmi dall'infelicità
I secondi che si susseguono sembrano interminabili prima che la serratura scatti e la porta si spalanchi.
Sento il cuore che galoppa all'impazzata nel mio petto, mentre sento che si avvicina il momento della verità.
Vorrei stringere la mano a Duncan, ma l'orgoglio ci impedisce di essere ancora più vicini.
Mi sono umiliata per lui, ho creduto ai segnali che la memoria del mio cuore credeva di captare, finendo per ridurmi in cenere di nuovo.

Nadia finalmente si espone e restiamo a guardarci in silenzio.
I suoi occhi si posano su di me e poi su Duncan e successivamente ancora su di me.
Sul suo viso compaiono una miriade di espressioni e nessuna però sembra essere positiva.
Il tempo ha cambiato anche la sua persona.
I capelli sono più grigi, il fisico non è più al massimo della sua tonicità, ma in ogni caso è sempre una bella donna e mi ricorda sempre più la mia amica.
Pensavo che ci avrebbe scacciati via, invece oltre a mostrare un certo fastidio nel vederci, sembra quasi che ci stesse aspettando.

«Ciao Nadia!»dico sperando di non innervosirla, ma lei non sembra quasi far caso a me, perché continua a fissare Duncan insistentemente.
Lui non riesce a sostenere il suo sguardo fino in fondo e si volta verso di me a disagio.

«Sapevo che prima o poi questo momento sarebbe arrivato!»dice la donna spostandosi per lasciarci entrare.
Ancora una volta resto spiazzata dagli atteggiamenti di questa donna.
Quando Marissa era ancora in vita ed eravamo solite vederci da me e raramente da lei, ho sempre pensato che Nadia fosse fatta di ghiaccio.
Non l'ho mai vista esternare dei sentimenti, né di amore né di rabbia. L'unica cosa che non faticava a mostrare era il fastidio che provava nel vedermi.
Da quando è rimasta completamente sola, nessuno ha avuto più notizie di lei e temevo che vederci bussare alla sua porta l'avrebbe portata a scacciarci via in malo modo.
Invece il suo volto è indifferente, una vera e propria maschera di bronzo, solo che sembra proprio che sapeva che questo momento sarebbe arrivato e oserei dire che ci stava aspettando.

«Prego, entrate! Non abbiamo molto tempo!»dice invitandoci ad entrare, guardando intorno alle nostre figure come a volersi assicurare che siamo soli.
Istintivamente io e Duncan ci prendiamo per mano, entrambi siamo tesi e spaventati e quel piccolo contatto ci tiene stabili giusto il necessario per lasciarci mantenere il controllo.
La casa è cambiata, non ha più quell'odore di pulito maniacale e quella nota fresca di vita che ti accoglieva quando Marissa era ancora tra noi.
L'odore di chiuso e di polvere mi pizzica al naso e quasi mi fa mancare l'aria.
I mobili sono ricoperti da teli di stoffa ingialliti e Nadia ne lascia scivolare via uno dal divano per lasciarci accomodare nel salotto.
Con la sua signorilità, si adagia sul bordo di una poltrona frontale al divano, senza però disturbarsi a togliere la protezione.
Ci guarda entrambi, spostando lo sguardo da me a Duncan e viceversa, fino a soffermarsi sulle nostre mani unite.

«Quindi siete riusciti ad andare oltre nonstante tutti gli inganni e le bugie che celavano dietro la vostra storia.»dice con nonchalance mentre vedo Duncan stringere sempre più forte la mia mano

«Quindi era tutto studiato nei minimi dettagli?Avete scritto un copione sulle nostre vite? Ci avete usati come burattini! Per quale motivo?»dice Duncan sbottando

«Si, diciamo che andata così..»dice Nadia con tutta la calma del mondo mentre io sto per perdere il controllo

«E tu cosa c'entri con tutto questo? Perché il tuo nome sembra l'ultimo tassello fondamentale per uscire fuori da questo labirinto?»

Nadia ignora la mia domanda e si sofferma di nuovo su Duncan che incrocia i suoi occhi nei suoi«Dimmi Duncan perché sei ritornato in Italia? Cosa stai cercando ancora?»

