18. Notte dopo l'esame

C'è anche dello smut, vi avverto ;-)

Alla fine, la più difficile da convincere fu la mamma di Louis.
Era preoccupata per la caviglia del figlio, e non aveva tutti i torti, in quanto il ragazzo portava ancora il tutore come sostegno per non sentire dolore.
La direzione della rivista gli concesse la proroga, riaffidandogli il reportage che era rimasto insoluto, e fu la questione del ritorno economico a convincere a malincuore la donna, capendo che il figlio volesse non solo affermarsi, ma avere una certa indipendenza economica.
-Vado per lavoro, mamma, oltre che per soddisfazione personale. Capisci?- Le ripeteva, mentre organizzava il nuovo zaino seguendo alla lettera la lista che Liam aveva mandato a tutti e quattro. La sua meticolosità era stata davvero utile, la volta precedente, e si fidava ciecamente.
-Va bene. Cercherò di non pensare che sei nel luogo dove ho rischiato di perderti già una volta- capitolò la donna, e finalmente Louis le prestò attenzione.
-Non mi capiterà niente, mamma. Sono con Harry. Già una volta mi ha salvato. Io mi fido di lui-
E con quello, chiusero l'argomento.

Harry ebbe poco tempo per rimuginare, dovendo dare un esame particolarmente ostico che dava già in secondo appello, e concentrandosi totalmente su quello.
Studiava nella stanza del pianoforte, alienandosi completamente, se non quando Louis lo interrompeva per portargli uno spuntino o per interrogarlo.
O per fare altre cose, a dirla tutta.
Harry aveva imparato a memoria i contorni di Louis, baciandolo sulle ecchimosi via via sempre meno evidenti sul torace, apprezzando le labbra meno ruvide e screpolate, sentendo poco a poco emergere lievemente la muscolatura del ragazzo, che stava riacquistando il suo peso corporeo normale.

