6: L'alba
Harry si svegliò di scatto, coi sensi all'erta. C'era stato un rumore fuori dalla porta. Louis dormiva ancora, e sicuramente l'avrebbe svegliato uscendo dal sacco a pelo, per cui rimase immobile, trattenendo anche il respiro, per captare altri movimenti. Era buio pesto, essendosi spento il fuoco da ore, e per niente al mondo sarebbe uscito a controllare. Lo zaino era al sicuro al loro fianco, e la porta era sprangata con un ramo di traverso. Sentì di nuovo un calpestare di ramoscelli, sicuramente era un camoscio, o che altro poteva essere? Non era esperto di fauna notturna.
Ci fu uno schiocco secco che lo fece sobbalzare, facendo muovere Louis nel sonno, e poi un allontanarsi di passi trotterellanti.
Guardò il display del suo orologio, tutto graffiato, ma perfettamente funzionante: le quattro.
Con un sospiro, abbassò lo sguardo, distinguendo a malapena il profilo di Louis nell'oscurità. Come sempre nelle ultime quarantott'ore, un senso di calore gli salì dalla bocca dello stomaco, una sorta di struggimento, mescolato ad un forte istinto di proteggerlo.
Si soffermò a pensare alla loro situazione, salvi per miracolo, insieme, quasi indenni, e a quanto peggio sarebbe potuta andare: sarebbe bastato che anche Harry perdesse lo zaino, si sarebbero trovati senza acqua né medicazioni, senza contare il cibo. Oppure se Louis , anziché rimediare solo una storta alla caviglia, se la fosse rotta. O se Louis fosse morto sotto alle macerie, lasciandolo solo. O se fossero rimasti incastrati sotto ai massi, ancora vivi, senza riuscire a far nulla...rabbrividì violentemente, svegliando Louis.
-Che succede?-
-Cattivi pensieri. Torna a dormire-
-Hai fatto un brutto sogno?- insistette Louis, con la voce impastata di sonno.
-No, non preoccuparti. Dormi ancora, su-
-No, penso che mi alzerò per bere- decise invece Louis, aprendo la cerniera per un tratto e tirandosi su a sedere. Si sfilò fuori dal sacco a pelo ed appoggiò cautamente entrambi i piedi a terra.
-Ehi, la caviglia va meglio, sai?- Commentò, accendendo la torcia per individuare la bottiglia d'acqua.
-Sono contento. Hai sentito che il vento è calato? Inizio a sperare che la nostra avventura finirà tra poche ore; se rimane così riusciranno a raggiungerci- rispose Harry, grato che Louis avesse interrotto le sue elucubrazioni.
-Vuoi acqua?-
Harry scosse la testa, infastidito dalla torcia puntata sul suo viso. Louis la spense, e subito dopo, ancora accecato, Harry sentì il corpo snello del ragazzo accoccolarsi di nuovo vicino a lui.
-Harry, praticamente stiamo dormendo insieme, mi hai salvato la vita e abbiamo condiviso un'esperienza incredibile assieme, ed ancora non so nulla di te. Quanti anni hai? Di dove sei?- "Hai la fidanzata?" Aggiunse una vocina dispettosa nella mente di Louis.
-Ho ventun'anni, vivo a Londra, sto studiando all'università per cui il mio attuale lavoro è un impiego temporaneo in una panetteria. Anch'io non so nulla di te. Come mai conosci Liam?-
-In realtà l'ho conosciuto l'altro giorno, quando siamo arrivati. Sembrano passati secoli- constatò in tono assorto il fotografo.
-E quanti anni hai? Di dove sei?-
-Ho ventiquattro anni e vivo anch'io a Londra, ma sono originario dello Yorkshire. E tu perché conosci Liam?-
-E' un mio caro amico, lo conosco da.. vediamo..cinque anni mi pare. Eravamo nello stesso liceo. Mi ha dato così fastidio ieri mattina sentire che gli davano contro..è un ragazzo speciale. E' sempre attento agli altri, è generoso, sempre pronto a dare una mano..-
-Se si fosse imposto, non ci troveremmo in questa situazione- commentò Louis.
-Già, e mi immagino quanto angosciato sarà ora. Non si darà pace. Se solo potessimo comunicare che stiamo bene..io credo che immaginino di trovarci morti, sai, coperti dalle macerie. E' incredibile quello che ci è successo.-
Louis annuì al buio, non avendo altro da aggiungere in merito, e si accoccolò più vicino ad Harry, in cerca di calore.
