36.Girasoli
I girasoli, come si può facilmente intuire, sono sempre rivolti verso il sole.Lo seguono per tutto il giorno.
Regalare un girasole ad una persone che si ama significa "tu sei il mio sole, tu mi fai stare bene, tu sei la mia forza,sarò sempre rivolto a te".
Apro gli occhi e mi ritrovo davanti agli occhi una donna con dei capelli biondi, indossa un camice bianco.
Se non fosse per quella targhetta, dove c'è scritto il suo nome" Laura", avrei pensato che fosse Flora.
Ha una luce in mano, e mi sta aprendo le pupille.
<Mi scusi, ma lei chi è? È dove mi trovo? > le dico
<Signorina Preziosi, si calmi si è appena svegliata, c'è tempo per le domande. > dice con un tono severo.
Le pareti sono dipinte di bianco, indosso un camice blu, appena cerco di scendere dal letto, i fili che ho sul braccio iniziano a suonare, che diavolo sono questi aggeggi?.
<Che ci faccio in ospedale? >urlo
<Siii calmi, il peggio è passato.> dal tono in cui lo dice sembra che si sia preoccupata per me.
<Io non ricordo niente! >
<Stia tranquilla, ora le mando l'infermiera, per la sua dose di medicina, ma ora c'è qualcuno che la vuole vedere. >
La donna si avvia alla porta, appena la apre, vedo entrare la mia famiglia:Mia madre, mio padre..
<Mio FRATELLO!!!!!! che ci fai qui?>
<Sorellona mi hai fatto spaventare, ho preso il primo aereo, quando ho saputo che ti eri svegliata! >
Stringo forte il mio caro fratellone, quanto mi è mancato.
<Quanto mi sei mancato, bisognava che io stessi male per farti ritornare. >
<Non ci sperare troppo, appena ti avrò fatto un discorsetto, riparto. >
Mia madre ci guarda commossa, sembra davvero essere ritornata a casa.
Mio padre mi stringe la mano, senza smettere mai di piangere.
<Papà mi dispiace. >
<Stai tranquilla, è tutto passato >
La porta della stanza si apre, e un infermiera dall'aria un po' goffa, invita tutti ad uscire, credo debba farmi dei controlli, ma perché?visto che mi sento meglio.
<Vedo che ti sei svegliata, Preziosi! >
<Mi scusi, può dirmi cosa mi è successo? >
<Ah nessuno te la detto? >
La guardo in malo modo, sembra che mi stia prendendo per il culo.
<Ehi calma, ti spiego subito. Sono tre giorni che sei sotto sedativo per curarti la ferita alla testa, ed eliminare la sostanza di medicina che hai ingerito. >
<Cosa? Medicina? >
<Si chiamano antidepressivi,mia cara. >
<Io avevo smesso da tempo di prenderli, non so cosa mi sia preso quella sera.>
Mi guarda accigliata..
<Signorina, lei ha bisogno di riposo. >
<Quindi sono depressa?sono diventata pazza? >
Inzio ad agitarmi..
Ride di me.
<Signorina, non credo che lei sia pazza, o depressa, anzi la metterò alla prova. >
<In che senso? >
<Risponda alla mia domanda, chi è Duncan? È qualcuno che esiste davvero? Ho e frutto della sua immaginazione? >
Putroppo si, vorrei dirgli, ma cosa c'entra lui, perché c'entra sempre in qualsiasi situazione della mia vita.
<Allora signorina Preziosi? .>
Sentiamo aprire la porta, prima che possa entrare qualcuno le rispondo
<S-i>
Appena mi volto c'è Stefano, corre subito ad abbracciarmi, lasciandomi un bacio sulla fronte.
<Lui è STEFANO IL MIO FIDANZATO!! > preciso ad alta voce.
La interrompo prima che faccia succedere una strage.
Come fa a conoscere Duncan?.
Stefano mi guarda con occhi perplessi, e l'infermiera ci lascia soli, credo che sia rimasta di stucco.
<Natalia, amore mio, ti amo così tanto ho avuto paura di perderti. >
Mi stringe a se, baciandomi le guancie.
Mi sento fredda,nei suoi confronti, come se mi aspettassi di trovare qualcun altro,al suo posto.
Come se in questo momento non sento il bisogno di avere lui al mio fianco.
Che mi sta succedendo...
<Stefano che mi è successo? Perché mi sono ridotta in questo stato. >
<La sera della cena ci siamo lasciati bene, eri felice. Eri stanca del tuo lavoro, volevi licenziarti.> mi dice
Provo a ricordare ma non ci riesco, non credo di aver desiderato di rinunciare al mio lavoro, visto che mi ha cambiata la vita in un momento buio per me.
< I tuoi genitori quella sera passeggiavano sotto casa tua, e notando la luce accesa,hanno pensato di salire. È ti hanno trovata in quello stato. >
Stefano è scosso, sembra stanco.