Il momento che tanto aspettavamo è appena arrivato ma Duncan non sembra così convinto,vedo il suo volto impallidire e la sua mano trema nella mia,cerco di parlargli con gli occhi e fargli capire che non è solo dinanzi a questa donna che sembra la punta di un iceberg,fredda e pungente.

«Sto cercando mia madre..»amette

«Puoi mettere fine alle tue ricerche, perché sono io la donna che ti ha partorito!»

La verità di quelle parole arriva dritta come uno schiaffo sulle guancia fredde,più fredde delle sue parole.
Sapevo di che pasta fosse fatta Nadia e da quando ho deciso di aiutare Duncan che ho sempre temuto un suo rifiuto,ma ora che siamo davanti a lei percepisco ancora la sua freddezza non solo nei miei confronti ma anche su suo figlio.

«Tu sapevi che lui ti stesse cercando,non è così?»

«Si,lo sapevo. Ma questo non cambia la mia posizione.»

«Nadia è tuo figlio! Come puoi essere così impassibile dinanzi a lui?»

«Se avessi voluto averlo nella mia vita non l'avrei dato in adozione!»

«É stata una pessima idea venire qui!» dice Duncan lasciando la mia mano mettendosi in piedi

«Cosa ti aspettavi di trovare qui? Io non sono come tua madre Margaret!»

Le parole di Nadia non finiscono di stupirmi...

«Ho fatto di tutto per evitare questo incontro ma tu ti sei ostinato a cercarmi per colpa sua!» dice guardandomi «E lei che ti ha spronato a venire qui vero?»

«Cosa ti cambierebbe saperlo? Se non ti consideri mia madre perché sapevi che sarebbe arrivato questo momento?»

«Perché lei sembra sempre di avere il poter sulle persone, proprio per questo motivo Federico si è spinto troppo oltre per una sua vendetta personale!»

«Ora basta,ne ho abbastanza!» Duncan prende la mia mano obbligandomi a raggiungere la porta d'ingresso «Sono venuto qui nonstante Natalia mi avesse informato in cosa mi sarei imbattuto ed ero pronto ad affrontarti e non ti permetto di rivolgerti a lei in questo modo! Con i vostri inganni avete causato troppi problemi nelle nostre vite e ora non ti permetto di scaricare le tue frustrazioni su di lei!»

Nadia non sembra per niente colpita o offesa dalle parole di Duncan,anzi accenna un mezzo sorriso sulle labbra, si appoggia con la schiena accanto allo stipite della porta incrociando le braccia al petto «Visto che ne hai fatta di strada per trovarmi è giusto che tu sappia tutta la verità così potrai capire davvero chi è la tua vera madre e potrai dimenticarmi in fretta.»

«Duncan ti prego...»dico con un filo di voce nel tentativo di convincerlo a restare, ho bisogno anche io di sapere la verità.

«Come ben sai ho avuto due figlie Marissa e Giorgia,una di queste era la fidanzata di Federico, a quei tempi anche Natalia e Stefano erano fidanzati e insieme erano un quartetto di amici inseparabili. Ma nulla accade per caso,Federico era stato scelto per Marissa da mio padre affinché potesse avere un uomo a suo fianco degno della nostra famiglia.»

«Dovresti rivedere la parola degno per Federico!» dico interrompendola

«Su questo potrei darti ragione,ma Federico era un ragazzo ubbidiente e riconoscente a mio padre quindi era un'ottimo allievo,mio padre poteva fare di lui ciò che voleva e Federico in cambio ottene molte cose tra cui il suo ristorante.»

«Tuo padre ha permesso che quel pazzo stesse accanto alla nipote perché gli obbediva?»

«Federico era un bravo ragazzo, tutto è nato quando mia figlia ha deciso di perdere la testa per un ragazzo che frequentasse la sua stessa università e per giunta aspettava un figlio da lui!»

«Tu lo hai sempre saputo, non è così?»

«No, ti sbagli! Mia figlia mi detestava, preferiva parlare della sua vita sentimentale con suo padre.»

«Perche tutto quest'odio nei miei confronti? Perché hai permesso che Federico distruggesse la mia relazione con Stefano?»

