Altro che tragedia d'amore!

Romeo e Giulietta furono svegliati da una calda luce che sembrava volerli abbagliare.

Entrambi - vestiti di abiti simili a vestaglie da notte femminili, bianche e diafane - erano circondati da un paesaggio esotico e allo stesso tempo solitario: una enorme distesa di sabbia.

Questi piccoli dettagli, però, sembravano non toccarli minimamente quanto il fatto che si trovavano insieme, abbracciati l'uno all'altra e seduti sopra quella polvere di granito rosea.

Si guardavano negli occhi, quando d'un tratto Romeo chiese alla sua bella «Pensavo che tu fossi morta».

«Io pensavo lo fossi tu, mio Romeo» ribadì la giovane Capuleti, con sguardo ironico.

«Beh, in effetti... Io sono morto di sicuro almeno che non abbia sbagliato intruglio...» aggiunse, pensoso il Montecchi.

«Non mi sorprenderebbe!» esclamò sarcastica la ragazza.

Romeo sorrise e stava quasi per baciare la sua Giulietta, ma venne interrotto dalla voce piuttosto stridula di una donna.

«Bene, bene, bene. Chi abbiamo qui?» su di una sedia a dondolo di legno poco distante dai due amanti, la donna che aveva parlato alzò lo sguardo lanciando un libro visibilmente vecchio verso chissà dove, mentre guardava superba e con un velo di interesse inquietante la coppia.

La donna appariva piuttosto minuta, quasi come una bambina. Il suo paio di occhi chiari le illuminavano  l'enorme testa sormontata di biondi e lunghissimi riccioli che le cadevano sciolti sulle spalle, fino quasi ai fianchi. L'unica cosa che copriva il suo corpicino (oltre ai capelli) era una vestaglia di seta bianca, quasi azzurina come il cielo.

I due amanti, dopo aver scrutato la sconosciuta, si guardarono negli occhi interrogativi.

«Ah» riprese l'attenzione su di sé la piccola creatura «Romeo Montecchi e Giulietta Capuleti! Ho visto i vostri rispettivi nonni insieme, giusto poco tempo fa. Che strazio che siete, sempre a litigare... Ma godetevi la vita che, di sicuro, ce l'avrete più interessante della mia» continuò, esaltata.

«Ironia della sorte, noi ci siamo fidanzati» puntualizzò il Montecchi per poi chiedere con un certo imbarazzo «Comunque, cambiando argomento, chi sarebbe, lei?».

«Ah, quindi siete proprio voi?» chiese la piccola figura femminile, stupita e felice.

«Sì, gli originali, ma lei chi è? Di grazia, ce lo avete un nome?» tuonò infastidita la Capuleti verso l'interlocutrice, rivolgendosi successivamente al compagno lamentandosi a bassa voce «Accipicchia, è più odiosa di mia madre!»

«Io, mia cara ragazza, sono la Dea Des, la divinità della conoscenza e del giudizio finale. Ovvero, colei che tutto della Terra sa, tutto può, ma nulla fa. Così come sono colei che si sta ufficialmente annoiando da secoli... Ma quando nascerà Napoleone Bonaparte e dà un pò di pepe a tutto questo mortorio? Però sto divagando; tornando a noi, complimenti, cari. Ho aspettato da tempo questo momento! Ora posso divertirmi un po'» si rivelò la Dea.

«Come, prego?» la inturruppe Romeo alzandosi e sguainando con fare minaccioso una spada che, solo in quel momento, si ricordò che non c'era.

«Per farti capire meglio, testa di fagiolo,» la Dea si alzò dal suo trono di legno traballante, rivogendosi aspramente a Romeo «Ho il dovere di decidere la sorte della vostra anima dopo la morte».

«Siccome siete gli unici simpatici delle vostre famiglie, vi farò la grazia di reincarnarvi» chiarì, infine, la venerabile Des.

«In che senso "reincarnarci"?» chiese Giulietta che non aveva ancora capito cosa stava effettivamente succedendo.

«Significa che la vostra anima sarà assunta in un nuovo corpo umano e vivrà all'interno di esso. In questo caso, anche in un'altra epoca» precisò la divinità «E prima che mi possiate chiedere altro, il giudizio è stato preso» aggiunse.

La Dea levò un braccio nel cielo e pronunciò una specie di sentenza rivolta ai due giovani «Vi reincarnerete entrambi in nuovi corpi che avranno luce nel 2000 e sarete destinati a reincontrarvi e innamorarvi di nuovo all'inizio del 2020. Vedremo se riuscirete a resistere al disastroso anno».

Mentre la potente donna abbassava con forza il braccio, le due anime volarono subito via senza il loro controllo, dissolvendosi.

Dopodiché, la grande Dea sorrise verso la direzione in cui aveva visto quei due scomparire e, beffarda, pensò «Altro che tragedia d'amore!».

FINE!

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