59. Gli Ostacoli Del Cuore
Nessun rapporto è perfetto o immune da incomprensioni è la volontà di superarle che fa la differenza.
Le due settimane prima delle ferie sono trascorse velocemente, e finalmente è arrivato il grande giorno. Da oggi sono ufficialmente in ferie e stasera partiremo per l'America, sono così emozionata che non sto più nella pelle.
Questi giorni a lavoro sono stata messa sotto pressione da Sara, mi chiedeva ogni santo giorno se avessi parlato con Duncan di Luca.
È stato davvero difficile parlare con Duncan, non faceva altro che sviare ogni volta che gli chiedevo qualcosa sulla sua famiglia, mi ripeteva che non c'era nient'altro da sapere e che mi aveva già detto tutto.
In parte ci sono rimasta molto male sapevo che mi stava mentendo, ho dovuto usarle tutto il mio self-control e tutto l'amore che ho per lui.
Perché avrei tanto voluto urlargli la verità in faccia.
Ma Sara mi ha anche chiesto di non dire a Duncan esplicitamente di suo fratello Luca, perché avrebbe dato di matto, così ho evitato altri casini.
<Buongiorno amore mio, devi per forza andare a lavoro oggi? >mi dice
Duncan e avvolto nelle mie splendide lenzuola rosa confetto, a qualche ciocca di capelli che gli ricade sul viso e da qualche mese a questa parte è la mia visione mattutina preferita.
<Devo chiudere le ultime pratiche ma credo che sarò di rientro per le sedici, il tempo di salutare i ragazzi e sarò tutta tua. >
<Va bene ma non ci mettere troppo tempo. >
<Tu che programmi hai? >
<Niente farò le valigie. >
<Non devi lavorare? >
<No! Ho finito per quanto riguarda l'azienda di mio padre, e ho anche concluso il lavoro di Firenze. >
< Quindi non lavorerai più per loro? . >
<Non sono più affari miei, mio padre e morto e io non ho più voglia di occuparmi del suo lavoro. >il suo tono e duro e a la fronte increspata.
Mi avvicino accarezzandogli un braccio, non voglio rovinare questa giornata.
<Mi dispiace, non volevo turbati. >
Prende il mio viso e lo avvicina al suo, baciando le mie labbra.
<Tu non mi infastidisci mai,so quanto tu sia curiosa di scoprire cose sulla mia vita. >
<Cosa te lo fa credere? >
<In queste due settimane non hai fatto altro che tempestarmi la testa di domande. >
<Scusami.. e solo che io tengo a te e vorrei che tu ti aprissi con me. >
<Io mi sono già aperto con te, dandoti il mio cuore. >
Il mio cuore palpita di gioia, lo amo così tanto, da non poterne fare proprio a meno.
<Non vedo l'ora di partire.
Il nostro primo viaggio insieme!! Non sei emozionato?. >dico euforica.
<Anch'io non vedo l'ora di portarti a casa mia,e finalmente andare via da qui per un po'. >
Le sue parole mi riscaldano il cuore, è Sara deve capire che devo dargli più tempo in modo tale che si apri con me,voglio che sia lui ad aprirsi di sua spontanea volontà.
Bacio le sue labbra un'ultima volta è corro in bagno ad infilarmi un abito verde scuro, indosso dei sandali oro,e lego i capelli in uno chignon spettinatio e infine applico un filo di trucco.
Eccolo lì accanto allo stipite della porta del bagno, se non la smette di guardami in quel modo sarò costretta a saltare il lavoro.
<DEVO ANDARE!!! >puntualizzo.
<Prego fa pure, l'importante è che torni presto. >
<Ti amo e lo sai. >
<Lo so, a più tardi. >
Mi stacco da quel bacio dolce e filo dritta in azienda..
Saluto Flora, oggi sembra stranamente triste.
<Ehi Flora come va? >
<Non sei un po' triste? Ci rivedremo a settembre. >
<Un po' si ma abbiamo tutti bisogno di staccare la spina. >
<Passerai le vacanze in America? >
<Si, ma non ancora abbiamo deciso quanti giorni resteremo li, voi che programmi avete? >
<Io e Claudio andremo ad Ibiza, non vedo l'ora. >mi dice entusiasta.
La saluto e mi dirigo da Marco, prima di rientrare in ufficio.
Busso fuori alla porta del suo ufficio, e socchiusa e lo vedo seduto alla sua scrivania che beve caffè, mi fa cenno di entrare.
<Ehi Natalia come stai? Pronta per goderti le ferie? >
<È stato un anno lunghissimo. >
<Già.. un anno abbastanza intenso e turbolento. >
Marco mi fa cenno di sedermi.
