.Always.

Pericolo.

Lei era in pericolo.

Per colpa sua.

Lei, innocente, in pericolo insieme alla sua famiglia per colpa sua.

Solo e soltanto sua.

No.

Non può essere, non è giusto.

Lei non lo merita.

Lei non ha fatto niente di male, non ha mai fatto niente.

Lei sta per morire, e la colpa è solo sua.

Sua e della sua stupidità, della sua codardia.

Colpa delle sue scelte sbagliate.

Ora è tardi.

No, invece.

Non è ancora tardi, è ancora in tempo.
Ha solo pochi minuti, ma vuole sfruttarli al massimo.

Ora come ora, c'è solo una cosa che può fare. Che deve fare.

Manca poco tempo, ma quel poco tempo poteva salvare non solo una, ma ben tre vite.

Tre vite innocenti.

Controllando che non ci fosse nessuno in giro, si avvicinò tremando al camino e vi si inginocchiò di fronte.

Dalla tasca destra estrasse una polverina argentata, che gettò nel camino.

-Casa Potter- sussurrò, per poi immergere il volto tra le fiamme verdastre. Come gli occhi di lei.

-Lily- chiamò.

Un viso incorniciato dai capelli rossi si affacciò. I suoi occhi color foresta si spalancarono quando riconobbe la persona con cui stava parlando.

-Severus? Che ci fai qui?-, poi assunse un tono più scontroso. -Cosa vuoi?-

Il giovane chiamato Severus prese un gran respiro, e rispose -Lily, ascoltami, ti prego. Sei in pericolo. Siete in pericolo.-

Lily sembrava perplessa.

Al suo volto si accostò quello di James, che rivolse al volto tra le fiamme uno sguardo sprezzante.

-Mocciosus. Cosa vuoi da mia moglie?-

Severus cercò di non perdere la calma.
-Non è il momento, questo. Voldemort arriverà a momenti per uccidervi. Dovete scappare.-

Lily lo fissò. -E cosa te lo fa pensare, di grazia?-

-Minus vi ha tradito, state per morire! Scappate, ora che siete in tempo!-

James, che era stato buono fino a quel momento, esplose. -Cioè, fammi capire, tu vieni qua a dirci che uno dei nostri migliori amici ci ha venduto a Voldemort e magari ti aspetti pure di essere creduto?-

-Ascoltatemi. So che non vi ho mai dato modo di fidarmi di me, ma dico sul serio, dovete salvarvi.-

James fece per ribattere, ma Lily lo fermò. -Jem, io gli credo-.

Quelle parole fecero sentire Severus molto meglio. Lily gli crede. Lily si fida di lui.

-Cercherò di trattenerlo, voi scappate-.

Lily aveva gli occhi gonfi di lacrime.
-Ma, Sev... Lo faresti sul serio?-

-Per te, tutto- rispose con sincerità.

James sembrava si fosse fatto convincere dalla moglie. Oh, quella ci sapeva fare!

Si intromise -Ci salvi la vita dopo tutto quello che ti abbiamo fatto? Dopo tutto questo tempo?-.

-Sempre- rispose semplicemente Severus, per poi scomparire tra le fiamme.

Quando sollevò la testa, sentì un fruscio alle sue spalle. Prima ancora di voltarsi, sapeva già chi fosse.

Una figura si stagliava sulla soglia. Il vestito scuro spiccava sulla pelle innaturalmente pallida, gli occhi rossi mandavano scintille.

-Buonasera, signore-

-Con chi stavi parlando?-

-Con nessuno, signore-

-Scemenze, Piton, scemenze. Con chi stavi parlando?-

Il cervello di Severus lavorava svelto. I Serpeverde hanno, come dire, un talento naturale nel cavarsela in ogni situazione. Pensava.

Se non avesse risposto, Voldemort avrebbe usato la Legilimanzia.

Se avesse detto la verità, e cioè che i Potter erano scappati, avrebbe sfogato la sua ira su tutti i Mangiamorte, cruciandoli fino alla pazzia.

Poteva inventarsi qualcosa, ma se Voldemort lo avrebbe scoperto, sarebbe stato obbligato ad ingerire del Veritaserum.

C'era sempre una terza ipotesi.

Il bluff.

-È finita, Riddle. Silente ora sa tutto. Sei finito.- disse, sperando che il Mago Oscuro di fronte a lui avesse davvero qualcosa che nascondeva a Silente.

Evidentemente, era così.

-Come osi? Come hai osato? Crucio!-

Severus cadde a terra, scosso dal dolore, ma non urlò. Non gli diede quella soddisfazione.

Ad un certo punto il dolore cessò, e si rialzò in piedi.

-Credi che torturarmi ti salverà? Oh, come ti sbagli, Tommy!-.

Il suo obiettivo era farlo infuriare, e ci stava riuscendo bene.

La rabbia offusca la mente, la rabbia confonde e impedisce di ragionare.

E lui doveva farlo confondere.

Lo doveva a lei.

Voldemort estrasse la bacchetta, puntandogliela contro.

Severus si preparo al lampo di luce verde e alle parole che la accompagnano.

Ma quelle parole non arrivarono, né tantomeno la luce.

Altre presero il loro posto.

-No, tu non meriti una morte rapida. Tu sei un traditore, e in quanto tale meriti di soffrire. Sectumsempra!- urlò, per poi andarsene e lasciarlo lì.

