CAPITOLO 11 - MEREDITH -
Santi Numi! Per tutte le sottane di Morgana! Per la carrozza cappottata di Merlino! Cosa sentono le mie orecchie? Mia madre ha chiesto a Blake di provarci con me? E mio fratello ne è a conoscenza? Ma soprattutto mia madre chi è? Chi si è impossessato del suo corpo? Meno male che l'istinto di curiosità è donna, altrimenti non sarei mai stata dietro la porta a origliare. Quanto sono stupidi gli uomini. Credono di farcela sotto il naso quando siamo noi a fargliela. Se pensano di fregarmi, si sbagliano di grosso. Sembro un personaggio di quei libretti che legge mia madre, che poi puntualmente, passa anche a me, e io ne resto dipendente. Appunto per questo li chiamo libretti. Odio dipendere da quei libri, quando nella realtà non troverei Mai e dico Mai l'uomo dei miei sogni. Nella vita di tutti i giorni non c'è il ricco principe azzurro che fa le pazzie per te, devi essere grata se trovi un uomo che non ti metta le corna davanti ad altra gente. Giusto per avere almeno un certo pudore ancora attaccato alla pelle. Durante questo mio farneticare sento che si stanno apprestando ad uscire dalla stanza, mi fiondo giù per le scale, e fortunatamente non mi rompo nessun arto, ossa, o muscolo del corpo. Grazie Bello. << Ragazzi, siete peggio di una donna, finalmente siete pronti? >>
<< Sì, sister andiamo! >>
Blake mi prende sotto braccio e mi scorta al piano terra. Facciamo meno rumore possibile per non svegliare nessuno, e ci dirigiamo verso la mia auto. Aar si mette al volante e sfrecciamo nella notte, in direzione del Juleps!
Appena arrivati ci dirigiamo verso il privè. Intanto vedo arrivare le mie due amiche. Viole indossa pantaloni neri, canotta bianca, tacchi vertiginosi e tutta ingioiellata. Morgan indossa mini gonna, maglia extra large pagliettata e stivali fino a sopra il ginocchio. Vedendomi ci raggiungono e m'abbracciano. Urliamo e schiamazziamo presentandole al nuovo arrivato. << Ragazze questo è Blake. Blake loro sono Morgan e Viole, le mie amiche! >>
<< Piacere di conoscervi, splendori! >>
<< Ragazze andiamo un attimo alla toilette! >> Le prendo per mano e me le trascino dietro, fin quando non siamo rinchiuse dentro il cesso.
<< Mer sei impazzita? Mi stavi staccando un polso. >> Si lamenta Viole.
<< Quanto la fate lunga! Comunque ho scoperto una cosa oggi mentre origliavo alla porta della camera dei ragazzi, non fate quelle facce, prima ascoltate! Ho sentito che dicevano che Blake ci sta provando con me, sotto ordine di mia madre. Ma non so il perché, ed Aaron ne è a conoscenza. Secondo voi qual è il piano malefico di quella donna ? >>
Qualche momento di silenzio, e le due stronzette scoppiano a ridere. Morgan prende parola per prima. << Tesoro, non so tua mamma che piani abbia, ma almeno le dobbiamo dare atto che ha scelto un figo da paura! >>
Certo, lo sapevo, secondo voi potevano centrare mai il nocciolo della questione? Intanto Viole mi dice << Paperella, guarda che sicuramente avrà un piano, quella donna è malvagità positiva allo stato puro. T'immagini Blake che per mestiere fa questo? Sedurre le povere donnicciole e poi abbandonarle al loro destino. Magari l'ha fatto per farti svegliare, e aggiungo che n'è pure l'ora! >> Squittisce sorridendo.
Per tutte le barbe di Merlino! Scusami tanto se oggi ti chiamo in causa così spesso, ma all'inizio com'è che non mi sono accorta di quanto le mie amiche fossero limitate e poco intelligenti? Non che io brilli per acquisizioni di nozioni, però.
- Avete finito qua dentro? Io dovrei andare in bagno.-
<< Merda! Ragazze dobbiamo uscire, però vi dico che gliela dobbiamo far pagare se pensano di fregarmi! >> Ci battiamo il cinque ed usciamo da lì dirigendoci in pista per ballare.
Ve l'ho già detto che qui mettono musica pazzesca? E' uno dei locali più in della zona di Bayonne. Ci raggiungono i ragazzi e formiamo un cerchio dove poter ballare tranquilli. La serata protrae senza problemi.
Circa alle cinque della mattina, decidiamo di tornare a casa. L'ora è ormai tarda e da un momento all'altro mi aspetta il lavoro. Un momento, non mi aspetta il lavoro, quello stronzo del dottore per un mese, prima di partire, resterà chiuso. Quindi mi aspetta solamente dormire e poltrire e magari ponderare la scelta di andare con lui in giro per lo Stato. Chi lo sa? Magari incontro un super sexy mega ricco come quello dei romanzi.
Rintanati in casa, Aaron sale subito al piano notte, mentre io e Blake restiamo un po' nel salone a parlare.
<< Allora cretinetto, non hai intenzione di andare a dormire? >>
<< Beh, direi che quando vai tu, andrò anch'io. Mi piace dormire nel letto con te. >>
Ah – Ah – Ah - << Pivello non penso proprio che dormirai ancora nel letto con me. Tu hai la tua stanza, io ho la mia. Tu dormi al secondo piano, io al primo. Ti è chiaro? >>
<< Ma lo sai che sei proprio bella quando ti arrabbi? >> E tu lo sai che sei proprio un coglione, quando spari queste cavolate? Lo fisso, spero proprio che abbia capacità extrasensoriali.
