20.Senza Te

Quanto mi costerà allontanarmi da te? Una vita.

Le settimane sembrano scorrere velocemente, è ormai passata già una settimana da quando Flora è a Firenze.
Il primo giorno è stato davvero strano, entrare in azienda e non trovarla alla reception come tutti i giorni.
Mi ero abituata a quella visone mattutina, chioma bionda è sorriso luminoso ad accogliermi ogni giorno. Così è stato anche per la pausa pranzo, sembro essere ritornata di nuovo da sola, dopo la partenza di Flora anche Duncan mi ha abbandonata.
Da quella cena non mi ha più rivolto la parola, si è limitato solo di parlarmi per cose riguardanti al lavoro. Duncan è un tipo strano prima si comporta come se fossi qualcuno di importante per lui ,poi sembra ignorarmi del tutto..
Daniela sembra essersi ambientata bene, col suo fascino e quei suoi abiti sempre troppo mini fa giare la testa a ogni uomo che lavora qui in azienda. Ogni giorno me la ritrovo sullo stipite della porta del mio ufficio ad aspettare Duncan,passano la pausa pranzo sempre insieme.

Oggi Stefano mi ha promesso di venire a pranzo con me, dobbiamo continuare quel discorso sul matrimonio.
Prendo un abito nero dall'armadio abbastanza aderente, mi arriva alle ginocchia,ha un cinturino in vita color oro, infilo le mie luoibouitin, metto un filo di trucco e sono pronta.
Una volta entrata in azienda mi dirigo direttamente in ufficio,da quando Flora non c'è non ho nessuno apparte Marco con cui fermarmi a parlare. Duncan e già seduto alla sua postazione,indossa un abito grigio con una camicia azzurra,che fa da contrasto a quei due occhi neri che si ritrova, sembrano due profondi abissi.
Lo vedo scrutarmi dalla testa hai piedi con un sorriso malizioso, oggi sembra più strano del solito.

<Ti ho lasciato il cappuccino sulla tua scrivania. >mi dice.

Non ci avevo fatto caso, ero troppo impegnata a guardarlo, sembra ogni giorno più bello.
Sono davvero sorpresa è una settimana che non parliamo e da un po' che ha smesso di portarmi il succo la mattina.
Persa in quei pensieri vedo che mi guarda perplesso.

<Nemmeno questo è di tuo gradimento? Ho fatto aggiungere pochissimo caffè. >

<Grazie sei stato molto gentile. >mi limito a dire.

Prendo il mio posto e accendo il computer, devo ricontrollare dei file e delle grafiche su cui ho lavorato per giorni, entro domani devo fare visionare a Marco il tutto  e poi inviare le grafiche all'azienda del marchio per cui sto lavorando.
Ma sembra strano fino a ieri sera era sul desktop la cartella, non riesco a trovarla, inserisco più volte il nome della cartella ma risulta non esistente,sono davvero nel panico più assoluto.

<Era qui fino a ieri... Porca miseriaccia!. >

<Che succede?. >mi dice.

Lo ignoro, non ho intenzioni di dirglielo.
Ricomincio a cercare disperatamente quella cartella, dopo alcuni minuti lo vedo fissare nella mia direzione, si sta alzando e viene verso di me.
Duncan si avvicina e resta in piedi dietro alle mie spalle.

<Cosa stai cercando?. >

Mi arrendo sono disperata, il tempo stringe e se non riesco a trovare quella cartella, devo ricominciare tutto da capo, è il tempo è davvero limitato.

<Non trovo la cartella col lavoro svolto da inviare a quelli di Milano.>dico.

<Come hai chiamato la cartella?>

<Per Marco. >

<Che razza di nome è? >. Sta ridendo di me

Duncan mi sta guardando con un sopracciglio inarcato.

<Non potevi chiamarla semplicemente col nome dalla campagna per cui stai lavorando.>

Siamo troppo vicini, sento il suo profumo inebriarmi i sensi, inizia a trasmettermi un senso d'ansia è da quando siamo stati a Milano che non siamo così vicini. Devo allontanarmi!

