34.Un Salto Nel Passato
Fai attenzione a come parli a te stesso, perché" te stesso" sta ascoltando!
<Nataliaaaa, svegliatiiii! >
È la voce di mia madre, che ci fa a casa mia? .
Se mia madre dice di svegliarmi, vuol dire che sono le sette del mattino.
Mia madre non mi ha mai lasciato dormire fino a tardi.
La cosa più bella del vivere da soli è poter dormire in santa pace, poter mangiare schifezze a qualsiasi orario del giorno e della notte, senza che la mamma iniziii i suoi discorsetti, ma nonostante tutto ciò, mi manca non trovarla appoggiata allo stipite della porta tutte le mattine.
Ma ora voglio sapere cosa ci fa a casa mia?
Apro gli occhi con forza, ho troppo sonno.
Mi sbagliavo sono io che sono a casa dei miei genitori.
Mi alzo di scatto dal letto, non ricordo di essere venuta qui ieri sera.
Mi guardo allo specchio, situato di fronte al letto, indosso un abito rosso.
Dove sono stata per indossarlo?
Cosa ho fatto ieri sera?
La mia immagine vista allo specchio è spaventosa, ho un un pessimo aspetto, sembro un cadavere.
Non ricordo perché ho deciso di venire a dormire qui,di solito non lo faccio mai.
Cerco di sforzarmi nel ricordare cosa mi ha spinta a venire qui, ma la testa mi fa troppo male.
Ci sono molti ricordi qui dentro legati al passato.
Da quando mi sono trasferita dall'altra parte della città, non ho più messo piede in questa stanza.
Quindi oggi mia madre sarà al settimo cielo, se sono qui!!.
Le pareti, sono rimaste dipinte dello stesso colore, il viola, il mio preferito.
Questo colore mi ha sempre ispirato tranquillità.
Alle pareti ho ancora attaccato il poster dei Blue,adoravo quel gruppo.
Peccato che tutte le migliori band ,prima oppoi si separano.
Dall'altra parte della parete, ci sono delle mensole, con tutti i miei libri.
I mei preferiti sono:Il grande Gatsby, Harry Potter è Cime tempestose.
Li avrò letti un milione di volte.
Dietro alla porta della mia camera ci sono ancora attaccate le foto scattate con la polaroid, di Marissa.
Un tempo adoravo la mia stanza, appena tornavo da scuola mi chiudevo qui dentro, preferivo passare i pomeriggi qui, a leggere libri, che starmene in giro. Ho sempre saputo di essere strana.
Mentre ora restare qui dentro mi angoscia molto.
In una piccola cornice di colore rosso,poggiata sulla scrivania di legno, c'è una foto, scattata da padre,avevo otto anni e c'era Dario che mi dava un bacio sulla guancia.
Questa foto la tengo ancora qui, ci tengo molto, anche se a Stefano da fastidio.
Dario era il mio vicino di casa, quando si trasferì nel mio viale eravamo due bambini, i nostri genitori strinsero sin da subito un forte legame. Frequentavano spesso la mia casa, tra cene e feste, io e Dario diventammo inseparabili .
Dario era rimasto solo perché i suoi fratelli studiavano all'estero.
Divenne il mio unico amico.
Io e Dario eravamo simili, ci piaceva fare le stesse cose:restare a casa a guardare serie tv, leggere libri, mangiare schifezze.
Passavamo le serate sulla finestra della mia camera, a spiare i vicini.
Per Dario io ero la sua migliore amica,la sua confidente.
Ma quando inziammo a frequentare le scuole superiori, prendemmo strade diverse.
Dario, col tempo divenne molto carino, è inziò ad avere qualche ragazzina che gli filava dietro.
Iniziò a raccontarmi i suoi interessi verso una ragazza della sua scuola.
Da lì inziai a sentire un leggero fastidio, diventai gelosa, iniziai a pensare che forse provavo qualcosa per lui.
Lo volevo solo per me, non volevo che il mio unico amico si innamorasse di qualcuna.
Non avevo il coraggio di parlargli dei miei sentimenti, non volevo rovinare la nostra amicizia.
Un giorno ero nella sua camera, lui era ad una partita di calcio, sua madre mi fece aspettare il suo arrivo nella sua stanza, per noia mi misi a sbirciare tra le sue cose.
Trovai il suo diario, è lessi una pagina dove parlava di me.
Scoprì che Dario non aveva mai baciato nessuna ragazza, perché avrebbe voluto prima farlo con me.
Avevo il cuore che scoppiava di gioia.
Quando Dario rientrò dalla partita, non smettevo di sorridere dalla felicità,il mio migliore amico provava qualcosa per me, come io con lui.
Dario si accorse del suo diario lasciato aperto sulla scrivania, si arrabbiò, ma quando gli confessai che anch'io non avevo mai baciato nessuno, perché stavo aspettando che fosse lui il primo, Dario mi venne incontro stringendomi a sé, mi diede un bacio così dolce, che lo ricordo ancora.
Fu così che diedi il mio primo bacio, eravamo inesperti entrambi, ma ci volevamo bene,davvero.
