88. L'inizio e la fine
Niente che abbia valore è facile. Ricordalo.
Duncan pov's
Il suono della vibrazione del cellulare rimbomba nella stanza provocandomi un dolore forte alla testa,nel tentativo di prendere il cellulare la bottiglia di Jack Daniel's poggiata accanto al abat-jour cade frantumandosi in mille pezzi.
Per mia fortuna nulla è andato perduto, ho scolato l'intera bottiglia pochi minuti fa.
Riesco a prendere il cellulare nel tentativo di farlo smettere di vibrare nella mia testa.
«Ehi! Ti sembra questa l'ora di chiamare le persone?»sbotto dal nervoso
«Spero tu stia scherzando! Duncan sono solo le sette di sera, hai bevuto?» dice dall'altra parte Flora
«Non sono affari tuoi!»
«Duncan, dov'è Natalia?»
Vorrei saperlo anch'io.
Non mi ha permesso di andare con lei,voleva risolvere questa faccenda con quel coglione tirandomi fuori dai giochi.
«Con Stefano..»ametto amaramente
«Perché non li hai seguiti?»insiste
«Perché avrei dovuto farlo?»ribatto
«Da quando ti fidi di Stefano?»
«Basta! È stata una sua scelta mettere in mezzo quel coglione. Non avrei fatto il terzo incomdo!»
«Se gli succedesse qualcosa tu non te lo perdoneresti mai!»
Avrei dovuto tenere la bocca chiusa,nonostante il loro legame si sia interrotto tempo fa per causa mia, Flora è preoccupata per lei.
«Come hai potuto permettere a Stefano di portarla da sua madre! Sai bene di cosa sia capace quella donna possa, userà tutta la rabbia repressa che hai in corpo per umiliarla!»
«È stata una sua idea!»
«Questo non giustifica che tu debba startene con le mani in mano!Ti rendi conto che Natalia è tornata a dividersi in due per aiutarti?»
Non so più che fare,la conversione con Flora ha solo peggiorato il mio mal di testa..
«Duncan non attaccare!»mi urla prima che possa chiuedere quella telefonata
Flora ha maledettamente ragione,ma dovrebbe ricordare che Natalia è cocciuta come un mulo e non mi ha lasciato altra scelta.
Spero che Flora si sbagli e che quel coglione abbia tirato fuori gli attributi prendendo le sue difese.
Mi alzo barcollando, cercando di non perdere del tutto l'equilibrio, tenendomi su qualunque superficie a disposizione.
Mi trascino in bagno e lavo il viso con acqua fredda per svegliarmi.
Il mio riflesso è malandato, sto riprendendo le mie vecchie e cattive abitudini, nonostante io volessi con tutto me stesso provare ad essere un uomo migliore.
Le parole di Flora mi rimbombano nelle orecchie come la sirena di un allarme, assordandomi e facendomi impazzire
La testa sembra sul punto di scoppiare, i sensi di colpa continuano a spaccarmi il cuore, mi sento un bastardo senza gloria.
Afferro il mio cappotto e le chiavi dell'auto e mi precipito fuori, pronto a riprendere in mano le redini della questione.
Tengo i finestrini aperti per evitare di addormentarmi; il freddo mi fa battere i denti e tenere un minimo di concentrazione.
Raggiungo i pressi della villa di quel damerino di Stefano, o meglio della sua famiglia.
Quel che vedo non mi piace per niente e mi obbligo a stropicciarmi gli occhi più volte per essere sicuro di non essere ancora sotto gli effetti dell'alcool.
Purtroppo è tutto vero.
Natalia cammina sconvolta nel freddo gelido di questa giornata che sta per finire.
Stringo il volante dell'auto e parto accelerando in modo evidente.
Lei aveva bisogno di me ed io lo sapevo sin dall'inizio ma ho lasciato vincere l'orgoglio e la gelosia ed ora ecco il risultato.
Mi affretto ad abbandonare il veicolo e lei nel notare la mia presenza sembra perdere un battito.
Guardo oltre la sua figura e noto in lontananza quel bastardo che impreca da solo per i suoi maledetti tranelli.
Vorrei andare a spaccargli il muso, riempirlo di botte fino a fargli dimenticare anche il suo nome e di tutta la sua dinastia, ma Natalia ha la priorità.
