CAPITOLO 9 - MAMMA JENNY -
Quando cresci una famiglia numerosa, con quattro figli di cui tre adulti e uno molto piccolo, la tua vita cambia. Ricordo come fosse ora l'infanzia della mia bambina, il primo avvenimento di ogni cosa della sua vita. Ma soprattutto ricordo come, dopo aver scoperto del tumore, anche se Mer non sapeva nulla, telepaticamente aveva capito di fare la brava e di stare vicino al suo papà. All'epoca avevo solo lei. E' impossibile descrivere i sentimenti di una malata di cancro. Non tutti possono capire lo struggimento che senti dentro. Meno male che molte persone ne sono all'oscuro; E' come una guerra che ti logora dentro, molto lentamente. E le cure ti rendono una persona diversa, la degenza ti rende irritabile e poi quando finalmente lo sconfiggi hai sempre la paura che possa tornare. Anni dopo, quando Mer aveva 8 anni, decisi insieme a mio marito di adottare una bellissima coppia di gemellini di 12 anni. Piccoli bimbi in cerca d'amore. Dopo aver superato i controlli di rito, me li ritrovai a scorazzare per casa, felici di avere un posto dove giocare ma soprattutto contenti di avere una sorellina minore. Per ultimo, quando loro avevano circa 27 anni, Colton mi ha convinto ad adottare un'altro bambino. Un giorno mi chiamò e mi disse che era venuto a conoscenza del fatto che, una donna aveva partorito e voleva dare in adozione il suo bambino. Io che ho il cuore tenero non seppi dire di no. Quattro pargoli per casa fu una cosa meravigliosa.
<< Mammina, ma che hai? Ti sei pietrificata? Sembri una statua di sale! >>
<< Oh no passerotta, ero immersa nei miei pensieri di mamma. Pensavo a quando sei nata e a quanto eri bella. Ma comunque tesoro, volevi dirmi qualcosa? >> Vedo nell'espressione di mia figlia tormento, amore e qualcosa di nuovo che non avevo mai visto.
<< Si mammina! Il dottore dello studio fra un mese parte per lo Stato. Mi ha implicitamente chiesto se m'andava di seguirlo. Parliamo di un anno fuori da qui, lontano da voi e l'unica cosa che mi blocca sei tu! Mammina che mi consigli? >>
Sapete quando la gallina cova l'uovo fino a farlo dischiudere? Bene io mi sento tanto mamma gallina che ha covato la figlia che adesso vuole lasciare il guscio vuoto sotto di me.
<< Amore, ma che notizia! E che vorresti fare? >>
<< Mamma sai che ci devo pensare? Cosa mi trattiene qui? >> Vedo lo smarrimento negli occhi della mia bambina! Si piccola tesoro. So che soffri! Ma spero tanto che il mio piano funzioni. Almeno i libri che leggo a qualcosa serviranno!
Decido di chiamare a rapporto gli uomini di casa, facendo una telefonata di gruppo. E' proprio una figata questo nuovo telefono. Ok, scorro nella rubrica i nomi, li seleziono e avvio la conversazione. All'unisono tutti insieme, come dei bravi scolaretti rispondono << Pronto? >>
<< Allora mocciosi sentite bene! Avete novità? Aspettate non tutti insieme. Blake cosa mi dici? >>
<< Jenny, non vorrei parlare in un certo modo, ma mi sto lavorando la ragazza ben benino. >>
<< Aaron tu che mi dici? >>
<< Mamma scusa un secondo, pezzo di troglodita metti un solo dito addosso a mia sorella e giuro su Dio che ti stacco le palle, e lascia che lo sappia Colton che ti stacca anche lui le palle, ma degli occhi! Comunque mamma tornando a noi, ho riferito a Colt tutto quello che succede qui! >>
<< Daddy Hot tu che mi dici? >>
<< Piccola Regina ti dico che, ho pronta la signorina figlia del discografico, che non vede l'ora di conoscere nostro figlio! >>
<< Ottimo, sapevo di contare su di voi! Mi raccomando acqua in bocca. Passo e chiudo! >>
Fare il lavoro di genitore, non è da tutti. Credo però che l'essere mamma lo si ha nel sangue. Ogni donna ha quell'istinto di protezione e d'amore verso il proprio o la propria bambina. Se soffrono loro, soffri anche tu. E' un collegamento, una simbiosi, un modo di vivere le emozioni che ti colpisce e ti getta da un palazzo. Quello che patiscono loro, noi lo abbiamo già patito nella nostra adolescenza. I problemi che li affliggono, nel presente, sembrano insormontabili, ma una volta passati, prendi una boccata d'aria, perché finalmente il sangue del tuo sangue non soffre più. Lo so, è un ragionamento sdolcinato e contorto, ma chi non è padre/madre non può comprendere a 360°.Nella mia infanzia ho vissuto in Valle D'Aosta. I miei genitori non erano presenti, non si preoccupavano di me, facevano in modo che io non stessi sola in casa, che avessi da mangiare e da giocare. Quando cresci in questo modo, l'unica cosa che desideri ardentemente è quella di crearti una famiglia da amare, un luogo dove non restare sola e qualcuno che a sua volta ti ami intensamente. Quando finalmente ebbi l'opportunità di andare a studiare fuori, non feci più ritorno a casa. Ecco perché i miei figli hanno la testa calda italiana, ho inculcato nelle loro membra tutta la cultura in mio possesso. Finalmente la mia vita ebbe una svolta quando conobbi mio marito. Bello da mozzare il fiato, timido ma spavaldo, dolce e divertente. Un connubio d sfaccettature che mi hanno fatto innamorare di lui. Ricordo con dolcezza tutta la mia giovinezza passata con lui. Le passeggiate, gli inviti a cena fuori, il primo bacio, la prima volta a fare l'amore, la proposta di fidanzamento e la gravidanza. Non mi rendo conto come, tutto questo, sia potuto accadere in un lasso di tempo breve. Poi i figli crescono e non vivi solo per te, ma vivi per loro. Io vivo per loro, per la loro felicità, per non farli soffrire, per proteggerli dal mondo che li circonda. Ormai a parte Chad, sono tutti adulti. Ma per una madre sono solo pezzi di cuore che si staccano e vagano nell'universo, fino a quando alla fine di tutto ritorneranno al loro posto!
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