I giorni scivolarono via veloci, l'uno dietro l'altro, e finalmente Harry diede l'esame.
Tornò da Louis soltanto alla sera, per l'ora di chiusura del negozio. Erano d'accordo di rimanere insieme, quella notte, perché i genitori di Harry erano fuori città.
-Allora? Com'è andata?- Chiese il fotografo. Sapeva bene quanto fosse stato preoccupato Harry di dare un orale; lui rendeva meglio negli scritti.
Il viso del ragazzo si aprì in un sorriso tutto fossette:
-Ventinove!-
-Alla faccia! Bravo! Ma sei un secchione!- Si congratulò Louis, felice per lui.
-Non me l'aspettavo. Era partito male, tanto che stavo per andarmene; poi l'assistente del professore mi ha fatto un'altra domanda, e da lì mi sono sbloccato, e mi è venuta in mente anche la risposta alla domanda precedente...-
Louis ascolto' volentieri le chiacchiere del ragazzo, distogliendosi con piacere dal mal di testa che lo tormentava sin dal primo pomeriggio.
Fu una smorfia di fastidio, toccandosi la tempia con la punta delle dita, ad insospettire Harry.
-Lou, ma stai male?-
-Non preoccuparti, ho solo mal di testa-
-Oh no, povero. Mi dispiace. I medici lo avevano detto, che avresti potuto risentire in qualche modo dell'accumulo di farmaci-
-Ma loro intendevano che avrei potuto avere mal di stomaco, Harry-
-Non importa; vieni lo stesso a casa mia. A casa tua c'è sempre un sacco di confusione; stasera i miei non ci sono.-
-Harry, tesoro, a dirti il vero non vedo l'ora di andare a casa e prendere un analgesico- confessò Louis.
-Dai, voglio aiutarti. Non ti preoccupare, non è per fare sesso, ti lascerò in pace, promesso-
Suo malgrado Louis ridacchio':
-Che scemo che sei-
-Dai, raccogli le tue cose, mentre spengo i faretti. Ora mi occupo io di te- lo assicurò il ragazzo, e Louis lo lasciò fare.
Durante il viaggio in auto l'emicrania di Louis aumentò in maniera esponenziale; fu con sollievo che entrò in casa del ragazzo, e si sedette sul divano, sofferente.
Harry gli portò solerte un analgesico ed un bicchiere d'acqua.
-Ho controllato nel bugiardino, lo puoi prendere, non interagisce con i farmaci che hai preso per la caviglia- lo rassicurò.
-Harry, ti ho già detto che non centra..- protestò il fotografo per quell'eccesso di zelo, ma Harry non gli badò. Lo sollevò di peso, agganciandolo dietro alle spalle e sotto alle ginocchia, e lo trasportò in camera sua, dove aveva accostato le tende per evitare che la luce diretta desse fastidio a Louis.
-Ora resta qui tranquillo. Vado a fare la doccia, ma torno subito. Lascio la porta aperta; se hai bisogno, chiama, ok?- Si raccomandò Harry.
Louis, nonostante la cefalea intensa, sorrise a quelle premure. Harry lo stava coccolando, e lui lo adorava.
Aveva quasi preso sonno, quando un Harry ancora fresco di doccia lo fece sobbalzare. Il ragazzo si mise seduto con la schiena appoggiata alla testiera, coi fianchi avvolti in un asciugamano, e lo costrinse a sdraiarsi sopra alle sue gambe.
-Ma cosa..- protestò Louis, e fu prontamente interrotto da un bacio a fior di labbra di Harry, che si era abbassato su di lui, con i lunghi ricci umidi a solleticargli il viso:
- Ssst. Lasciami fare-
Le grandi mani di Harry si infilarono tra i suoi capelli, iniziando un massaggio lento ma deciso. Con un sospiro, Louis iniziò a provare un po' di sollievo.
Il ragazzo lo massaggio' a lungo, rilassando completamente Louis, che finalmente, tra l'analgesico e le abili dita di Harry, iniziò a sentirsi meglio.
-Harry, sei bravissimo. Grazie- sospirò. Di solito, quando aveva un attacco di emicrania, l'unica soluzione era prendere un antidolorifico e stendersi al buio, tentando di dormire; Harry era riuscito ad alleviargli il dolore.
-Ma sei sicuro di star frequentando Scienze Motorie? E non un qualche corso di massaggi?- Scherzò Louis, ormai finalmente di nuovo in forma.
Harry sorrise, non cogliendo la provocazione.
-Stai meglio, amore?-
Aspetta...come l'aveva chiamato?!
Le dita di Harry ebbero un attimo di esitazione, e Louis trattenne il fiato. Rimasero in sospeso così, per qualche secondo, poi Louis gli fermò le mani con le proprie, e guardandolo al contrario, da sotto in su, rispose:
-Si, sto meglio. Grazie Harry.-
Si guardarono per qualche momento, mentre Louis osservava le reazioni del ragazzo.
Harry degluti', mentre i pollici di Louis disegnavano dei cerchi immaginari sulle sue braccia, come per rassicurarlo.
Harry si abbassò di nuovo su di lui, sfiorandogli le labbra, al contrario, mentre Louis si inebriava col profumo della sua pelle e del docciaschiuma.
Harry schiuse le labbra, col cuore che iniziava ad accelerare, e Louis lo baciò.
Si tirò su, e gli appoggiò le mani al petto:- Harry, tesoro..posso farmi una doccia?-
Il ragazzo annuì, con gli occhi scuri.
-Sì, ma fai presto-
Louis nascose un sorrisetto e si affrettò ad andare a lavar via sotto l'acqua la stanchezza della giornata.

Uscì dalla doccia e si trovò il ragazzo in bagno che gli porgeva un telo di spugna.
-Sbaglio, o mi avevi fatto una promessa, prima?- Lo canzono' Louis, mentre percorreva con lo sguardo il corpo statuario dell'altro.
-Oh, stai zitto Lou- protestò in un sussurro Harry mentre gli si avvicinava all'improvviso e faceva aderire il suo corpo alla pelle bagnata di Louis, abbassandosi a baciarlo sul collo e facendolo rabbrividire.
-Stai meglio, sì?- Si premurò di chiedergli, prendendogli un momento il viso tra le mani e facendoglielo alzare per incrociare il suo sguardo.
-Si, sto bene, stavo scherzando..lo voglio quanto te- lo rassicurò Louis, amandolo ancora di più per la sua costante premura, e tirandolo verso la camera.

