Capitolo 7 ~Isa~
ISA
Una voce lontana e confusa fu la prima cosa che sentii quando ripresi i sensi.
Aprii gli occhi, lentamente.
Non vidi nulla, solo buio, solo nero.
Mossi una mano e mi resi conto di essere adagiata su una superficie morbida, sembrava quasi una pelliccia.
Ancora quella voce, questa volta più chiara.
Quando una mano mi sfiorò una spalla venni colta dal terrore.
Scattai a sedere e fulminea colpii alla cieca nella direzione in cui avevo sentito la voce.
Non vedevo nulla nonostante avessi gli occhi spalancati, la paura più viva mi annebbiò la mente e l'unica cosa che prevaleva su di essa era l'istinto di scappare.
Capii grazie ad un gemito di dolore che il mio colpo era andato a segno.
Stavo per alzarmi in piedi quando una mano incredibilmente forte mi stritolò il collo in una morsa, spingendomi nuovamente sdraiata su un fianco, togliendomi il fiato.
- Adesso calmati ragazza -
Non riuscii ad urlare e sapendo bene di non avere nessuna possibilità di vincita, smisi di lottare.
Mi immobilizzai sperando che la presa si allentasse, il bisogno di ossigeno cominciava a farsi sentire più feroce ogni secondo trascorso.
La mano sul mio collo si rilassò permettendomi di respirare ma non abbandonò la sua posizione.
- So cosa provi, ragazza, ci sono passato anch'io anni fa e proprio per questo risponderò ad alcune domande che sicuramente ti tormentano. Il resto te lo spiegherò quando ti sarai calmata e sarai tornata lucida -
Era una voce maschile, calda e profonda.
Molto lentamente spostò la mano dal mio collo. Lo sentivo molto vicino ma non potevo vedere cosa stesse facendo e nemmeno che aspetto avesse.
In preda a violenti brividi, strinsi la pelliccia sotto di me con due dita e cercai di spostarmi indietro.
- Ehi ferma - mi prese una mano e solo in quel momento mi accorsi del bruciore insistente che mi invadeva entrambi gli avambracci e il piede destro.
- Il mio nome è Oskar. Come puoi immaginare sono un Altair, come te ragazza. È stata Tyres a trovarti, o forse Dagaz l'ha chiamata. Hai dormito per due giorni sulle zampe del tuo drago, sotto la sua ala. - lo sentii ridacchiare per poi proseguire con la spiegazione.
- Al momento sei cieca, è normale, tra qualche giorno recupererai la vista e credimi se ti dico che sarà molto più acuta di prima. Anche il fastidio che senti agli avambracci è del tutto normale e nel tuo caso si aggiunge il piede destro, un regalo di Dagaz senza il quale saresti rimasta zoppa per tutta la vita a causa della tagliola che ti ha distrutto piede e caviglia.
Come ultima cosa ti avverto che i prossimi giorni saranno particolarmente difficili per te, farò il possibile per cercare di alleviare il dolore.
Ah dimenticavo, Tyres è la mia dragonessa. -
Mentre parlava, aveva cominciato ad avvolgermi gli avambracci con una stoffa molto morbida e leggermente umida.
Le poche informazioni ricevute avevano fatto un po' di chiarezza tra i miei pensieri agitati, ma ancora moltissime cose non riuscivo proprio a capirle.
Rassegnata e terrorizzata, decisi di restare immobile e in silenzio nella speranza di avere chiarimenti in seguito.
Calò il silenzio, rotto solamente dai passi di Oskar che si muoveva nella stanza alla ricerca di non so cosa.
Mi concentrai sui suoi movimenti cercando di smettere di tremare.
Quando capii che si stava nuovamente avvicinando, mossi nervosamente i piedi scoprendo di averli legati a qualcosa di fisso tramite delle spesse corde.
- Qual è il tuo nome ragazza? -
- Isa - sussurrai talmente piano che temetti non mi avesse sentito.
Avevo una sete pazzesca, Oskar parve capirlo perché dopo avermi alzata di peso e fatta appoggiare su uno schienale di cuscini, mi aiutò a bere.
- Se chiudi gli occhi bruceranno meno, fidati -
Appena seguii il suo consiglio, sentii avvolgermi una benda anche sugli occhi dello stesso materiale delle altre e sempre umida.
- Così va meglio, ragazza - Oskar si allontanò nuovamente da me, fischiettando piano.
Non so dire quanto tempo passai in quello stato prima che il fastidio agli avambracci e al piede cominciò a trasformarsi lentamente in dolore, sempre più acuto, accompagnato dal bruciore crescente che sentivo agli occhi.
Senza nemmeno rendermene conto cominciai a strattonare le corde che mi legavano le caviglie.
Sentii Oskar avvicinarsi e in una frazione di secondo afferrarmi i polsi per legarli allo stesso modo dei piedi.
Cercai di urlare ma non arrivai ad emettere alcun suono.
- Mordi ragazza -
Anche questa volta Oskar fu più veloce, mettendomi in bocca una cinghia di cuoio. La addentai con violenza.
Il dolore andava aumentando, non avevo mai provato nulla del genere.
Sentii il contatto con la realtà assotigliarsi, il bruciore agli occhi divenne tremendo superando di gran lunga ciò che sentivo al piede e agli avambracci.
Capii che stavo per essere sopraffatta da quel dolore, ciò che mi circondava stava lentamente sparendo dalla mia percezione.
Il solo fatto di respirare divenne per me difficile.
Ad un tratto mi accorsi di Oskar. Mormorava parole che non riuscii a comprendere, con una mano appoggiata sulla mia fronte.
Sentivo solo lui in mezzo a tutto il dolore che mi invadeva.
Solo dopo diverso tempo il bruciore cominciò lentamente a diminuire, fino a sparire del tutto.
Rimasi immobile, senza forze, distesa sulla pelliccia, completamente distrutta.
A mala pena mi accorsi di avere i polsi liberi dai legacci e di non mordere più il cuoio.
Oskar mi fece mettere sdraiata su un fianco.
- Dormi Isa, va tutto bene tranquilla -
Prima di cadere nel sonno, sentii una carezza scivolare dolcemente sulla mia guancia.
#spazioautrice
Altair continua...
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top