<Faccio come mi pare, puoi pure ritornare al tuo posto!. >gli dico im tono acido.

Duncan non presta ascolto, lo sento sbuffare, poggia la sua mano sulla mia, muove il mouse.
Quel contatto improvviso mi riporta in quella camera, il calore delle sue mani sul mio corpo, deglutisco più volte al ricordo di quella sera.
Cerco di scacciare via quella visone dalla mia mente.
Resto a fissare le nostre dite intrecciate, mi maledico per non aver provato nemmeno una volta a togliere la mia mano dalla sua.

<È stata eliminata!. >

<Cosa? Non è possibile, nessuno ha la mia password. >

<Sono computer aziendali, possono accedergli tutti. >

Trattengo le lacrime, non può essere ho lavorato per giorni su quei progetti.

<Potrebbe essere stato un virus? >dico.

<Non credo, avrebbe eliminato anche le altre cartelle. >

<Perché insiti che sia stato qualcuno?. >

<Perché se l'avessi eliminata tu per errore, ora sarebbe nel cestino ma è stata eliminata completamente dal computer. >

Duncan ritorna al suo posto, sono davvero furiosa, non può essere che qualcuno l'abbia eliminata.
Chi mi farebbe una cosa del genere?. Ora non ho tempo per pensare a questo, devo rimettermi subito all'opera.
Passo quasi quattro ore a cercare di riscrivere la prima parte, dopo toccherà alla parte grafica.

Alzo il capo per vedere cosa sta facendo, e preso anche lui sul suo computer, si accorge subito che lo sto guardando.
Sta ridendo di me sembra un ragazzino.
Ora che lo guardo meglio, non so davvero nulla di lui dalla cosa più banale, non so quanti anni abbia, so che vive con un amico qui a Roma, chissà se vede la sua famiglia. Continua a ridere...

<Sei uno stronzo!!>Gli dico.

Alza il capo di scatto verso di me.

<Cosa sarei io?. >mi dice in tono sorpreso.

<Stavi ridendo di me. >

<Non è colpa mia se sei una sfigata.>

Lo prenderei a sberle!

<Cosa hai detto?ripetilo se hai il coraggio!. >gli dico

Mi alzo di scatto è mi avvicino alla sua scrivania.
Duncan si alza e aspetta che mi avvicino.
Gli punto un dito contro per non farlo avvicinare troppo.

<Sei una sfigata! >

<Tu sei il mio assistente, invece di ridere di me,ora mi aiuterai a rifare tutto quello che ho perso in quel maledetta cartella. >

<È per caso un ordine?. >. Mi sfida con quei due occhi neri come la notte.

Si avvicina sempre di più, mi sposta una ciocca di capelli caduta sul mio viso. <I-io..>balbetto.
Quel suo tocco mi fa accapponare la pelle.

<Io cosa Natalia?. >Continua ad accarezzarmi la guancia.

Qualcuno bussa alla porta, sussultiamo entrambi, mi allontano velocemente da lui, la porta si apre è Daniela.
Indossa un'abito blu elettrico con una profonda scollatura sulla schiena.

<Ti stavo aspettando è iniziata la pausa pranzo. Ah ciao Natalia ci sei anche tu qui!. >

Che stronza, dove cazzo dovrei essere scusa?!.vedo che anche oggi si e dimenticata di vestirsi decentemente.

La guardo in malo modo, ma non mi abbasso ai suoi livelli,preferisco ignorarla.
Mi limito a mostrargli il mio miglior sorriso più falso.
Duncan gli fa segno di andare e li vedo uscire fuori dall'ufficio.
Credo che oggi salterò il pranzo devo rimettermi a lavoro, per domani deve essere tutto pronto.
Alcuni minuti dopo sento ribussare alla porta, spero che non siano quei due.

<Amore ero giù ad aspettarti. >

Mi ero dimenticata di Stefano, ma dov'è ho la testa.

<Scusami amore arrivo subito. >gli dico.

Stefano si siede accanto a me, gli spiego l'imprevisto che mi è accaduto sembra sorpreso quanto me.

