Sangue


É pomeriggio e sono appena tornato nella mia camera, dopo una lunga mattinata di studio. Lucifero ha deciso di farmi studiare la lingua demoniaca antica, che ormai viene utilizzata solo qui agli inferi...ma la cosa curiosa è che questa lingua in realtà era parlata anche dagli umani millenni fa anche se essi non ne conoscevano la provenienza.

Ogni formula o pozione che esista è stata scritta in lingua demoniaca che ritengo molto complicata perché a me appare come un insieme scomposto di sillabe, la parte peggiore rimane la pronuncia e la scrittura; molto spesso sembra di star imitando un serpente e i dettati sono impossibili perché non riesco mai a ricordare quale combinazione particolare di lettere formi una determinata pronuncia o suono.

È un incubo vero e proprio.

Mi tolgo la maglia per stendermi un po' ma facendo attenzione ai vari lividi e tagli che mi ritrovo sul corpo, fare lezioni di combattimento con Lei non è saggio se si vuole evitare di farsi male direi.

Mentre mi levo la maglia guardo di sfuggita lo specchio e noto una cosa strana che mi spinge ad avvicinarmi per assicurarmi di non sbagliare...

I miei occhi sono di un celeste molto chiaro con sfumature di blu elettrico, ed entrano in contrasto con i miei capelli color nero; però oggi il mio occhio destro è diverso, non ha più le sfumature di blu elettrico ma è semplicemente di un celeste cristallino, quasi come se qualcuno lo avesse "ripulito" delle altre sfumature.

Una persona non può cambiare colore degli occhi da un momento all'altro

"Mio dio"

mi esce dalla bocca come un sussurro

Okay ora mi calmo, vado in bagno e mi sciacquo la faccia, magari è solo la stanchezza.

Ma qualcuno bussa alla porta così mi metto accanto al letto con le lenzuola rosso sangue di seta e alzo la voce.

"Avanti"

La porta si apre lentamente e due occhi felini si affacciano insieme a quel corpo dalle movenze sinuose che si posiziona davanti alla porta chiudendola.

La ragazza mi guarda attentamente, sono senza maglia ma non sembra mi stia ammirando, piuttosto mi sta esaminando con uno sguardo da cui non trapela nessuna emozione, come al solito il colore dei suoi occhi mi riporta a lei...lei aveva uno sguardo completamente diverso però, come possono due persone essere cosi identiche ma contemporaneamente così diverse?

"Tu non hai la minima idea di cosa ho appena detto vero?"

La sua voce mi distrae improvvisamente dai miei pensieri e la guardo con espressione interrogativa da stupido.

Lei sbuffa ma poi decide di ripetere.

"Quante ferite e lividi hai?"

Cosa? Da quando le interessa?

"Mi interessa da ieri, dato che sei stato più scarso del solito, lo sei stato a causa delle ferite?"

"Smettila di entrare nella mia testa, sai che mi infastidisce, e comunque non lo so però mi fanno tutte parecchio male"

Lei riprende a guardarmi ma poi inizia ad avanzare con passo simile a quello di una tigre dietro all'erba alta, che cerca di non spaventare la preda, sempre fissando il profondo taglio che ho sul fianco che perde anche parecchio sangue e che ho dovuto fasciare.

La guardo con attenzione nel suo attillato vestito nero avvicinarsi, mette una mano sulla fasciatura proprio sulla ferita, e la piccola fitta mi fa irrigidire, a questo mio gesto il suo sguardo saetta sul mio. Mi guarda in modo indecifrabile, come se fosse preoccupata ed arrabbiata.

Fa scorrere la sua mano sulla fine della fasciatura iniziando a togliere la benda piano piano con una delicatezza che non credevo le appartenesse, mentre io la guardo ipnotizzato.

Una volta liberata la ferita sospira sonoramente come se stesse trattenendo il respiro durante tutto questo tempo. Alza lo sguardo piano, facendolo correre per tutto il mio corpo fino ad arrivare alle labbra dove si sofferma per qualche secondo in più, e io sono completamente ipnotizzato, una volta raggiunti i miei occhi il suo sguardo cambia come se si fosse accorta solo ora di quello che ha fatto e che io la stavo guardando, ma dopo qualche secondo la vedo guardare meglio i miei occhi saettando dal sinistro al destro, ed allora la sua espressione diventa un misto di paura e rabbia pura.