-Stai comodo?- Il tono ironico di Harry lo fece arrossire violentemente cercando di scostarsi, lo aveva fatto senza pensare che all'altro avrebbe potuto dar fastidio.
-No, non ti spostare. Vieni qui-
Un braccio di Harry circondò il fianco ed il torace di Louis, che si sentì appoggiare al ragazzo dietro di sé.
-Scusami, non volevo darti fastidio- mormorò Louis, ancora in imbarazzo, e col cuore che galoppava veloce in petto.
-Non mi dà fastidio. Mi conforta, a dire il vero- fu la risposta, detta in tono un po' sorpreso, del ragazzo. Come se avesse realizzato in quel momento.
Louis rimase zitto, cercando di non muoversi, estremamente consapevole del braccio muscoloso del ragazzo sul suo costato e del fiato caldo di Harry che gli solleticava un po' l'orecchio.
L'ultima frase di Harry rimase sospesa per aria, nessuno dei due parve voler commentare la cosa. Louis non voleva dare adito all'altro di capire che per lui avrebbe potuto essere fraintesa, mentre certamente per Harry era riferito alla situazione in cui si trovavano.
-Questa è già la seconda notte che dormiamo abbracciati- considerò Harry in tono casuale, e Louis alzò gli occhi al cielo nel buio: Dio, poteva essere più imbarazzante di cosi?!
Si limitò a mugugnare un anonimo "Mhm mhm" , non capendo dove l'altro volesse andare a parare, ma Harry tacque di nuovo.
L'avambraccio di Harry scese leggermente sul fianco di Louis, andando a poggiarsi esattamente sulla contusione, per cui Louis si divincolò ed Harry subito tolse il braccio scusandosi:
-Oddio Louis scusami, mi dispiace.. ti ho fatto male?-
Lo spazio nel sacco a pelo era angusto, ma Louis riuscì a mettersi supino e a portarsi una mano sul fianco, dolorante.
-Non preoccuparti, Harry. Non mi hai fatto nulla-
-Sì, invece. Mi dispiace-
-Tranquillo. Sto bene- lo rassicurò Louis, frenando l'improvvisa voglia di allungare la mano per scostargli i ricci dalla fronte, di cui distingueva il profilo. Seguì un momento di silenzio imbarazzato, perché non vedeva il volto di Harry, ma percepiva lo sguardo fisso su di sé.
-Sei molto bello, Louis- disse infine Harry, girandosi a guardare il soffitto.
-Oh. Grazie. Anche tu sei un bel ragazzo- riuscì a rispondere Louis, cercando di buttare lì la frase in tono casuale. Si fece coraggio, e si lanciò: -La tua ragazza sarà preoccupata per te-
Solo che Harry non abboccò, perché facendo un sorrisetto ironico rispose: -Cos'è, ti stai informando se sono disponibile?-
Louis fece una smorfia, mortificato, ma replicò: - Ci stavamo semplicemente facendo delle domande per conoscerci, no?-
-Certo, certo. Non ho la fidanzata, in questo momento-
Il cuore di Louis precipitò sotto ai tacchi. Immaginava che Harry fosse etero, ma averne la conferma fu comunque brutto. Quindi, quando Harry gli chiese :- E tu?- Lui rispose in tono sconfitto: -Sono gay, Harry. Ed al momento sono single. Ma non ci sto provando con te, sono solo spaventato da questa situazione. Non ho esperienza di montagna, ho dovuto comperare tutta l'attrezzatura apposta per questa escursione, e...-
Improvvisamente le labbra di Harry interruppero lo sproloquio, gettandolo nella più completa confusione.
-Cosa stai facendo?- Lo gelò.
-Scusami. Ho seguito l'impulso del momento. Non so cosa mi prenda, non avevo mai baciato un ragazzo prima d'ora. Scusami Louis- disse velocemente Harry, alzandosi ed uscendo dal sacco a pelo.
Che cazzo gli era preso, per Dio?! Louis sicuramente si era offeso per il suo comportamento. Che idiota. Harry si insultava mentalmente, seduto sulla panchina esterna, mentre una debole luce iniziava a rendere appena più visibili i contorni delle cose. Ma averlo lì, praticamente tra le braccia, al buio, sentendo nelle narici l'odore della sua pelle.. senza pensare si era girato ad assaggiare le sue labbra. Il contatto era stato breve, ma la reazione di Louis l'aveva risvegliato dalla trance. Ora Louis avrebbe pensato che.. cosa avrebbe pensato Louis? Lui non era gay. O almeno, finora aveva avuto esperienze soltanto con persone del sesso opposto. Non capiva cosa gli smuovesse nello stomaco quel ragazzo, tanto da indurlo a baciarlo, e trovarlo pure piacevole.