<< Mer che hai da sghignazzare? Dai andiamo su. >> E mi trascina in camera mia. Tengo a precisare che io mi sto facendo portare di sopra, solo ed esclusivamente perché non ho le forze per una discussione alle cinque e trenta del mattino. Mentre mano nella mano saliamo al primo piano, sentiamo Chad che piange. Ossignore, fa che smetta. I bambini sono programmati per mandarti in pappa il cervello, per mandare in corto i cavi, per far qualsiasi cosa che ti porti all'esaurimento. Sbuffo e sto per andarci, quando Blake mi blocca. << Mer vai a cambiarti, ci penso io. Tanto ho un nipote piccolo come Chad, magari ha solo perso il ciuccio! >> Mi lascia la mano e si dirige in stanza chiudendosi la porta alle spalle. Ma che tenero. Non l'avrei mai detto: Blake ed un bambino. Se uno lo guardasse si renderebbe subito conto che è un mascalzone. Ma quanto è vera la frase che dice: non si finisce mai di conoscere una persona. Entro nella mia camera, luce rigorosamente spenta, ma in compenso accendo l'abat-jour.
Ora immaginate per un momento: casa al buio, silenzio tombale, cinque del mattino, buio pesto e solo una piccola lucina del comodino. Letto solitamente vuoto, ma udite udite, questa sera c'è una sagoma (grossa sagoma) sdraiata nel mio lato. La reazione di una persona normale sarebbe urlare, ma il piccolo cricetino del mio cervello, stasera ha deciso di dormire non facendo girare la ruota. Quindi la prima cosa che faccio è lanciargli un oggetto a caso. Telecomando del televisore, dritto dritto in testa. Se l'avessi voluto fare di proposito ovviamente non ci sarei riuscita.
<< Cazzo! Ma che problemi hai tu? Mi hai spaccato il sopracciglio Meredith. >>
E chi poteva essere se non Colton? Non era a Seattle? Madonnina mia bella, te lo ripeto per la migliardesima volta, ma cosa ho fatto di male? Di là c'è Blake che sta per entrare, qui c'è Colton bello comodo. Sarebbe una scena divertente, se non fosse che effettivamente per loro non lo è. Prontamente chiudo la porta a chiave alle mie spalle, sperando che Blake vedendo chiuso non provi ad entrare. Tu uomo che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di me. Te ne sarò grata all'infinito.
<< Partiamo dal presupposto che, per prima cosa non dovresti essere nel mio letto, per seconda cosa non dovresti nemmeno essere a casa, ma cosa più importante non dovresti essere nemmeno qui, bensì in Italia con la tua donna! >> Mi sento bella nervosetta, e per essere quasi le sei del mattino, e stanca morta, il mio corpo sta reagendo in maniera scomposta, e mi sento viva. Sì, sì, sì che belle frasi da scrittore, ma la verità è che ho una voglia matta di litigare con lui.
Intanto mi levo le scarpe, prendo il pigiama e mi vado a rinchiudere in bagno, chissà che non sia fortunata e se ne vada come la scorsa volta. Porca trota! Penso guardandomi allo specchio. Sono un panda in via d'estinzione, una specie senza nome, un essere senza una dignità esteriore. Deciso! Mi doccio molto velocemente. Magari il miracolo dell'acqua santa mi agguanta tutta.
<< Sei ancora qui? Perché non ho la fortuna di fare una magia, simile ad Harry Potter, e ti trasformo in una statua di pietra? O magari in una di sale, no aspetta qual'era la dicitura giusta per torturarti con una magia oscura? Lascia stare, tanto ti devo sopportare, se potessi gentilmente scendere dal mio letto, io andrei a dormire. >Speriamo che capisca di smammare.
<< Hai finito di fare la stupida? O forse pensi che m'intimorisca? Smettila Mer. >>
Respira, respira, anzi dagli un calcio nelle palle, magari lo capisce meglio. Però quanto è bello alla luce fioca della lampada. Sdraiato a pancia in su, gambe strette, incrociate dentro a dei jeans, bacino filiforme, braccia fasciate da un maglia a maniche corte, dritte lungo i fianchi, viso, il viso è qualcosa di ultraterreno. Mi domando sua madre e suo padre, quelli biologici, come erano conformati fisicamente. Labbra gonfie e di un rosa molto chiaro, barba appena accennata, naso dritto e fine, occhi di un nocciola profondo screziato di grigio, ciglia folte e corte, sopracciglia a gabbiano, fronte liscia e poco luminosa, quei capelli mossi, ondulati quasi ricci, gli ricadono fin sopra agli occhi. Sembrano blu notte, invece sono di un nero lucente. Mi fissa, quel mezzo sorriso me lo mangerei a morsi.
<< Che hai da fissare a bocca aperta? >> Sapete quando nei film, attraverso il rewind, si sente quel rumore del nastro che torna indietro? Ecco in questo momento immaginatevi la scena. Io imbambolata e lui che mi parla e mi chiede che lo fisso a fare. Il tasto di reset sembra non funzionare a dovere. << Io? Niente, non ti sto fissando, sto solo aspettando che vai via e mi lasci il mio posto per dormire. >>
<< Sto occupando lo spazio vitale di Blake? >>
<< No, Blake non lo considerare nemmeno. Semmai vogliamo parlare del tipo nuovo con cui mi sento da un paio di giorni? E non ho intenzione di rispondere alle tue domande. >> Lo vedo alzarsi, aggiungerei finalmente, fermarsi ad un millimetro dal mio visto.
<< Benissimo, piccola peste ci si vede in giro. >> E si allontana dirigendosi verso la porta. << Perché chiudi la porta se sei in camera ed in casa, solo con la tua famiglia? >> Non attende la risposta, apre, saluta Blake, come? Saluta Blake? Si scambiano due parole e richiude la porta.
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