15. Accettarsi

MEYER'S  P.O.V.

≪ LEYA, TI PREGO, TORNA IN TE!!! ≫

Vorrei tanto trovarmi all'interno di un sogno e svegliarmi di soprassalto, perché tutto questo è un incubo.

≪ Va' via! ≫

È Leya che parla, la vera Leya. Quella ragazza è troppo importante per me.

Cerco di bloccarla, ma le forze vengono meno, e riesco ad utilizzare il mio alph solo quando le sue fiamme si affievoliscono, lasciando spazio alla sua ombra e alla mia. Essere da solo non aiuta. Ho paura di ferirla.
Non so cosa fare, la mia mente è come annebbiata.

Ancora una volta, mi soffermo su quello sguardo, così combattivo, infuocato.
Poi...vedo una lacrima.
Leya è ancora lì, da qualche parte.
Se solo riuscissi ad aiutarla in qualche modo.

Ed è qui che ammetto a me stesso quanto la sua presenza mi manchi.
Ho bisogno di te, Leya...

≪ Dovrei smettere di leggere romance. ≫

E, senza rendermene conto, le mie labbra sono già posate sulle sue.

Che strana sensazione.

Sarà questo nuovo contatto a provocarmi questo senso di vuoto allo stomaco?

No, purtroppo. Non è solo questo.

Solo abbassando lo sguardo, infatti, mi accorgo di essere stato colpito.
L'ultima cosa che vedo, prima di accasciarmi a terra, è una sagoma avvolta dalle fiamme, che urla disperata.



LEYA'S  P.O.V.

≪ MEYEEEEEERR!!! ≫

Che mi succede?
Non ho più controllo di me stessa, del mio corpo.

Vedo Meyer, disteso sul pavimento, con una ferita all'addome.
Sono stata io?

≪ SONO UN MOSTROO!! ≫

Meyer. Ti prego, no, non lui.

≪ LASCIAMI IN PACE! ≫

≪ Io sono te, non ti lascerò mai. ≫

≪ NOOOO!! ≫

Tutto ciò che vedo sono le mie stesse fiamme che mi circondano.
A questo punto, se scomparissi...forse sarebbe meglio.

Meyer, perdonami.

≪ Leya! ≫

Questa voce...

≪ Leya, mi senti? ≫

≪ Arlo, sei tu? ≫



CAPITOLO 15: "ACCETTARSI"



≪ Lascialo perdere. ≫ Mi dice una voce nella mia testa.

Cerco di essere forte e la respingo.
Ho bisogno d'aiuto.

≪ Ascoltami, voglio aiutarti. Farò il possibile. Tu concentrati! ≫

Arlo...

Che succede?

Cos'è questo posto?

È tutto così buio e io sono così...sola.

Arlo, dove sei finito?

≪ Sono ancora qui, sta' tranquilla. ≫ Mi rassicura.

≪ Sono all'interno della mia mente, non è così? ≫

Cosa dovrei fare esattamente?

≪ Guardati attorno. Dimmi cosa vedi. ≫

Cosa vedo?

Oscurità...

Sarebbe questa la risposta?
Sono veramente un mostro?

No, aspetta.
E quello?

Vedo una sagoma.

È talmente simile a me ma, allo stesso tempo, così diversa.
Come se fosse un'altra parte di me.

≪ È lei che dovevo trovare, Arlo? Cosa dovrei fare adesso? ≫

La risposta si fa attendere.
Perché non mi rispondi?

≪ È inutile, siamo solo io e te. ≫

Sembrava solo un'eco lontana, ma mi rendo conto che a parlare è proprio la persona di fronte a me.

Si avvicina.
Il suo passo lento e sicuro mi incute timore, ma cerco di non darlo a vedere.

≪ Con me è inutile fingere. So benissimo che hai paura. ≫

È come se riuscisse a leggermi nel-
≪ Nel pensiero? Ovvio, io sono te. ≫

Vedo i suoi capelli infuocati sfiorarle la pelle, senza però farle alcun male . Si avvicina a me, afferrandomi il volto.

≪ Sei una debole. ≫

Di scatto, la allontano da me.
Sembra divertita e non è di certo l'effetto che desideravo.

Cosa dovrei fare? Se solo Arlo fosse qui. 

Già, se Arlo fosse qui, mi direbbe che è tutto nella mia testa. Ché sono più forte di così. Non posso continuare ad aver paura di me stessa e del mio alph.

Ma se lei è me, come posso distruggerla?

≪ SEI FINITAAA!!! ≫

Si scaglia su di me.

Silenzio.

Che mossa stupida.

Avrò fatto bene?

Mi ritrovo ancora così, abbracciata a lei o, per meglio dire, a me.

Sento il fuoco sulla pelle.
Fa male.

In qualche modo, la mia mossa ha bloccato il suo attacco e la figura tra le mie braccia sembra opporre sempre meno resistenza.

Che fosse questo ciò che avrei dovuto fare dall'inizio?
Fare pace con me stessa?

E, solo ora, mi ricordo di quanto il mio alph mi abbia fatta isolare in passato, e penso a quanto anche lei possa essersi sentita abbandonata.

