87. L'abito non fa il monaco
Per quanto avessi voluto, questa notte non ho chiuso occhio per via di quello che è successo. La scena di noi nella vasca beccati in flagrante da lei continua a ripetersi nella mia testa e ogni volta aumenta il mio imbarazzo al solo pensiero. Com'è potuto succedere? Di solito sono la prima a preoccuparmi in certi casi ma l'altra sera ero così presa che non ho pensato a nient'altro che a Harry e a quella vasca.
Per me è già tanto strano e nuovo essere così intima con un uomo, solo negli ultimi tempi riesco a non provare vergogna o troppo imbarazzo davanti a lui. E solamente lui. Diciamo che aver visto la nonna sulla soglia mi ha davvero spaventata e mi spaventa ancora di più il fatto che mi abbia vista in un simile atteggiamento. La mia immagine ai suoi occhi dopo questo non è di certo migliorata.
Sbuffo continuando ad osservare il soffitto chiusa in camera come se stessi aspettando che i fatti si cancellino da soli. Harry si è già svegliato un paio d'ora fa, onestamente non so neanche che ora del mattino sia, so solo che non uscirò fin quando quella donna non uscirà.
"Se non esci adesso non farai colazione ma pranzerai direttamente."- muovo la testa sul cuscino osservando la porta, al quale stipite sta Harry in ciabatte e tuta che sorseggia qualcosa da una tazza.
"E' andata via?"
"Tal."- piega la testa da un lato con un'espressione tra il divertito e lo scandalizzato. –"E' casa sua, non puoi evitarla."
"Ci posso riuscire."
"Non essere stupida, vieni di là."- ruota gli occhi al cielo prima di fare retrofronte e scomparire in corridoio. Capricciosa come mi sento, scalcio le coperte sbuffando e mi metto in piedi con l'intensione di prepararmi e apparire decentemente agli occhi della padrona di casa.
Mi cambio in abiti puliti usando alcuni acquisti del giorno prima. Cercando rigorosamente di coprirmi il più possibile. Non solo perché fuori si gela ma anche perché mi ha già vista abbastanza nuda ieri sera.
Dio che vergogna.
Ciondolo fino alla cucina avvolta nel mio maglione morbido. La nonna, Harry e anche Gemma sono seduti elegantemente a tavola, chi con un giornale in mano e una tazzina di tè, chi beve il suo caffè e chi intinge biscotti nel latte. C'è un posto apparecchiato anche per me. Silenziosamente mi metto a sedere e, senza ricevere neanche uno sguardo dalla donna, inizio a spalmare il mio toast di burro.
Di sottecchi osservo Harry che sotto i baffi coperti dalla sua tazza mi lancia sguardi maliziosi. Gli intimo più volte con lo sguardo di smetterla ma questo lo fa ridere solamente. I suoi sono inutili tentativi di farmi sentire meglio, beh forse non così inutili.
"Che programmi avete per oggi?"- esordisce la nonna che però non smette di osservare il suo giornale con interesse. Ovviamente non rispondo io.
"Ancora nessun programma."- risponde Harry riempiendosi la bocca di caffè, gonfiando le guance.
"Oggi non devo andare a lavoro."- continua lei mentre io mangio facendo di tutto per far meno rumore possibile. La osservo e penso che per essere così perfetta di prima mattina deve essersi svegliata molto presto. Non ha un capello fuori posto a differenza dei miei ed è perfettamente truccata. – "Potremmo andare al parco per un pic-nic."- nel mio silenzio spalanco lo sguardo. La bocca piena di toast e uno sguardo preoccupato. I miei progetti per oggi erano restare in camera lontana da lei. Molto lontana da lei.
"Perché no.."- conferma Harry. Vorrei tanto ucciderlo. Come fanno a comportarsi con così tanta naturalezza dopo ieri sera? Sembra che non gl'importi nulla, forse sono io ad esagerare.
"Per te va bene Gemma?"- chiede alla nipote che risponde con un cenno della testa e un timido sorriso, poi fissa me come se volesse la risposta alla stessa domanda. Annuisco. Non penso di avere scelta. Sospiro silenziosamente sotto il suo sguardo da giudice e dopo non so quanto tempo mando giù quel boccone.
Guardo Harry che guarda me con sguardo perso, sorride leggermente come se pensieroso e per un attimo vorrei entrare nella sua testa per sapere cosa sta pensando di così divertente da farlo ridere guardandomi. Mi sfioro il naso con due dita pensando di avere qualcosa in viso ma lui scuote la testa divertito tornando a fissare la sua tazza.
