Follia

Ci sono volute due scariche elettriche e le urla isteriche di Shannon a far tornare a battere il suo cuore ad un ritmo normale.
Credo che non mi dimenticherò mai la scena in cui Shannon, arrivato di corsa, comincia ad urlare il suo nome come un pazzo isterico trattenuto da due infermieri, mentre Jared immobile appoggiato al muro la fissa in lacrime.
Ora siamo di nuovo qui, Shannon seduto accanto al suo letto che le stringe la mano fissandola con sguardo vitreo, Jared dall'altro lato immobile non le toglie lo sguardo di dosso. Vicky ed io seduti sul divanetto di fronte al letto, osserviamo in silenzio loro due e il resto della famiglia ferma davanti alle porte della camera.
"E' sempre stata un tipo combattivo sai? Non ha mai mollato davanti a nulla ed ha sempre ascoltato quello che le diceva il cuore piuttosto che quello che le dicevano gli altri " ci dice Jared con un dolce sorriso.
"Fin da piccoli, Shan ed io abbiamo condiviso la stessa stanza, quindi quando uno dei due si ammalava, passavano solo poche ore prima che anche l'altro cominciasse a mostrarne i primi sintomi. Cristine sembrava sempre immune, non era mai la prima ad ammalarsi. Ci tenevano ancora più separati in quelle occasioni, quindi gli unici modi per vederci erano le nostre trasferte notturne, quando attraverso l'albero di ciliegio che collegava le due camere, sgattaiolavamo uno nella stanza dell'altro. Si comportava come una mammina, prima solo facendoci compagnia, poi con il passare del tempo se avevamo febbre alta, tenendoci panni freschi sulla fronte, dandoci medicine, assicurandosi che non ci salisse troppo la febbre. Puntualmente la cosa finiva che noi guarivamo e che lei si ammalava, e quindi i ruoli si invertivano, solo che noi non eravamo dei paparini provetti... mischiavamo le medicine, rovesciavamo l'acqua, rompevamo tutti i termometri, in breve tempo abbiamo capito che l'unica cosa che la faceva stare bene era la nostra presenza. Portavamo film in videocassetta, le leggevamo dei libri, le facevamo ascoltare dei nuovi vinili... potevano riempirla di medicine ma se noi non eravamo accanto a lei, sembrava mancarle la forza di volersi riprenderel" continuava a raccontarci fissandola.

Ora capisco dove vuole andare a parare.
"Angelo noi siamo qui" dice in un susurro.

"Vado a prendervi un caffè" dico prendendo per mano Vicky ed uscendo dalla stanza di corsa.
"Non crederanno davvero che perché Shannon si è allontanato dalla stanza, lei sia peggiorata?!" mi chiede Vicky mentre li fissiamo dal vetro.
"Credo che vederla in quello stato li abbia abbastanza resi folli da credere una cosa simile" dico poggiando una mano sul vetro.
"Sono sempre sembrati dei folli" dice qualcuno alle nostre spalle.
"Come scusi?" mi ritrovo a chiedere a Meg.
"Non li conoscete ancora bene. Quando si sono allontanati da lei, in un certo qual modo ne siamo stati tutti sollevati. Loro con la loro carriera, lei con i suoi studi. Si stavano rifacendo una vita. Poi lei si è ammalata e tutto ha cominciato ad andare nuovamente a rotoli. Non è mai stato "sano" il loro legame, non stavano separati neanche un attimo, neanche la notte. Pensavano, ragionavano, si comportavano come una persona sola. La nostra unica fortuna era che Cristine mostrava un po' più di cervello degli altri due... Ma è mai servito davvero a qualcosa?" continua guardandoli anche lei attraverso il vetro.
"Dove vuole arrivare?"
"Ti stai chiedendo se la loro è follia? La risposta è sì. Non farti strane idee, non c'è malignità in quello che facevano, non lo hanno mai fatto con intenzioni definite "ambigue" da alcuni, sono sempre stati così, come se un sottile filo invisibile li tenesse assieme. Se vuoi stargli accanto Tomo ci dovrai imparare a convivere, non fanno del male a nessuno, è solo il loro essere. Questa cosa è la loro forza e la loro grande debolezza, perché se uno dei tre dovesse venire a mancare per qualsiasi motivo... spero di non vivere abbastanza per vedere una cosa simile..." e dicendo questo torna a sedersi accanto a Annie che con un cenno del capo ci fa palesemente capire che concorda a pieno con quello detto dalla sua migliore amica.
"Scusate, posso parlarvi un attimo?" Isabel si fa strada verso i genitori di Cristine, da dietro il vetro, nessuno si muove.
"E' successo qualcosa Isabel?" chiede Meg in preda all'ansia.
"Meg, lo sai che adoro Cristine, lo sai che non mi arrenderei per nulla al mondo e che non lo farò mai, vero? Però tesoro dobbiamo cominciare a pensare anche al peggio, sembra che Cristine non voglia combattere. Non solo non migliora, ma sembra peggiorare. E' come se si stesse spegnendo lentamente. Se voi lo vorrete continueremo a cercare di tenerla in vita, ma ad un certo punto dovrete chiedervi se è quello che vorrebbe lei. Non sto dicendo che è una cosa della quale dovete preoccuparvene ora, dico solo che magari..."
Isabel come tutti noi sobbalza all'improvviso. Alle nostre spalle Jared ha chiuso sbattendo la porta, mentre Shannon in piedi accanto al letto ci guarda con occhi di sfida.
Nessuno di noi potrà avvicinarsi a lei fino a quando loro le staranno accanto.

