49. Come Quando Mi Sorridevi


Ho i tuoi sorrisi incastrati tra i mie occhi.

Non mi capacito ancora come la mia vita stia cambiando così velocemente. In così poco tempo ho avuto il coraggio di lasciare Stefano, dire addio ad un sogno che custodivo fin da piccola, il nostro matrimonio.
Ho scoperto che tra me e Marco c'era ben altro, che solo la somiglianza con sua sorella.
La sua famiglia erano i miei vicini di casa e suo fratello Dario era la persona più importante della mia vita, era il mio unico amico, era il mio tutto, eravamo inseparabili.
Poi c'è Duncan, non ho ancora trovato le parole adatte per descriverlo,vorrei soltanto amarlo senza farmi del male.
Ma attualmente è la cosa migliore che mi sia capitata.
Giorno per giorno ha cercato di trovare un piccolo spazio nel mio cuore, fino a rubarmelo tutto.

Oggi passerò un po' di tempo con Dario come hai vecchi tempi, abbiamo molte cose da dirci, sono passati dieci anni dall'ultima volta.
Ho sempre sperato di rivederlo, un giorno.

Controllo l'ora dal cellulare e sono le sette in punto, mi accorgo di avere dieci chiamate perse da parte di Duncan.
Era lui che mi chiamava ieri, che idiota che sono!.
Lo richiamo subito, mi sta venendo l'ansia.

<Cazzo Natalia!!! > la sua risposta è immediata.

<Scusami. Ieri sera si e fatto tardi. >

È meglio non dirgli di Dario, potrebbe pensare che per questo non gli ho risposto.

<Che cazzo di scusa è !!! >

<Sei di cattivo umore? >

<Si cazzo!!! Ho aspettato una tua fottuta chiamata per tutta la notte. >

<Mi dispiace. >

Duncan mi ha appena staccato il telefono in faccia, non approvo i suoi modi ma forse ha ragione avrei dovuto almeno avvisarlo.
Mi sono fatta prendere dall'incontro con Dario.
Non mi sarei mai aspettata di rivederlo.

Provo a richiamarlo, ma non ottengo nessuna risposta.
Odio quando fa così, sta esagerando.

Apro l'armadio e prendo un pantalone nero classico con un body di raso bianco.
Infilo dei sandali neri,e  applico un po'  di rossetto nudo sulle labbra, e sono pronta.

Appena arrivo in  azienda saluto Flora, che mi avvisa che ho dei nuovi progetti da finire per questo weekend.
Ma nella mia testa rimbomba la voce di Duncan, era incazzato nero.
Flora si accorge del mio pessimo umore.

<Naty che hai?, mi stai ascoltando? >

<Scusami Flora, oggi non è giornata. >

<E successo qualcosa? >

<Ne parliamo a pranzo. >

<Ieri sera mi ha chiamato Duncan,era preoccupato >

Davvero ha chiamato Flora? Doveva essere davvero in pensiero per me..

Saluto Flora e mi dirigo direttamente in ufficio non vedo l'ora che passino in fretta queste settimane, ho bisogno delle ferie.
Appena Duncan tornerà da Firenze dovemmo programmare una vacanza insieme.
Apro la porta del mio ufficio, e mi arriva alle narici l'odore di caffè.
Il pensiero mi riporta subito a Duncan.

E se fosse qui?

Appena entro nella stanza trovo sulla mia scrivania, un caffè fumante e una peonia.
C'è un biglietto, con scritto:
"Per la ragazza più timida che io abbia mai conosciuto".

È Duncan ne sono sicura, e qui, ne sono certa.

<Natalia buongiorno! >

Sento un voce diversa, non è la sua.
Mi sbagliavo....

Mi volto e vedo Dario, nota la mia espressione sorpresa e gli chiedo cosa ci faccia qui.

<Marco mi ha detto che ti serviva una mano, il tuo assistente e a Firenze. >

<Tornerà presto!!.Ora posso benissimo cavarmela da sola! . >

Dario sembra offeso dalle mie parole.

<Come preferisci, posso anche andarmene... >mi dice in tono offeso

<Scusami Dario e solo che oggi non sono di buon umore. >

Dario prende il posto di Duncan, per scusarmi gli spiego cosa può fare per aiutarmi.
Mi avvicino a lui, accendendo il computer, sento il suo sguardo su di me.
Facendo finta di nulla, gli mostro dei file su cui lavorare.

<Sei diventata proprio brava! >
Mi dice.

