13. Di notte

Dedicato a mynixll, che fangirla facendomi ridere nei commenti :-)

Louis era immerso nella musica, seduto vicino al ripiano che fungeva da comodino.
I Muse, per la precisione.
Aveva collegato gli auricolari all'I-pod e stava tenendo il tempo con la testa, mentre controllava la sua attrezzatura, che gli aveva riportato Liam. Aveva in mente di chiedere ad Harry di farsi fotografare, l'indomani.
Era dispiaciuto di aver perso la preziosa fotocamera che era andata smarrita sotto alla frana, sia per il valore in sé, sia per aver perso tutto il reportage per il quale aveva accettato di partecipare all'escursione. Ma così era andata.
Due mani gli coprirono gli occhi all'improvviso, facendolo sobbalzare col cuore in gola; riconobbe subito dopo l'odore di Harry.
Sorridendo, il ragazzo gli sfilò un auricolare, mettendoselo; appoggiando la guancia alla sua canticchio' qualche verso.
Louis era paralizzato; la sicurezza di Harry, il suo essere a proprio agio con sé stesso, non facevano parte del suo modo di essere. Lui non aveva abbastanza fegato per fare cose così; entrare nello spazio vitale di una persona, con un sorriso, senza imbarazzo..per lui era impensabile. Cercando di non mostrarsi turbato, continuò a tenere il tempo con la testa, ascoltando la voce bassa di Harry resa roca dal fatto che stava sussurrando.
Quando finì, lo guardò.
-Ciao-
-Ciao- sorrise il fotografo.
-Che fai?-
-Ti aspettavo, ed intanto facevo il punto della situazione. Ho perso l'incarico, ovviamente; con quei soldi mi sarei messo in pari con le spese. Pazienza. Almeno siamo vivi, come ci ripetono continuamente tutti-
La voce gli uscì più lamentosa di quello che avrebbe voluto; Harry si sedette sul ripiano, a fianco dell'attrezzatura, e Louis lo ammirò di nuovo per la sua disinvoltura. Si rendeva conto di essere dannatamente sexy? No, non se ne rendeva conto. Oppure non se ne curava.
-Mi spiace, Lou.-
-Non ci pensare. Mi chiedevo: potrei farti qualche foto domattina?-
Harry sollevò un sopracciglio:
- Mi vuoi come modello?-
Louis alzò gli occhi al cielo:
-No, non è per un servizio, anche se mi piacerebbe. Sarebbe più un lavoro personale. Io amo la fotografia, capisci. Tutto qua-
Harry perse l'aria strafottente, tornando serio. Il cuore di Louis fece una capriola; temendo di essersi spinto troppo in là, fece marcia indietro.
-Se non ti va nessun problema, sia chiaro. Era tanto per passare il tempo.-
Harry corrugo' la fronte, poi sospirò:- Non è che non mi vada, Louis. Tutt'altro.-
-Ah...ed allora perché, invece, mi dai l'impressione che sia il contrario?..-
Harry lo inchiodò con uno sguardo verde e cristallino.
-Ho solo paura, ho paura che non sia la cosa giusta. Questa tra noi, intendo..-
Se gli avesse dato una padellata in testa, Louis ci sarebbe rimasto meno male.
Con un groppo in gola, non riuscì neanche a rispondere. Si limitò ad abbassare lo sguardo sulle sue mani, nascondendole sotto al ripiano, perché tremavano.
-Oh no Louis, no, non fare così..- il sussurro di Harry si perse tra i suoi capelli, mentre lo abbracciava, per tenerlo tutto insieme, o chissà, forse per compassione. Quell'ultimo pensiero fece male a Louis, che ebbe un moto di insofferenza, per il quale Harry si spostò, interdetto.
Si guardarono, e stavolta Harry lesse la sofferenza negli occhi di Louis. Spense il lume della ragione, e si abbassò a baciarlo.

Louis, pietrificato, non osò muovere un muscolo. Sentiva la labbra umide e calde sulle sue, ed era così sconcertato da non riuscire a connettere. Ma cosa diavolo..?
Harry sospirò, indugiando un momento, per poi muoversi timidamente contro le sue labbra. Come per sondare il terreno.
Louis si sentì sconvolgere. L'asse terrestre si ribaltò. Al diavolo la coerenza, Harry lo stava baciando, e lui non aveva la forza per respingerlo, come sarebbe stato corretto fare. Assaggiò quelle labbra piene che infestavano i suoi sogni ad occhi aperti, accarezzando, mordendo piano, esitante, facendo scorrere una mano dal fianco fino alla testa di Harry. Infilando la mano in mezzo ai ricci, Louis gli accarezzò la nuca, come per rassicurarlo. Aveva paura che l'altro si tirasse indietro, gettandolo di nuovo nello sconforto, e si accontentava di quel bacio meravigliosamente dolce, non chiedendo niente di più.
Harry colse il gesto di Louis. Gliene fu grato, perché l'impulso di baciarlo era stato tutto istinto, niente ragione. Aveva il bisogno fisico di sentire la bocca di Louis sulla sua, le sue labbra un po' screpolate, il suo sapore. Era sbagliato, gli aveva appena detto che non era certo di quello che stava succedendo, e poi gli aveva voluto cancellare quell'espressione con un bacio..la lingua di Louis gli accarezzava le labbra, la bocca, erotica, facendogli chiudere gli occhi e lasciando che tutto andasse come doveva andare, come trasportato dalla corrente.
La tensione salì, ed Harry si mosse, a disagio, nei jeans diventati stretti. Louis si staccò, ancora con una mano nei capelli dell'altro, col cuore a mille. Appoggiarono la fronte l'una contro l'altra, col fiato corto, senza guardarsi e senza parlare.