Non capisco nulla.
Ma non gli do molta importanza, semplicemente torno alla mia colazione pensando a come sarà la nostra giornata al parco. Scene di me che ne combino una delle mie si susseguono nella mia testa e mentalmente non posso che sperare che non succeda niente che possa peggiorare la mia posizione già precaria agli occhi della donna.
***
All'aria aperta percepisco come man mano le mie preoccupazione volano via come se fossero veramente stupide a infondate. In effetti la natura mi ha sempre fatto questo effetto, è per questo che la amo. L'erba, i prati, i fiori, l'aria, gli animali. Sono nel mio elemento, forse è per questo che sono così tranquilla.
St. James Park è meraviglioso, scoiattoli salgono e scendono dagli alberi velocemente, strani uccelli dalle gambe lunghe si muovono dentro i laghi e migliaia di piccioni volano sopra gli alberi. Pellicani che camminano liberi, fontane e tanta gente. Osservo bene come gli studenti leggono sotto gli alberi, come le coppie passeggiano e come le famiglie con bambini giocano felici. Poi vedo Harry e Gemma passeggiare poco più avanti di noi e giocherellare da fratelli quali sono. Solo poi mi accorgo che cammino proprio di fianco alla nonna che porta con sé il suo cestino con le merende.
"Quello è un buon posto!"- grida Harry indicando un posto all'ombra sotto un albero. In poco tempo abbiamo già occupato quella porzione di erba, Harry siede accanto a me, Gemma osserva desiderosa la sua merenda e la nonna si accomoda nella sua sedia pieghevole che Harry ha trasportato.
Visti da un occhio estraneo potremmo sembrare una semplice famiglia. Se solo sapessero cosa è successo davvero.
"Ci pensi ancora?"
"Come fai tu a non pensarci, piuttosto."- rispondo sospirando osservando la donna che in occhiali e cappello prende il sole.
"Non ha senso crucciarsi così, Tal."
"Harry, mi ha vista nuda e non in un buon momento."- gli ricordo.
"Non pensarci, ormai è andata, non possiamo tornare indietro."- ha ragione ma non può passarmi così facilmente, è stato imbarazzante. – "Pensa a quanto ero fottutamente imbarazzato io ogni volta che avevo un'erezione davanti a te! Succede e passa. Devi andare oltre."- cerca di consolarmi e in effetti in parte riesce nel suo intento.
"Hai il tuo punto."- annuisco facendolo ridere.
"Patatina?"- chiede poi cambiando discorso. Pensavo fosse un nuovo soprannome che mi aveva voluto affibbiare prima di osservare il pacco di patatine aperto davanti a noi. Gemma ci da dentro. Non la facevo così golosa. Ne afferro una spezzandola tra i denti prima di sentire il braccio di Harry che in conforto mi circonda le spalle avvicinandomi a sé. Osservo la nonna che dietro i suoi occhiali riesce a farmi percepire il suo sguardo. Lo distoglie quando capisce che anche io la sto guardando.
Seguendo il consiglio di Harry decido di non darci peso.
Sorprendentemente passa veloce il pomeriggio, il sole è lì per tramontare e tra un messaggio di papà e uno di Nash osservo Harry e Gemma giocare in lontananza. Ad un certo punto credo di essermi addormentata cullata dal leggero vento e credo di aver recuperato qualche minuto di sonno arretrato.
Mi sento così in pace con me stessa adesso. Anche se un'oscura presenza alle mie spalle mi fa restare sempre allerta in un certo senso.
"E' seria questa cosa?"- mi sorprende parlando inaspettatamente troppo vicina a me. Quando mi giro per vederla è già seduta sull'erba accanto a me. Mugolando per qualche acciacco.
"Di cosa parla?"
"La vostra relazione."- osserva Harry giocando allo stesse tempo con gli anelli d'oro nella sua mano sinistra.
"Penso di si."- rispondo insicura come ogni volta che parlo con lei. Ho mai parlato veramente con lei? Non ricordo.
"Posso chiederti perché stai con mio nipote?"- mi sorprende nuovamente. Continua a non guardarmi al contrario di me che non riesco a scollare gli occhi dalla sua figura. Perché mi sta parlando?
"Sto bene con lui. Mi fa stare bene."
"Lo ami?"