Apro le braccia e l'attiro nella mia stretta, ha bisogno di calore, di essere rassicurata ed io ho tutta l'intenzione di aiutarla.
Vorrei sapere cosa sia andato storto, ma posso tranquillamente immaginarlo e comunque non è il momento di fare domande.
Per me ora la situazione è definitivamente chiusa.
Visto tutto il dolore che sta causando capisco che è meglio lasciar perdere, il destino ha voluto così e me ne farò una ragione.
Natalia non smette di singhiozzare, finché non si addormenta sul sedile, con la testa appoggiata sulla mia spalla.
Senza nemmeno rendermene conto non la sto accompagnando a casa, ma ci stiamo dirigendo al mare, dove la contaminazione del nostro passato può limitarsi solo al nostro primo appuntamento, quando ancora non sapeva che si stava innamorando di un mostro.
«Mi dispiace è tutta colpa mia..» dice singhiozzando mentre ha ancora gli occhi chiusi.
Vederla in quello stato mi si stringe il cuore,le accarezzo i capelli avvicinandomi a lei.
«Non è colpa tua ...»dico mentre mi avvicino sempre di più estasiato dal suo profumo alla lavanda, il mio preferito.
Quando tocco la sua pelle bianca sento bruciare le mie dita,non mi capacito ancora che sia passato così tanto tempo e lei mi faccia ancora smuovere tutto dentro.
Apre gli occhi fissando i miei tocca la mia mano e la stringe alla sua«Avevi ragione tu, è stata una pessima idea coinvolgere Stefano in questa storia..» dice abbassando la testa dall'imbarazzo.
So benissimo quanto gli è costato ammetterlo, essendo testarda e orgogliosa, ma non voglio che pensi che sono ancora arrabbiato con lei.
Prendo la sua mano e la porto sul mio mio petto
«Vedi Natalia, finalmente hai amesso che avevo ragione e il mio cuore non regge dalla troppa emozione di sentirtelo dire.»
Mi guarda preoccupata per qualche minuto poi mi accena un sorriso «Sei uno stronzo!»
«Lo so,ma era meglio che ti dicevo te l'avevo detto?»
«Avevi ragione ma ora basta!» solo ora si rende conto di dove siamo.
Mi presto a scendere dall'auto e le apro la portiera,nei sedili posteriori ho una vecchia sciarpa nera..«Se vuoi andare ti riaccompagno a casa..»
Guarda verso la spiaggia,il buio della notte si incastra perfettamente alle onde blu,la luna piena fa da sfondo rendendo tutto così perfetto.
Prende la sciarpa dalla mie mani e l'avvolge sulle sue spalle,mi tende la mano e mi dirige verso la spiaggia.
Il freddo della sabbia mi fa rabbrividire al contrario di Natalia che a passo svelto vuole raggiungere la riva .
«Non sono mai stata al mare d'inverno » dice spezzando il silenzio mentre ci sediamo.
«Non avrei dovuto portarti qui domani ti prenderai un bel raffreddore.»
«Non importa..»
Il suo sguardo è perso tra le onde che s'infrangono sugli scogli,mentre io mi perdo a fissare il suo profilo perfetto, se potessi ora la bacerei fino a farle diventare le labbra rosse,se solo potessi tornare indietro....
«Perche mi hai portata qui?»chiede mentre scuoto la testa per distogliere quell'immagini dalla mia testa.
«Ricordi il nostro primo appuntamento?»
Annuisce mentre posa il suo sguardo su di me,accecato dal blu delle sue iridi inizio a tremare ma non per il freddo.
«Come potrei dimenticarlo..»dice nascondendo il viso tra i capelli
«Ti avevo chiesto quante stelle riuscivi a vedere in quella notte buia,lo ricordi?»
Si porta le gambe al petto stringendole come protezione «Si,non vedevo l'ora di restare da sola con te per riempirti la testa di domande.»dice
«Le tue innumerevoli domande mi spaventano, preferivo restare in silenzio per paura di perderti.»
«Siamo finiti per perderci lo stesso..» dice continuando a guardare un punto fisso
«Guardami...ti prego!»
Lentamente ripone di nuovi i suoi occhi su di me,si sta sforzando di guardarmi come se farlo gli costasse molto..
«Cosa ci facevi lì?» chiede ad un tratto
«Ero dove dovevo essere.»
