Capitolo 8 ~Oskar~

OSKAR

Un vento gelido spazzava le vette, scuotendo violentemente i radi arbusti che crescevano a quell'altezza.

Grazie alla mia vista acuta idividuai subito la coppia di cinghiali nascosta nel sottobosco.

Eccoli! Tyres scendi un po' per favore, da quassù non riesco a prenderli

In risposta la dragonessa cominciò a perdere quota compiendo larghe spirali.

Dopo qualche minuto incoccai una freccia.

Silenzio. Il vento mi scompigliava i capelli, facendo ondeggiare le due piccole trecce che partivano dalle tempie.
Respirai profondamente prima di lasciare andare la freccia.
La vibrazione della corda dell'arco vicino all'orecchio mi provocò un brivido di piacere.

Preso! Al secondo cinghiale ci penso io

Sorrisi alle parole della mia dragonessa e strinsi le ginocchia sulle sue spalle, preparandomi alla discesa verso il sottobosco.

La velocità della picchiata mi permise solamente di sistemarmi l'arco a tracolla.

Con un balzo saltai giù dalla groppa di Tyres che senza nemmeno toccare terra riprese a salire di quota per dare la caccia al secondo cinghiale.

Osservai la mia preda, colpita al cuore dalla freccia. Involontariamente mi leccai le labbra.
Mi misi subito all'opera e tolsi l'arma dal corpo del cinghiale, controllando poi che fosse effettivamente morto.
Non arrivai fare altro perché comparve nuovamente Tyres.

Oskar dobbiamo correre, Dagaz ha trovato un cucciolo

Impiegai qualche secondo per comprendere.
Dagaz, l'ultimo drago selvatico della zona. Feroce e indipendente, a differenza degli altri draghi selvatici lui non aveva contatti stabili con nessun popolo, nemmeno con quello a cui appartenevo, gli Altair.

Senza perdere altro tempo saltai sulle spalle della mia dragonessa blu zaffiro.
Mentre si alzava da terra notai i profondi solchi che aveva lasciato nel terreno durante l'atterraggio.

Come mai tutta questa fretta?

Il cucciolo che ha trovato Dagaz è la prigioniera degli elfi. Dev'essere riuscita a scappare dal palazzo.

A stento trattenni la sorpresa.

Quindi... è umana!

Venni invaso dall'ansia. Un umana che incontra un drago non sempre sopravvive al periodo di mutazione, lo sapevo bene.
Quando la rocca di Dagaz entrò nel mio campo visivo venni per un attimo accecato dal riflesso dei raggi solari sulle squame rosse del drago selvatico.
Tyres atterrò con eleganza sulla rocca.
Con un salto scesi dalla sua groppa e mi avvicinai piano a Dagaz.
Tra le sue enormi zampe era adagiata una ragazza. I suoi capelli ramati le coprivano una parte del viso.

Avvicinati Altair

La voce di Dagaz echeggiò nella mia mente, calda e profonda.

La ragazza aveva perso i sensi. Aveva gli avambracci completamente bianchi, come se non ci fosse più la pelle.
Con delicatezza le alzai una palpebra scoprendo la pupilla bianca.
La mutazione era già iniziata.
Mi accorsi all'ultimo che anche il piede destro era bianco fino sopra alla caviglia.

Cos'è successo Dagaz? Da quanto tempo l'hai trovata?

Sono due giorni che l'ho portata sulla rocca, due giorni che dorme con me. Era inciampata in due tagliola da caccia quando l'ho incontrata, scappava dagli elfi e dagli orchi di sottobosco.
Prendila con te Oskar.

Rabbrividii a quella richiesta. Decidere di occuparmi di un'umana in un momento come la mutazione era una grossa responsabilità. La possibilità che non ne uscisse viva era molto alta.

Una sensazione di calore invase il mio essere. Voltandomi incrociai gli occhi color zaffiro di Tyres.
Avevo il suo supporto.

Va bene Dagaz

Presi in braccio la ragazza, trovandola molto leggera.
La tenni davanti a me sulla groppa della mia dragonessa.

Prima di lasciare la rocca, guardai il drago rosso negli occhi.