Severus, sopraffatto dal dolore, si accasciò a terra.

Il sangue sorgava a fiotti dalle ferite che aveva sparse in tutto il corpo.

La bacchetta, cadendo, era rotolata via, troppo lontano, e lui non aveva le forze per andare a riprenderla o Appellarla.

Restò lì, immobile, sentendo la vita scivolargli lentamente ed inesorabilmente via, attimo dopo attimo.

Impossibile dire quanto durò, se pochi minuti o una vita intera.

Comunque, furono gli istanti peggiori della sua ancora troppo giovane vita.

Sentire le ultime forze che scompaiono, a poco a poco, sentire la propria vita abbandonarlo e non poter fare niente per fermarla, era la peggiore delle torture.

Una morte come quella, lenta e dolorosa, era una cosa che non avrebbe augurato nemmeno al suo peggior nemico, in quel momento.

Dicono che quando stai per morire ti passi tutta la vita davanti, come in un film.

In effetti, Severus se ne accorse solo in quel momento, era vero.

Rivide sé stesso, bambino, nascosto dietro un mobile mentre i suoi genitori litigavano per una della sollte stupidaggini.

Rivide il momento in cui vide Lily per la prima volta, in un vecchio parco giochi, insieme alla sorella.

Rivide la volta in cui si sono conosciuti, quando lui le raccontava tutto ciò che sapeva del mondo magico e lei lo ascoltava ammirata, affascinata.

Rivide l'incontro, sull'Espresso di Hogwarts, con i cosiddetti Malandrini.

Rivide lo Smistamento che lo separò dalla sua unica amica.

Rivide quando, al quinto anno, Lily lo difese e lui reagì dandole della sporca sanguemarcio.

Quanto rimpiangeva quel giorno!

In un colpo solo aveva perso la sua dignità e la sua amata.

Rivide l'incontro con il Lupo Mannaro e il maldestro salvataggio di James.

Rivide il momento in cui, per paura, si era unito ai Mangiamorte.

Rivide il giorno del matrimonio di James e Lily, con lui che osservava da lontano.

Rivide la Cooman che recitava quella maledetta profezia, o almeno quella che riuscì a sentire.

Rivide quando sé stesso, tutto orgoglioso, la riferì a Voldemort.

Rivide il dolore e la sensazione di impotenza che provò quando il Signore Oscuro decise che il bambino di uccidere era il figlio di lei, di Lily.

Rivide la sua angoscia nel chiedere a Silente di aiutare la famiglia, e il suo sollievo nel sentire una risposta affermativa.

Rivide il terrore puro che provò quando quel Minus, il custode segreto dei Potter, venne al ritrovo dei Mangiamorte dicendo di voler consegnare loro l'indirizzo della famiglia.

Ma, soprattutto, rivide lei, il suo sorriso, i suoi splendidi occhi, i suoi lunghi capelli. La sua voce gentile, il suo carattere orgoglioso e altruista.

Si concentrò su quel ricordo, su loro da bambini, sdraiati sull'erba, senza pensieri, senza preoccupazioni, senza dubbi o paure, impegnati semplicemente nel godersi quel momento insieme.

Peccato, però, che nessun momento dura per sempre, e quello non faceva eccezione.

E all'improvviso si pentì di non aver mai provato a riallacciare i loro rapporti. Sarebbero potuti ritornare amici, e magari il suo bambino lo avrebbe chiamato "zio" e sarebbe corso ad abbracciarlo ogni volta che lo vedeva.

Peccato che non potrà mai saperlo, ormai.

Non avrebbe voluto diventare un Mangiamorte, se ne era pentito non appena aveva ricevuto il Marchio.

Purtroppo, certe decisioni ci cambiano per sempre, diventando subito rimpianti, ma è troppo tardi...

Inutile rivangare il passato, stava morendo. Niente aveva più senso, ora.

Rimpianti ne aveva, eccome, ma era soddisfatto. Era morto salvandola, non avrebbe potuto desiderare morte migliore. Da eroe, ecco.

Era un eroe, lui?

Se si, era di certo un eroe strano.

Ma la vita non è come nelle favole.

Nella vita non esiste il lieto fine, non per tutti, almeno.

Evidentemente, lui era tra quelli che non lo poteva avere.

Pazienza.

Era lieto, però, di aver potuto riscattare tutti gli errori della sua vita con questo semplice atto finale.

Aveva salvato tre vite, pagando con la sua.

Questo è o no un comportamento da eroi?

Severus sorrise, per quanto il dolore lancinante glielo potesse permettere.

Lui era soddisfatto lo stesso, gli andava benissimo così.

E, in fondo, è questo quello che importava, no?

Che lui fosse soddisfatto.

Poco importa che gli altri non sapranno mai della sua morte, di come aveva affrontato Voldemort per proteggere la sua amata con un coraggio degno di Godric Grifondoro in persona.

Poteva finalmente morire in pace.

Sentiva sempre meno dolore, segno che le sue sofferenze stavano per finire.

Stava per chiudere gli occhi, quando un bagliore attirò la sua attenzione.

Dal camino uscì una magnifica cerva d'argento, che si avvicinò a Severus.

-Lily- sussurrò, e l'ultima cosa che vide fu il Patronus della sua amata, così simile al suo, che piangeva in silenzio accanto a lui.

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