la verità segreta
Tutto attorno a me é buio, con una nube scura che rende tutto ancora piú opaco di quanto già sia.
"Dove sono?"
La mia voce risuona in questo ambiente.
Mi sento strana, come se dentro di me stesse accandendo qualcosa che non sono in grado di decifrare.
"C'é qualcuno?"
Urlo ancora.
"Dove sono?"
Niente.
"Sei nella tua mente piccola"
Mi risponde una voce angelica da donna, dolce ed armoniosa che trasmette tanquillità ad ogni lettera.
"Chi e dove sei?"
Sono la regina degli angeli Page, la compagna di Michele.
La regina degli angeli...
La compagna di Michele...
Selen!
"Selen che sta succedendo? Perche sono qui?"
"Page il tuo tempo é terminato, la Regina di sangue ha preso il controllo. Stai devastando tutto attorno a te"
Dice con voce pacata e dolce l'angelo seppur con una evidente nota di dolore.
Io non posso far altro che guardare in basso mortificata, sto distruggendo tutto nuovamente, non riesco a trattenermi e quindi la domanda sarebbe: 'perche farlo?'
"Perché non tutti meritano la tua ira, bambina"
Infondo ha ragione ma davvero non posso far altro che star male.
"Ciò che ha detto Trax é vero?"
Domando rassegnata
"Si, ma c'é dell'altro che ti verrà svelato piú avanti, sempre se riesci a ristabilire il controllo su di lei, adesso"
"Come posso fare?"
Ho davvero paura, il mio respiro é affannato.
"Selen?!"
L'angelo non risponde e mi sento sola, incredinilmente sola.
"Selen!"
Piano piano mi accascio a terra rannicchiandomi e abbracciando le ginocchia. Fa freddo, é buio e sono sola.
Tutti mi hanno mentito nella mia vita, o hanno provato ad uccidermi perche sono un mostro. Sono solo un mostro.
Perche le persone hanno paura?
Io riconosco di essere diversa ma non é colpa mia se sono nata cosí, giuro che non é colpa mia!
"Non é colpa mia!"
Urlo a squarciagola al nulla attorno a me.
"Io non volevo fare del male a nessuno" sussurro con la testa fra le gambe, in un tentativo inutile di risvegliarmi e cessare la distruzione che la Regina di sangue sta spargendo.
"Page!"
Alzo la testa di scatto, é stato come un eco lontano.
"Page basta!"
É Peter! Che fa qui?
Ora la sua voce é piú chiara e nitida, come se si stesse avicinando.
"Basta..."
Apro gli occhi e mi rendo conto che sono ancora vicino al dorupo inginocchiata, lui é accanto a me con una mano sulla mia schiena. Attorno a me tutto é distrutto, infuocato, fuori posto.
Tutti gli alberi o sradicati o senza foglie, l'acqua del fiume é diminuita di livello e attorno a me tutto é secco e bruciato sotto i passi dei fulmini che ho scatenato, il terreno é spaccato a causa del terremoto.
Poi mi giro e trovo i suoi occhi nei miei, i suoi occhi color ghiaccio mi guardano con dolcezza, le sue labbra sono incurvate in un leggero sorriso; allunga una mano verso il mio viso e mi accarezza una guancia mentre tocca la mia fronte con la sua, anche lui é inginocchiato.
Chiudo gli occhi e mi godo il suo profumo che mi confonde non poco.
"É passato, adesso é passato"
Dice dolcemente mentre ci copre con le sue grandi ali bianche e calde, mi prende per i fianchi e mi fa accucciare sul suo petto baciandomi la testa.
"Cosa é successo?"
Domanda dopo quanche minuto di silenzio.
Non ho la forza di dirgli tutto, quindi mi concentro e poggio la mia mano aperta sulla sua guancia, passandogli tutto ciò di cui ho memoria, ogni cosa, io mi fido di lui.
Non sono mai riuscita a fidarmi di nessuno nella mia vita apparte Kevin e Mike...ed ora non ho nemmeno loro, però Peter per me rappresenta un punto di tranquillità, un posto sereno.
É difficile trovare una persona che ti trasmette la tranquillità di cui hai bisogno in un mondo in cui sei costretto ad uccidere per non essere ucciso, in un mondo le cui regole hanno stabilito che un voto identifica la nostra intelligenza, che un azione pregiudica un intera vita, una realtà in cui le persone odiano anche quando amano, in cui le persone hanno cosí paura di svegliarsi la mattina e affrontare il mondo che preferiscono rimanere a sognare.