Dire che la bocca di Harry lo eccitava era un eufemismo: Louis si sentiva letteralmente incendiare lungo la scia di baci che l'altro gli disseminava sulla gola e sulla spalla, mordicchiandolo, facendogli venire la pelle d'oca.
Le mani di Louis bramavano di sentire la pelle morbida del ragazzo, e coi palmi lo accarezzò ovunque, a lungo, venerandolo, percorrendo le linee dei muscoli delle braccia, degli addominali, dei fianchi, e poi ripercorrendo il percorso con la bocca e con la lingua. Harry ansimava sotto di lui, in tensione, anelando a di più, e Louis lo accontentò, facendogli sfuggire un gemito basso che arrivò direttamente al cuore di Louis.
Ad Harry parve di morire di piacere, totalmente perso in un mare di desiderio, con Louis che dettava il ritmo del suo respiro spezzato, alleviando la sua brama e portandolo sempre più vicino al culmine.
Louis si interruppe per rialzarsi e portarsi con le ginocchia ai lati dei suoi fianchi, ma Harry lo ribaltò con facilità sulla schiena.
Con un sorrisetto arrogante lo bloccò con un braccio, dissimulando poi con una carezza dolce sul viso ed abbassandosi a prendere in bocca l'erezione del ragazzo. Louis strinse le lenzuola sotto di sé tra i pugni, mentre Harry lo massaggiava con la lingua e con le dita si faceva spazio, gentilmente, in lui.
Gli fece sollevare le gambe, e sentì l'impulso di accarezzargli ancora il viso, di toccargli la gola, di alleviargli il fastidio ed il dolore momentaneo, che gli stava involontariamente infliggendo, con quelle carezze adoranti.
Louis sospirò, muovendosi finalmente verso di lui, ed Harry cercò di trovare la posizione più piacevole per il ragazzo; fu certo di averla trovata quando dopo un affondo Louis spalancò la bocca in un gemito.
-Si' Harry..ti prego..- ansimo', perso in un piacere talmente appagante da fargli dimenticare qualsiasi altra cosa se non Harry.
Il ragazzo faticò a trattenersi, Louis era talmente erotico da guardare che chiuse gli occhi per un momento, trattenendosi.
Afferrò l'erezione di Louis, massaggiandolo, e poco dopo Louis venne copiosamente.
Harry lo seguì, sentendosi spazzare via da uno degli orgasmi più intensi di tutta la sua vita.
Esausti, incapaci di parlare, rimasero qualche istante stesi fianco a fianco, con le dita intrecciate.
-Harry?-
L'altro si voltò a guardarlo, ancora rosso in viso.

-Ti amo-

Seguì qualche istante di silenzio, tanto che Louis si pentì, temendo di essersi spinto troppo oltre, ma le parole gli erano uscite dalla bocca prima che riuscisse a fermarle. Harry, che lo stava guardando serio, si aprì in un sorriso dolce.

