42. Sguardi
Si baciavano di sguardi quei due
Finita la premiazione, tutti si dirigono al buffet, Stefano mi tiene stretta la mano, tenendomi al suo fianco.
Sbircio tra la folla, nella speranza di incontrare i suoi occhi, spero con tutto il mio cuore che non se ne sia andato.
Stefano mi presenta ai suoi superiori, i quali non fanno altro che guardare la mia scollatura.
Porci..
Questi tizzi, compreso Stefano resterebbero per ore a parlare di affari.
La mia testa grida: basta!!!.
Non c'è la faccio più a sentirli parlare.
Mi fingo interessata ai loro discorsi, guardo Stefano nella speranza che si accorga di quanto sia annoiata.
E quasi un'ora che mi trovo ad ascoltare strategie di marketing, e io cerco sempre di tenere lo sguardo verso la sala principle, nella speranza di vederlo .
Uno dei due uomini prende Stefano in disparte, parla così silenziosamente da non riuscire a capire cosa gli stia dicendo..
<Ehy amore, il mio capo, vuole mostrarmi dei progetti per la nuova banca, ti dispiace se mi trattengo con loro? >
<Nooo! tranquillo fa pure. >
<Tieni, queste sono le chiavi della nostra stanza, appena finisco qui ti raggiungo, e ti prometto che sarò tutto tuo. >
Annuisco..
Stefano si avvicina al mio orecchio, sussurrandomi..
<Non toglierti il vestito, voglio strappartelo io di dosso>
Mi pietrifico, resto ferma, al solo pensioro di passare una notte con lui.
Non ci sarebbe niente di male, e il mio fidanzato,e so per certo che non accetterà un'altro mio rifiuto.
Ma dannazione, Duncan e stato qui, non posso andare avanti nella mia vita,senza prima chiarire con lui..
Se solo sapessi dove si è cacciato.
Mi allontano e cerco di vedere se trovo Flora per informarla di Duncan, ma stasera sembrano essere spariti tutti.
Mi in cammino nella sala centrale, dove la musica ha inziato a risuonare, e in quelle note classiche, gli invitati si concedono un'altro ballo.
Credo che sarà una lunga notte.
Eccolo, e lí!! Lo trovato!!.
Non posso credere ai miei occhi,avevo già perso le speranze, e invece è ancora qui.
Il mio cuore alla sua vista, sembra palpitarmi di gioia.
Duncan e seduto su uno sgabello, ha i gomiti poggiati sul bancone del bar, sta sorseggiando, un liquido scuro credo sia amaro.
Senza dare troppo nell'occhio mi avvicino al bancone, Duncan non si accorge di me e sembra troppo preso a parlare con un gruppetto di uomini seduti lì accanto.
Mentre un di quei uomini mi guarda con troppa insistenza,ordino al barrista di servirmi un martini.
Lo so che sto esagerando, ma è l'unico modo di richiamare la sua attenzione.
Il camerierie mi strizza un occhio:
< Di nuovo qui, biondina? >
Gli sorrido falsamente, con la coda dell'occhio vedo Duncan, posare il bicchiere sul bancone,con troppa forza, per poco non la ridotto in mille pezzi.
Si volta a guardare il barista, che sembra capire che Duncan sia infastidito, gira i tacchi.
Si volta di scatto a guardarmi e mi fissa dritta negli occhi.
Solo ora sembra rilassare la fronte aggrottata.
I suoi occhi sono dritti nei miei, e io senza pudore lo fisso, all stessa maniera senza badare a quel gruppo di uomini.
Sembra che siamo ritornati quelli di poche ore fa, senza rabbia e rancori.
Il mio cuore sembra esplodere da un momento all'altro, il mio corpo sembra reclamare le sue mani su di me, la mia testa sembra aver preso pace a saperlo ancora qui.
A passi lenti e decisi,lascia quel gruppo di uomini, rifilandogli una scusa, e viene nella mia direzione.
Un sorriso inaspettato mi spunta sulle labbra, mentre dal suo viso non traspare nulla.
La musica nella sala cambia melodia , e delle nuove note iniziano a sfumare nella sala, Duncan mi prende la mano e mi porta al centro della sala, dove tutti stanno ballando.
Non riesco a fermarlo,siamo troppo esposti, ci sono tante persone qui che mi conoscono, ma le luci soffuse mi daranno una mano.