Sono le 21,00 ed intorno a me si sta decidendo della vita o della morte di Cristine.

"Che c'è?" mi chiede Vicky con un sussurro.

"Non riesco a dormire" dico sedendomi nel letto.
"Sono le 3 del mattino, dovresti riposare un pochino. Contano tutti su di te" mi risponde poggiando il suo dolce e tenero viso sul mio petto cingendomi con le sue piccole braccia. Dio quanto la amo, con un semplice gesto è in grado di farmi sentire bene.
"Credevo che potesse esistere solo nei libri un rapporto simile" dico pensieroso mentre comincio ad accarezzare dolcemente una spalla a Katrine.
"Ti è mai sembrato "ambiguo" il loro rapporto?" mi chiede dubbiosa.
"Beh ci hai parlato anche tu con lei, cosa te ne è sembrato? Se mi chiedi se si amano, la risposta è sì. Ma lo fanno alla stessa maniera? Non credo... stessa intensità, scopi completamente diversi. Jared ama Cristine come fosse sua, ma nel senso di come se fosse parte di se, come se fosse una sua sorta di alter ego. Si muovono all'unisono, condividono le stesse passioni, gli stessi gusti, hanno lo stesso modo di gesticolare, di parlare.." replico.
"E Shannon?" chiede stringendosi ancora più forte a me.
"Shannon è un'altra questione. Anche lui la ama, ma in una maniera totalmente diversa dal fratello. Da ragazzi sono stati insieme e lo sono rimasti fino alla sua partenza. Hanno caratteri totalmente diversi, litigano dalla mattina alla sera, ma non riescono a vivere uno senza l'altro. E' come se lui vivesse del suo respiro ed attraverso di esso il suo cuore potesse battere. Un profondo, incondizionato ed incontrollabile sentimento di puro amore e possessione" dico, chiedendomi se anche il sentimento che provo per Vicky è tanto profondo.
"Ne sembri quasi spaventato" mi suggerisce.
"No, non ne ho paura, li dovresti vedere assieme. Nessuno alza un occhio su Cristine quando è con loro due, ma allo stesso tempo non puoi non notare quanto stiano bene e siano perfetti uno accanto all'altro. E se loro tre sono in sintonia, chiunque sta loro accanto ne raccoglie i frutti. Stando con loro queste settimane un pochino ho imparato a conoscerli..."
"E..."
"Non credere che il loro sia un club privato, non ti tagliano fuori e se lo fanno non è fatto volontariamente. Non mi sono sentito neanche per un attimo un pesce fuor d'acqua con loro, Cristine per prima mi ha sempre messo a mio agio. A volte faccio fatica a star loro dietro, ma non perché lo facciano apposta, ma perché hanno da così tanto una sorta di codice tutto loro, che non se ne rendono nemmeno conto. Quando questo avviene Cristine si mette in mezzo e chiarisce tutto".
"Sembra molto gentile, con me lo è stata davvero e nemmeno mi conosce"