Cos'era stato, quello? Harry, sconvolto, si sentì cedere la terra sotto ai piedi. Come in quella maledetta slavina. Louis era così, baciarlo era stato come franare giù assieme a tutte le sue difese.
Ed era crollato come un castello di sabbia.
-Tutto bene?..- Si sentì chiedere in tono esitante.
Alzò lo sguardo in quegli occhi meravigliosamente azzurri, limpidi come diamanti, che ora lo scrutavano preoccupati, e con un filo di rassegnazione. Louis si aspettava il suo pentimento, la sua marcia indietro, e la cosa gli strinse il cuore. Non voleva fargli del male, voleva soltanto farlo stare bene, tenerlo al sicuro, poterlo coccolare.
Cosa significasse questo, Harry non lo sapeva.
-Tutto bene- confermò. Vide il sollievo negli occhi dell'altro, che assunse un'espressione dolce, da gattino soddisfatto, e si rese conto di volerne ancora. Il suo essere bramava Louis. Gli aveva risvegliato prepotentemente l'istinto, andando a stuzzicare le corde più profonde del suo io, ed ora tutto quello che desiderava era averlo tra le braccia, pelle contro pelle. Si passò una mano sul viso per scacciare i pensieri poco casti che salivano come bollicine verso la superficie di un bicchiere, striscianti, inevitabili, e scosse la testa.
-Harry. Parlami- lo incitò Louis.
-È meglio che non dica niente- ironizzò Harry.
Alzò di nuovo lo sguardo sull'altro, chiedendosi come fosse possibile che un individuo di sesso maschile potesse essere tanto bello, con quei lineamenti fini, angelici, con quegli occhioni color dell'oceano. Non poteva essere terreno. Gli stava dannando l'anima.
-Vorrei che mi parlassi- continuò l'angelo, ed a quel punto Harry, esasperato dalla sua battaglia interiore, lo tacitò con un altro bacio. Non voleva parlare, e non voleva pensare. C'era solo Louis, nella sua bocca, nel suo naso, nelle sue orecchie. Sotto alle sue mani, che accarezzavano gentili il costato del ragazzo, sfiorando appena le garze, come per lenire un dolore che in realtà era soltanto nel suo cuore spaventato.
Si staccò buttando indietro la testa, mentre le labbra di Louis seguivano un percorso tra l'orecchio e la spalla di Harry, facendolo rabbrividire di piacere.

Louis ammirava di sfuggita i lunghi capelli del ragazzo sfiorargli le spalle, mente reclinava la testa indietro e metteva in evidenza la gola, dove poteva vedere il sangue pulsare. Mosse le labbra con urgenza contro il suo collo, fino alla spalla, sentendolo tremare. Con uno sforzo, alleviò un pochino la tensione, alleggerendo il tocco, rallentandosi. Rendendolo più dolce e meno passionale. Era certo che Harry non volesse spingersi oltre.
Finirono per abbracciarsi, sfiniti, mentre per una volta era Louis ad accarezzare la schiena di Harry, per confortarlo. Godendo nel farlo.
Senza dire nulla, si accoccolarono sotto alle coperte leggere.
-Cos'hai detto all'infermiera?- Chiese ad un tratto Louis.
-Nulla. Ho aspettato che andasse in bagno- ridacchio' l'altro.
-Ehi, se ti trovano qui sarai nei guai!- Protestò Louis.
-Non mi troveranno. Ho chiuso a chiave. Busseranno per entrare.-
-Speriamo- commentò Louis, cercando nel contempo di non appoggiarsi completamente ad Harry; almeno, fino a che il suo problema non fosse stato meno evidente.
Proprio in quel mentre, Harry lo tiro' per le braccia, facendolo aderire completamente, ed il ragazzo si irrigidì.
Ma fu un attimo: Harry gli baciò una mano, appoggiandoci sopra la guancia, e Louis si rilassò. A quanto pareva non gli importava.

-Questa e' la nostra prima notte insieme- constato' Louis, facendo aggrottare la fronte di Harry: -Ma che dici?-
-È la prima volta che non dormiamo insieme perché siamo sperduti o spaventati. Stiamo scegliendo di farlo.-
-Vero.-
Rimasero così qualche minuto, cullati dalla presenza l'uno dell'altro, e senza accorgersene scivolarono tra le braccia di Morfeo.

Harry si sveglio' senza capire dove fosse, e quasi cadde dal letto per girarsi verso la fonte del rumore. Era Louis, dietro di lui, che si agitava nel sonno e mormorava qualcosa. Allungò una mano per accarezzargli il volto sudato, ed il ragazzo si svegliò.
-Scusa. Non volevo svegliarti. Ti lamentavi nel sonno- mormorò.
Louis, ancora mezzo addormentato, si girò dall'altra parte, facendosi abbracciare, e si riaddormento' istantaneamente.
Harry lo abbracciò, affondandogli il naso nel collo per un instante, beandosi di quella sensazione. Poco dopo, cullato dal respiro regolare del ragazzo, si assopi'.

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