Si allontana leggermente distogliendo il suo sguardo, si china leggermente e sposta lo spacco del vestito che scopre buona parte della sua gamba, lo alza un po' di più...



Cosa cavolo fa?

A quel punto intravedo una specie di cinta di pelle proprio alla base della sua coscia, che non si vede perché lo spacco inizia poco dopo, a questa cinta è attaccata una fondina con un coltello nero con dei ricami floreali in argento per tutta la sua lunghezza.

Tira fuori il coltello e nello stesso istante il vestito si abbassa di nuovo e io sbatto le palpebre, cosa che a quanto pare non avevo fatto per tutto questo tempo, riuscendo a interrompere l'ipnosi che ormai guidava il mio sguardo e i miei pensieri.

Con il coltello nella mano destra taglia il palmo della sua mano sinistra e una vampata di vaniglia e rose mi investe in pieno facendo esplodere la mia sete, perciò sono costretto a mettere una mano per riparare il mio naso ma la sete non passa e sento la gola bruciare come fosse in fiamme.

"Bevi"

Mi ordina decisa avvicinando la sua mano a me.

Istintivamente mi tiro indietro mettendo la mano libera davanti a me.

"Ma tu non porgi mai il tuo sangue a qualcuno, hai sempre detto che sarebbe come regalare oro gratis"

Dico con voce sofferente e soffocata dalla mano che mi copre.

A quel punto lei si avvicina ancora di più con sguardo autoritario e io ormai non posso andare da nessuna parte perché ormai c'è il letto alle mie spalle.

La gola arde sempre di più e inizio a tossire, il suo sangue è come un sollievo ad ogni cosa, ogni dolore, ogni pensiero, quando lo bevi è come se ti aprissero le porte del paradiso.

Mentre si avvicina rimette il suo coltello a posto nella fondina e avvicina anche la mano pulita, afferra la mano che mi copre naso e bocca e la sposta gentilmente mentre il mio corpo la asseconda; la sua mano poi si posa morbida sulla mia guancia mentre la mia fronte si corruga per la fatica di mantenere il controllo, sono costretto a chiudere gli occhi e abbassare anche un po il viso.

Sento le mie iridi cambiare colore e diventare molto più chiare, quasi bianche con contorni celesti. Gli occhi degli Alpha.

Lei con la mano mi costringe ad alzare il viso e accarezzandomi leggermente fa rilassare i muscoli del mio viso.

"Apri gli occhi"

Ora il suo tono è dolce e pacato, non più autorevole, e imprevedibilmente i miei occhi si aprono contro la mia volontà quasi comandati da lei.

"Ora bevi"

E si avvicina di più anche con il corpo, spostando la mano che prima era sulla mia guancia alla mia nuca e avvicinando il palmo della sua mano alla mia bocca.

Perdo completamente il controllo e afferro la sua mano iniziando a bere con foga e ad ogni sorso un mare di piacere mi invade la gola e le porte del paradiso si spalancano. La guardo attentamente negli occhi con le mie iridi bianche e lei chiude gli occhi per un attimo mentre prende un respiro intenso come presa anche lei dall'estasi, quando risolleva le palpebre vedo le sue iridi mutate in pure fiamme degli inferi e dalla sua bocca leggermente aperta si notano i canini manifestarsi.

Improvvisamente dalla sua bocca esce un lieve ringhio mentre mi guarda bere. Perdo l'ultimo briciolo di controllo che mi era rimasto in corpo e mi stacco dalla sua mano con il viso leggermente sporco del suo sangue e mi fiondo sulle sue labbra appropriandomene.

Appena poggio le mie labbra sulle sue, cosi morbide e dolci, mi rendo conto che le porte del paradiso erano solo il primo passo, perché ora sto facendo una vera e propria passeggiata in esso.





Spero che il capitolo vi sia piaciuto, so che non succede molto qui ma prima p poi vi assicuro che succederà qualcosa. Come al solito scrivetemi, commentate e ditemi che ne pensate. Se volete potete anche fare dei disegni di vestiti o armi che vorreste poi trovare nel libro, vi voglio bene, alla prossima! Un bacio!


Eva

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