É difficile trovare un profumo che sa di casa, una persona che rimane nonostante tu infondo ti senti un mostro, nonostante infondo senti di non meritarla; va tenuta, quella persona va tenuta stretta ed io non ho alcuna intenzione di lasciarlo andare...
"Wow"
La sua voce mi ridesta dai miei pensieri facendomi concentrare sul suo viso piegato in un'espressione di dolore, sconcerto e stupore. Gli ho passato tutti i ricordi, la vita con mia madre, la sera della sua morte, gli allenamenti all' A.M e all'Inferno, le ferite, le delusioni, la nascita e la crescita della mia altra parte istintiva "Regina di sangue", le missioni...forse ho esagerato, non avrei dovuto caricarlo cosí tanto ma avevo bisogno di alleggerire i miei pesi che lentamente mi stavano schiacciando.
Lui abbassa i suoi occhi, prima rimasti a fissare il vuoto mentre elaborava le informazioni, su di me.
Io gli sorrido debolmente sentendo le mie ultime forze andarsene.
'Torniamo all'accademia adesso'
Mi dice lui attraverso i pensieri mantenedo un espressione tranquilla. Sono felice che non abbia detto nulla su ciò che ha visto, ma contemporaneamente mi fa paura ciò che potrebbe pensare.
Va bene
Sto per alzarmi quando lui inaspettatamente mi mette un braccio sotto le gambe e uno attorno alle spalle prendendomi in braccio come una principessa, io trattengo il fiato per qualche secondo, sorpresa dal suo gesto. Ha una presa forte e sicura ma sempre delicata, mentre mi guarda come se fossi qualcosa di incredibilmente importante.
"Dove andate?"
Improvvisamente la figura di Kevin insieme ad altri due professori si piazza di fronte a noi.
Guardo Kevin in modo truce cercando di reprimere l'odio ma facendolo crescere solo di piú.
Sto per rispondere ma Peter mi precede.
"La riporto all'accademia, ha bisigno di riposare"
Kevin non lo degna di uno sguardo continuando a fissare me, ma io non gli permetto di entrare nella mia mente.
"Stai bene?"
Domanda apprensivo.
Ora lo prosciugo...
Sibila la Regina.
Hai fatto già abbastanza danni, sta a cuccia.
"Questo lo verificheremo una volta arrivati, lasciateci andare"
Risponde secco e deciso Peter mentre serra la mascella convinto, Kevin e lui si guardano negli occhi e so perfettamente che stanno avendo una conversazione mentale.
Improvvisamente Kevin sussulta assumento per un secondo un espressione spaventata e sorpresa, poi si scosta lasciandoci procedere.
Poggio la mia testa sul petto di Peter mentre lui apre le ali e inizia a volare verso la destinazione.
Dopo qualche minuto di volo alzo lo sguardo, pervasa da un dubbio.
"Non credo che riuscirai a resistere in volo fino all'accademia con me in braccio" dico aggrottando le sopracciaglia "lasciami a terra cosí apprirò le ali anche io e non dovrai portarmi"
Lui mi guarda sorridendo tranquillo mentre il vento scompiglia i suoi capelli, il sole fa brillare i suoi occhi e io lascio che la mia mente si perda guardandoli per pochi secondi.
"Non pesi per niente, e le mie ali sono molto piú forti, poi soprattutto non hai abbastanza forze per volare o camminare da sola" torna a guardare l'orizzonte ed io sbuffo rassegnata facendolo ridere.
Una volta arrivati lui atterra e sempre portandomi in braccio arriviamo fino alla mia stanza, mi adagia sul letto e poi si gratta la nuca imbarazzato.
"Ehm...dovrei...cioé dovresti levarti i vestiti e farti una doccia...sei piena di sangue"
Dice diventando incredibilmente rosso e facendo imbarazzare anche me.
Cerco di alzarmi ma le mie gambe cedono immediatamente costringendo Peter a prendermi al volo.
Mi rimette sul letto e poi ci pensa un po su, cercando di trovare una soluzione alla cosa.
"Ah per l'amor del cielo Peter, togliamoci QUASI tutti i vestiti e facciamoci una doccia insieme" sbotto arrossendo come un peperone e girando il viso dall'altra parte, verso la finestra enorme che da luce alla stanza. Possibile che io sia la meno esperta in materia eppure devo essere io a proporre le soluzioni?!