Dario proveniva da una famiglia molto ricca, suo padre era un imprenditore. Aveva un fratello è una sorella più grandi di lui che non vedeva mai, lui era il più piccolo dei tre.
I suoi genitori viaggiavano spesso per andare a trovare i loro due figli, mentre Dario restava a casa con noi.
Mio fratello iniziò a sospettare di noi, ma tenemmo nascosta la nostra relazione.
Non volevamo etichette, eravamo semplicemente Dario e Natalia, due ragazzi che si volevano bene.
L'anno dopo che ci eravamo messi inseme, la sua famiglia venne colpita da una disgrazia. Sua sorella morì.
La famiglia decise di trasferirsi in Francia dove abitava il loro primo figlio. Non ricordo come si chiamava il fratello più grande, non veniva mai qui.
Dario soffriva molto, per il trasferimento, ma sua madre non voleva più stare lontana dai figli.
E così che ci siamo separati.
Prima di partire, ci siamo fatti delle promesse. Avevamo lo stesso parere sulle relazioni a distanza sapevamo entrambi che non avrebbe mai funzionato, avevamo sedici anni, eravamo troppo giovani.
Così decidemmo di restare amici,di sentirci sempre, di esserci sempre l'uno per l'altro.
Dario prese una scatola, dove seppellimo in giardino, in quella scatola c'erano due lettere, la mia e la sua.
Giurammo che un giorno ci saremmo rivisti e avremmo letto cosa conteneva la lettera che avevamo scritto.
In quella lettera c'erano racchiusi i nostri sogni, i nostri desideri,il nostro futuro.
Ci siamo scritti e sentiti per molti anni,abbiamo cercato di mantenere i rapporti, all'inizio fu dura, mi mancava tanto, ero rimasta sola,sola davvero.
Anche mio fratello si trasferì all'estero.
Quando conobbi Stefano, Dario inziò a non rispondere più ai miei messaggi.
Anche lui mi aveva parlato di qualche ragazza che aveva frequentato, ma appena mi fidanzai con Stefano cambiò numero di cellulare.
Erano passati quattro anni da quando era andato via, ero così arrabbiata, è delusa dal suo atteggiamento, che andai nel mio giardino e presi la scatola.
Apri la lettera che Dario aveva scritto, quando lessi il suo deisderio, rimasi a bocca aperta.
Dario voleva diventare più ricco del padre, per riuscire a ritornare in Italia e sposarmi.
Piansi così tanto quel pomeriggio, Dario mi mancava così tanto, le mie lacrime erano anche per i sensi di colpa.
Nella mia lettera c'era scritto altro, desideravo di non perderlo mai,ma come amico.
Non riuscivo ad andare oltre con lui,provavo solo un grande affetto.
Da grande volevo diventare madre, avere un figlio da un' uomo che amassi davvero, volevo diventare una donna forte.
Sulle mensole ho ancora tutte le foto di me e Stefano dei primi anni insieme. Quando ci siamo conosciuti avevo vent'anni, volevo provare anche io cos'era l'amore.
A vent'anni ero ancora vergine, quando lo dissi a Stefano, per lui fu uno shock.
Ma lo resi felice, fú speciale quella notte.
Mi innamorai di lui completamente, era la mia luce in tutte le notti buie, era il mio raggio di sole nelle mie giornate grigie, ha stravolto la mia vita così tanto, così in fretta, che ora sembra essere solo un ricordo di quei tempi.
Siamo cambiati entrambi, i nostri sentimenti sono maturati, i miei cambiati.
Non posso capacitarmi di averlo tradito. Maledetto Duncan!!
Apro il cassetto della scrivania,e prendo la chiave del lucchetto che io e Stefano, abbiamo messo sul ponte Milvio.
Secondo la leggenda avremmo dovuto buttare la chiave nel Tevere, ma Stefano pensava che portasse sfiga, così lo tenuto io.
Quel giorno, ci siamo promessi di amarci per sempre.
È una promessa e una promessa.
Stefano non ha mai avuto una relazione seria, aveva avuto tutte relazioni brevi, non riusciva ad innamorarsi davvero.
Mi ha sempre detto che non aveva mai amato nessuna, finché non mi ha incontrata.
Mi diceva che io era la sua lei, e finalmente mi aveva trovato.
Io grazie a lui sono cresciuta, ho cercato di essere meno ribelle, ho cambiato lati del mio carattere per lui,sono diventata un'altra persona.
Gli devo molto, è grazie a lui se ho conosciuto Marissa.
Scavo tra le scartoffie, dovrebbe essere qui:eccolo! il mio diario segreto.
Mi ha accompagnata per molti anni, della mia vita.
Ho smesso di scrivere, da quando Marissa è morta, non avevo più niente da scrivere, la mia vita era diventata piatta.
In questo diario ci sono i miei segreti più intimi, i miei pensieri, le mie delusioni è i mie successi.
Se dovessi scrivere la Natalia di oggi, intitolerei la pagina con:
"Sono un disastro".
Dopo la delusione di Dario, mi chiusi in me stessa, oltre Stefano non parlavo con nessuno.
Poi è arrivata lei.