<Avevi dubbi? >

<No! Sei sempre stata perfetta in tutto. >

Gli sorrido e ritorno al mio posto, ma Dario mi blocca, impedendomi di muovermi.
Nei suoi occhi vedo  rabbia e non ne capisco il motivo.

<Ti sono mancato? >la sua mano trema, mentre mi tiene ferma.

<Perché me lo stai chiedendo? >

<Perché tu mi sei mancata, così tanto che stavo  per distruggermi. >

Le sue parole mi arrivano come uno schiaffo sul volto, anche lui mi è mancato, ma non è stata una mia scelta chiudere i rapporti.
Ora sembra che mi stia facendo sentire in colpa.

<Dario, anche tu mi sei mancato.
Eri il mio migliore amico!!. >

Restiamo in silenzio, guardandoci negli occhi per qualche istante.
Le parole di Dario mi fanno pensare, anche lui mi è mancato molto ma come amico.
Nei suoi occhi vedo un mix di rabbia e delusione.
Sono passati dieci anni dall'ultima volta che ci siamo visti,e sono cambiate tante cose.
Non può pretendere di trovare le cose come le aveva lasciate anni fá.

Ritorno a sedermi cercando di finire quello che avevo inziato.

Dopo due ore circa di silenzio, Dario fa avanti e indietro per la stanza, lo conosco bene odia stare  per molto tempo nello stesso posto.
L'unico posto dove potrebbe rimanere un intero giorno è la biblioteca.

<Mi sono scocciato!! Come fai a stare ore e ore chiusa qui dentro davanti al computer?. >

Lo sapevo.....

<Si direbbe che questo è il mio lavoro !>

<È una noia... Ammettilo!! >

<Il dovere e dovere, e sono felice di lavorare qui. >

<Bla Bla bla! >mima con le mani.  Dario e sempre stato buffo, alle medie mi faceva morire dal ridere quando imitava la prof di matematica.

<Signorina Natalia, io sono il fraello del capo, quindi ho un'idea. >

<Che vuoi fare? >

Dario esce dall'ufficio, senza darmi nessuna risposta.
Ritorno a lavorare sui progetti, anche se oggi e davvero difficile restare concentrati.
La telefonata di Duncan, mi ha intristita, vorrei parlargli.
Non voglio litigare con lui, non possiamo vederci per chiarire,voglio che torni presto.

Prendo il cellulare e controllo se ci sono delle sue chiamate, ma niente.
Gli mando un messaggio scrivendogli che mi dispiace e che mi manca.

<Andiamo!!! >

< Cosa? >

<Ho chiesto a mio fratello di darci un pomeriggio libero. >

<Ma sei impazzito? >

<Mi conosci così bene, sai che la normalità non fa per me.. >

Prendo il cellulare e lo metto in borsa, sperando che Duncan mi risponda.
Dario prende l'auto di suo fratello, vuole portarmi in tutti i posti che frequentavamo da piccoli.
La prima tappa sarà al parco, che si trova nel viale dove abitavamo da piccoli.

Sono felice di ripercorrere tutti quei momenti, ma il mio pensiero va a Duncan, mi manca e stando lontani non migliora la cosa. 

<Sei stato tu a portarmi i fiori?>

Dario mi guarda sorridendo..

<Avevi dei dubbi su chi fosse stato? >

<Come facevi a sapere che ero io? Ieri sera non eri sorpreso di vedermi. >

<Intuito? >

<Non mentirmi. >

Dario ferma l'auto e ci dirigiamo verso il parchetto.
Con un gesto inaspettato, Dario prende la mia mano, proprio come facevamo da piccoli.
Dopo che la famiglia di Dario si trasferì, quella casa non venne mai venduta.
Dario alza il passao obbligandomi a correre, vedo nei suoi occhi la stessa spensieratezza di un tempo.

<Aspetta, non correre ho i tacchi!!! >

Dario si volta a guardarmi,dal suo sguardo non ha buoni intenzioni.
Con le sue braccia robuste mi prende tra le sue braccia,le mie gambe penzolano dalle sue braccia.
Non riesco a guardalo mi sento in imbarazzo siamo troppo vicini.

Ricordo ancora quando ci siamo conosciuti, era da poco che si erano trasferiti nel viale di casa nostra.
Era una giornata grigia e non mi andava di andare a scuola avevo appena scoperto che Cristian si fingeva malato per non andare a scuola.
Così decisi che  nemmeno io volevo andare a scuola,fingendo di avere male alla pancia.
Ma mia madre credeva sempre a quel furbacchione di mio fratello, mentre io ero una pessima bugiarda.