<Ti devo parlare. >la sua espressione non è più rilassata, è seria.
<C'è qualcosa che non va con le grafiche? >chiedo.
<No, sei sempre molto brava nel tuo lavoro,svolgi il tuo compito con cura e determinazione.>
<Di cosa volevi parlarmi? >
<Non sono sicuro di volertelo dire ciò riflettuto molto e ora non voglio rovinarti le ferie. >
<Mi stai facendo aggitare!>
Marco è sempre molto alla mano con me, non lo mai visto così serio, sarà successo qualcosa.
<Pormettimi di restare calma. >
Ecco! Facile a dirsi difficile a farsi.
La mia testa va alla ricerca di tutte le cose brutte che potrebbe dirmi...
Dopo alcuni minuti di silenzio angosciante, Marco guarda nel vuoto.
Mentre io mi tortuto le pellicine facendole sanguinare.
<Si tratta di Stefano!!. >
Sentire il suo nome dopo così tanto tempo mi fa un certo effetto, anche se l'amore è finito l'affetto quello non è mai svanito.
<Che gli è successo? >
<È stato male, molto male. >sembra commosso.
<Marco ti prego che succede? >
Sto inziando a sudare, Marco ha una strana espressione.
<Stefano stava per suicidarsi. >
Un colpo al cuore, sento tremare il pavimento sotto ai piedi, le mie gambe non smettono di tremare come foglie.
Il senso di vuoto che sento dentro mi fa spezzare il cuore in due, ho freddo e per essere metà agosto non è normale.
Vedo nei suoi occhi la tristezza e dalle sue parole percepisco l'amarezza gli è costato molto dirmelo.
Anche sua sorella si è tolta la vita e ora anche Stefano lo stava per fare.
Ho quasi paura di chiedergli ora come stia Stefano.
<Quando è successo? E colpa mia vero?. >
< Natalia smettila!! Non darti sempre colpe che non sono tue.
Stefano è adulto non è più un bambino sapeva a cosa stesse andando incontro e per sua fortuna ora sta bene. >
Vorrei tanto pensarla anch'io così, ma sono già a pezzi.
<Da quando lo sai?. >
<Lo so da più di un mese. >
<Perché non me lo ai detto prima?.
Avevo il diritto di saperlo!!. >
Forse...ma ciò non toglie che stavo per diventare sua moglie.
<Voglio bene ad entrambi e anche se tu ora stai con Duncan per me non è cambiato niente, so che prima oppoi dovevo dirtelo ma non avevo il coraggio. >
<Voglio vederlo, ora dov'è?. >
<No Natalia non credo sia una buona idea. >
<Perché mi dici questo? >
<Ora si trova in un centro di recupero, ha chiesto personalmente di farsi aiutare. >
<Dammi l'indirizzo!. >
<Non posso!. >
<Vuoi che mi metta a cercare tutte le case di recupero?. >
<Quando sono andato a trovarlo mi ha chiesto di non dirtelo, non vuole vederti... >
Esco furiosa dall'ufficio di Marco sbattendo la porta alle mie spalle.
<Natalia ti prego.. >
Ignoro il richiamo di Marco, chiudo a chiavi la porta dell'ufficio, cerco di trattenere le lacrime, sono un mix di rabbia e delusione.
"Mi ha chiesto di non dirtelo, non vuole vederti".
Sono le parole che Marco mi ha appena detto e rimbombano nella mia testa, mi hanno ferita profondamente.
C'è un posto vuoto Sara non è ancora in ufficio, meglio così oggi voglio restare sola, dopo tutto quello che ho appena saputo.
Mi sento così tremendamente in colpa e facile dire non è per colpa tua, provate a stare nella mia posizione e magari capirete.
Ma porca puttana perché? Perché?.
Dove cazzo è Miriam pensavo che fosse andato oltre anche lui, speravo che stesse vivendo la sua vita con lei. Vorrei solo sapere cosa cazzo gli è passato per la testa,non posso crederci ancora ma grazie a Dio sta bene e se fosse morto non me lo sarei mai perdonata, visto come ci siamo lasciati l'ultima volta.
Ma ora non riesco a stare con questo peso sullo stomaco, devo fare qualcosa, io devo sapere.
Devo farlo, Chiamo suo madre.
Appena digito il suo numero il telefono inizia a squillare,c'è silenzio dall'altra parte.
Credo che abbia capito chi sono, dovrebbe avere ancora il mio numero di cellulare..
Con voce tremante spezzo il silenzio .