<Continua! >
Mi stringe la mano, la tiro subito via.
Mi fa male comportarmi così ma mi sta venendo d'istinto, questo atteggiamento.
<Natalia ho avuto paura di perderti, quando sono arrivato all'ospedale, credevo fossi morta!>
<Basta!! Sta zitto, non voglio più ascoltarti. >
<Perché mi tratti così? >
<Stefano, la testa mi scoppia, voglio riposare. >
L'infermiera rientra nella stanza, invita Stefano ad uscire, mi informa che stasera passerò la notte sola, dovrò riposare molte ore prima di riprendermi del tutto.
Qualcosa mi dice che Teresa ci stesse spiando, ma dovrò ringraziarla, per avermi salvata da una lite con Stefano.
L'infermiera mi ingnetta qualcosa nel braccio.
<Farà un po' male, ma ti aiuterà a riposare. > mi dice
Esce dalla stanza, è rientra mia madre.
<Amore mio cerca di riposare, devi stare tranquilla è tutto passato. >
Guardo Stefano chiudere la porta.
<Dov'è? >dico a mia madre
<Stefano è andato via, si è sentito un estraneo, perché lo tratti così? >
<Mamma sai benissimo di chi sto parlando! >
<Natalia, lascia perdere, devi pensare a te ora, devi riprenderti al più presto possibile. >
Queste parole, mi suonano familiari, ho dei brividi lungo la schiena, inzio a sudare. Sto impazzendo!
<Mamma ti prego! >
<Natalia a cosa diavolo stai pensando? Non è morto nessuno! >
Le lacrime iniziano a scendere sulle mie guance.
<Scusami amore non volevo agitarti, ma ci hai fatto preoccupare, siamo tutti stanchi. Eri in stato di shock, perché hai bevuto? È lui che ti fa stare così? >
<No mamma, io non ricordo cosa mi sia passato per la testa quella sera, ma ho bisogno di lui, in questo momento. >
<Natali sono stati giorni difficili, Stefano ti è stato accanto, ha sofferto con noi, non puoi pensare ad un'altro ora. >
<Mamma mi dispiace, ma ho bisogno di Duncan, è tutto ciò che voglio in questo momento. >
<Natalia ora devo andare, ne riparliamo domani. >
Mamma sembra scossa, sento le palpebre pesanti , credo che l'infermiera mi abbia drogata.
< Riposa amore mio, ci vediamo domattina. >la sua voce è come un eco.
La voce di mia madre sembra una ninna nanna, per le mie orecchie.
Alcune ore dopo..
Apro gli occhi ed è tutto buio, cerco di staccarmi i fili che ho al braccio e provo ad alzarmi dal letto.
Credo di aver dormito per un paio d'ore, la testa non mi fa più male, cerco di trovare il cellulare, voglio chiamare Duncan.
Apro un paio di cassetti, ma del mio cellulare nemmeno l'ombra, guardo l'ora sull orologio fisso alla parte e sono le tre di notte .
Ho bisogno di fumare, ma qui non c'è nessuno da poter scroccare una sigaretta, tutti dormono. >
Cazzo!!! l'aggeggio che ho staccato dal braccio ha iniziato a suonare.
Esco in fretta dalla stanza, prima che possa venire qualcuno, mi dirigo verso l'esterno.
Appena raggiungo il terrazzo, finalmente respiro un po' d'aria, odio l'odore che emana questo ospedale.
Vorrei sapere dov'è ora, cosa sta facendo e se mi sta pensando, perché io mi sto tormentando l'anima senza di lui.
Appena ho aperto gli occhi ho sperato di trovarlo al mio fianco, ho sperato di specchiarmi in quei due occhi neri come la notte, come questa notte.
<Ehiii, che ci fai tu qui? >
La sua voce mi fa tremare , mi ha scoperto!
<Mi scusi, ma avevo bisogno di prendere una boccata d'aria. >dico
Il suo sguardo è severo, somiglia molto a Flora,è impressionante la somiglianza.
Guardo con troppa insistenza la sigaretta che ha tra le labbra,mi sento una drogata in astinenza.
< Se mi guardi così sono costretta ad offrirtene una. Ma non dirlo a nessuno, se no mi buttano fuori. >
La guardo lì impalata.
<Vuoi restare lì per tutta la notte? >
<Scusami, è che mi sento strana. >
<Ti senti bene ora? >
<Io credevo di essere impazzita. >
Ride di me, ancora.