A scuola, ero seduta da sola, non avevo nessuno al mio fianco.
Le altre bambine facevano coppia con le loro amichette, e non volevano avere nel banco una bambina silenziosa come me.
Quello che loro non sapevano che io stavo bene anche da sola a differenza loro.

La maestra quel giorno ci presentò  un nuovo alunno, che da poco si era trasferito a Roma.
Dario è di Venezia,ma la sua famiglia si spostava sempre per lavoro, per via del  padre, perché era un ricercatore.
Lo ricordo ancora come fosse ieri,quel primo giorno a scuola, Dario era magrolino, era un po' più alto di me.  Aveva i capelli spettinati sul volto,per nascondere le tante lentiggini.
Dario si vergognava molto, era più insicuro di me.
Prese posto al mio fianco, anche se aveva la possibilità di sedersi accanto ad un altro bambino, ma lui scelse me.
Giorno dopo giorno iniziammo a legare, perfino la nostra insegnate rimase sbalordita, del nostro legame.
Da lì anche i nostri genitori diventarono amici.

Ora che sono tra le sue braccia, vedo i suoi lineamenti cambiati, sul suo viso c'è ancora qualche lentiggine, le sue braccia sono più robuste.
Mai suoi occhi sono sempre dello stesso verde smeraldo.
Dario è diventato un uomo.
Con un po' di imbarazzo, mi reggo a lui, mettendo le mie braccia sulle sue spalle.

<Mi stai fissando? >

<Stavo guardando quanto fossi invecchiato. >

<Io penso che tu, mangi troppo.
Sei pesante!! >

Lo colpisco con un pugno sulla spalla <Scemo!!.. >

Dario mi fa scendere dalle sue braccia,appena arrivati al parco.
Questo posto è rimasto uguale a prima.

<Vieni Natalia, saltiamo il cancello!! >

<Sei impazzito! ho i tacchi e mi si strappa il pantalone appena provo ad arrampicarmi lì sopra. >

<Dov'è finita la Natalia, che non badava ai vestiti e alle borse griffate? >

<Sono cresciuta, ma sono rimasta sempre la stessa! >

<Non si direbbe!! >il suo tono e duro, mi sta infastidendo.

<Che hai? Sembra che tu ce l'abbia con me, quando dovrei essere io quella arrabbiata!! >

<Come scusa? >mi dice accigliato.

<Ti presenti qui dopo 10 anni, e mi tratti così, dopo che hai deciso tu di non rispondere più ai miei messaggi, ti ho chiamato per giorni e tu hai perfino detto ai tuoi di cambiare numero di casa,ora voglio sapere perché hai voluto troncare il nostro rapporto!! >urlo

Dario sembra sorpreso dalle mie parole.
Gira i tacchi e inzia a camminare.

Dove diavolo sta andando? .

Lo seguo, sta andando sulla vecchia altalena rossa.
Dario si siede su quella altalena scolorita.

<Mi dici che ti prende? >gli dico mettendomi davanti a lui per farmi guardare.

<Ti ricordi quando venivamo qui dopo scuola?
Mi obbligavi a spingerti sempre più sú, perché volevi toccare le nuvole. >

<Certo, come potrei dimenticarlo. >

Dario volta lo sguardo dal mio guardano un punto fisso.

<Quando hai inziato a lavorare per mio fratello, io non lo sapevo.
Marco non viene spesso a trovarmi, e sempre impegnato e lo sai meglio di me.
Un'anno fà su instangram mi apparve una foto caricata da Marco.
Dove c'era tutto il personale dell'azienda e lì ti vidi.
Chiamai subito Marco per sapere, se eri davvero tu.
Mi feci dare il tuo nome è cognome per essere sicuro di non essermi sbagliato.
Marco voleva che ti conoscessi perché somigliavi a nostra sorella, ma io  rifiutavo sempre l'invito di venirti a conoscere.
Perché io già ti conoscevo.
Tu eri tutta la mia vita! >

Sento un vuoto nel petto, la voce mi trema, Dario non ha mai smesso di amarmi.

<Perché hai smesso di parlarmi? Perché hai cambiato numero? Sei sparito senza un motivo!! >

<Davvero non lo sai? >

<Cosa dovrei sapere? >

<È tutta colpa di Stefano!. >

<Cosa c'entra lui, ora? >

<Dovresti saperlo, che l'uomo che ami è un viziato di merda, e pensa che con i suoi soldi possa comprare le persone!>

<Non parlare di lui cosi! Io non ero di sua proprietà! >

<Vedi? Lo difendi sempre.
Quanto tempo impiegherai a ritornare di nuovo tra le sue braccia? >

<Non sono affari tuoi!! Lui non è quello che sembra. >

<Mi minacciava.. >

Cosa? No non può essere, perché avrebbe dovuto?.