Vedo una piccola luce brillare dai suoi occhi,più la guardo e più fremo dalla voglia di stringerla a me,mi avvicino a lei il suo respiro mi accarezza la pelle del viso.
«Non riesco più a controllarmi»ametto prima di perdere il controllo tirandola versi di me.
I suoi occhi fissano le mie labbra e dal suo sguardo riesco a riconoscere lo stesso desiderio.
Non posso,non devo,sono le parole che mi urla la mia coscienza,ma prima che possa fare qualcosa di cui pentirmene Natalia si aggrappa a me tirandomi verso di sé il mio petto sbatte contro il suo.
Il suo seno preme sul mio petto vorrei trovare le forze per fermarmi ma le sue labbra si posano sulle mie....
«Non posso...»dico mentre mi sforzo di staccarmi da lei.
Delusa mi spinge via mentre il suo cellulare non smette di vibrare nella tasca dei miei pantaloni.
«Mi dispiace!» dico cercando di afferrarla per un polso mentre si dimena per cercare il suo cellulare
«Che vuoi fare?» dico nella speranza che mi parli
Tira via una ciocca di capelli caduta sul suo viso in fare nervoso,le sue iridi sono iniettate di rabbia e delusione.
«Ho dovuto farlo prima che sarebbe stato troppo tardi !»ammetto amaramente con la consapevolezza che se non l'avessi fermata ci saremmo spinti oltre.
«Sei patetico!» dice con un filo di voce mentre si alza allontanatosi da me «non avrei mai provato a baciarti se non sentivo che lo volevi anche tu.»dice furiosa
«Hai perfettamente ragione,ma non posso.»dico distogliendo lo sguardo dal suo
«E per via di quella Mary non e così?»
«Non è solo questo..la mia vita non è più qui e poi ora tu hai Lorenzo nella tua vita!»
«Smettila di tirare in mezzo altre persone,siamo solo io e te ora! »dice mentre mi fulmina con lo sguardo « Ora voglio sapere il vero motivo perché siamo qui?»
Sentivo la mancanza di vivermi un momento con lei,volevo farla stare bene come quella sera del nostro primo appuntamento,ma mi sbagliavo...
«Non puoi trattarmi così! Prima sembra che tu sia innamorato di me illudendomi e ora mi allontani come se fossi un pericolo per la tua nuova vita lì in America!»
«Basta! Smettila di accusarmi! Non sai quanto cazzo avrei voluto baciarti in quel momento ma non posso!Non ti farò più del male.»
«Hai deciso di farmi del male il giorno stesso che hai deciso di venirmi a cercare! Ora smettila di fingere che ti preoccupi per me!»dice andando verso la riva
La sento darsi della stupida,maledicendo il giorno che ha deciso di fidarsi di me.
Non so più che altro fare con lei, ogni volta che provo ad avvicinarmi le infliggo altro male.
Ha ragione non sarei mai dovuto venire qui, ma davvero pensavo che i suoi sentimenti per me si fossero spenti.
Il suo cellulare ha ricominciato a vibrare,ne approfitto per vedere se è ancora il coglione che la chiama,mi giro dall'altra parte per cercare di non farmi notare.
«Dammi subito quel cellulare!»
cazzo..
Infuriata più che mai si avvicina a me cercando di sfilarmi il cellulare dalle mani
«Non ti permetterò di andare di nuovo da lui!»
Mi guarda in cagnesco poi la sento ridere di gusto «Tu non mi dai ordini ne ora ne mai!»
«Non ti lascerò soggiogare ancora da quest'uomo hai ammesso pochi minuti fa che era stato un errore accettare il suo piano è ora cosa vuoi fare andargli a parlare per caso?»
Si avvicina prepotentemente strappandomi il cellulare dalle mani « Ad un tratto sei tornato protettivo nei miei confronti?»dice beffandosi di me
Vorrei urlargli in faccia la realtà, che non ho mai smesso di preoccuparmi per lei che in questi tre anni mi sono tormentato per intere notti per l'ansia di non sapere dove fosse e con chi fosse,lei non sa che non sono riuscito a fare l'amore con nessun'altra donna, mi rifugiavo nelle mie fantasie immaginandola nel mio letto.
Lei non sa che ho trascorso notti insonni a pensare a come sarebbe stata la mia vita accanto a lei.
