Cleeta - Alternative Ending

Peeta sta giocando coi bambini sul Prato. Non è un nome molto fantasioso, ma è sicuramente migliore di Cimitero. Perché è quello che è, un enorme cimitero. Nel suo sottosuolo si trovano i cadaveri di tutti gli abitanti del Distretto 12 periti durante l'ultima guerra, avvenuta oramai quindici anni fa.
Guardo le tre figure rotolarsi sopra di esso, sento le esclamazioni di gioia di Mitch Rye e le risate di Primrose Willow, e sorrido, ringraziando il cielo di avermi dato la possibilità di essere presente per vedere tutto questo e per avermi fatta diventare, in un certo senso, una degli artefici di ciò, assieme a mio marito.
Il vento si fa più insistente. Mi investe con violenza, ed io sono costretta a chiudere gli occhi. Grosso errore, perché loro sono lì. Tutti, dal primo all'ultimo, nessuno escluso. Glimmer, Marvel, Rue, Katniss, Finch, Thresh, Cato, Cecelia, Woof, Seeder, Mags, Blight, Wiress, Gloss, Cashmere, Chaff, Brutus, la famiglia di Peeta, Mitchell, Boggs, Leeg 1, Leeg 2, la Jackson, Castor, Homes, Finnick, Snow, la Coin.
Mi mordo il labbro per impedirmi di urlare. Non voglio spaventare i bambini. Non voglio far preoccupare Peeta. Con queste motivazioni, mi alzo in piedi, facendo attenzione a non essere notata dalle tre persone più importanti della mia vita, e comincio ad incamminarmi senza avere una meta precisa.
Mi fermo dopo pochi metri, quando sono abbastanza sicura che non mi possano vedere.
Il cielo è nuvoloso. È come se riflettesse il mio stato d'animo.
Da qualche parte, a poche case di distanza, una melodia inizia a risuonare, ed io ne seguo il ritmo, iniziando a cantare quasi senza accorgermene:
Verrai, verrai,
all'albero verrai,
cui hanno appeso un uomo che tre ne uccise, o pare?
Strani eventi qui si son verificati
e nessuno mai verrebbe a curiosare
se a mezzanotte ci incontrassimo
all'albero degli impiccati.
Verrai, verrai,
all'albero verrai,
là dove il morto implorò l'amor suo di scappare?
Strani eventi qui si son verificati
e nessuno mai verrebbe a curiosare
se a mezzanotte ci incontrassimo
all'albero degli impiccati.
Verrai, verrai,
all'albero verrai,
ove ti dissi "Corri, se ci vuoi liberare"?
Strani eventi qui si son verificati
e nessuno mai verrebbe a curiosare
se a mezzanotte ci incontrassimo
all'albero degli impiccati.
Verrai, verrai,
all'albero verrai,
di corda una collana, insieme a dondolare?
Strani eventi qui si son verificati
e nessuno mai verrebbe a curiosare
se a mezzanotte ci incontrassimo
all'albero degli impiccati.
È un motivetto che ho imparato in fretta quando mi sono trasferita qui, e che non scorderò mai, in particolar modo per il suo profondo significato.
- Hai una voce stupenda - dice qualcuno alle mie spalle, facendomi sobbalzare.
Mi volto di scatto. - Per colpa tua ho quasi preso un infarto, Mellark!
Lo vedo sorridere. - Da quando mi chiami Mellark, esattamente?
Ghigno e faccio per rispondere, ma lui si avvicina ancora di più a me. Le nostre labbra si uniscono per un breve istante, poi, quando ci separiamo, lui affonda il viso contro la mia spalla. Per qualche minuto, rimaniamo in questa posizione, fino a quando un pensiero non mi balena in mente. - Peeta, i bambini sono da soli!
Sto per farmi prendere dal panico, quando mio marito mi tranquillizza con un sorriso. - Non preoccuparti, c'è Haymitch con loro.
Gli lancio un'occhiata incredula. - E tu da quando ti fidi a lasciar soli i nostri figli con lui? - gli domando.
- Da quando ha smesso di bere perché la prima parola di Primrose Willow è stata il suo nome e da quando abbiamo chiamato nostro figlio Mitch Rye - ribatte, beffardo.