<Amore questo weekend sceglieremo la location, ne vedremo tre,ci sarà anche mia madre non ho potuto evitarlo. >

Sbuffo, non capisco quale sia il bisogno di stare sempre tra i piedi.

<Naty sai com'è fatta. Dai amore io voglio sposarti subito, anticipiamo a settembre!. >

<Cosa? Tra cinque mesi, sei impazzito!. >

<Si pazzo di te!. >

Non sono proprio convinta di affrettare i tempi, abbiamo molte cose da fare è cinque mesi sono pochi.
Stefano mi interrompe da tutti i miei pensieri, mi fa sedere sulle sue gambe, la sua mano si intrufola prepotente tra le mie gambe, le sue labbra così morbide riempiono la mia bocca col suo sapore..
Stringe le sue dita sulle mie gambe da lasciarmi qualche segno, la stoffa del vestito è risalita, cerco di riabbassarla ho le gambe completamente scoperte,ma Stefano non me lo lascia fare e continua a stuzzicarmi.
Stavo inziando a cambiare idea sul fare sesso nel mio ufficio,quando la porta si spalanca d'improvviso.
Vedo Duncan bloccarsi sull'istante appena mi guarda.
Cerco subito di ricompormi ma Stefano mi tiene salda nelle sue braccia,coprendomi con un braccio. Saluta Duncan ma lui distoglie subito lo sguardo senza ricambiare il saluto. Si siede al suo posto cercando di non guardarci.
Prego Stefano con gli occhi di lasciarmi andare sa che sono in imbarazzo.

<Va bene ti lascio ai tuoi impegni, ma continuiamo stasera quello che avevamo appena inziato. >mi dice troppo ad alta voce.

Guardo Stefano in malo modo, ma lui mi sorride, sembra che stia marcando il territorio.
Credo che abbia capito che Duncan mi stia sempre intorno, ha avrà notato che Duncan si infastidisce nel vederlo. Stefano è più grande di me ha più esperienze ha avuto più di una relazione, è impossibile nascondergli qualcosa.
Credo si fidi di me e di lui che non si fida, mi sento così in colpa.
Lo riaccompagno alla porta mi da un'ultimo bacio.
Spero di riuscire a terminare presto i progetti.
Richiudo la porta alle mie spalle e mi giro a guardare Duncan, ha il volto fisso sul computer.
La mia testa mi ordina di risedermi subito e di starmene zitta, ma il mio cuore tiene saldi i miei piedi sul pavimento. Che diavolo mi prende!.

<Mi dispiace per prima. >sono le uniche parole che riesco a dire.

Duncan aggrotta la fronte, ha un espressione cattiva, ha un sorriso falso sulle labbra si gira nella mia direzione,mi guarda senza degnarmi di una parola.

<Di qualcosa,mi dispiace di averti messso in imbarazzo. >tremo guardando i suoi occhi furiosi.

Emette una risata sarcastica..

<Natalia sei semplicemente come tutte le altre, ma puoi stare tranquilla a me non importa di te. >il suo tono è acido, sembra sputarmi veleno.

Le sue parole sono come uno schiaffo sul mio viso, dovrei essere arrabbiata invece no sono solo delusa, cerco con tutta me stessa di non far scendere le lacrime che hanno iniziato a riempire i miei occhi.

<Vattene!!. >urlo.

Duncan mi guarda in cagnesco.
Si alza è viene nella mia direzione.

<Io lavoro qui e non me ne  vado da nessuna parte!. >

<Tu non mi conosci!. >gli dico, non riuscendo più a trattenermi, le lacrime mi bagnano il viso.

<Nemmeno tu!. >. Mi dice.

Cerca di prendere un fazzoletto dalla sua giacca,ma mi affretto a risedermi, devo ricominciare a lavorare.
Duncan non insiste ripone il fazzoletto nella sua giacca ed esce dall'ufficio,non so dove stia andando mancano ancora delle ore per ritornare a casa, e io sono solo a metà dell'opera.
Chiamo Stefano per dirgli che stasera mi trattengo qui non riesco a finire il tutto in solo due ore.