Prima di stringere la mia mano alla sua do un'ultima occhiata all'altra parte della sala, per assicurarmi che non ci veda Stefano.
<È troppo impegnato, per accorgersi di te. >mi dice
<E tu invece? Eri troppo impegnato a trovare il modo di andare via! >
<Non è così, ti stavo cercando. >
Distolgo lo sguardo dalla sala e i nostri sguardi si incontrano di nuovo, provo a rilassarmi ma è davvero difficile qui dentro, e la paura che qualcuno sbuchi all'improvviso e tanta.
<Ho sentito il discorso del tuo fidanzato, prima. >
<Immaginavo... >
<Spero che tu sia soddisfatta, dalle sue parole. >
<Duncan, tu non sei migliore di lui, sei scappato via all'improvviso. >
<Io non sono migliore di nessuno, cerco solo di essere migliore di me stesso. >
<E allora perché sei andato via prima? >
<Cosa avrei dovuto fare? Restare lì a vedere te che gli corri dietro come un cagnolino. >
<Ti odio!! > mi stacco da lui subito! >
<Nemmeno immagini quanto tu valga, e stando accanto a quel uomo diventerei un soprammobile di classe >
<Lo ammetto a volte lo penso anch'io, ma non è tuo diritto dirmi certe cose >
<Tu non vuoi credere, a quanto noi siamo simili! >
<Non ne sono così convinta, abbiamo passato più tempo a litigare che provare a darci del tempo,approfondire la nostra conoscenza. Hai preferito scappare via! >
<Hai ragione, ma e arrivato il tempo di recuaprere,ed io sono qui per te. >
<Duncan, ti rendi conto che Stefano è qui? E non è il momento giusto per chiarirci?. >
<Che importa ormai, vieni via con me, tu sei come me, non ami stare qui in mezzo a questa gentaglia malata, che non sa come spendere il loro sporco denaro. >
Duncan non mi da il tempo di ribattere, che mi stringe a se, e riprendiamo ad ondeggiare, come le note di questa canzone, diffusa nella sala.
Le sue dita, toccano la mia schiena nuda, il suo contatto sul mio corpo, mi provoca dei brividi lungo la schiena.
<Duncan, ti prego.. >
<Tu nemmeno immagini, l'effetto che hai su di me. >
Si sta avvicinando troppo, le sue labbra sono ad un centimetro dalle mie, sento il suo profumo inebriarmi tutti i sensi.
<Non qui, ti prego!! > gli dico appoggiando la mia fronte alla sua.
Duncan sembra non darmi ascolto, si avvicina sempre di più, vorrei tirarmi indietro ma i miei piedi sembrano incollati al pavimento, mi bacia la guancia,e le sue labbra morbide lasciano il suo sapore su di essa.
La musica si interrompe, mi allontano in fretta prima che le luci si accendino.
<Devo andare ora! >
<Sei una codarda! >
<Non è così, cerca di capirmi, ti prego! >
<Vieni via con me. >
<Non posso, non oggi. >
<Non voglio dividerti con lui. >
<Pretendi troppo da me, Duncan!.>
Stringe i denti, e abbassa lo sguardo, lasciandomi la mano per farmi allontanare.
Rimane lì fermo.
<Quale è il numero della tua stanza? >
<Cosa c'entra ora? >
<Dimmelo e basta! >
Il suo sembra un'ordine, ma Duncan è davvero arrabbiato, ho paura che possa fare una scenata.
Prendo le chiavi infilate nella borsetta e le estraggo.
<E la 203>
<Io avrò la 204,ti aspetterò lì .>
<Cosa? ma tu sei impazzito? >
<Se tu stasera non verrai da me, vorrà dire che avrai scelto lui, e io ritornerò a Firenze. >
Spalanco le palpebre, a sentire quelle sue parole,sembra un ricatto,Duncan mi ha appena fatto capire di non avere scelta.
Mi ha chiesto l'impossibile.
Duncan,mi guarda dritta negli occhi, mi prende il doroso della mano, e se lo porta alla bocca.
<Ti aspetto Natalia >.
***Spazio autrice ****
Duncan e ancora qui, Natalia accetterà l'invito nella sua stanza? Oppure si rifugerà nel suo porto sicuro "Stefano".
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