Atena
'Come ci si sente a morire?'
Era una domanda che spesso gli Dei si ponevano, creature divine ed immortali, nate per vivere, create per proteggere.
Nessuno si è mai risposto, perfino Zeus, mio padre, non sa cosa significhi.
Nemmeno io, Atena, Dea della saggezza.
Eppure adesso, ora come ora, mi sembra di provarlo, mi sembra di riuscire a comprenderne le emozioni.
'Ironico no?'
Ma non è bello, per nulla, soprattutto se il tuo cuore batte ancora, se il sangue continua a pompare nelle vene, ed il cervello formulare pensieri.
Si sono viva, ma mi sembra di star soffocando.
'Può un cuore rompersi nonostante batta ancora...?'
Il pavimento in pietra mi causa milioni di brividi eppure non faccio nulla per fermarli.
La luna è alta, Erebo, Dio della notte è passato qualche ora fa portandosi dietro l'oscurità che ne consegue, inghiotto il sapore salato delle mie stesse lacrime, rilasciate da occhi non più miei.
In questo tempio, il mio piccolo tempio, mi sono sempre sentita sicura, sono venuta qui appena mi sono accorta della maledizione.
Già la maledizione.
Afrodite, la Dea della bellezza, una delle ragazze più spettacolari all'Olimpo mi ha uccisa.
Mi ha privata del mio viso, mi ha sfregiata.
'È questo che si prova a morire?' Perché io mi sento così.
Sono rovinata per il resto della mia esistenza, e non posso farci nulla, tutto per aver amato Sirio, Dio della guerra.
'Ho Sirio...'
E se lui mi vedesse così? Avrebbe paura? Mi guarderebbe con terrore? Forse mi lascerebbe, se ne andrebbe.
Come stanno facendo tutti.
Zeus, guardandomi non mi ha riconosciuta come sua figlia, discutendone con gli altri Dei mi ha bandita dall'Olimpo, ovviamente Afrodite ne era entusiasta, lei attendeva solo questo.
ed ora? Ora sono sola.
Solo ora riesco a rendermi conto che, probabilmente, nessuno riuscirà più ad amarmi, e come biasimarli? Io sono orribile.
Ed è strano perché là me di qualche ora prima non lo avrebbe mai detto, amavo i miei occhi azzurri cristallo, edo ora non esistono più, ora sono pozze bianche senza più iridi colorate a decorarli.
Amavo le mia labbra, piccole, ma carnose al punto giusto, ed ora non esistono più, ora sono tagliate, ed i suoi angoli sono allungati in un leggero sorriso artificiale.
Non fa male, ma il sangue che ne fuoriesce non mi consola.
Amavo la mia pelle, candida e chiara, ed ora non esiste più, ora è pallida e logora di ferite.
Allora me ne andrò, me ne andrò e mi nasconderò in un posto dove nessuno potrà più farmi del male, perché vivendo si scopre che non si può fare solo il bene altrui, è venuto il momento di pensare a me stessa.
Quando faccio per alzarmi in piedi le lacrime mi bagnando ancora le guance, i singhiozzi mi scuotono ancora il corpo.
«Atena?» La voce di Sirio mi arriva dritta alle orecchie, è d'istinto mi copro il volto.
'Ho quella voce...'
Che suono meraviglioso, avevo iniziato a considerarlo casa, lo stesso suono che mi strappava un sorriso nei nostri momenti solitari, come questo.
Mi appoggia una mano sulla schiena per darmi conforto, intento a farmi girare, accarezzandomi la pelle sopra il vestito di lino bianco, ma mi scostai velocemente, tenendo le mani sul mio viso.
«perché nascondi così avidamente il tuo volto?»
«Non toccarmi» mormorò con la voce spezzata.
Sirio ritira la mano rispettando il mio volere, e mette una certa distanza, sento la sua voce mantenersi calma, carica di compassione.
«Perché?» chiede con una certa curiosità, e non fa altro che spezzarmi, lui ancora non sa dell'essere orribile che sono diventata.
«cosa celi sotto la mano?» insiste, non si sarebbe mai arreso, non con me, la cosa riesce a scaldarmi il cuore, ma non abbastanza da abbattere il ghiacciaio formatosi intorno.
Scossi la testa «vattene»
Sospira frustrato, ma non perde la pazienza, invece mi afferra i polsi con le mani delicatamente «Per favore, lascia che ti offra un po' di conforto»
Le sue dita sono calde e rassicuranti, ma non ci riesco, mi rompe in due sapere che se abbassassi le mani, lui si allontanerebbe schifato da me.
urlo in preda al panico allontanandomi, colpita dai singhiozzi del pianto.
La calma si infrange la sua espressione muta da comprensiva a preoccupata, non mi ha mai vista così, nessuno mi ha mai vista così.
Si lascia ricadere le mani sui fianchi, e giurerei di sentire il suo cuore battere contro la cassa toracica.