"Da quando vi scambiate mail?" chiedo incuriosito.
"Da un po'. Abbiamo cominciato a sentirci quando organizzavamo il mio arrivo e la spedizione delle tue cose, quindi praticamente da quando sei entrato nel gruppo. All'inizio mi chiedeva alcune cose sui tuoi gusti, come ad esempio cosa ti piace mangiare o bere per colazione, qual è il cibo che preferisci, cosa ti piace indossare... cose simili. Poi lentamente ha cominciato a raccontarmi cosa facevate durante il giorno e coglieva l'occasione per raccontarmi alcuni piccoli aneddoti su Jared e Shannon. Non avrei immaginato che lo facesse perché..." sento scendere una piccola lacrima sul mio petto.
"Sono sicura che non si vuole arrendere. Jared ha detto bene quando ha detto che è un tipo combattivo, io non capisco davvero.." dico asciugandole la piccola lacrima che le accarezza il viso.
"Ti sei mai chiesto perché l'hanno lasciata qui? Perché ad un certo punto hanno deciso di andarsene senza portarla con loro? Se erano tanto inseparabili, perché l'hanno abbandonata?"
"No. E non faccio altro che chiedermelo. Perché ora piangere al suo capezzale, se per anni non si sono né visto né sentiti. Io non capisco. So solo quello che vedo e nessuno può dire che il loro sentimento non sia reale, so quello che mi ha raccontato Shannon, eppure mi manca ancora un pezzo" dico spostandomi una ciocca dal viso e mettendo la mano dietro la testa.
"Sei davvero convinto che Jared non provi nient'altro per lei?"
"Io, non lo so. A volte credo che per lei sarebbe tanto più semplice amare lui, ma.. "
"Ma?"
"Ma non sempre si sceglie la via più semplice" dico abbassando lo sguardo.
"Non ho più molto sonno..." dice Vicky sempre più stretta a me.
"Io nemmeno..." dico socchiudendo gli occhi.
"Vuoi andare da loro, vero?" la sento sorridere. Solo lei mi capisce. Forse non è così diverso il mio rapporto con lei da quello che hanno loro tre.
"Si, ti dispiace? Mi fa sentire un po' meno inutile stargli accanto, so che non conta nulla, ma a volte non servono parole"
"Da quando sei così saggio?" mi chiede alzando quei suoi occhietti furbi.
"Me lo disse Cristine il giorno che mi scelsero. Non parlammo molto, in realtà mi fissarono per un bel po'. Effettivamente anche io mi sarei preso per un mezzo matto. Quando le chiesi perché proprio io, mi disse che per capirsi non servono le parole, ma basta uno sguardo o anche la semplice presenza. Non ho mai capito cosa volesse dire fino ad ora...credo. Che fai?"
"Mi vesto, credi che a quest'ora della notte ti lascio andare da solo?"
"Te l'ho mai detto che ti amo?" dico con un sorriso infilandomi i boxer.
"Non me lo dici mai abbastanza!" mi dice sorridendo ed infilandosi una delle mie magliette.

