CAPITOLO 12 - MEREDITH -

Sono passati 8 giorni. Otto giorni dal bacio con Colton. Dal contatto delle nostre labbra e ho fatto in modo di evitarlo. Stavo rinchiusa in camera, uscivo con le mie amiche, con Blake e rimuginavo sul viaggio riguardante il mio lavoro. Ogni ora uscivo la sua lettera dal cassetto e, puntualmente, la riposavo. Come se da quella lettera potesse scaturire la verità sul mondo terreno. Io ero convinta che lì ci fosse scritto qualcosa di importante. Ma da brava codarda, non avevo il coraggio di leggere. Le possibilità erano solo due. Buttarla o leggerla. Allora, non sapendo cosa fare, la richiudevo dentro il cassetto. Non avevo detto a nessuno del bacio, nemmeno alle mie migliori amiche. Mi vergognavo come una ladra, ma non sapevo proprio come affrontare il discordo. Sapete ragazze, ho baciato Colton. E che bacio. Un bacio d'amore, non solo da ti strappo le mutande e me le mangio. Non andava bene per nulla. In questi giorni, mi ero molto avvicinata a Blake. Mi stava vicino, come se capisse che qualcosa mi affliggeva. Ogni giorno, veniva nella mia stanza alla stessa ora e parlavamo. Parlavamo fino a notte fonda. Poi andava a dormire nella sua camera.

Adesso lo aspetto per la nostra chiacchierata serale. Tra qualche giorno aprirà il locale dove sarà direttore.

Qualcuno bussa alla porta ed entra senza che io risponda.

<< Allora, che hai fatto oggi piccola? Non mi dire poltrire che ti butto dal balcone. >>

Ah l'amore cosa fa dire. << Poltrire: sonnecchiare, oziare, bighellonare, stare con le mani in mano, battere la fiacca, starsene in panciolle. Senti come suona bene. Che avrei dovuto fare secondo te? >> Domanda retorica, che non merita risposta dunque. Ma oggi evidentemente non è il mio giorno fortunato.

<< Sono otto giorni oggi che sembri al limite di un burrone, non sai se buttarti o meno. Mi vuoi dire che succede? Passo più tempo con te che con i miei amici, o con Colton che lo conosco da una vita. Allora qual è il problema? >>

Avevo detto che di Blake mi fidavo no? Bene vediamo fino a che punto! << Colton. >>

<< Che centra Colton ora? >> Mi fissa smarrito, ma so che lui è un birbante, non mi dimentico quello che ho sentito. << Colton è il problema. Oddio so che voi maschi non capite, ma l'italiano non è un'opinione. Mi hai fatto una domanda, ed io ti ho risposto con il soggetto della risposta. >>

<< C-capisco, ma che centra lui? >> Quasi balbetta, come se non fosse chiaro a tutti. Mi domando, dove a volte, gli uomini vadano con la testa. Io ho il criceto, ma loro che hanno? La particella di sodio, sicuramente.

<< Sì, sì, lui. L'altro giorno è capitato, non che fosse premeditato... ci siamo... l'ho baciato ecco. Ovviamente lui ha ricambiato. Lo sai che loro, cioè parlo dei miei fratelli, siamo fratelli, ma non di sangue. Ecco questo è un guaio. Io lo evito, ma lui è ancora a casa. E tra meno di tre settimane va dalla sua Analise. Questa cosa mi rode da morire, ma non posso fare niente. Perché lui non mi appartiene. O perlomeno non mi ha chiesto né di appartenergli, né di appartenermi. Oddio sembro una stupida. Ma ho il cervello in panne, e il cervelletto in fuga. Su dimmi quello che hai da dirmi. Veloce e indolore. Come Pic Indolor. >>

<< La mia impressione è che lui roda di gelosia ogni volta che io ti sto accanto, quindi se vuoi la mia opinione, devi fare in modo di farlo ingelosire nel modo più veritiero possibile. Sai, ti dico una verità, a noi uomini quando ci rubano la caramella, diventiamo molto dispettosi e possessivi. Perciò l'unica cosa da fare è questa. >>