Apro un'altro cassetto, estraggo una scatolina rossa,contiene la collanina con la metà di un cuore.
Da ragazzina adoravo le collane che portavano tutti i fidanzati,i famosi "cuori spezzati", dove venivano incisi i nomi della propria metà.
Ma Stefano essendo più grande di me, diceva che era una cosa che facevano i ragazzini,e lui non l'avrebbe mai indossata.
Marissa un giorno, venne qui, con l'aiuto di mia madre nascose la scatolina nel mio guardaroba, nel cassetto del l'intimo, si Marissa amava le sorprese, ma era anche mezza matta. Quando gli ho chiesto perché l'avesse nascosta tra le mie mutande, mi rispose che l'avrei trovata subito, visto che dovevo per forza cambiarmi le mutande una volta al giorno.
Sorrido a quel ricordo.
Quanto mi manca, quella testa matta.
Nella scatola c'era la mia parte del cuore, con inciso il suo nome, e lei possedeva l'altra metà.
Quando ho deciso di andare a vivere da sola ho tolto la collana, volevo lasciare tutto qui, come era rimasto.
Non ho portato nessun ricordo, apparte la scatola.
Ho cercato di lasciare qui anche il mio dolore, ma quello te lo porti dentro per sempre.
Esco dalla stanza è mi dirigo in cucina, voglio sapere perché ho dormito qui.
<Mammaaaa, mammmaaaaa! >grido
Vado in cucina ma mia madre sembra sparita.
Cerco in giro il mio cellulare, ma non lo trovo. Guardo fuori dalla finestra ma e buio pesto.
Strano....
Torno in camera per prendere le scarpe, ma non le trovo , possibile che non le trovo mai, mia madre a la mania di togliere tutto da mezzo.
Ho paura che sia successo qualcosa.
Esco fuori dalla mia casa è mi dirigo nel viale, è tutto buio, le abitazioni intorno sono sparite.
Che diavolo sta succedendo?
Dove mi trovo?
Vorrei sapere dov'è mia madre, sono sicura che era la sua voce a svegliarmi.
Sto per avere una crisi di nervi, ho paura.
Stefano abita a mezz'ora da qui, andrò da lui per vedere cosa sta succedendo.
Nel buio non vedo niente attorno a me, non riesco a proseguire è tutto nero intorno a me.
Dopo aver camminato per mezz'ora nel buio, da lontano riesco a vedere una piccola luce.
Appena la raggiungo, trovo una candela poggiata su una panchina.
Mi siedo, non ho la pallida idea di cosa stia succedendo, mi sforzo di ricordare cosa mi sia successo ma la mente mi si è chiusa e ogni volta che provo a ricordare,mi scoppia la testa..
<Nataliaaa, svegliatiiiiii!!!>
<Chi c'è? >
Mi alzo di scatto dalla panchina, è una voce che non conosco, non riesco a capire se sia una voce maschile o femminile, ho paura.
Mi giro intorno, ma nel buio non vedo nessuno.
Qualcuno si sta prendendo gioco di me.
E questo è un gioco di pessimo gusto!
<Natalia non ti fidare di lui! >mi dice la voce, che proviene dal buio.
<Lui chi? Chi sei?. >
<Natalia, ritrova te stessa!>
<Duncan sei tu? È uno scherzo vero? >
<Non sentirti in colpa Natalia! >
Che significa?...
< Cosa ne sai tu della mia vita?>
<Sono sempre al tuo fianco. >
Queste parole, mi fanno rabbrividire..
<Va da lei, lei ti darà le risposte,lei è la chiave di tutto. >
<Da lei chi? Dove sono? >
<Sei bloccata nel passato. >
<Cosa vuoi da me? Lasciami in pace! >
<Ti conosco, ti ho vista dentro, so come sei davvero. >
Quelle parole, qualcuno me le ha già dette.
<Marissa sei tu? >
Cerco di capire da dove arriva la voce, ma nel buio non riesco a vedere nessuno. La testa inzia a girarmi, sento tremare la terra sotto ai piedi, non c'è più niente intorno a me.
Da lontano riesco a vedere una piccola luce lampeggiare.
Bip..bip...bip
Sento un rumore rompermi i timpani, la luce si fa sempre più forte quasi mi acceca .
Sono davvero morta, davvero è finita così.?
La testa mi fa troppo male, mi riparo con le mani dalla luce che sembra raggiungermi.
<Nataliaaaa resta qui con me ti prego!! >
questa voce la riconosco.
<Sei tu Du-n... >
Sto perdendo i sensi non riesco a restare in piedi.
***Spazio Autrice***
Salve ragazze, spero che il capitolo vi sia piaciuto. Questo è lo stato in cui si trova Natalia, dopo aver sbattuto la testa. Tutto ciò, sta accadendo nella sua mente,un tuffo nel passato.
Capitolo molto intenso, si dovrebbe iniziare a capire qualcosa. Nel prossimo capitolo scopriremo cosa gli è accaduto.
Alcol e antidepressivi, sono un mix letale.
Natalia è in grave condizioni.
Per questo capitolo mi sono ispirata ad una persona ❤️
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