Io sono qui

"Ha il diabete, diabete mellito" ci dice finalmente la madre di Cristine dopo aver parlato con il marito per telefono, il quale ha preso il primo volo per raggiungerci. Sono le 8 del mattino, i dottori continuano a fare un sacco di esami a Cristine per me completamente senza senso, entrando e uscendo dalla sua camera armati di siringhe e flebo. Le hanno messo un rubinetto sul collo per evitare di continuare a farle punture e avere un accesso più diretto e immediato. Una macchina posizionata alle sue spalle ci fa sentire il lento ma continuo battito cardiaco. Le hanno anche attaccato un respiratore per farla affaticare il meno possibile. E' bianca, tanto bianca da sembrare quasi... morta. Shannon la fissa da dietro la finestra della sua camera con la fronte attaccata al vetro, Jared con le braccia conserte ad occhi chiusi appoggiato al vetro ascolta con attenzione il suo cuore battere. Io non so cosa dire o fare. Resto immobile e li fisso senza dire una parola. Se io al telefono con Vicky ho faticato a mandare indietro le lacrime, loro cosa staranno provando?

"Non abbiamo capito fin da subito quello che avesse, nel senso che i sintomi erano così leggeri e disparati. Non volevo farla partire fino a quando non capivamo cosa avesse, ma lei continuava a dire che andava tutto bene. Non ci saremmo accorti di nulla se un giorno davanti alla sua università non fosse comparso un furgone per le donazioni del sangue. Per aiutare Beth a scongiurare il suo terrore degli aghi è entrata con lei e ha donato il sangue. Dopo qualche giorno un ospedale l'ha chiamata per dirle che dagli esami di routine eseguiti sul sangue prelevato si erano riscontrati dei problemi e che quindi era il caso che si facesse vedere al più presto. Così abbiamo scoperto che era malata" con gli occhi spenti e persi nel vuoto la madre di Cristine continua a raccontarci tutto, come se finalmente potesse togliersi un peso di dosso.