"Si."- nessun cenno di timore o insicurezza questa volta. Sul suo viso prende forma un ghigno tanto simile a quello di Harry. Sistema la sua gonna costosa prima di guardarmi finalmente.
"E' strano."- vorrei sapere cosa è strano. – "Lo vedo più maturo dall'ultima volta che sono andata a trovarli."- annuisce. – "Guardalo."- osservo insieme a lei come Harry scherza e gioca con Gemma. Lei infastidita lo spinge per la guancia ogni volta che lui la stuzzica impedendole di giocare con i fiori attorno a lei. – "Non l'ho mai visto fare così."- una punta d'orgoglio forse nel suo tono.
"Lui è più maturo."- affermo sicura, quasi ridendo quando Harry rinuncia a tormentare la sorella e inizia a giocare con i fiori insieme a lei.
"Da quanto tempo state insieme?"
"Circa sei mesi, credo."- non ho davvero tenuto il conto. Penso di essere l'unica ragazza a non aver voglia di contare il tempo che passa.
"Capisco."- annuisce ancora. Passa qualche minuto di silenzio in cui cerco di elaborare cosa sta davvero succedendo. Forse sto ancora dormendo. – "Edward mi ha detto che ti senti in colpa per ieri sera."
"Cosa?"- glielo ha detto? E' uno scherzo o vuole davvero mettermi in imbarazzo? – "Mi dispiace davvero tanto."- nascondo il viso con le mani, sono sicura di essere più rossa io in viso che il sole all'orizzonte.
"Sono stata giovane anche io, non è mica vietato fare sesso."- parla poi confidenzialmente. Strabuzzo gli occhi ad una simile rivelazione. – "Non guardarmi così, facevo tanto sesso anche io una volta."- questa discussione ci sta sfuggendo di mano. Non voglio sapere i particolari dei suoi rapporti.
"Gemma avrebbe potuto vedere però e mi dispiace."- cerco in tutti i modi di cambiare discorso.
"Quello è vero."- mi da ragione. – "Prendi la pillola?"- ma che diavolo sta succedendo?
"N-no."
"Preservativo?"- dove diavolo è Harry? Perché non torna? Sta davvero degenerando, sto parlando di sesso con la nonna del mio ragazzo. Non rispondo ma lei prende il mio silenzio come una risposta affermativa. – "Ieri nella vasca avevate il preservativo?"
"No."- rispondo nascondendomi nel colletto del mio maglione.
"Scherzi?! Dovete ringraziarmi per avervi interrotti."- alza di poco il tono della voce. – "E' successo altre volte che lo abbiate fatto senza precauzioni? Io non voglio fottutamente diventare bisnonna."- mi tiro fuori dal mio nascondiglio, scuoto la testa per rispondere alla sua domanda ma sono contemporaneamente shockata di scoprire da chi ha preso il suo linguaggio Harry.
Scanso i capelli dalla faccia e sfrego gli occhi sperando che questo sia solo un brutto sogno.
"Ne parlerò con Des, i vostri genitori devono sapere che siete.. sessualmente attivi."- spiega gesticolando. E' in quel momento che il mio sangue smette di circolarmi nelle vene.
"Chi?! No!"- se papà lo viene a scoprire come minimo ucciderebbe Harry e forse poi me.
"Cosa no?"- mi volto velocemente e preoccupata per vedere Harry che con il fiatone ci raggiunge insieme a Gemma.
"Dicevo a Talìta che parlerò a tuo padre del fatto che fate.. le acrobazie, penso che i vostri genitori debbano saperlo."- annuisce convinta trasformando la frase per non far capire a Gemma. Il mio cuore smette di battere, guardo Harry intimandolo di fare qualcosa.
"Loro sanno che io non sono più.. del segno della vergine."- sussurra Harry evitando che Gemma senta.
"La vostra è una relazione seria.. se non prendete le dovute precauzioni è bene che i vostri genitori vi faccino un bel discorsetto."- continua la nonna.
"Chi ti ha detto che non prendiamo le dovute precauzioni?!"- urla silenziosamente Harry. Io sono completamente svuotata. Tento in ogni modo di concentrarmi sull'erba, sull'aria.. no, non funzionano più. La mia testa è piena di immagini di papà che minaccia di ucciderci.
"Lei mi ha detto che ieri non avevate il.. costume. Sapete cosa rischiate se fate il bagno senza costume? I pesci sono pericolosi!"- sto per vomitare e non solo per le terribili metafore.