<Sono Natalia, volevo parlarle di Stefano. >
<Non abbiamo niente da dirci! Stai lontana da mio figlio!.>
<La prego non riattacchi mi dica solo se Stefano sta bene, la prego. >
<Per essere una traditrice ne hai di coraggio. Ti permetti di chiamarmi e sapere le condizioni di mio figlio, dopo tutto quello che hai fatto.! Ti sei già stancata di andare a letto col tuo assistente?. >
Ora o mai più, vai Natalia!!
<Ora basta!!! Lei deve sapere che non sono solo io la causa del male di suoi figlio, ma anche lei lo è!!.
Creda che io non sappia la facenda dell'incidente dove Stefano investí i due ragazzi? È lo sa cosa ho fatto io? Gli sono stata accanto in silenzio, facendo finta di non conoscere mai quella storia, custodivo quel segreto con me al sicuro, e quando lo vedevo triste accarezzavo le sue ferite.
Ho cercato di capire il suo dolore facendomi scaricare le sue frustazioni su di me.
È lei lo sa perché lo fatto?
Perché l'ho amato davvero!.
Ma come tutte le cose anche l'amore finisce, quindi non si permetta di parlarmi in questo modo. >
<Questo non giustifica ciò che hai fatto, e i tuoi genitori sono stati informati personalmente da me che la loro figlia deve vergognarsi per aver fatto saltare un matrimonio.
Sono così dispiaciuti di avere una figlia come te.
Mentre io ora sono la donna più felice del mondo sapendo che mio figlio finalmente ti odia e prova solo ribrezzo per te. >
<Lei è una bugiarda!. Sa cosa le dico che è stato un'errore averla chiamata, lei non cambierà mai. >
<L'errore sei tu cara Natalia, mio figlio stava per suicidarsi nella casa dove avreste dovuto vivere voi due insieme. >
La sento crollare, sta piangendo, e nemmeno io riesco a trattenere le lacrime.
Dopo minuti di silenzio dove si sentono solo singhiozzi da entrambe.
<Mi dispiace così tanto.. >gli dico.
<Non ti credo, tu sei poroprio come lei.
Anche Marissa era così, per questo eravate sempre insieme. >
<Non la nomini, lei non la conosceva e la smetta di insinuare, se a qualcosa da dire lo dica!.>
<La conoscevo più di te e so benissimo che era una traditrice come te!!. Sai cosa ti auguro Natalia? di rimanere sola davvero, e che quel tizzio ti strappi il cuore e lo faccia in mille pezzi. Perché tu meriti solo questo, addio. >
Prendo la borsa e esco in fretta dall'ufficio ho bisogno di andare via subito, prendo l'ascensore ed esco fuori l'edificio, ho bisogno d'aria mi sento soffocare.
<Natalia che ti succede.. >Mi dice Flora correndomi incontro.
Non riesco a parlare Flora mi stringe tra le sue braccia,sto tremando.
<Calmati ti prego, vuoi che chiami Duncan?.>
<No ora torno a casa. >
<Sicura? Vuoi che ti accompagni io?. >
<No sto bene, ci vediamo tra un paio di settimane, buone vacanze Flora. >
<Ti prego scrivimi appena arrivi a casa. >
Salgo in macchina e cambio direzione, guardo l'ora dal cellulare e sono quasi le dodici, Sara non si è recata a lavoro forse sarà ritornata a Firenze, mi dispiace non averla potuta aiutare.
Riguardo il cellulare e non ho nessuna chiamata da parte di Duncan, imbocco la strada per andare nella casa dove io Stefano avremmo dovuto vivere.
Ricordo ancora quando sono venuta qui l'ultima volta, ero già persa di Duncan,si era già insinuato nella mia testa e pian piano pendeva il spazio nel mio cuore.
Sono davvero una merda..
Vi starete chiedendo che ci faccio qui, non lo so, e il senso di colpa che mi trafigge l'anima al pensiero che Stefano poteva morire, qui in questa casa, dove ha lavorato per anni per metterla sú.
Resto ferma davanti all'uscio di casa, e nella mia mente cerco di immaginare la nostra vita insieme ma non ci riesco, non vedo niente che non sia me con Duncan.
Gli ho voluto davvero bene e sapere che non vuole più vedermi mi fa stare male.
Se solo Marissa fosse qui in questo momento ora farebbe tutto meno male, avrebbe leccate e fasciato le ferite del mio cuore.
Le parole di sua madre mi hanno ferita e stata cattiva senza peli sulla lingua, infondo e suo figlio.
