CAPITOLO 10 - COLTON -
Centocinque volte che passeggiavo avanti e indietro nel mio salotto, la gelosia stava mangiando le mie interiora. Altro che gelosia, un sentimento nero come il carbone ma dentro rosso come il fuoco, una sensazione non semplice da spiegare!
Una donna! Ecco cosa mi stava bruciando dentro. Ma non una donna qualsiasi, una che conosco da quando avevo 12 anni, la nanerottola che ti gira per casa, la sorellina paffutella e dolce che tutti vorrebbero. Come era potuto succedere? Tutto filava liscio, due fratelli che si amano, che si rispettano, e che si trovano bene insieme. Ed invece poi i chacra si accavallano e ti trovi con una sorella, che all'occhio vigile del tuo abitante al piano di sotto, non è considerata tale, con un'attrazione inspiegabile e ricambiata e con i sentimenti che mutano senza che tu batta ciglio. Poi come se tutto ciò non bastasse, ti ritrovi a convivere con una donna che conosci poco, ma della quale credi di essere cotto, una "sorella" gelosa che non ricorda un emerito cavolo di una certa situazione, ed il senso di colpa che ti logora.
Concludiamo con la scopata di stanotte del mio amico Blake, che ha attaccato il chiodo alla parete di mia sorella?
Non. Ci. Posso. Pensare.
Devo assolutamente tornare a casa prima di partire. Sistemo questa situazione e basta!
- Salve solo Colton Wilkommen, desidero un volo per New York il prima possibile... bene... la ringrazio!-
Ecco fatto, con una telefonata ho risolto il viaggio! adesso devo solo avvertire Analise che la raggiungerò tra un mese!
<< Ana, tesoro, hai finito di preparare le valigie? >>
<< Ho sentito che hai prenotato un volo per casa, hai deciso di lasciarmi? >> Mi chiede non guardandomi negli occhi, ma continuando a fare le valigie.
<< No, torno per un mese a casa, e vedendo come vanno le cose, poi ti raggiungo. >>
Si avvicina a me con gli occhi colmi di tristezza, non prima di aver abbassato la valigia per terra. Mi prende le mani fra le sue. Sono calde, piccole e morbide al tatto. Mi fa sedere sul letto, e piano piano mi passa le mani tra i capelli, le fa scendere fino al collo, le posiziona sul mio sterno ed inizia a slacciarmi la camicia. So cosa sta facendo, da un lato vorrei fermarla, ma dall'altro il mio cervello vuole smettere di ragionare per un momento. Lentamente leva i bottoni dalle asole uno ad uno, mentre mi scopre il petto lo sfiora con baci dolci e umidi, mi fa correre giù la camicia dalle spalle fino ai polsi, e aiuta a disfarmi dell'indumento. Mi spinge e mi fa sdraiare, apre la cinta, mi slaccia il bottone, mi apre la cerniera, mi sfiora il sesso, mi abbassa sempre lentamente e con dolcezza i jeans, mi sfila i calzini ed infine mi cala anche gli slip. Nudo e alla sua mercé. Io non riesco a fare nulla, mi sento bloccato, non so quel che provo, e lei lo percepisce. Inizia a spogliarsi davanti a me. Prima il cardigan, poi il vestito, adesso è la volta delle autoreggenti, con lentezza calma e bonaccia si slaccia il reggiseno, si abbassa il perizoma ed anche lei è completamente nuda. Mi sale a cavalcioni e si abbassa per baciarmi. Dio, sembra che sappia che sia un bacio d'addio. Il contatto cominciato dolcemente, ben presto si trasforma in qualcosa di simile all'ardente, mi bacia, mi stringe e m'assaggia. Io sempre inerme mentre lei fa tutto questo. Piano la sento bisbigliare << Ti prego amore fa l'amore con me, ne ho bisogno! >> e continua imperterrita a baciarmi in tutto il corpo. Mi passa la lingua nel collo, nel petto, nella pancia. Si ferma sopra l'inguine e mi guarda, mi sfida a dirle qualcosa, mi fissa. Io non so che fare, perciò chiudo le palpebre e lascio che sia lei a continuare a condurre il gioco. Non affermo che non sono eccitato, perché lo sono, ma adesso ho una consapevolezza che prima non avevo. Io non la amo come dovrei. E questo mi ferisce dentro, e ferisce anche lei.