<Ora basta, voglio sapere la verità!! >

<Vuoi saperlo per davvero? >

Annuisco, non capisco perché faccia tutto questo mistero.
Dario mi invitata sedermi sul'altalena accanto al suo, proprio come facevaml da piccoli.
Venivamo qui,quando avevamo bisogno di parlare.

<Ricordi quando ti avevo promesso che sarei venuta a prenderti? Ricordi ancora i desideri scritti nella  scatola che abbiamo seppellito nell giardino, di casa tua? >

<Si, ma io... >

<Hai aperto la scatola senza di me vero? >

<Ero arrabbiata, perché non volevi più sentirmi. >

<Quindi sai benissimo che volevo diventare qualcuno per venirti a prendere e passare il resto della mia vita accanto a te, giusto? >

<Si... >

<Mi sono accorto che non ricambiavi il mio amore, ci hai provato ad amarmi ma non ci riuscivi.
Quando hai inziato a parlarmi di Stefano, mi distruggevo dentro, non solo c'erano migliaia di chilometri di distanza, a separarci.
C'era anche Stefano a dividerci,mi parlavi di lui, fregadotene di noi.
Così ho deciso di allontanarmi da te perché dovevo voltare pagina anch'io, come avevi fatto tu.>

<Perdonami se non ti ho amato come hai fatto tu con me. >

Non riesco a trattenere le lacrime, sento le goccioline cadermi sulle labbra.

<Non piangere mi fa male vederti così. Sapevo che mi volevi come amico, e neanche tu riuscivi a stare senza di me.
Ma decisi di non volere più sentire la tua voce, perché mi faceva male.
Così pensai di scriverti delle lettere. >

<Non le ho mai ricevute!! >

<Lo so, perché la prima lettera che ti scrissi, non so come, ma andò a finire nelle mani di Stefano.
Mi minacciò, appena lesse il contenuto..
Mi ricattava dicendomi che se non fossi sparito avrebbe rovinato l'azienda di Marco.
Loro due erano già amici, prima che tu iniziassi a lavorare per mio fratello.
E per questo che avevo deciso di non cercarti più. >

<Sono senza parole... >sono le uniche parole che riesco a dire, le lacrime mi hanno annebbiata la vista.

Dario scende dall'altalena, e viene ad abbracciarmi.

<Ti ricordi quando mi sorridevi? E io mi innamoravo.. >

<Sei sempre stato nei miei pensieri. >

<Lo so, ma Stefano è riuscito ad entrare nel tuo cuore. >

Non più vorrei dirgli.

Non gli ho ancora parlato  di Duncan, non so come la prenderebbe.
Stefano è stato sempre un'egoista, ma nessuno conosce il motivo di questo atteggiamento.
Federico mi ha sempre detto che Stefano aveva paura perdermi, e cercava in tutti i modi di allontanare gli altri da me, so che non dovrei giustificarlo.
Ma per Stefano io ero un punto di forza, ero l'unica a fargli dimenticare quella  tragedia.
Anche se lui non sa che io conosco il suo segreto.
Pensava che io lo sapessi leggere dentro, ma si sbagliava, io sapevo la verità.
Il suo segreto che custodisco con me nonostante tutto.
Stefano mi aveva messa in una bolla, per tenermi tutta per sé.
Ma l'arrivo di Duncan a fatto esplodere tutto, liberandomi da lui.

<Che ne dici se andiamo a salutare tua madre? >

Sicuramente Stefano avrà già detto ai miei che non voglio più sposarmi.
Temo la reazione di mia madre, nemmeno Dario sa di Duncan.
Pensa che nonostante mi sia presa una pausa da Stefano, io lo ami ancora, ma si sbaglia di grosso.
Dario e il mio migliore amico, e vorrei parlargli di Duncan, ma dopo le sue ultime confessioni, ho capito che prova ancora qualcosa per me.
E se sapesse che il mio cuore appartiene ad un'altro uomo che non è qui ora, potrei ferirlo.

<Va bene, andiamo. >

***Sapzio autrice ***
Salve ragazze, come state?
Come vi è sembrato questo capitolo?
Vi piace Dario? Avete mai amato qualcuno che non ricambiasse il vostro amore?
Natalia confesserà ai suoi genitori di Duncan?
Lo scopriremo presto.. kiss kiss 💋💋

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