Ma anche se gli rivelassi tutto le pene dell'inferno che ho passato stando lontano da lei il mio pensiero non cambierebbe,voglio andarmene per poterle permettere di vivere una vita fatta di normalità e serenità accanto a Lorenzo.
«Hai già dimenticato quanto eri sconvolta prima che ti trovassi sul ciglio della strada?»dico cercando di farla distrarre dal rispondere a quella chiamata
Si blocca sull'istante come se le mie parole l'avessero riportata indietro di qualche ora,le mani le iniziano a tremare dal nervoso.
«Si può sapere cosa è successo in quella casa?cosa ti ha fatto quel bastardo per ridurti in questo stato ?»
Il suo volto si dipinge di rosso, è arrabbiata e furiosa allo stesso tempo, alza lo sguardo su di me«Ho sopporto di tutto gli ho permesso di dirmene di ogni ma non che venga nominato mio figlio da quelle bocche perfide!»
Cerco di prenderla per un braccio per attirarla a me per non farla rispondere a quel manipolatore bastardo,se solo avrò l'occasione di rivederlo gli spaccherò la faccia per aver permesso a sua madre di usare mio figlio come arma a doppio taglio verso di lei.
Natalia si libera dalla mia stretta sfidandomi con gli occhi mentre si porta il cellulare all'orecchio.
Le sue pupille sembrano dilatarsi dallo stupore per quello che gli ha appena detto Stefano,cerco di decifrare qualcosa dal suo sguardo ma lascia la presa e si dirige di corsa verso l'auto.
Qualsiasi cosa lui gli abbia detto in questo momento non riuscirò a farle cambiare idea.
Stefano pov's
Ancora una volta sono vittima di un insuccesso.
Quando si tratta di Natalia e Duncan io non ho alcuna speranza se non quella di rimanerci come un fesso.
Mi sono fatto in quattro per lei, mi sono prodigato per quel bastardo, mi sono messo a disposizione nonostante fossi anche io una parte lesa; questo solo per riconquistarla, per vederla ritornare tra le mie braccia, farle ricordare il sentimento che ci ha legato per tutti quegli anni.
Quando ho ricevuto la sua telefonata ho pensato che il destino, dopo aver ascoltato tutte le mie preghiere, aveva deciso di darmi un segnale.
Dopo averla vista al matrimonio di Marco non sono più riuscito a togliermi la sua immagine dalla mente.
Sembrava come se fossimo stati separati per un paio di giorni, come succedeva quando ero via per lavoro.
Invece sono passati dei lunghi anni, dove la mia vita non è stata più la stessa.
Ho toccato il fondo, ma mi sono rialzato.
Ho tentato con tutte le mie forze di andare avanti ma ho capito che nella mia vita mancava solo lei.
Il fatto che mi abbia chiesto aiuto per quell'americano, non mi ha fatto fare i salti di gioia, ma ho sopportato stringendo i denti.
Lui le aveva spezzato il cuore, aveva preso la sua felicità e l'aveva disintegrata fino alle radici, le aveva distrutto l'anima; nonostante ciò, lei lo aveva perdonato, voleva aiutarlo. Perché non avrebbe potuto anche dare una possibilità a me? In fondo se avesse voluto riprendere la malsana relazione con lui avrebbe potuto farlo tranquillamente, invece sembrava disinteressata, mi ha dato più la sensazione di volerlo aiutare per mandarlo via da Roma una volta per tutte.
L'ennesima conferma credevo di averla avuto nel veder comparire quel Lorenzo alla porta di casa dei suoi.
Il suo viso la diceva lunga mentre quell'ingenuo credeva di fare il fidanzatino.
Lei era gentile con lui ma solo per non ferirlo, era gentile ma non l'amava di sicuro, io conosco bene quel suo sguardo carico d'affetto.
Volevo aiutarla a mandare via quel bastardo di Duncan e riprendere da dove ci eravamo interrotti.
Tutto stava andando per il meglio: il piano era perfetto, l'anello di fidanzamento doveva riportarle a galla il ricordo della mia proposta di matrimonio.
Doveva sentirsi entusiasmata nonostante inizialmente doveva essere una finzione.
A furia di interpretare quel ruolo speravo di suscitare in lei delle emozioni reali. Purtroppo io ero euforico, troppo preso dall'entusiasmo e ho accelerato troppo iniziando con domande inopportune fino a mostrare la mia gelosia paranoica.