Lo sento deglutire e sospirare, poi avvicina le sue mani ai miei fianche aiutandomi ad alzarmi, una volta impiedi mi gira di schiena, il mio competo di pelle si slaccia solo dalla schiena aprendo la chiusura che inizia dal collo e finisce infondo alla schiena, prima toglie il corpetto rigido e lucido che metto per i possibili proiettili, e poi lentamente abbassa la chiusura lampo fino ad arrivare a sfiorare con le sue dita la base della mia schiena facendomi rabbrividire. A quel lieve contatto anche lui sussulta.
Una volta che siamo entrambi in intimo mi accompagna nella doccia ed apre l'acqua calda che ci bagna completamente. Lui ha un corpo stupendo, non é la prima volta che lo vedo ma é la prima che lo ammiro.
"So che non ti fa piacere ma...dovresti tirare fuori le tue ali, sono insanguinate e sarebbe meglio pulirle prima che le tue piume si rovinino"
Si ricorda che non permetto a nessuno di toccarle, per le creature alate le ali sono parti del corpo molto personali da far toccare, ma per me non sono solo quello, sono il simbolo della mia diversità....e del mio dolore, perche ogni volta che le estraggo fanno male e tagliano la pelle.
Le mostro e lui dolcemente ne prende una posandola sotto il getto d'acqua e facendomi sussultare per la sensibilità.
Inizia a togliere il sangue e le piume vecchie con molta delicatezza e premura, poi accarezza tutta l'attaccatura dell'armatura facendomi arrossire.
Passa all'altra ala e fa la stessa cosa mentre le goccioline d'acqua tintinnano contro il metallo delle mie ali.
Sotto il getto d'acqua i suoi capelli diventano ancora piú scuri e i suoi occhi brillano chiari. Tutto il suo corpo bagnato e perfetto...
Oddio mi vergogno a pensare certe cose!
Vergogna...mio dio stai diventando una pappamolle!
Uff.
Solo adesso noto che anche lui é pieno di tagli rossi un po ovunque a causa probabilmente delle rocce e degli alberi che volavano.
Sono poggiata al muro in mattonelle e davanti a me c'é lui ancora concentrato sul pulire un ala, la cabina é grane e spaziosa, con un muro di mattonelle bianche di marmo ed il resto di vetro, noi due c'entriamo comodamente insieme.
Una volta finito mi guarda concentrato, per poi far vagare il suo sguardo un po ovunque e riportarlo nei miei occhi. Si avvicina a me e poggia una mano al muro di mattonelle vicino alla mia testa ed un altra sulla mia guancia.
"Mi dispiace di tutto quello che é successo, prima e dopo di me e grazie per avermi aiutato e protetto non ricevendo mai la mia gratitudine" la sua voce trema come una foglia sotto una pioggia incessante.
"Non me ne sono mai reso conto ma sei piú importante di quanto credessi, i tuoi ricordi, i tuoi comportamenti...tutto di te mi sbalordisce, non sei solo un meraviglioso corpo Page, dentro di te c'è molto altro"
Rimango pietrificata davanti a quelle parole come se fossero la mia aria e il mio veleno.
Con il pollice della mano sulla mia guancia, mi asciuga un po di sangue colato da una ferita sotto l'occhio. Tutto il mio corpo brucia di ferite ma adesso non ha importanza perche dentro sento invece un caldo tepore.
Si avvicina sempre di piú, le sue dolci labbra si aprono in un lieve sorriso notando che sono rimasta paralizzata, la sua bellezza aumenta sempre di piú mentre si avvicina schiudendo le labbra e guardando le mie come per chiedermi il permesso.
Poi poggia le sue labbra sulle mie in un bacio dolce e travolgente allo stesso tempo, le mie mani scattano verso il suo corpo accarezzando il suo petto, i suoi addominali e infine si arrestano sui suoi fianchi mentre lui troneggia con la sua altezza....
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Ciaooooo! Come state? Spero bene, commentate e lasciate stelline se volete e se vi é piaciuto il capitolo, se volete la prossima volta metto il capitolo dal punto di vista di Peter, altrimenti vado avanti. Nei commenti scrivetemi se volete il punto di vista di Peter per quanto riguarda quello che é successo in questo capitolo oppure se preferite che vada avanti con la storia.
Ciao, vi voglio bene, alla prossima.
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