Nadia si passa una mano tra i capelli lucenti facendo una smorfia annoiata per tutte le mie domande «Una cosa per volta!. Dopo la morte di Marissa Federico è rimasto fedele a mio padre una sorta di braccio destro,in quel periodo mio padre venne a sapere della morte di Margaret la madre adottiva di Duncan e per paura che lui potesse fare scelte azzardate o prendere brutte strade decise di mandare Federico a sorvegliarlo.
Lui aveva il compito di informarlo sulla vita che facesse Duncan e così si è finto suo amico, ma quando è venuto a conoscenza che Duncan cercasse in Italia la sua vera madre, Federico ha sfruttato l'opportunità per vendicarsi di Natalia convinto che dietro ai tradimenti di mia figlia ci fosse anche il suo zampino.»

«Qundi anche Federico sapeva che Duncan fosse tuo figlio?»

«No, quasi alla fine è venuto a conoscenza dei fatti. Aveva promesso a Duncan di aiutarlo ma alla fine stava solo cercando di fare funzionare il suo piano di allontarti da Stefano e mostrargli che anche tu eri una traditrice. Quando è riuscito a scoprire la verità era troppo tardi, mio padre lo aveva minacciato allontanandolo da Roma,ma ciò nonostante era comunque riuscito ad allontanarti sia da Stefano che da Duncan.

Duncan si passa una mano sulla fronte dal nervoso all'udire di quelle parole..

«Io proprio non capisco tutto questo mistero sulla mia nascita, capisco che tuo padre abbia voluto proteggere la tua immagine e che una gravidanza in giovane età avrebbe creato scalpore per la tua futura carriera ma proprio non capisco perché non hai preso la scelta più giusta da fare,quella di abortire.»

«È stata una mia scelta!»

«Che senso ha se poi mi hai dato via!»

«Tu sei il frutto di un amore incesto e nemmeno se avessi voluto tenerti sarebbe stato possibile»

«Che significa?»dico intromettendomi in mezzo alle loro lingue infuocate dall'odio e dal rancore

«La gravidanza era un modo per tenere in pugno mio padre ed anche per farla pagare a mia madre.»

«Che problemi avevi per comportarti così? » dico non frenando la lingua mentre Duncan la guarda accigliato con la mascella serrata dalla rabbia.

«Mio padre abusava di me trattenendomi in quell'amore malato.»

Guardo Duncan irrigidirsi al mio fianco mentre non riesco a chiudere la bocca dallo stupore,di tutte le ipotesi che avevo immaginato nella mia testa nessuna mi riportava a questa macraba scoperta.

«Perché non hai chiesto aiuto a qualcuno? Potevi rovinarlo denunciandolo,io ne ero la prova nel tuo grembo!» dice Duncan con un velo di compassione verso sua madre

«Non voglio che tu mi capisca ma è giusto che tu venga a conoscenza delle mie scelte.
Mio padre ha iniziato ad abusare di me nella mia tenera età  strappandomi l'innocenza,tutto sotto gli occhi di mia madre.
Ogni giorno dopo scuola mi obbligava a passare più di un'ora nel suo ufficio affinché potessi appagare i suoi istinti e desideri,ero solo una ragazzina a malapena avevo dato il mio primo bacio chiesi aiuto a mia madre ma lei diceva che non poteva aiutarmi, lui mi aveva scelta e lei non si sarebbe opposta alle richieste di suo marito. Col tempo ho imparato ad amare quel lato di lui,avevo compreso il suo lato oscuro e mi ero convinta che se ero una scelta allora voleva essere la sua scelta migliore. Quando sei arrivato tu è stato come un fulmine al ciel sereno,mio padre voleva che io abortissi per paura che un giorno mi sarei ribellata spifferando tutto a tutti.
Il tuo arrivo aveva portato il caos nel nostro rapporto, mio padre si era allontanato da me facendomi sentire sola e sbagliata voleva farmi capire che abortire era la scelta migliore sia per la nostra relazione che per il mio futuro.
I giorni passavano velocemente e il tuo cuore già batteva dentro me,non volevo che tu pagassi i miei errori così facemmo un patto.
Per nove mesi sono stata rinchiusa in casa per non destare sospetti, ho seguito gli studi a casa con un professore privato e nel frattempo tutti i mei amici mi avevano abbandonata non avevo nessuno perché mio padre non mi permise di uscire e relazionarmi col mondo esterno finché tu non saresti nato.