Me lo prende in bocca, lo assaggia come se fosse un lecca lecca, me lo stringe forte alla base, mi tocca i testicoli, mi succhia, mi assorbe del tutto. E non mi resta altro che gemere, gemere incontrollatamente. C'è foga, desiderio e lussuria, qualcosa che ti parte dentro e si dirama per tutto il corpo. So che è sbagliato, ma Dio, è così bello che non posso far altro che godere, gioire e compiacermi della situazione. Prosegue imperterrita, senza lasciarmi via d'uscita. Mi fa vibrare di emozioni strane, qualcosa che non riesco ad identificare. Sarà passione, affetto, colpa, sentimento, eccitazione? Magari è un mix e non lo riconosco per questo! Senza dire una parola si stacca da me per farmi entrare dentro il suo caldo corpo. Appena sento le pareti strette della sua vagina mormoro qualcosa di incomprensibile. << Oddio Ana. >> - << Tesoro, voglio fare l'amore col tuo corpo e con la tua anima, ti prego non me lo negare, io sono qui, tu sei con me? >> Ed ecco che il cervello si stacca definitivamente e il mio corpo inizia a reagire. La stringo per i fianchi e me la premo addosso, con il mio sesso dentro il suo. La sento gemere, e io continuo a restare silenzioso. La rovescio nel letto, le attorciglio le gambe al mio bacino e la penetro più in fondo che posso. Il sesso con lei è stato sempre all'altezza, ma oggi c'è un atmosfera strana. Esco da lei per poi rientrarci, cosi all'infinito, e cerco di essere il più dolce possibile. La penetro guardando il suo viso sfigurato dal piacere. Vedo qualche lacrima che le cola dagli occhi, gliele asciugo con dei casti baci. Sento che il suo corpo si sta surriscaldando, segno che è nella strada giusta per l'orgasmo. La giro a quattro piedi e la prendo da dietro, come piace a me. Inizio a infervorarmi e aumento il ritmo, porto una mia mano al centro del suo e del mio piacere, le sfioro il clitoride. Lo pizzico e con il pollice faccio dei piccoli cerchietti con pressione. La sento gemere ancora e tremare. Ma che sensazioni contrastanti che provo. Sono un treno in corsa, non faccio fermate e vado dritto per la mia meta. << Ana, sei vicina? Io sono quasi... Dio...! >> - << Sì, ci sono tesoro. >> Lei trema e perde le forze, io la sorreggo e con le ultime spinte mi riverso dentro di lei.
Mi accascio, la porto al mio fianco in maniera da avere la sua schiena sul mio petto. Non voglio guardarla e vedere la sofferenza che prova. Mi sentirei più carogna di quanto non lo sia già.
Così ci addormentiamo per un po'. La mia mente vaga in posti dove non dovrebbe e la certezza che non so che cazzo sto combinando si accentua sempre più!
Sono passate delle ore, mi stacco da lei, faccio una doccia e scappo in aeroporto. Non ho il coraggio, lo so, sono un vigliacco, di parlare di questa nostra momentanea separazione. Ma cosa dovrei dirle? Come poterle spiegare quello che io non so esprimere a parole ?
Si fa presto a dire : Io avrei fatto in questo modo piuttosto che in un altro. Ma nella realtà quanti sarebbero disposti a spezzare il cuore a qualcuno che ti ama, senza soffrire per ciò? Non molti, ne sono a conoscenza. Viviamo in un mondo dove è dato per certo che le cose debbano andare per forza in un modo. No, non è vero. Io non ho il coraggio, almeno momentaneamente, di stare con le isolo per tenerezza, per pietà o per abitudine. Sto cercando di capire cosa è meglio per me. Per una volta vorrei essere egoista e non pensare al fatto che le azioni che commetto possono gravare su qualcun altro. Ma non è semplice, merda, non è semplice per niente!
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