<Non sei pazza, non hai il coraggio. >
<Il coraggio di fare cosa? >
<Scusa non volevo offenderti, è solo che in questi giorni ho notato quel tipo venire , quello che ti ha portata qui salvandoti. >
<Stefano...>
<No!!! L'altro. Non so cosa sia per te, ma lasciatelo dire Natalia è un gran bel figo! >ride
<Continua ti prego, parlami di lui, di questi giorni. >
<È stato lui a portati in ospedale, era disperato. Ci ha detto che ti aveva trovata così, avevi perso i sensi. Veniva tutti i giorni, si metteva in un angolino, aspettava che i tuoi familiari e compreso Stefano andassero via per venirti a trovare. >
<DAVVERO? >
Stefano mi ha mentito, o meglio mia madre non me ne ha parlato, lei sa che mi ha portata qui Duncan, ma ha preferito non dirmelo, perché si sta comportando così?.
<Ogni giorno ti porta dei girasoli. >
<Girasoli? È dove sono ora? >
<Bhe dovresti chiederlo a Stefano, appena li vedeva lì dava via. >
Cazzo, chissà se Stefano sa che sono di Duncan.
<Ora ritorna a letto prima che passi la dottoressa a farti vista.>
L'infermiera mi da la buonanotte, provo a chiudere gli occhi, ma dopo tutto quello che mi ha detto, il pensiero che Duncan sia venuto qui,e mi sia stata vicina mi tormenta.
Lo vorrei qui, ora! Vorrei parlargli.
Lui è la risposta a tutto.
Mi pento di aver trattato in quel modo Stefano, ma appena ho aperto gli occhi avrei voluto vedere solo Duncan.
Il mattino seguente....
I raggi del sole penetrano nella mia stanza, il dolore alla testa è finalmente andato via.
<Buongiorno Signorina Preziosi. >
<Salve dottoressa. >
<Oggi ti mettiamo in uscita. Come ti senti? >
<Molto meglio, grazie. >
<Che belli quei girasoli!!! >
<Girasoli? >
Dov'è sono? Guardo ogni angolo della stanza.
Non ci avevo fatto caso, sono lì sul tavolo.
<Sono per te Natalia!! Come tutti i giorni, da quando sei qui! Devi essere davvero speciale per qualcuno.>
<Duncan!! >
<Come scusi? >
<Niente... > gli dico
<Ora ti lascio, per le dieci uscirai dall'ospedale, abbiamo già avvisato i tuoi familiari. >
Saluto la dottoressa e mi dirigo verso il tavolo, ci sono due girasoli ed una rosa rossa, la mia attenzioni ricade sul bigliettino, lo apro in fretta.
Ovunque tu sia, io so amarti fino a li.
Il biglietto non è firmato, ma so benissimo chi sia.
Cosa vuole farmi capire, cosa vuole dirmi, che mi ama? Perché il mio cuore batte così velocemente, sono confusa.
Davvero mi ama?.
I miei occhi non possono credere a quello che stanno leggendo, ma dovrei credergli,?
Ma se lui ci tiene così tanto a me perché ora non è qui?.
<Buongiorno amore mio. >
La sua voce mi fa accapponare la pelle, che diavolo mi prende.
<Piccola, sei pronta per tornare a casa? >
<Si> gli dico rimanendo di spalle con i girasoli in mano .
<Chi te li manda? >
Rimango in silenzio, e da giorni che li butta via, e ora vuole la risposta da me.
Stefano mi fa girare e prende i fiori, prima che possa vedere il bigliettino lo stacco dai fiori, infilandolo nel camice.
Sentiamo entrare qualcuno.
<Buongiorno Natalia, ti sono piaciuti i girasoli? >
La guardo con occhi perplessi.
È Teresa, l'infermiera.
<Quindi sei tu che da una settimana gli porti i fiori? > dice Stefano
Teresa sembra in difficoltà,
<Si ai clienti speciali, portiamo dei fiori. >dice Teresa facendomi l'occhiolino.
Stefano non sembra molto convinto, prende tutte le mie cose in fretta, ed esce dalla stanza furioso.
Mi ha portato qualcosa da mettere, mi chiudo in bagno e noto il vestito rosso,
<LA CENA DA MARCO!!!! > inizio a ricordare
Stefano carica la valigia in macchina, e io ne approfitto per salutare Teresa .
<È venuto qui stamattina?. >le dico.
<No Natalia, mi ha chiesto personalmente di farteli avere. >
Sono senza parole, vorrei vederlo.
<Grazie di tutto. >
<Buona vita Natalia. >
Percorro il lungo corridoio bianco, vedo tutti quei volti, tutte quelle persone in quei letti soffrire, e mi sento tremendamente in colpa per avermi fatta del male da sola.
Mentre queste persone sono state sfortunate, io ero la causa del mio male.
Si perché sono una codarda, perché non riesco ad ammetterlo a me stessa, di volere un'altra persona.
Stefano avvisa l'infermiera che ho lasciato la stanza, prende la mia valigia e ci dirigiamo verso la sua macchina.
<È quella la tua macchina? >dico, rimanendo con la bocca aperta.
I miei occhi non possono credere a quello che stanno vedendo.
<Natalia, devi dirmi qualcosa? > dice Stefano guardandomi in malo modo
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