Perché io? Perché io e non Lucius?

Perché è di te che mi fido, Oskar

Tyres si lanciò dalla rocca e in pochi minuti atterrò al villaggio dove abitavamo noi Altair.
Lo trovammo deserto a causa dell'ora di caccia.
Portai la ragazza in casa mia, la misi sdraiata sul mio giaciglio di pelle d'orso.
Immediatamente le legai le caviglie.
Conoscevo bene la mutazione, ogni Altair l'aveva passata. Non tutti sopravvivevano ma chi ci riusciva acquistava una forza e una sopportazione del dolore che nessun altro essere possedeva.

Preparai delle bende umide e cominciai ad avvolgerle sugli avambracci e sul piede della ragazza. Alla fine della mutazione quelle zone sarebbero state coperte di squame dello stesso colore del suo drago.
Mentre lavoravo, cominciai a parlare piano in lingua primitiva, quella utilizzata dai guaritori, considerata la lingua degli Dei.

Stavo prendendo una seconda striscia di stoffa quando mi accorsi che l'umana aveva ripreso i sensi. Le sfiorai una spalla senza arrivare a fare altro prima che un pugno 
in pieno viso mi fece barcollare.
La sorpresa durò una frazione di secondo, afferrai la ragazza per il collo e la costrinsi a tornare sdraiata.

- Adesso calmati ragazza -

Cercò di divincolarsi dalla mia presa ma più si muoveva, più stringevo la mano sul suo collo.
Non passò molto tempo prima che si immobilizzò completamente.
Sentivo le vene pulsare violentemente sotto la mia mano, aspettai un paio di secondi ancora prima di allentare la presa.
Teneva gli occhi spalancati rivelando entrambe le pupille bianche, tremava come una foglia.

- So cosa provi, ragazza, ci sono passato anch'io anni fa e proprio per questo risponderò ad alcune domande che sicuramente ti tormentano. Il resto te lo spiegherò quando ti sarai calmata e sarai tornata lucida -

Le spiegai dove e come l'avevo trovata e chi ero.
Mi lasciò medicarla senza opporsi ma senza smettere di tremare.
A stento fu in grado di pronunciare il suo nome, decisi quindi di lasciarla riposare in pace.

Presi a leggere un libro, seduto al tavolo della stanza, a qualche metro da Isa.
La mia casa, come tutte quelle del villaggio, non era grande e non aveva camere separate, il locale comprendeva uno spazio unico.

Quando il sole cominciò a tramontare, percepii i rumori esterni degli altri Altair che tornavano dalla caccia.
Insieme al generale, Lucius, ero un guaritore quindi sperai non ci fossero feriti, almeno per quella sera.
Stavo pensando di andare a chiamare Lucius per informarlo della presenza di Isa e chiedergli qualche consiglio, quando la ragazza cominciò ad agitarsi.

Capii subito. La mutazione comprendeva dei momenti di calma e dei momenti di dolore intenso che potevano durare dai quindici minuti a delle ore intere. Era in quei momenti che le squame prendevano consistenza e gli occhi mutavano insieme alla vista.
L'intera mutazione poteva durare cinque giorni come due settimane, il tutto dipendeva dal carattere del drago del futuro Altair.

In fretta e furia legai i polsi di Isa alla spessa ringhiera del giaciglio e le misi in bocca una cinghia di cuoio per impedirle di urlare.
Sapevo bene che la prima prova per lei consisteva proprio nel superare la prima ondata di dolore intenso.

Rimasi al suo fianco, mormorando frasi in lingua primitiva, che la aiutassero a non perdere il contatto con la realtà altrimenti non ce l'avrebbe fatta a sopravvivere.
Per rafforzare il contatto appoggiai una mano sulla sua fronte.
Percepii la presenza della sua anima, anche se molto flebile.

Quando il dolore cominciò a scemare era scesa la notte.
L'ondata di dolore lasciò Isa completamente senza forze.

La liberai dalle corde e la coprii con una coperta.
Prima di andare a cercare Lucius le accarezzai una guancia, sperando avesse capito che non era sola.

#spazioautrice

Altair continua...

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