-Harry. Vieni qui-
Louis si era alzato a sua volta, ma Harry finse di non sentirlo.
-Harry.-
-Scusami, Louis. Non so cosa mi sia preso. Non ti arrabbiare.-
-Ma non sono arrabbiato- constatò il fotografo, spingendolo gentilmente in là per farsi posto sulla panchina.
-Io..io..forse volevo solo confortarti..-
-Davvero non hai mai baciato un ragazzo? Non sei gay, vero?-
Harry scosse il capo.
-Sembra una barzelletta. Bloccato in alta quota, con un finocchio.. attento alle chiappe!- Rise Louis, ma fu un riso amaro, tanto che Harry lo guardò, mortificato.
-Scusami. A volte straparlo- aggiunse Louis, pentendosi immediatamente di ciò che aveva detto. Harry non era quel tipo di persona. Ormai l'alba rischiarava il cielo, e vedeva chiaramente il viso del ragazzo, che si mordeva le labbra e sembrava sul punto di piangere.
-Ehi, davvero, scusami Harry. Sono un coglione. E' che sono sempre sulla difensiva, e mi è sfuggito. Chiaramente tu non sei quel tipo di persona, che offende e ridicolizza.-
Harry annuì, grato che l'altro avesse capito, e gli fece un sorriso, che spiazzò Louis. Impotente, notò le fattezze gentili del suo viso, le labbra disegnate che lentamente tornavano serie, e gli occhi color smeraldo, che ora nella luce fioca dell'alba erano più scuri, ma cristallini, e si sentì diventare una statua di sale, osservandolo avvicinarsi pericolosamente a lui, come un serpente a sonagli, pronto a scattare, ma no, Harry non era niente di tutto ciò.. Harry era miele, era luce tra i capelli, era labbra calde e lisce contro le sue screpolate. Immobile, per non spezzare l'incanto. In confusione.
Un sospiro, ed Harry si allontanò, abbassando gli occhi sulle proprie mani.
-Cosa stai facendo, Harry?- Chiese con tutta la dolcezza possibile Louis.
-Non lo so.-
-Mi hai appena detto di non essere gay- lo spronò Louis, che era spiazzato.
-Non mi capisco più.. tu.. tu..-
Entrambi alzarono lo sguardo, dimenticando completamente la situazione. Era il rotore di un elicottero, quello che sentivano, in lontananza.
-La torcia! La torcia, presto!- Urlò Louis, mentre Harry iniziava a lampeggiare l'SOS, ancora non scorgendo il mezzo. Louis scrutava l'orizzonte ed il fianco della montagna, aspettandosi di vederlo apparire, ma passò qualche minuto, ed il rumore si affievolì senza che il mezzo arrivasse mai alla portata dei loro occhi.
-Ma cazzo!- Imprecò, esasperato. -Perché cazzo non perlustrano la zona?!-
-Probabilmente ci cercano nella frana-
-Vaffanculo!- Gridò Louis, frustrato, mettendosi le mani tra i capelli.
-Dovremmo tornare indietro?- Chiese ad un Harry con le spalle abbassate, ancora con la torcia in mano.
-Non lo so. Abbiamo pochi viveri, Louis. Se torniamo là e non ci trovano, siamo fregati. Io scenderei per il crinale. Abbiamo più probabilità che arrivino i soccorsi a piedi, ormai si saranno organizzati per venirci a cercare via terra-
Louis notò l'abbattimento di Harry, e lo abbracciò per consolarlo. Era sconfortato anche lui, ma finora Harry era stato la sua ancora di salvezza, e meritava di essere ricambiato.
-Andrà tutto bene. Usciremo da questa fottutissima montagna di merda e ti porterò fuori a mangiare una pizza, così mi spiegherai perché mi hai baciato due volte nonostante tu non sia gay- esclamò, facendolo ridere.
-Ok. Ora, gambe in spalla. Mettiamoci in marcia prima che ricominci il vento- affermò, sciogliendo l'abbraccio e tornando dentro zoppicando, per preparare un the per entrambi.
Harry si asciugò una lacrima, alzando lo sguardo. Quello che vide all'orizzonte non gli piacque per niente: alcuni cumolonembi si stavano ammassando, grigi e minacciosi, nella stessa direzione da cui era arrivato due sere prima l'uragano. Quel giorno sarebbe piovuto, e il crinale sarebbe stato impraticabile.
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