«Atena ascoltami...» disse in modo gentile «sono qui per te non voglio farti alcun male»
Stringo i denti tremando «Non guardarmi...» e l'unica richiesta che gli faccio.
Sono grata che lui la rispetti, perché dagli spiragli fra le mie dita noto che abbassa la testa sul pavimento, vorrei gridargli di guardarmi, che passerà tutto e che sarà come prima, ma non è così, non posso.
«Atena» fa una piccola pausa «Almeno dimmi perché non dovrei guardare la tua faccia?»
Mi sentì morire un altro volta a doverglielo dire.
«Afrodite ha scoperto l'inganno» ammetto in un filo di voce.
La sorpresa gli ricopre il viso, passano secondi che sembrano anni, mentre unisce i pezzi del puzzle «Dannazione. Dovevo immaginare ci fosse lei»
Sospira, le sue mani si stringono a pugno, e sento nella sua voce come prova a trattenere la frustrazione «è così ha gettato un incantesimo su di te» sentirglielo dire fa più male che provarlo.
«è una vista così orribile, mi ha rovinata» provo a dissuaderlo dalla sua curiosità.
Sirio scuote la testa, la determinazione lampeggiava nei suoi occhi, potevo vederlo da Km di distanza.
«Non m'importa nulla del tuo aspetto» affermò con voce ferma, afferrandomi i polsi più deciso di prima.
«Io ti amo per la persona che sei, non per il tuo aspetto fisico» mormorò accarezzandomi il dorso delle mani.
«Non lo farai più alla mia vista»
«Atena per favore, ascoltami!»
Prova a mantenere la calma, passandosi una mano fra i capelli, sento subito il suo tono addolcirsi.
«Tu sei bella per me anche senza il tuo bell'aspetto fisico. So che questo è doloroso, ma io sono qui per te. Permettimi di essere vicino a te»
Cedo alla sua richiesta, ci distruggerà entrambi, ma acconsento, e scostò le mani dal mio viso, mostrandomi per quella che sono diventata, un mostro.
Vedo chiaramente passare nei suoi occhi l'agitazione mentre mi squadra il viso, vedo chiaramente che stringe i pugni e indurisce la mascella.
Sento il cuore stringersi dolorosamente, sapevo che avrebbe avuto questa reazione, ma vederlo con i miei occhi, è troppo doloroso da sopportare.
«sono orribile...» mormoro.
«no non lo sei...» ribatte, e vedo un piccolo sorriso irradiarsi sulle sue bellissime labbra.
'Non ha paura?'
«Menti» dissi a denti stretti «hanno tutti paura di me»
«no, non mento» e sincero, lo capisco da suo tono di voce determinato, e in quel momento che capisco di amarlo più di quanto io abbia mai amato me stessa.
Sta provando ad essere forte per me, per noi.
Quello che sto per andargli a dire richiede coraggio, e lui me ne dà abbastanza per riverirglielo.
«me ne vado dall'Olimpo» la voce mi trema «mi hanno esiliata, nessuno mi vuole più qui»
Il suo viso si contrae in una smorfia seria, con la preoccupazione che gli palpita nelle iridi nocciola.
«cosa intendi? Dove vuoi andare» prova a capire le mie intenzioni.
«via» dico semplicemente, decisa «ma ti giuro che un giorno farò ritorno»
Lui non mi risponde per alcuni istanti, decifra le mie parole nella mente e mi guarda come se fossi oro.
Eppure io mi vedo carbone.
«va bene» mi concede, e alle sue parole mi sento più leggera, il mio cuore ha un peso in meno «però promettimi di restare al sicuro là fuori...»
L'unica domanda che mi fa, mi spezza il cuore, il fatto che nonostante tutto, lui si preoccupi ancora per me.
Strinsi i denti annuendo, sforzandomi di sorridere, nonostante il mio sorriso, ora, terrorizzi.
«non smettere mai di lottare per me Sirio...» mi concedo di chiedere, e lui con uno sguardo solenne mi sorride di rimando.
«non lo farò» promette «non smetterò mai di lottare per te Atena, ti amo troppo per farlo»
Con un peso sul petto, mi vedo costretta a chiedergli un altra cosa ancora «resta con Afrodite, non far vivere ad altre la mia pena» mormoro, con gli occhi lucidi.
Acconsente anche a questo, e sento come una pugnalata al petto «Non permetterò a nessun altro di soffrire quello che stai passando. Ti proteggerò e ti amerò fino alla fine dei tempi»
Deglutisco, ed in fine faccio la mia ultima dichiarazione «Quando i dannati dell'ade marceranno sulle scale dell'Olimpo io sarò tornata»
Detto questo, catturo nella mia memoria tutti i singoli dettagli e tratti del suo viso, prima di girarmi ed allontanarmi.
«Ti amerò sempre Sirio...»
«Ti amo Atena» deglutisce «per sempre...»
E poi.
Senza voltarmi.
Me ne vado.
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