Alzo gli occhi al cielo. - Come vuoi, ma se ai bambini succederà qualcosa, non esiterò un istante a tirar fuori il mio vecchio arsenale di coltelli.
Peeta ride e mi stringe a sé, baciandomi la tempia. - Tu mi ami. Vero o falso? - Sorrido. - Vero, come sempre. - Dopo un po', aggiungo: - E tu? -, guardandolo in faccia con un sorriso sornione stampato sulle mie labbra. - Tu che dici? - replica lui, avvicinandosi ancora una volta a me per darmi un altro bacio a fior di labbra.
- Forse faremmo meglio a tornare da loro per vedere cosa combinano - propongo. Lui annuisce e si alza, prendendomi la mano. Io lo seguo docilmente, come se fossi un robot ai suoi comandi.
Primrose Willow e Mitch Rye sono stesi a pancia in giù, ed ascoltano interessati Haymitch. Ci avviciniamo anche noi per udire meglio il suo racconto.
- Il tuo nome - ed indica la bambina - è lo stesso di quello di una ragazzina coraggiosa che ha sofferto troppo in troppo poco tempo. - Bastano queste parole a farmi tornare in mente l'Edizione della Memoria. Siccome il Distretto 12 non aveva vincitrici femmine, il sorteggio tra le ragazze è stato identico a quelli degli anni precedenti, ed è stato pescato nuovamente il nome di Prim. Non è stato un caso, l'hanno capito subito tutti, ma nessuno poteva fare qualcosa per ostacolare Snow. Potevamo solo giocare stando alle sue regole. Solo che non l'abbiamo fatto.
Ai Settantacinquesimi Hunger Games siamo sopravvissuti io, Peeta, Prim, Finnick, Johanna e Beetee, e Finnick ci ha lasciati poco dopo a causa di orrendi ibridi che lo hanno portato via da Annie e dal loro bambino.
Stringo forte la mano di Peeta, implorandolo di portarmi via di qui. Non voglio più ascoltare altro.
- Sì, è Prim. Papà mi ha raccontato anche che aveva una sorella, che però adesso non c'è più.
Vorrei gridare. Katniss. Ricordo ancora i suoi occhi grigi puntati su di me mentre la vita scivolava via dal suo corpo.
- Willow, invece, l'hanno preso da una ninna nanna.
Haymitch fa un cenno d'assenso.
- Ed io? - domanda Mitch Rye.
- Sai già cosa significa Mitch! - ride Haymitch.
- Sì, ma Rye?
Il vincitore esita un attimo prima di rispondere, scoccando un'occhiata a Peeta come a chiedergli il permesso, che lui, ovviamente, gli concede.
- Rye era vostro zio. È... scomparso circa quindici anni fa. - Si morde il labbro.
- Quando c'era la guerra? - chiede il piccolo.
Il cinquantaseienne annuisce semplicemente prima di alzarsi da terra. - Su, forza, andiamo a vedere cos'ha preparato il vostro papà stavolta. - La sua proposta viene accolta da un coro di gridolini entusiastici, ed i bambini lo anticipano, correndo in direzione della panetteria.
- Mamma, dopo giochi insieme a noi? - mi urlano quando sono già abbastanza lontani. - Sì, certo - strillo io di rimando. Non ho mai detto di no a questa richiesta. Non mi dà fastidio divertirmi insieme a loro.
In fondo, ci sono giochi molto peggiori a cui giocare.






A/N: Ed ecco la seconda ed ultima parte di "Alternative Ending", stavolta in chiave Cleeta. Spero che vi sia piaciuta come la precedente. Ringrazio le splendide TERESA_AGNES_WICKED_ e SariMack per aver commentato lo scorso capitolo. Scrivere questa storia è stato meraviglioso e devastante allo stesso tempo, non solo perché è qualcosa che non si potrà mai avverare, ma anche perché mi sono affezionata a questi personaggi talmente tanto che mi sembra ancora incredibile che l'avventura di Hunger Games sia già finita. Non scorderò mai nessuno di loro. Occuperanno continuamente un posto speciale nel mio cuore e nella mia mente. A presto! Baci! *-* :* <3

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