Mi rimetto a lavoro ma sento il cellulare suonare,oggi sembra che qualcuno ce l'abbia con me, controllo per vedere chi sia.
È Flora i miei occhi si illuminano.

<Naty dove sei finita, mi manchi. >

<Anche tu mi manchi. >

<Stavi piangendo?. >

Mento<No!. >

Flora non abbocca e mi riempie la testa di domande.

Sospiro e inzio ad aprirmi,ancora una volta con lei.

<Oggi abbiamo litigato, le sue parole mi hanno ferita tremendamente. >

<È un vero stronzo, ma non credo che pensi davvero questo di te.
Sai che a suo modo ci tiene a te, te lo ha dimostrato tante volte. >

< Era più facile quando mi innervosiva e basta.
Ultimamente invece sembra che i miei sensi vadano in allerta quando ce l'ho intorno, non capisco cosa mi stia succedendo. >

<Forse vedi in lui qualcosa in più di quanto tu credessi. >

<Ne dubito.! >

<Non vuoi ammetterlo! Che è diverso. >

<Quando torni, senza di te qui è un inferno. >

<Tornerò presto, dobbiamo recuperare questi tre anni che abbiamo perso. >

<È colpa mia. >gli dico.

Flora non sa di Marissa è la mia paura di legarmi a qualcuno.
Ho sofferto troppo è la paura di potermi legare a qualcuno mi spaventava davvero tanto.
Avevo paura di non reggere un altra perdita, dopo di lei avevo perso anche Federico che è sparito nel nulla senza sapere dove sia.
Avevo bisogno di lui, avevamo perso una persona che era importante per entrambi.

<Voglio che tu ti fida di me, come io lo faccio con te. > Mi dice.

Sento la porta aprirsi, dico a Flora che è qui, mi saluta e mi ricorda che mi vuole bene.
Mi dice che mi richiamerà domani per raccontarmi di come sta andando la permanenza a Firenze.
Duncan rientra e sono quasi le sette, chiude il computer e si avvia alla porta,si gira a guardarmi un'ultima volte e va via.
Riesco a vedere Daniela che lo aspetta, esce, e si avviano insieme, lui gli cinge un braccio in vita.

Quando la porta si chiude, sono assalita da un' altra crisi di pianto. Stasera mi sento sola davvero!.
Se avessi chiesto a Stefano di raggiungermi, mi avrebbe vista in questo stato è si sarebbe insospettito, mi avrebbe riempito la testa di domande.
Cerco di concentrarmi sul lavoro,ma le lacrime continuano a scendere sul mio viso.
Ripenso alle sue parole, ha ragione lui, sono impegnata con Stefano, ma appena ho la possibilità mi lascio baciare da lui senza fregarmene.
Sono davvero una cattiva persona ma la cosa che Duncan non sa di me e che non mi è mai successo con nessuno prima d'ora.
Ho sempre ignorato qualsiasi avance da qualsiasi altro uomo, c'è stato sempre Stefano nei miei pensieri e nel mio cuore.
Mi fa male che pensi questo di me, pensa che sia una poco di buono, quando in realtà lui è il primo ad avermi suscitato un interesse così forte, da mettere in dubbio la mia relazione con Stefano.

Sono le 22:00 in punto credo che il trucco sia andato del tutto, avrò l'aspetto di uno zombie, ma finalmente ho finito, vorrei esultare ma sono troppo triste.
Ho fissato spesso la porta nella speranza che si aprisse di scatto è fosse venuto qui a chiedermi scusa. Ma i suoi occhi erano sinceri quando mi ha detto che non gliene importava più niente di me.
Mi hanno ferito dentro quelle parole. Chiudo il computer e prendo la borsa, è da stammattina che non infilo niente nello stomaco,ma mi e passata la fame del tutto.
Esco dall'ufficio è ritorno a casa, prendo il bracciale dal mobiletto, e lo metto.
Ho paura che Flora abbia ragione.

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