«Non riesco a capire che senso ha avuto tenermi se poi mi hai dato via!»

«Ho dovuto farlo! Mia madre aveva pensato di fare credere alla gente che aspettasse un'altro figlio appena ti avrei dato alla luce loro volevano mentire su una falsa gravidanza ma io mi opposi,non avrei dato il mio primo figlio in pasto a loro due. Sapevo di cosa fossero capaci e mi ribellai,feci un patto con mio padre,gli giurai fedeltà a vita sarei stata sua per sempre al patto che ti avrebbe lasciato vivere lontano da noi senza che lui mettesse le sue sporche mani su di te,così decidemmo di darti in adozione.
Mio padre spiegò ai tuoi genitori che ero un uomo noto per la sua professione e doveva mantenere la sua etica professionale non poteva permettersi uno scandalo del genere che la sua unica figlia fosse rimasta incinta da uno sconosciuto così ti affidammo a loro e pagammo per il loro silenzio su questa storia»

«Come hai potuto subire tutto questo senza chiedere aiuto a nessuno? capisco che a quei tempi eri solo una ragazzina,ma cazzo gli hai permesso di abusare di te! avresti dovuto sbarazzarti di me per uscire da quell'inferno!»

Nadia accenna un sorriso per nascondere una sorta di malinconia, o almeno a me da quell'espressione.
«Ma di cosa ti stupisci?»dice con una calma inaudita «io ho ereditato i geni di mio padre, sono come lui!»

Passo lo sguardo da Nadia a Duncan e viceversa; l'aria che circola tra noi è veramente tesa, inquietante come poco prima di un terremoto.
«In quei nove mesi che il tuo cuore ha battuto all'unisono con il mio, ho avuto una piccola rivincita»parla con soddisfazione «mio padre si era allontanato da me e mia madre mi odiava perché suo marito mi preferiva a lei! Non mi aspetto che tu capisca, ma il sentirmi così sadica mi dava la forza di andare avanti!»

Questa donna ha dei problemi, sicuramente le violenze di suo padre hanno innescato in lei una specie di amore malato, una continua competizione verso sua madre che non aveva preso le sue difese.
Aveva accettato le violenze quasi come se non ne potesse fare a meno.

«Io ho stretto un patto con lui, gli chiedevo solo di portare a termine la gravidanza e assicurarti un futuro!»ammette quasi provando una strana tenerezza.
«Eri un bambino perfetto, sapevo che avresti potuto fare grandi cose, ma lontano da me!»spiega seguendo una logica tutta sua «io non potevo ucciderti, non potevo privarti della vita, ma allo stesso tempo non avrei mai potuto tenerti al mio fianco, a me stava bene così! Il vuoto lasciato da te lo ha riempito mio padre, non solo sentimentalmente ma anche nel quotidiano!»
Nadia lascia tintinnare i suoi bracciali e osserva gli anelli alle sue dita.
«Non mi ha fatto mai mancare nulla, mi ha creato una posizione, mi ha fatto vivere nell'ozio più totale. In cambio chiedeva solo affetto!»

«Allora perché poi ti sei sposata? Non dirmi che Giorgia e Marissa erano figlie di tuo padre?»chiedo sconcertata dal suo morboso e tossico comportamento.

«Certo che no! Loro erano figlie di mio marito!»dice come se dovesse essere ovvio a tutti.

«Ma tu sei sempre stata presa da tuo padre per quel che ho capito! Ecco perché Marissa mi diceva che non andavate d'accordo e che tu lo trattavi sempre come se non fosse un uomo!»

«Non è esatto Natalia! Mia figlia aveva percepito qualcosa ma non poteva minimamente immaginare cosa ci fosse dietro!»
Nadia sembra spazientirsi.