"Inizialmente non sembrava darle molti problemi, ma più passava il tempo più il suo apporto glicemico nel sangue diventava instabile, anche se mangiava molto perdeva peso a vista d'occhio, aveva sempre mal di testa e sonno, forti pruriti ed era sempre così irritabile. Beth mi chiamava quasi tutti i giorni sempre più preoccupata, diceva che sembrava sempre così stanca. Poi una sera quando è tornata a casa l'ha trovata per terra nella sua camera priva di sensi con il cellulare in mano, stava cercando di chiamare uno di.." una lacrima scende dagli occhi chiusi di Jared ed d'un tratto mi rendo conto che non sta solo ascoltando se il cuore di Cristine batte ancora.
"L'ambulanza arrivò subito, se avesse tardato anche qualche altro minuto a quest'ora staremmo parlando sulla sua tomba. Entrò in coma anche allora, per due giorni, poco dopo il nostro arrivo riaprì gli occhi. La riabilitazione fu relativamente breve. La portammo a casa e si cominciò a riprendere molto lentamente. La vera ripresa l'ha avuta con il vostro arrivo." dice indicando i due fratelli Leto dopo essersi asciugata una lacrima.
"Non contavamo nulla? Non avevamo il diritto di sapere?" chiede Shannon con il viso sempre attaccato al vetro ma girandosi verso di lei.
"Il giorno che ha capito la complessità della sua malattia ha deciso che non avrebbe fatto sì che quest'ultima le rovinasse l'esistenza. Mi ha sempre rimproverato le mie mille attenzioni ed ansie. Quando ha realizzato che eravate tornati abbiamo avuto una lunga discussione. Non sapeva ancora quanto sareste rimasti, quindi quel poco tempo che pensava di avere a disposizione con voi lo voleva sfruttare al massimo senza essere messa sotto una campana di vetro, senza essere guardata con pietà..." dice abbassando gli occhi.
"Noi non.." prova a dire Jared mordendosi un labbro per rimandare indietro le lacrime.
"Non l'avremmo mai guardata con pietà o messa sotto una campana di vetro. Magari avremmo rallentato i ritmi un pochino, non saremmo rientrati tardi quando la vedevamo troppo stanca, non l'avremmo portata a LA o chiesto di farci da assistente" continua prima di fermarsi di nuovo e aprendo gli occhi improvvisamente come se avesse improvvisamente realizzato una verità assoluta.
"L'avremmo messa sotto una campana di vetro.." dice Shannon abbassando sempre più la voce.
Finalmente un'infermiera esce dalla stanza di Cristine con una cartella in mano e resta vicino a noi spuntando con la penna una serie di voci su un foglio rosa pallido.
"Abbiamo terminato gli esami per oggi, signora ho bisogno di alcune sue firme e di altre informazioni relative alla ragazza" dice senza nemmeno guardare qualcuno di noi in faccia.
"Cristine" dice Jared.
"Prego?" chiede l'infermiera.
"La ragazza si chiama Cristine" dice guardandola dritta negli occhi.
"Sì, certo. Dicevamo? Ah sì, ho bisogno di lei. Ha già avvisato suo marito?" chiede ignorando completamente Jared.
"Sì, arriverà con il primo volo e.." Jared tira un pugno contro la porta della camera.
"Possiamo entrare?" chiede Shannon.
"Meglio che nessuno entri per il momento. Lasciatela riposare" risponde nuovamente l'infermiera stizzita.
"E' in coma, più riposo di così! E poi mio fratello ha posto male la frase, la nostra non era una richiesta" continua Jared ancora più stizzito.
"Senta lei, se vuole continuare a rimanere qui le conviene moderare toni e modi, non siamo qui per stare ai suoi comodi!"
"No mi stia a sentire lei, sono due ore e passa che continuate a bucarla per non si sa quali cavolo di esami, la attaccate a macchine che farebbero gola al regista di The Saw, continuate a spostarla di posizione senza curarvi del fatto che lei possa essere comoda oppure no, non ci dite nulla, non ci fate entrare, non.." Shannon stringe improvvisamente la mano intorno all'avambraccio del fratello come a volerlo calmare piuttosto che zittirlo. L'infermiera tira un profondo respiro prima di rispondere.
"Ok, entrate, ma non fate troppo rumore e attenti ai fili ai quali è collegata. Io ripasserò tra poco a vedere come va. E tanto per la cronaca, io sono Isabel, seguo Cristine e il decorso del suo stato da quando è tornata dalla Francia... immagino di aver capito chi siete voi due, non ha fatto altro che parlare di voi da qualche tempo a questa parte. Mentre siete dentro, parlatele, può solo farle bene. Signora andiamo, venga..." e mentre si gira per andarsene Jared la trattiene improvvisamente per un braccio.
"Grazie. Isabel." E dopo averla guardata un attimo negli occhi segue il fratello maggiore all'interno della stanza. Giurerei di averla vista avvampare per un attimo.
Io resto fuori, mi rendo perfettamente conto che non è il mio posto la dentro. Non ancora. Jared si siede su una piccola sedia dal lato destro del letto.
Dopo averla guardata per un attimo, in completo silenzio e nel modo più dolce che io abbia mai visto le stringe la mano fra le sue e vi appoggia sopra il volto nascondendo il viso nel suo palmo. Non riesco a guardarlo in faccia ma sono sicuro che ha il volto rigato dalle lacrime. Shannon invece, facendo attenzione ai cavi che la tengono collegata alle macchine si è appena sdraiato accanto a lei. Tiene il viso nascosto nel suo collo e chiudendo gli occhi le pone delicatamente una mano sul suo ventre, come se volesse controllare il suo respiro. Io sono paralizzato, non so cosa dire, non so cosa fare. Ieri mattina abbiamo suonato come assieme, nel pomeriggio abbiamo riso spensierati, ieri sera ci siamo divertiti come matti. Come può cambiare tutto in così poco tempo? Senza accorgermene una lacrima scende sul mio viso mentre con gli occhi sgranati ed entrambe le mani poggiate al vetro osservo la scena.
"Io sono qui" mi dice una voce anche fin troppo familiare alle mie orecchie. Mi giro e resto a fissare per pochi secondi la persona che ho davanti a me prima di crollare tra le sue braccia.
Sono le 8.30 del mattino. Vicky è qui con me.