Come faccio a spiegargli che tutto ciò che è successo prima ha cambiato quello che siamo ora. L'unica cosa da fare è sfogarmi con lui. << Ascolta, tu non sai tutta la storia, ma io ho bisogno di un parere esterno, qualcuno che nonostante mi conosca, sia obiettivo. Non è semplice, ma ci provo. Ho venticinque anni, a diciotto compiuti, ho iniziato l'università. Studi economici/finanziari. Il primo anno ho abitato fuori dal campus, il secondo, invece, mi sono ritrovata a dividere la stanza con una ragazza della Scozia. All'inizio era tutto magnifico. Ogni fine settimana tornavo qui a casa, vedevo i miei fratelli, i miei genitori, e tutto filava liscio. Avevo un bellissimo rapporto con Colton. I primi anni sono stati pazzeschi. Aaron e Colton venivano spessissimo a trovarmi, ed io ne ero contenta. Le cose sono cambiate quando loro hanno iniziato a lavorare full time. Ci incontravamo meno spesso, ma ci sentivamo comunque. Un giorno mi sono ritrovata in ospedale con qualche osso fratturato, e senza due anni di memoria precedenti all'incidente. Tabula rasa, hanno scoperto cosa era successo solo grazie alla mia coinquilina Christina. Ero stata picchiata perché non volevo essere stuprata da un certo tale, vicino di dormitorio. Adesso io non ricordo proprio niente. L'unica cosa che mi è stata detta, era che aspettavo un bimbo. Non si capacitavano di come io non ricordassi nulla. Mi dicevano che era impossibile che fossi incinta di quello studente, era successo solo la sera prima. Ma intanto quella cosa cresceva dentro me. Io non mi ricordavo nulla, non sapevo come fare, ho dormito sonni agitati per i primi tempi, mi chiedevo come recuperare la memoria che avevo perso, ma dentro di me era come se ci fosse un pozzo nero con due anni della mia vita. Ho portato a termine la gravidanza, ho fatto adottare il mio bambino, e le uniche persone a conoscenza erano Colton e le mie amiche. Mi è stato vicino, mi ha accudito, si è occupato dell'adozione, di aiutarmi a scegliere. Ma da allora non lo vedo più come il mio fratellone. Subito dopo si è trasferito a Seattle, tempo dopo ha conosciuto una donna, e ora stanno insieme. Forse si sposeranno. E io? Io mi sono incolpata perché non l'ho tenuto con me, perché non so niente del mio bimbo, ho rinunciato a tutti i suoi diritti, e non so che fine abbia fatto. Ho odiato Colton per avermi lasciato decidere in questo modo. E adesso dopo due anni che non lo vedevo, qualcosa dentro di me è cambiata. Se mi passa davanti ho le palpitazioni, se mi sorride, avvampo, se parla con me vedo sensualità. Ma che problemi ho in testa? Cosa mi sta prendendo? >>

Attendo, attendo e attendo. Ma Blake sembra attonito e basito. Non si riscuote dall' imbabolamento. << Scusa, ma per mettermi in contatto col tuo cervello, ci sono fasce orarie o bisogna contattare un numero verde? >>

Un Blake disincantato mi risponde, << Per Dio! Mer che casino. Pensavo... e invece è più complicato del previsto! Mi hai raccontato questa storia tutta di un fiato, sono sceso agli inferi e poi ritornato. Ho creduto di implodere dal nervosismo. Mi sono immedesimato in te e per un momento ho sofferto come un cane! Adesso capisco questa tua maschera che porti ogni giorno. Sembri una dura masochista stronza, e invece sei una ragazza che ha sofferto parecchio. E i tuoi come l'hanno presa questa storia? Sappilo, io sono qui! Adesso mi sento solo in grado di proteggerti dal mondo intero. Scappo da una realtà di schifo, e mi ritrovo qui. Tesoro adesso tranquilla. Si risolverà tutto. Non so se ti basta, ma hai me. Meno di un mese e già mi sento legatissimo a te. >>

Ecco, quello che volevo proprio evitare. << Blake, forse ti sei perso il dettaglio in cui implicitamente dicevo che i miei non lo sanno? Per il periodo dei nove mesi ho cercato scuse per non scendere più a casa. Dicevo che avevo troppi esami e che seguivo un corso in più. Loro si sono sempre fidati di me. E Colton mi reggeva il gioco. Non farne parola con nessuno a parte con Colton ed Aaron. Mi sono confidata con te perché sento che c'è un legame tra noi. Ma questa è la prima e l'ultima volta che ne parleremo. Te ne prego. Adesso vorrei andare a dormire, se non ti spiace per stasera passo. Notte! >> Mi chiudo in me stessa e mi intrufolo sotto le coperte. Che la mia dannatissima notte abbia inizio!

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