≪ Shh. È tutto finito, sta' tranquilla. Non sei più sola. ≫

Finalmente ricambia l'abbraccio e le fiamme si placano.
Adesso non sento più dolore.

≪ Noi siamo una cosa sola. ≫

Sento come una goccia d'acqua che mi bagna la spalla, poi il nulla.

Mi ritrovo a stringere il vuoto e, alzando lo sguardo, osservo le centinaia di frammenti brillanti che mi circondano.

Lei è scomparsa.
No.
Lei è dentro di me.

Socchiudo gli occhi, finalmente libera da quella strana sensazione opprimente. E mi addormento così, sorridendo, finché non sento delle braccia sollevarmi da terra.



ARLO'S  P.O.V.

È finita.
Sei stata davvero brava, Leya.

≪ Sei più forte di quanto credi. ≫

Dico con un sorriso accarezzandole la fronte.

Adesso, l'espressione sorridente che ha, mentre dorme, mi dimostra tutto il suo essere tranquilla. E, finalmente, lo sono anch'io.

Devo ammetterlo: aiutare qualcuno è sempre soddisfacente.

A proposito, a quest'ora Didier deve aver già portato Meyer in infermeria.
Che stupido impulsivo!
Ma, in fondo, lo capisco.
Chiunque ignorerebbe il pericolo per salvare la persona che ama.

Adesso, non mi resta che tornare dai pochi spettatori, radunati attorno alla scena appena avvenuta, e cancellare il ricordo dalle loro menti.

È meglio che la voce non si sparga e, come al solito, mi tocca tenere per me un altro piccolo segreto.

Mi trovo ancora all'interno della parte femminile del dormitorio, ma non fa niente dato che sono ancora le 18:13.
Aspetta, a che ora scatta il coprifuoco?
Dovrei smetterla di dimenticare tutto.

Immerso nella mia distrazione, non mi accorgo di aver urtato qualcuno.

≪ Fen, tutto bene? ≫

La vedo sistemarsi le maniche dell'uniforme, poi nasconde il volto dietro la chioma verde selva.

≪ Sta' tranquillo, ero distratta. Devo andare. ≫

La sua voce flebile, testimone del fatto che nulla va bene, quasi mi convince a girarmi ancora una volta verso di lei, ma mi blocco.
Non dovrei intromettermi ancora, ma lei ha bisogno di aiuto.

E, quasi come se l'avessi chiamata, intravedo Eri proprio di fronte a me, e decido di passarle accanto, sperando che colga il mio messaggio.

Aiutala.



ERI'S  P.O.V.

"Aiutala"

Giurerei di aver appena sentito la voce di Arlo. Eppure, passandogli accanto, non mi sembra che abbia aperto bocca. Che si tratti di telepatia?

Quel che è certo, però, è che mi ha appena chiesto di "aiutarla" e, dopo aver fatto un altro paio di passi, mi ritrovo a qualche metro da Fen.

Credo di aver capito a cosa si riferisse, e gli occhi umidi della ragazza confermano la mia teoria.

Ji-Woo. Giuro che, se le hai fatto del male, la paghi cara.

≪ Fen. ≫

Sobbalza.
Finalmente distoglie lo sguardo dal suo cellulare, ma rimane comunque appoggiata alla parete, mentre mi osserva stupita.

≪ E-Eri. ≫ Finge un sorriso

≪ Hai bisogno di qualcosa? ≫

Non riesco a capire come possa esistere qualcuno come lei: è troppo ingenua e gentile.

≪ È un messaggio di Lee? ≫

Stringo i pugni.

≪ Già. Ecco...Dovrei proprio andare da lui, adesso. ≫

Continua a tenere gli occhi, arrossati, socchiusi fingendo un sorriso.

≪ Fen. Sei sicura che sia tutto ok? ≫

Sembra sorpresa dal mio tono serio.

≪ Perché? Perché? Perché menti anche tu? Non sei così stupida! Lo capisci o no che ti sta solo prendendo in giro? 

La mia domanda rimane come sospesa, perché lei non accenna a rispondere.

≪ Non hai pensato che voglia soltanto allontanarti da tutti? ≫

La vedo abbassare il volto. Mi dispiace, Fen, credimi.

≪ Io...vorrei solo ricambiare la tua gentilezza. ≫

Pian piano, la mia voce si fa più flebile, e anch'io abbasso lo sguardo senza rendermene conto.

Non doveva andare così. E, mentre i sensi di colpa si impossessano di me, vedo quella che è una delle persone più buone che abbia mai conosciuto scappare via in lacrime.

≪ Non devi sentirti in colpa. ≫

Alzo lo sguardo e mi ritrovo Monti che mi offre la sua mano sulla spalla.

Forzo un sorriso ringraziandolo.

≪ Ho solo la sensazione di essere inutile. Vorrei soltanto aiutarla. ≫ Dico sincera.

≪ Ti capisco. Non sai quanto. ≫ Sorride.

Monti, non puoi continuare così. Ma davvero non capisci che il tuo affetto è l'unica cosa sincera in tutto questa storia?