Non ha mai sopportato che qualcuno la contraddisse, infatti si scontrava spesso con Marissa.
«Io amavo mio marito!»dice riprendendo il discorso «proprio per questo l'ho allontanato da me!»confessa confondendoci ancora.
«Mio padre aveva premeditato tutto, mi aveva obbligata a sposare quel sempliciotto, era così che amava definirlo!»
Il suo sguardo si fa assente, sembra che stia rivivendo il suo passato.
«Mi aveva creato una certa fama, ero in gamba in ambito lavorativo e la cerchia di amici, soci e colleghi, non faceva che complimentarsi con lui per come mi aveva tirata su!»
Nadia continua a parlare e sembra che i suoi occhi si riempiano di lacrime per l'emozione, sembra assuefatta dalla figura paterna e ne parla con orgoglio nonostante tutto.

«I migliori partiti proposero a mio padre di organizzare degli incontri con i propri figli. Un matrimonio combinato tra la cerchia di persone potenti come lui doveva fargli gola per forza, ma dopo l'ennesimo rifiuto tutti iniziarono a pensare che volesse tenermi tutta per se»sorride amaramente e si umetta le labbra prima di riprendere il discorso «sembrava un padre geloso, ma lui non poteva rischiare che qualcuno pensasse che tra noi ci fosse qualcosa di più. Non mi avrebbe mai concesso di sposare nessuno di prestigio, avrebbe rischiato di macchiarsi l'onore e perdere il suo giocattolino preferito!»
Nadia ci rivolge un'occhiata, sembra essere tornata nel presente «così ha spacciato il mio matrimonio come un mio gesto di ribellione nei suoi confronti, continuando a vedermi e mantenendo intatto il suo onore, almeno avanti ai suoi amici!»

Ero disgustata, più da Nadia che da suo padre.
Lei si era lasciata plagiare sin dall'infanzia.
Quello che le aveva dato suo padre era il suo primo approccio con l'amore, non avrebbe mai potuto rinsavire accanto a lui.

«Mi ostinavo a trattare male mio marito per far credere a mio padre che ero infelice con quell'uomo, ma lui era astuto e la mia recita ben presto venne smascherata! Sapevo che avrebbe usato ogni mezzo possibile per colpirmi e farmi spezzare il matrimonio. Avrebbe colpito le persone a me più care e non potevo permetterlo!»ammette con rammarico.

«Quindi non avete divorziato per un tradimento?»chiedo ricordando le confessioni di Marissa sulla separazione dei genitori.
Era affranta e delusa da suo padre, perché non credeva possibile che si potesse invaghire di un'altra donna, nonostante secondo lei sua madre lo meritasse.

«Questo è ciò che abbiamo detto a nostra figlia per non destare sospetti!»risponde con sincerità «non potevo permettere che mio padre mettesse fine alla vita di mio marito, lui era buono e non meritava di pagare un prezzo così alto per me! È stato un addio sofferto il nostro!»

Mi si accappona la pelle e sento lo stomaco rivoltarsi.
Duncan stringe i pugni sulle sue ginocchia e il colorito della sua pelle diventa sempre più bianco.
Tutto questo era troppo persino per lui.
«Mio padre voleva riavere un controllo completo sulla mia vita e credevo che divorziare gli sarebbe bastato, invece no! Le mie figlie erano un ostacolo e sapevo che prima o poi avrebbe manipolato anche le loro vite. Con Giorgia non ha fatto in tempo, la sua malattia l'ha preceduto. Invece poi quando ho perso anche Marissa ho smesso di oppormi perché avevo capito che il destino aveva stretto un patto stretto col diavolo!»

«Quindi io sono il figlio di una pazza e di un diavolo?»chiede Duncan sull'orlo dell'esasperazione.

«Tu sei figlio di Margaret, lei è la tua vera madre. Io ti ho partorito ma non ti ho mai sentito mio fino in fondo» continua Nadia senza filtri, senza un minimo di delicatezza.

«Senti Duncan, io ho stretto un patto con mio padre e tu eri la parte da proteggere. Ho provato ad aggirarlo e vederti crescere ogni tanto, ma non ero adatta a fare la madre, i miei sentimenti sono vuoti, il mio cuore non prova emozioni»

«Ma in che senso hai provato a vederlo crescere?»chiedo sempre più confusa.