Sono ormai passati due giorni e non c'è stato miglioramento alcuno. I dottori ed infermiere continuano a fare avanti indietro ma nessuno dice mai nulla e quando chiediamo dicono solo che dovremmo essere sollevato dal fatto che sia stabile. Meg e il padre di Cristine restano seduti per ore sulle sedie nella sala d'aspetto prima di essere portati via con forza tutte le sere da Annie e suo marito per farli mangiare e riposare. Vicky ed io arriviamo il mattino molto presto e ce ne andiamo la sera tardi, portiamo il pranzo a chi resta in ospedale e andiamo a prendere qualsiasi cosa possa servire. Chi mi spaventa davvero sono i due fantasmi che non abbandonano mai la camera di Cristine da due giorni. Shannon e Jared escono dalla stanza solo quando Isabel (l'infermiera affidata a Cristine) viene per lavarla, ma quando passa per cambiarle posizione loro restano dentro e le danno una mano a farlo perché sembrano sapere meglio loro come starebbe più comoda.
Jared le legge per ore libri su libri e mentre Shannon le mette di continuo musica. Mangiano per inerzia e non perché hanno davvero fame, si fanno la doccia nella sua camera e di fanno portare i vestiti puliti da me, non se ne vanno neanche la notte, a turno dormono su di una poltrona reclinabile portata da Isabel per pietà mentre l'altro resta sveglio sdraiato accanto a lei per vegliarla.
Ammetto che per me è tutto molto difficile da capire, sono con loro da così poco tempo che non riesco a capire. Io adoro mia sorella e darei la vita per lei, eppure non credo che starei come loro, cercherei di darmi forza, di reagire, non tanto per lei ma più per chi sta fuori dalla porta a vetri disperato. Loro invece sembra che stiano vivendo in un mondo tutto loro, restano a fissarla per ore ed ore in silenzio pregando per un miracolo che sembra non voler accadere.
"Che cosa credi che faranno se dovesse peggiorare?" mi chiede Vicky.
"Non lo so, ma credo nulla di buono. Speriamo di non doverlo scoprire" dico rassegnato.
"Tieni, il caffè. Senti, non ti hanno detto nulla questa mattina loro o i dottori?"
"Nulla. Quando sono entrato Shannon dormiva sulla poltrona e Jared si era appisolato sul letto con lei. Quando ho appoggiato la borsa a terra Jared è scattato sul letto, mi ha fissato e poi si è sdraiato nuovamente".
"Giù da basso ci sono i genitori di Cristine che stanno parlando con i dottori. Dici che dobbiamo preoccuparci?" chiede mettendomi una mano sulla schiena mentre a braccia conserte osservo i due fratelli alzarsi per sgranchirsi le gambe.
"E' per noi quel caffè?" chiede Shannon dopo aver aperto la porta.
"Ecco, sì.."
"Grazie" è tutto quello che Shannon ha detto prima di prendendo la sua tazze e tornare in stanza. Beh siamo già un passo in avanti, fino ad ora ancora non le aveva parlato e visto che si è anche appena svegliato...
"Vicky giusto?" chiede Jared alla porta per prendersi il suo caffè.
"Si, ecco.. pensavo che vi potesse andare un caffè e visto che ne volevo uno anche io e uno lo voleva anche Tomo..." è decisamente agitata, come se avesse paura di dire qualcosa che non dovesse.
"Grazie, sei stata molto gentile. Perdona mio fratello, certe volte sa essere un vero animale, Cristine lo ha soprannominato Shanimal già da qualche annetto" dice accennando un sorriso.
"Si me lo aveva detto che al mattino soprattutto non è esattamente molto, come dire.."
"Umano?" suggerisco sorridendo. Jared sembra rilassare i lineamenti per un attimo.
"Entrate, non c'è bisogno che state sulla porta tutto il tempo. Quando si sveglierà sarai una delle persone che vorrà vedere per prima, era così contenta del tuo arrivo" e per la prima volta da due giorni non entro in camera solo per lasciare qualcosa, ma mi posso avvicinare a sfiorarle una mano. Un brivido mi passa lungo la schiena, è così fredda ed immobile.
"La bella addormentata non ci aveva detto che vi sentivate per mail! " chiede Jared sedendosi sulla poltrona bevendo il suo caffè.
"Ci siamo sentite la prima volta per accordarci sul mio arrivo e poi abbiamo cominciato a scriverci ed a parlare di un po' di tutto. Ci mandavamo due, tre mail al giorno più o meno".
"Perché io non ne sapevo nulla?" chiedo curioso, è raro che Vicky mi nasconda qualcosa.
"Me lo aveva chiesto lei. Diceva che almeno così non avreste curiosato qua e là per scoprire cosa ci dicevamo" risponde guardando i due Leto.
"E a parte il caffè cosa sai di noi?" chiede sempre più curioso Jared.
"Oltre al fattore primordiale mattutino di Shannon intendi? Beh che amate entrambi il sushi e che lo mangereste anche a colazione se non ci fosse qualcuno a farvi ragionare come per mille altre cose, poi che Shan adora il rock duro, le moto e che per questo si è preso una Ducati, che ama vestirsi a modo suo, che tipo di sigarette fuma, cosa preferisce bere, che ama la fotografia, che le tecnologie non sono esattamente il suo forte ..." dice abbassando lo sguardo come se si stesse sforzando di capire qualcosa, non capisco.