"Voi due che ci fate qui?" ci dice una voce che purtroppo conosco alle nostre spalle.
"Isabel non dormi mai tu?" chiedo ironico.
"Non fino a quando un mio paziente ha bisogno di me. Non fino a quando una mia amica ha bisogno di me!" risponde seria.
"Hai intenzione di prendere a calci i nostri sederi fino fuori dall'ospedale? Tanto per sapere.." chiedo ironico.
"Dipende.."
"Da che cosa?"
"Da quanto farete i bravi, già non potrebbero stare quei due, e non so come hanno fatto a non farsi cacciare, comincio a pensare che stiano dando bustarelle..." dice indicando la camera di Cristine.
"Faremo i bravi, promesso mammina!" dico spavaldo.
"Fai poco lo spiritoso Tomo, ci metto due secondi a sbattere fuori quel tuo bel faccino!"
"E lei no?" chiedo indicando quei due occhioni azzurri accanto a me.
"Lei mi sta simpatica, può restare a prescindere" e le fa un bel sorriso.
"La solita solidarietà femminile" dico fingendo il broncio.
"Su, su, non fare quella faccia triste e va da loro. Quando sono passata a visitarla questa sera, avevano un aspetto peggiore del solito, credo che cominci a farsi strada un'idea nella loro testa..." dice abbassando gli occhi.
"Dobbiamo davvero aspettarci il peggio?" chiedo improvvisamente serio.
"Io, non lo so. E' presto per dirlo, però è anche vero che Cristin non da cenni di miglioramento, ma al contrario... per quanto io voglia più di chiunque altro che riapra gli occhi, credo che dovremmo anche preparaci al peggio" e così dicendo con un mezzo sorriso ci fa un cenno con il capo e sparisce nei corridoi.

Mentre mi dirigo verso la stanza, Vicky mi stringe la mano. La porta è aperta e sento qualcuno sussurrare.
Jared dorme rannicchiato sul divanetto, Shannon con le lacrime che gli rigano il viso, ha la testa poggiata sul cuscino di Cristine e mentre con una mano le accarezza i capelli, dolcemente le sussurra qualcosa all'orecchio.
Non ho il coraggio di entrare.
"Te lo ricordi quando ci siamo baciati per la prima volta? Eri voluta uscire con quel tipo, come si chiamava? Nick? Dick? Non mi piaceva, in realtà... non mi piaceva nessuno di quelli che ti gironzolavano attorno, chissà come mai... Ma quello proprio non mi andava giù! Così vi seguii e per fortuna... Nessuno, e dico, nessuno deve osare metterti le mani addosso senza il tuo permesso... Credo di averlo spedito in ospedale, e sai che c'è? Non me ne pento neanche un po'. Ricordo le tue lacrime, il tuo sollievo quando mi hai visto, quanto ti stringevi forte a me sulla moto, ricordo quando ti ho aiutato a scendere, quando i nostri sguardi sono stati tanto vicini da poterci leggere dentro. Mi hai guardato con quei tuoi profondi occhi color smeraldo e ho capito che la mia vita non avrebbe avuto senso senza di te. Quando ho poggiato le mie labbra sulle tue, ho capito il significato della parola amore. Te lo ricordi Cristine? Te lo ricordi angelo? Quella sera non ti avrei mai lasciata andare, avrei voluto continuare a stringerti tra le mie braccia. Tutto sembrava così perfetto".
Una lacrima si fa largo sul mio viso e con stupore mi rendo conto che si fa anche strada sul volto di Jared, non sta dormendo.
"Ti ricordi la faccia di Jared quando lo ha scoperto? E i discorsi sul sesso che i nostri genitori avevano cominciato a farci quando hanno capito cosa stava accadendo? Non facevano altro che incoraggiare Jared a stare sempre con noi, quanto ridere. E quella volta che ci hanno trovato a baciarci nello sgabuzzino della scuola? Ok, diciamocela tutta, non ci stavamo esattamente solo baciando. Ti saresti seppellita viva se avessi potuto! E per quanto tempo ti hanno messa in punizione i tuoi? Tre settimane senza uscire? Dopo tre ore, eri già sgattaiolata nella nostra stanza e stavamo guardando un film. Te lo ricordi? Piccola?" Per un attimo chiude gli occhi e tira un profondo respiro, poi ricomincia.