E, mentre lascio fluire i miei pensieri a parole, mi incammino per i corridoi, in compagnia del mio amico.

Solo in un secondo momento, avrei scoperto di essere osservata.



MONTI'S  P.O.V.

≪ Mi hai convinto: vado a cercarla! ≫

Dico preso dall'entusiasmo.

≪ Buona fortuna! ≫

Mi urla lei.

Sta' tranquilla, Eri. Andrà tutto bene.

≪ Male che vada, piazzo un pugno in faccia a Ji-Woo! ≫

Le urlo mentre mi incammino.

Il mio passo si fa via via più veloce, finchè non mi ritrovo a correre fuori dal dormitorio.

Ho una mezza idea su dove andare, e i miei piedi mi dirigono direttamente alla serra, il posto preferito di Fen, l'unica cosa che hanno in comune quei due. Neanche a dirlo: riesco già a scorgere la figura di spalle della ragazza che cercavo.

≪ Fe- ≫

Non faccio in tempo a chiamarla.
Sta discutendo con qualcuno.

≪ I-Io voglio solo dire che mi mancano i miei amici. F-forse- ≫

Tiene le mani sul petto, mentre parla con voce tremolante.

Rimango fermo ad osservare la scena dall'esterno della struttura di vetro.

≪ Forse...è colpa mia? Stai dicendo questo? ≫

Lo sapevo: è quell'idiota.

Mi sporgo ancora un po' per confermare la mia ipotesi, ma non ci sono dubbi. Riconoscerei la sua voce odiosa tra mille.

≪ Ti ho trattata bene, sono stato con te. Solo io. Dovresti essermi grata. ≫

Il suo tono comincia a diventare inquietante. 

≪ Pensi anche tu che sia uno stronzo, Fen? ≫

≪ I-Io... ≫

La sta spaventando.

Un colpo.
Uno soltanto, e riesco a chiudergli quella lurida bocca.

Non ricordo neanche esattamente quando il mio corpo ha deciso di fiondarsi su di lui.
So solo che, adesso, mi ritrovo davanti a una Fen terrorizzata, mentre il bastardo che ho appena picchiato continua a fissarmi con risentimento.

≪ Ricky. ≫

≪ Rimani dietro di me. ≫

La rassicuro.

Il mio pugno ha ancora la forma di una sfera di metallo.
Ottima improvvisata, mi complimento da solo!

≪ Brutto- ≫

≪ NO! ≫ Lo interrompe la verde.

Nonostante il suo carattere fragile, ha appena deciso di mettersi tra me e il mio avversario, in modo da impedire la lite.

Non farlo...

≪ Non litigate! E, soprattutto, non toccare Ricky! ≫

Non posso fare a meno di arrossire. A distanza di anni, non smette di chiamarmi a quel modo. Nonostante io lo odi perché più vicino al vecchio me, quello goffo e sovrappeso. Quello che anche le ragazzine come lei difendevano per compassione. Quello che ho eliminato una volta per tutte, rafforzando il mio alph e il mio corpo. 

L'adolescenza ha fatto il resto. Per tutti gli altri sono "Monti". Per lei, che non mi ha mai guardato con compassione, anche "Ricky" va bene.

≪ Ah ah... ≫

Sento una risata.

≪ AHAHAHAHAHAH! ≫

Il verde comincia a ridere sguaiatamente. Lo vedo alzarsi dal terreno con qualche difficoltà, ma decido comunque di restare in guardia, in attesa di una sua mossa.

Mi smentisce.
Fa per andarsene, ma non prima di rivolgersi ancora una volta verso di noi.

≪ Bene, ho capito. Qualsiasi cosa io abbia fatto, mi dispiace tanto. ≫

Dice ironico.

≪ Addio. ≫

Non posso fare a meno di ringhiare con rabbia, e il mio corpo si muove ancora verso di lui.
Questa volta, però, una mano mi ferma e sento una stretta all'estremità della mia uniforme.

≪ Va tutto bene. Puoi anche lasciarlo andare, adesso. ≫

Mi sorride.

Cavolo, Fen.
Non devi sorridermi in quel modo.

Mi porto una mano alla bocca per cercare di nascondere l'imbarazzo, poi decido di andarmene.

≪ Senti... ≫

Dico prima di voltarmi.

≪ Mi dispiace di averlo picchiato. Non sono affari miei, ma tu meriti di più, davvero. Cavolo, è imbarazzante! ≫

Comincio a grattarmi nervosamente la nuca.

≪ Sappi solo che, se mai avessi bisogno di me, io ci sarò. ≫

Mi allontano.

≪ ASPETTA! ≫

Ancora una volta, afferra il bordo della mia maglia e il mio cuore non può fare a meno di battere all'impazzata.

≪ Dici che potrei m-meritarmi anche te? ≫

Quasi urla, avvolta dal rossore.

Non credo di aver sentito bene.

Tutto ciò che riesco a mettere a fuoco è il suo viso completamente in fiamme. Anche se, sono sicuro di non essere da meno.

Ripeto quelle sue stesse parole nella mia mente e, vi prego, se è un sogno, non svegliatemi.

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