CAPITOLO 2 - BLAKE -
Ascoltare il proprio istinto è la scelta migliore che un essere umano potrebbe attuare. Scegliere la seconda classe è il classico errore da pivello. Questo volo puzza di muffa, di vecchiume e di povertà.
Devo solo arrivare sano e salvo a New York.
- Signori allacciate le cinture, siamo pronti al decollo. Buon viaggio. -
Il sonnifero è l'unica scelta plausibile.
≪ Mi scusi, potrei avere un alcolico gentilmente? ≫ Chiedo all'hostess di volo.
≪ Sì, certo signore. Arriva subito. ≫ Alcool e sonnifero. Binomio perfetto.
Aveva ragione Get.
Dirigendomi verso i bagni l'hostess mi informa che al mio ritorno il cocktail sarà pronto.
≪ Sai hostess vorrei entrare a far parte del club di quelli che hanno fatto sesso a migliaia di miglia da terra. E vuoi sapere la novità? Ho scelto te per far sì che ciò accada. Quindi ora sai che farò? Alzerò la gonna fin sopra la vita, poi se dovessi essere fortunata e avrai indosso le autoreggenti ti strapperò solo le mutandine. ≫ Vedo i suoi occhi dilatarsi dall'eccitazione. ≪ Fidati e non fare rumore, altrimenti sarò costretto a imbavagliare quella boccuccia di rose.≫
L'hostess di cui non so il nome, infine si appresta ad uscire. ≪ Aspetta hostess, come ti chiami? Posso avere il tuo numero?≫
≪ Ragazzaccio io sono Amber, e no non puoi avere il mio numero perché sono sposata. Però mi sono proprio divertita con te. ≫
Si richiude la porta alle spalle e io resto imbambolato.
Torno al mio posto sconsolato e senza alcool nelle vene ma con un punto a mio favore: adesso mi sento più calmo.
- Signori si prega di riallacciare le cinture, stiamo per atterrare. Lieti che abbiate fatto un buon viaggio vi auguriamo una bellissima permanenza a New York. –
La voce squillante di Amber mi sveglia, perciò mi sistemo per scendere. Quando allaccio la cintura di sicurezza fisso la donna che mi ha reso felice, in un cubicolo, accorgendomi che la targhetta della divisa ha il nome Tamara.
Non ci posso credere.
Mi rivolgo al mio vicino. ≪ Mi scusi signore, io sono stato seduto qui accanto a lei tutto il tempo? Cioè voglio dire, mi sono addormentato per tutto il viaggio? ≫ Scorgo il signore un po' incerto nel rispondermi.
≪ Ehm, sì ha preso una pastiglia e adesso stiamo scendendo.≫
Oh Dio, devo farmela davvero sta scopata se me la sogno anche.
Sto diventando un caso disperato.
Attendo più di un'ora per i miei bagagli ma alla fine li intercetto. Fuori dal Gate mi aspetta il mio amico Colton. Non lo vedo dai tempi dell'università.
Appena ha saputo che sarei arrivato qui ha voluto a tutti i costi che almeno i primi tempi stessi dalla sua famiglia. Il tempo di ambientarmi.
Prendo valigia, trolley piccolo e borsone prefissandomi l'uscita.
Qui è tutto un altro mondo.
Osservo in lontananza il mio caro amico che si sbraccia per salutarmi. Arrivati l'uno di fronte all'altro ci scambiamo una pacca sulla spalla e ci dirigiamo verso la sua auto.
≪ Amico un Hummer? Ti facevo più da Viper.≫ affermo sarcasticamente.
≪ Che ci vuoi fare. E' la macchina preferita della mia sorellina Meredith ed io l'ho presa perché è comoda. Poi a Seattle col fatto che Analise ha tre cani e due mocciosi mi ci voleva spazio. ≫
Il viaggio prosegue di un silenzio genuino. So che avremo il tempo per parlare e raccontarci un po' di noi.
Intanto, mi riposo.
Dopo un lungo tragitto, ci ritroviamo di fronte ad un villino, rosso mattone, stracolmo di vetrate preceduto dal vialetto di ingresso pregno di alberi di limone. Colton mi aiuta a portare le valige in casa, e la prima persona ad incontrarci è sua madre. Capelli neri, occhi azzurri, labbra rosse ed un fisico da far paura.
≪ Amore di mamma finalmente il tuo amichetto è qui. Tu sei Blake? Io sono la mamma di Colton, mi puoi chiamare Jenny. ≫
≪ Mamma, sì, è lui. Siamo stanchi. Che ne dici se le presentazioni per bene le facciamo a cena? Così Blake riposa e fa una doccia. ≫
≪ Sì, signora... cioè Jenny, credo proprio che Colt abbia ragione. Comunque piacere mio. Grazie dell'ospitalità. ≫
≪ Figliolo non lo dire nemmeno per scherzo. ≫
Qui vivono nel lusso.
Due mega letti a tre piazze, l'uno di fronte l'altro. Una cabina armadio che farebbe invidia a qualsiasi umano sulla terra. Parquet chiaro ricoperto da tappeti ultra moderni. Una parete riempita solo da uno schermo tv sottilissimo e di ultima generazione. In fondo, una porta che si apre su un bagno altrettanto di lusso. Vasca idromassaggio, doccia emozionale, lavandino di ultima generazione e water di quelli sospesi da terra. Per finire, in bellezza, pavimento riscaldato. Il tutto in un ambiente black & white.
≪ Blake, mi spiace che debba dividere la stanza con Aaron, però sai che qui puoi stare quanto vuoi. Ti lascio riposare. Ci vediamo a cena. ≫
≪ Sì, grazie Colt. ≫
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