Ma di certo da quella donna non potevo aspettarmi complimenti.
È stata così spietata da avvisare i miei genitori ora capisco perché mia madre non si fa sentire da mesi.
Sono davvero stanca di dare conto a tutti, quando chiudi una relazione di tempo le persone si aspettano che tu sia in una sorta di lutto, si aspetta che tu resti a casa e che non ti passa per la testa di vedere già qualcun'altro.
Ma forse quello che loro non sanno e di quanto tempo ho trascorso a essere infelice, a sopportare a supportare a sperare che Stefano cambiasse, ma non è stato così,alla fine sono cambiata io.
Ciò provato a sopprimere i miei sentimenti verso Duncan ma non ci sono riuscita.
Gli vorrò sempre bene e spero che un giorno mi voglia rivedere.
Alcune ore dopo..
Prendo le chiavi dalla borsa e apro la porta di casa, sono le cinque, sono in ritardo.
Appena sono andata via da quella casa mi sono fermata per qualche ora fuori casa di Marissa.
Lì i ricordi mi hanno offuscato la mente, e tra lacrime e le urla per la rabbia che provo per me stessa, sono dovuta andare subito via, ho richiamato l'attenzione di una donna. Credo che sua madre vivi ancora in quella casa enorme.
Sono a pezzi, non ho le forze per affrontare anche Duncan.
Appena entro in casa trovo già i bagagli pronti, mi dirigo in cucina c'è uno strano silenzio, prendo dell'acqua dal frigo.
<Dove sei stata?.>mi dice, indossa una semplice maglia a maniche corte,e dei jeans neri.
<Ho chiuso le ultime grafiche e ho salutato tutti i colleghi.
Tra qualche chiacchiera e un caffè si è fatto un po' tardi. >
<Non mentirmi. >
Ah bene, se la metti così ora basta.
<Io non dovrei mentiriti? Davvero Duncan? >
<Flora mi ha detto che te ne sei andata piangendo dall'azienda. >
<Non è niente non ho voglia di parlarne e non c'è niente da sapere. >
<E per quello che ti ha detto Sara vero? >
Cazzo!!
<Come lo sai? >
Vorrei dirgli tutto ma complicherei solo le cose, e la faccenda di Stefano aggraverebbe il tutto.
<Vi ho viste insieme. >
<Perché non me lo hai detto subito? >
<Volevo che me ne parlassi tu. >
<Non scaricare le tue colpe su di me, sono da giorni che ti chiedo di parlarmi della tua famiglia e tu mi hai mentito dicendomi di essere figlio unico.>
<Non è importante quello che ti ha detto.Lei non sa niente della mia vita é solo una viziata del cazzo, che si diverte a fare la crocerossina. >
<Perché parli di lei in questo modo?.
Voleva solo essere gentile a farti parlare con tuo fratello. >
<Io non ho un fratello cazzo!!! >
Sbatte con forza un pugno sul tavolo,le vene sul braccio si gonfiano sembrano quasi per esplodere.
<Questi sono i primi ostacoli e non è questo il giusto atteggiamento per risolverli. >gli dico.
Resta in silenzio mentre si avvicina, le sue mani tremano toccando la mia guancia.
Mentre io faccio un passo indietro.
<Vuoi ancora venire con me? >mi chiede.
<Si certo che lo voglio, io ti amo Duncan e anche se tu non ti apri con me io sto cercando di capirti. >
<Io non ti merito. >
<Non dire così non è vero.
Io sto cercando di capirti è so che parlare della tua famiglia ti fa stare male. >
<È così!. Tu hai sempre ragione amore mio. >
<Io aspetterò fin quando tu vorrai, e ascolterò e accarezzò tutto il tuo dolore se vorrai condividerlo con me. >
<Vieni qui ti prego. >mi dice quasi supplicandomi.
Mi stringe tra le sue braccia, appoggiata alla sue braccia mi godo questo momento, le sue dita delicate accarezzano i miei capelli.
<Ti spiegherò tutto appena saremo in America te lo prometto. >
<Andiamo via da qui. >gli dico baciandogli la guancia.
<Non volevo mentirti,e solo che mi fa male parlarne. >mi dice.
<Lo so,ora basta sono qui con te.
C'è un aereo che ci aspetta amore mio. >
***Spazio autrice ***
Cosa ne pensate del capitolo? Vi eravate già dimenticate di Stefano?Cosa vi a suscitato il suo gesto?
Mi scuso per gli errori quelli non mancano mai.
Nei prossimi capitoli scopriremo qualcosa in più su Duncan.
Pronte per l'america ?.
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