"Ricordo quanto ti batteva forte il cuore la prima volta che sei stata mia, ricordo quanto ero goffo, ricordo quanto tremavi. Non è mai stato tanto perfetto. Mi hai rubato l'anima Cristin, se te ne vai la porterai nella tomba con te, e di me non resterà altro che un involucro vuoto. Mi hai rubato l'anima, mi hai rubato l'anima..." continua sfiorandole il viso col suo. Katrine stretta a me comincia a singhiozzare in silenzio.
"Ti supplico, apri gli occhi, ti supplico! Non mi punire per averti lasciato qui anni fa, non sarei mai dovuto partire. Avrei dovuto trovare il coraggio di tornare. Non l'ho mai fatto. Perché? Perché mi hai lasciato andare? Perché mi hai lasciato senza spiegare? Me le ricordo le lacrime quel giorno, non era vero che avevi smesso di amarmi. Perché?" chiede in un sospiro.
"Perché glie lo chiesi io" dal divano Jared in un sussurro diede risposta alla domanda che tutti ci ponevamo da tempo. Shannon all'improvviso gira lo sguardo verso il fratello che con gli occhi bassi lentamente prova ad alzarsi.
"Tu hai fatto cosa?!" chiede d'un fiato il fratello maggiore.
"Eravamo ad un punto fermo, non avanzavamo e non indietreggiavamo; quanto avremmo potuto vivere così? Se ne era accorta e ne parlammo.. " risponde alzando lentamente lo sguardo.
"Tu hai fatto cosa?!" ripete a voce più alta.
"Avevamo un sogno! Tu, io, lei... ma lo sai benissimo che il nostro modo di comportarci non ci avrebbe portati da nessuna parte. Non potevamo continuare a dipendere da lei! Se avessimo continuato a stare insieme non saremmo arrivati dove siamo ora, ma ci saremmo chiusi a riccio come abbiamo sempre fatto.."
"Non ne avevi il diritto! Io l'amavo! Sapevi quanto l'amavo! Me ne sono andato convinto che non mi amasse più! Perché lo hai fatto, perché?!" gli urla tenendolo stretto per il collo della maglietta sbattendolo ad un muro.
"Possibile che sei tu quello che non capisce?! Ha avuto il coraggio di fare quello che noi non avremmo fatto. Facendo così ci ha permesso di avere un'alternativa! Non l'ho obbligata a nulla! E' stata una sua scelta; sono semplicemente stato al gioco!" gli urla in faccia a sua volta mettendogli anche lui le mani al collo.
"Io l'amavo..."
"Anche io l'amavo! E quanto tu non lo hai mai voluto capire! Ma anche lei ci amava e lo ha fatto a tal punto di rinunciare alla sua felicità per provare a lasciarci vivere la nostra!" gli dice stringendolo con meno forza e fissandolo dritto negli occhi.
"E chi ti dice che quella non era felicità?! E' solo colpa mia, sarei dovuto tornare. E' solo che..."
"C'era così tanto da scoprire, sensazioni nuove da provare e più passava il tempo più la sua presenza diventava quella di un fantasma del passato... ma i fantasmi non ti abbandonano mai Shannon. Soprattutto quelli che ti rubano l'anima..." li sussurra all'orecchio, come se nessuno meglio di lui possa sapere quello di cui sta parlando.
Per un attimo restano immobili a guardarsi negli occhi senza dire una parola. Nella mente di Shannon sembra prendere forma quello che fino a pochi istanti prima era solo un sussurro. Jared l'amava. L'amava come nessuno di noi lo aveva mai capito, l'amava quanto Shannon, forse anche più di lui...

"Si è mossa!" dice all'improvviso Vicky d'un fiato. Tutti ci giriamo all'improvviso verso il letto, in silenzio restiamo a guardarla nella speranza di vederla aprire gli occhi. Cinque minuti interminabili, ma nulla.
"Vicky sei molto stanca, dovresti andare a riposare, dovremmo riposare tutti" dice Jared lasciando andare il fratello definitivamente.
"Io credevo che avesse mosso una mano, scusate...è solo che...giurerei... DI NUOVO!" Urla indicando la sua mano destra appoggiata sul suo petto.
Nessuno si muove, nessuno emette un rumore, nessuno emette fiato, immobili la fissiamo. Poi la mano sembra avere una piccola contrazione seguita da un lieve movimento del viso.
"Cristine! Cristine! Torna da noi! Cristine! Angelo apri gli occhi!" cominciano ad urlare i due fratelli Leto, mentre Vicky lascia la mia stretta e corre per i corridoi urlando il nome di Isabel.
Sono le 4.30 del mattino. Cristin ti supplico, torna da noi.

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