Sentivo la competizione verso Duncan, nonostante lei non fosse più mia mi sentivo in diritto di essere geloso, come se quel tradimento fosse ancora una ferita aperta e sanguinante.
Ho perso le staffe lo ammetto.
Vedere mia madre poi, non ha fatto che incendiare ancora di più la mia mente al limite della stabilità.
Ho visto un odio nei suoi occhi che non credevo che una madre potesse essere in grado di provare.
È stata pessima verso Natalia e nonostante io abbia provato a difenderla lei ha preferito scappare via anche da me.
Ce la stavo mettendo tutta a recuperare e cosa scopro? Che aspettava un bambino da Duncan.
Ho sentito il gelo percorrere il mio corpo e portarsi via il mio spirito.
Le nostre vite erano state manipolate a tal punto da non riuscire a vedere mai una fine al peggio.
Lei aveva perso un figlio e continuava ad aiutare quel bastardo, ma non poteva nemmeno pensare di ritornare ad amarmi.
Mi ha svelato quel segreto in preda al delirio che mia madre le aveva causato ed io non sono riuscito a fare altro che vederla andare via, stretta nel suo abbraccio ed estremamente sola, come ogni volta che qualcosa le aveva distrutto l'esistenza.
Sono stato un egoista e soprattutto un presuntuoso, convinto che la fiamma tra noi potesse riaccendersi come se nulla fosse solo perché io mi sentivo pronto.
Ma io in realtà di lei non so più niente e questo è un dato di fatto decisamente rilevante.
Vedo un'auto andarle incontro; doveva essere il bastardo, pronto a mettersi in bella mostra dopo che io l'avevo delusa.
Do un calcio nel vuoto, esasperato da tutta questa catastrofe.
Tutto era perduto ma almeno volevo avere la soddisfazione di capire che cosa ci fosse di strettamente collegato tra lui e Nadia.
Perché tra tante persone, lui deve scoprire un segreto custodito da lei?
Avrei avuto la mia vendetta personale, la mia segreta rivincita, sicuramente qualcosa di losco avrebbe mostrato a Natalia che con lui stava continuando a sprecare tempo.
Avrebbe confermato quanto era bravo ad ingannare le persone.
Mi sarei tolto lo sfizio di dirle «sei soddisfatta ora?»uscendo definitivamente di scena con un minimo di dignità.
Torno a bussare alla porta di mia madre, avevo bisogno di sputarle in faccia tutto l'odio che sentivo crescere in me secondo dopo secondo.
L'avrei obbligata a sputare il rospo su tutte le menzogne dette in tutta la vita, non le avrei dato scampo per nulla al mondo.
La domestica apre la porta appena suono al campanello e come una furia piombo all'interno.
Sento la sua voce provenire dallo studio di mio padre, stava certamente parlando al telefono; andava a chiudersi lì quando doveva ricevere delle telefonate riservate.
La porta era socchiusa e controllando il mio respiro, riducendone il rumore il più possibile, sento segnare un orario e un luogo che conosco molto bene.
Stava parlando con Nadia e l'indomani si sarebbero dovute vedere nella villa che credevo essere ormai disabitata da anni.
Esco di casa e vado in macchina prima che mia madre potesse rendersi conto che l'avevo sentita.
Avvio la telefonata verso il numero di Natalia ma non ottengo alcuna risposta.
Riprovo non so quante volte, senza ottenere nulla di buono.
«Andiamo rispondi!»dico imprecando mentre sfreccio tra le strade della città.
Sicuramente stava permettendo a quell'imbecille di approfittare di lei e della sua sensibilità.
Provo ancora a mettermi in contatto con lei e resto in sospeso mentre gli squilli si susseguono all'infinito.
***Spazio autrice***
Eccomi tornata più a rilento che mai! Chiedo perdono per il ritardo del capito ma davvero ho troppi impegni è devo ammettere che è stato davvero faticoso inserire i due contendenti in questo capitolo, soprattutto per pov di Stefano.
Spero di avervi incuriosito e suscitato qualche emozione.
I giochi stanno per concludersi il prossimo capitolo sarà quello decisivo per tutti.
Aspettative? Pareri al riguardo?
Vi lascio e vi prometto di aggiornare presto 👋❤️😘
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