«Duncan, la casa dei tuoi nonni in realtà è un mio acquisto! Non appena ho guadagnato i primi soldi, li ho inviati a tua madre, che essendo sveglia aveva già intuito qualcosa e sperava di farti un piacere!»

Un altro colpo al cuore sembra trafiggere entrambi.
Avevamo a cuore quella vecchia villa da ristrutturare, avevamo investito il nostro amore tra quelle mura, perché convinti che fosse una base solida su cui puntare, invece anche quella casa si è rivelata una menzogna.

«Perché? A che scopo hai fatto tutto questo?»chiede Duncan con la voce tremante.

«Potevo permettermelo, avevo la possibilità di esaudire un mio capriccio e l'ho fatto!»dice con nonchalance.

«Sei stata meschina»continua Duncan sull'orlo di un precipizio emozionale.

«Non giudicarmi, ti ho detto che non ero in grado di crescerti. La cosa migliore che potessi fare per te l'ho fatta, ti ho affidato a Margaret e lei ti ha dato tutto l'amore di cui avessi bisogno. Diciamoci la verità, se lei fosse ancora viva, tu non saresti qui, non mi avresti mai cercata.»

Forse Nadia ha ragione, Duncan sperava di colmare il vuoto lasciato dalla donna che l' ha cresciuto.
In cuor suo sperava di ritrovare sua madre e riprendere la vita dove Margaret l'aveva lasciato e io non lo condanno per questo.
Ho sempre pensato che lui avesse bisogno d'amore e purtroppo il destino è stato particolarmente crudele con lui.
Il volto di Nadia è impassibile, sembra un robot programmato solo per compiacere il padre.
Il suono del campanello mi fa spaventare e tutti noi ci guardiamo e poniamo tutta l'attenzione verso l'ingresso.

«Scommettiamo che quel coglione di Stefano ora è qui per ridere di noi? »dice Duncan furioso.

Mi affretto a raggiungere la porta, perché ho pensato subito che in parte Duncan avesse ragione e se realmente Stefano si fosse presentato qui in questo momento, sicuramente sarebbe tornato a casa con qualche arto rotto e dei denti in meno.
Purtroppo ciò che vedo mi fa palpitare il cuore.
All'esterno, la canna di una pistola veniva puntata verso il mio viso.
Federico era tornato a terminare il suo lavoro, la mia fine si stava avvicinando ormai.

«Sorpresa?»chiede Federico con gli occhi fuori dalle orbite in preda alla sua schizofrenia.
Mi sento paralizzata, non riesco nemmeno a respirare.

«Avrei dovuto eliminarti tempo fa!»continua caricando la pistola molto lentamente, come a voler lasciare intendere lo scandire del tempo verso la mia morte.
Alle mie spalle sento Duncan raggiungermi preoccupato, seguito dai passi di sua madre.
La pistola si sposta prendendo come bersaglio Duncan.

«Ti risparmierò!»dice Federico delirando «ucciderti sarebbe troppo facile. Vedrai morire il tuo amore, così saprai cosa si prova!»conclude lasciando fuggire una lacrima dai suoi occhi schizzati.
Succede tutto in una frazione di secondo.
Federico preme il grilletto e spara un colpo in direzione di Duncan.


Temo per il peggio ma un «no» urlato a perdifiato, si infiltra tra la pallottola e Duncan salvandogli la vita.
Federico sembra disperato nel vedere il corpo di Nadia giacere inerme sul pavimento, con una pozza di sangue che gli scorre dal petto e che macchia sempre di più le mattonelle pregiate.
L'odore nauseabondo del sangue mi fa annebbiare la vista e perdere per un secondo l'equilibrio.
La situazione era sconvolgente, ma al peggio non vi era mai fine.

***Spazio autrice***
Eccomi qui sana e salva dopo aver trascorso più di due settimane a sfornare il capitolo decisivo! Io deposito le armi perché davvero vi ho detto tutto quello che c'era da sapere niente più segreti.
E ora cosa succederà?
PS: se vi è sfuggito qualcosa che non vi è stato chiaro sono qui per spiegarvi.
Siamo alla fine signori prepariamo i fazzoletti 😢

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