"E su di me?"
"Che adori leggere molti libri, la filosofia orientale, che ami cambiare colore e taglio di capelli molto spesso, che anche se non ho capito perché, anche se ami la cioccolata, la nutella è bandita da casa vostra, che ami dipingere, che tipo di musica preferisci ascoltare, .. cose così insomma.."
"Ma vi siete messe a compilare un foglio illustrativo su di loro?" chiedo sorridendo mentre noto che i due fratelli si stanno scambiando uno sguardo di intesa.
"La nutella.. sai perché la odio? Ne ho fatto decisamente indigestione. Quando eravamo ragazzi i nostri genitori avevano il brutto vizio di portarci a fare gite estenuanti in giro per l'America in pullman. Un giorno abbiamo bucato in una zona persa nel nulla. Il soccorso stradale ci ha messo quasi un giorno intero per trovarci, così i nostri genitori disperati per paura che morissimo di fame hanno svaligiato quell'unico negozio di souvenir che era a poche miglia di distanza. Oltre a copricapo in piuma vendeva anche la nutella in quelle confezioni minuscole di plastica. Sono tornati al pullman con solo quelli e bottiglie d'acqua. Mentre Shannon e Cristin non amano particolarmente i dolci... io sì. Ho fatto indigestione di nutellini e dopo aver vomitato per un intera mattina, ho deciso che sarebbero stati banditi da casa mia" dice con un sorriso malinconico.
"Ha detto che ora rischi di andare in assuefazione da Muffin ricoperti di glassa!" risponde Vicky sorridendo a sua volta.
"Ti ha detto un bel po' di cose il nostro piccolo angelo" dice Shannon cupo davanti al letto di Cristine dove le sta sistemando i capelli.
"Si credo che volesse farmi sentire il meno possibile un pesce fuor d'acqua" continua.
"Davvero così sicura?" chiede Shannon ancora più acido di prima. Perché fa così proprio non lo capisco.
"Smettila!" gli grugnisce il fratello minore.
"Ma non mi rompere! Vuoi far finta di non aver capito neanche tu? No, perché, che la principessina qui non abbia capito ci sta anche, ma che tu non .."
"Viky non voleva infastidire nessuno, ha solo risposto a quello che le è stato chiesto" cerco di dire calmo anche se adesso quel suo tono potrebbe metterselo dove non batte il sole neanche d'estate.
"Lo sa, tranquillo. Non ha ancora abbastanza caffeina nel sangue e si è svegliato male, ancora qualche ora per carburare e.."
"Smettila! HAI CAPITO CHIUDI QUELLA BOCCA E NON DIRE PIU' CAZZATE!" comincia ad urlare contro il fratello.
"APRI GLI OCCHI CRISTINE! APRI GLI OCCH! BASTA FARE LA PIGRA! APRI GLI OCCHI!!" urla cominciando a scuotere il corpo di Cristine inerme prima che io e Jared in un lampo e con forza lo allontaniamo da lei buttandolo sul divanetto di fronte al letto.
"Sei impazzito!" gli urla il fratello minore.
"Si può sapere che cosa succede qui?!" urla Isabel alla porta guardando Vicky che prova a sistemare Cristine.
"POSSIBILE CHE NON LO CAPITE? STAVA DANDO ISTRUZIONI A VICKY PER COME STARCI DIETRO, PER COME SEGUIRE LE NOSTRE FOLLIE! IN MANIERA TALE CHE CI SAREBBE STATO QUALCUNO ACCANTO A NOI COME FA LEI, COME SOLO LEI POTREBBE FARE. LO SAPEVA! LO SAPEVA!" continua urlando ma con le lacrime agli occhi questa volta.
"Sapeva che cosa ragazzo?" domanda Robert, il padre di Cristine, alle spalle dell'infermiera apparso all'improvviso.
"Che stava per morire!" dice d'un fiato prima di alzarsi e dirigersi verso la porta con le sigarette in mano.
"E voi lo sapevate e non avete fatto nulla per impedirlo!" gli sussurra all'orecchio prima di sparire nel lungo corridoio del reparto di terapia intensiva.
Bianco in volto Robert abbassa lo sguardo prima di andarsene anche lui. Noi restiamo tutti per un attimo impietriti e senza parole. Jared immobile dall'altro lato del letto fissa Cristine come se per la prima volta avesse realizzato cosa sarebbe potuto accadere. Nei suoi occhi mi è parso di vedere passare l'ombra della morte. Vicky con le lacrime agli occhi insieme ad Isabel sistema Cristine e poi viene tra le mie braccia a piangere. Per la prima volta nella mia vita non so cosa dire, non so cosa fare.
"Non ho ancora perso un paziente da quando sono qui, di sicuro non voglio cominciare con lei!" dice l'infermiera sulla soglia della porta prima di andarsene.

Passa qualche minuto prima che Katrine si riesca a calmare, forse dovrei andare a cercare Shannon, Jared non si allontanerebbe dalla stanza solo per non lasciarla sola e lui ha bisogno di qualcuno adesso, anche se non lo vorrà mai ammettere. Ma..
"Che cos'è questo rumore?" chiedo in preda al panico temendo la risposta poiché so bene da dove sta provenendo.
"Il cuore di Cristine rallenta" sussurra Jared completamente impietrito.

Sono le 09.05, Cristine sta morendo.

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