-Anch'io-

Andò a finire che rifecero la doccia insieme, scherzando e spruzzandosi come due idioti, in un groviglio di schiuma e solletico e risate.
Senza fiato, Louis cercò di frenare l'irruenza dell'altro:
-Harry! Ti prego, basta! Ho fame-
Sapeva che il ragazzo si sarebbe immediatamente preoccupato di dargli da mangiare; infatti Harry interruppe gli schiamazzi per preparare la cena.
Harry cucinò mentre Louis apriva tutti gli armadietti della cucina per poter preparare il tavolo, facendolo ammattire per il disordine.
-Insomma, puoi richiudere gli sportelli?!-
-Se tu mi dicessi dove tieni le cose, forse farei prima, sai- obiettò l'altro, con le mani sui fianchi.
Riuscirono a mettersi a tavola e a cenare, finalmente quieti, con Harry che si scusava di non avergli preparato una bistecca.
-Guarda che non mangio carne tutti i giorni, sai-
-Ma adesso ti farebbe bene per rimetterti in forze. L'escursione che ci aspetta, anche se non ai livelli dell'altra, è comunque impegnativa.-
La prospettiva di tornare, all'improvviso, non parve più così allettante a Louis, ora che era seduto a tavola con Harry, circondato da tutti i comfort.
-Hai preparato lo zaino?-
-Mi mancano soltanto il sacco a pelo e la tenda; le mie sorelle mi hanno regalato uno zaino nuovo ed il materassino- rispose Louis.
-La tenda non comprarla, ci facciamo prestare un igloo da Liam. Domani, durante la tua pausa pranzo, andiamo insieme al negozio di articoli sportivi- decise Harry.
-Ok. Harry...-
-Sì?-
-Grazie. Davvero. Per me è importante avere quell' incarico; mi retribuiscono bene per quel servizio. Lo apprezzo davvero-
-Sono contento. Hai talento, sai? Sei davvero bravo. Hai deciso che attrezzatura portare? Ho già parlato coi ragazzi, ci distribuiremo il peso, tu prepara tutto quello che ti serve-
Louis annuì, grato.

Verso le dieci erano sul divano a guardare la TV senza prestare la minima attenzione alle immagini sullo schermo, semplicemente godendosi la vicinanza l'uno dell'altro e chiacchierando.
All'improvviso squillo' il campanello.
-Aspetti qualcuno?- Chiese Louis, mentre Harry si alzava:
-No, ma di certo sono Niall e Zayn..mi son dimenticato di dire loro di non passare..vengono sempre a festeggiare quando supero un esame- si scusò il ragazzo, con aria colpevole.
-Harry, perché pensi che mi dia fastidio? A me sta bene, li vedo volentieri, davvero. Mi fa piacere avere compagnia- lo rassicurò lui.

Erano davvero Niall e Zayn, con tanto di vaschetta di gelato ed un nuovo gioco per la X-box.
-Ehi, ciao Louis! Mi ero scordato di chiederti che gusto di gelato ti piaccia, per cui ho improvvisato- lo salutò Niall, che evidentemente si aspettava di trovarlo lì.
A quanto pareva, quella era una tradizione: trovarsi a casa di uno dei tre, dei quattro quando Liam era a Londra, a mangiare gelato e giocare ai videogiochi.
Louis si inserì quasi senza accorgersene nel quartetto e si fece coinvolgere nel gioco, facendo sbellicare dalle risate Harry, perché i giochi e gli sport di competizione tiravano fuori il peggio di lui.
-Menta e cioccolato? Sei serio, Harry?- Si stupì il fotografo, guardando con aria schifata il gelato del ragazzo.
-Guarda che è buonissimo. C'è anche un tipo di cioccolatini cioccolato e menta, gli After Eight-
-Si', lo so, ma non mi sono mai piaciuti-
-Meglio, così andremo d'accordo perché non troverò mai la scatola vuota- ironizzò Harry.

Non se ne era reso conto, ma in realtà aveva appena rivelato la sua idea del futuro. Zayn e Niall se ne accorsero, e si lanciarono un'occhiata.
L'amico era proprio andato.

Rimasero a giocare e scherzare fino a tardi; poi i due ragazzi levarono le tende, ed Harry raggruppò le scodelle ed i cucchiai sporchi nel lavello, iniziando a lavare i piatti, sotto lo sguardo divertito di Louis.
-Beh? Che c'è da sghignazzare? Prendi un asciugapiatti ed aiutami- lo rimproverò, e l'altro eseguì.
Dopo, si stesero vicini nel letto di Harry.
-Hai notato che dormiamo benissimo anche in poco spazio?- Scherzò Louis.
-Effetto sacco a pelo unico, ci siamo abituati a stare stretti stretti- sorrise Harry.

Ed infatti, dormirono benissimo fino a mattina.

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