"Glielo hai detto tu?"- mi rivolge la parola Harry scandalizzato. Mi raggomitolo in me stessa non rispondendo alla domanda. Finirà mai questa giornata? – "Va bene, nonna, pensa ai fatti tuoi, per favore."- tenta di ragionare Harry tanto in imbarazzo quanto me. – "Ti assicuro che.. i pesci non prenderanno quella corrente."- gesticola nervoso. – "Cosa cazzo sto fottutamente dicendo."- sussurra fra sé e sé.
Non penso sopravvivrò ad un'altra settimana qui.
HARRY'S POV
"Vuoi spiegarmi come diavolo siete arrivate a parlare di sesso?"
Non posso crederci. Ci mancava solo che la nonna s'interessasse della nostra fottuta intimità. E ci manca solo che suo padre lo scopra. Tornato a Los Angeles potrei ritrovarmi castrato a vita.
"Non lo so! Un attimo prima stavamo parlando di quanto fossi più maturo e un attimo dopo ha iniziato a parlare dell'altra sera ed è arrivata a quello."- quasi piange per l'imbarazzo. E io che speravo che parlare con nonna l'avrebbe aiutata. Invece è tutto peggiorato.
Avevo avvertito nonna che Tal non è a suo agio nel parlare di simili cose, questa mattina le avevo chiesto di rassicurarla anche se di certo il nostro rapporto nonna/nipote non è dei migliori. Pensavo che l'avrebbe fatta stare meglio, che in fondo non era colpa sua, che dentro quella vasca eravamo in due e che sono cose che possono capitare.
Come suo solito però, nonna deve esagerare e adesso mi ritrovo una Tal più scossa di prima. L'idea del parco era così fottutamente buona. Sospiro osservando com'è teneramente raggomitolata tra le coperte, al centro del letto. Mi avvicino a lei carezzandole la schiena per tranquillizzarla.
"Va tutto bene, Tal."- le sposto un paio di ciocche dal viso e vedo i suoi occhi lucidi e le gote arrossate. – "Accidenti a me e a quando le ho chiesto di parlarti."- prima che me ne accorga quella frase non era solo nella mia testa ma la mia bocca l'ha pronunciata ad alta voce.
"Glielo hai chiesto tu?"- chiede lei finalmente uscendo dal suo guscio. Sorrido cercando di discolparmi. – "Harry.."- si rinchiude nuovamente nel suo gomitolo.
"Pensavo ti facesse stare meglio, ieri sera ero preoccupato per te dopo quello che è successo. Ma non pensavo iniziasse a parlarti di.. pesci e costumi."- l'abbraccio divertito in fondo da questa situazione. Cerco in ogni modo di reprimere le risate ma lei fa presto a scoprirmi.
"Non c'è niente da ridere."
"C'è molto da ridere, Tal."- scoppio a ridere sulla sua schiena senza però smettere di tenerla stretta a me. Passa poco prima che senta la sua schiena vibrare sotto la mia guancia. Capisco che anche lei non è riuscita a trattenere le risa e sono felice di essere riuscito a consolarla anche solo un po'.
"Ma che succede se chiama davvero tuo padre?"- domanda poi. Entrambi ci ricomponiamo, adesso sta di fronte a me con le gambe incrociate davanti a sé e io nella sua stessa posizione.
"Chiamerò mio padre per avvertirlo, non preoccuparti, lui capisce queste cose."
"Sicuro?"
"Si."- concludo con un bacio a stampo sulla sua carnosa e rosea bocca. Sospira evidentemente con un peso in meno sullo stomaco. – "Una cosa è sicura. Niente più sesso a porte aperte."
"Non dimenticare neanche il costume."- arriccia le labbra e io non resisto a ridere per la seconda volta. – "Onestamente, non pensavo che tua nonna fosse così aperta a certe cose. La facevo più posata di così."- ridacchia e quando sorride anche io sorrido. Ultimamente mi incanto sempre più spesso a guardarla e penso a quanto sia bella. – "Prima che iniziasse.. quel discorso, mi ha chiesto delle cose su di noi, mi ha chiesto perché sto con te e se ti amo."- mi confessa teneramente.
"Davvero?"- lei annuisce. – "Cosa lei hai risposto?"- chiedo retoricamente.
"Ovviamente si."- sorrido come un idiota e non riuscendo a fermarmi la bacio di nuovo velocemente prima di cambiare posizione sedendomi dietro di lei per abbracciarla e avvolgerla completamente. Le luci soffuse della stanza, il silenzio, il mio amore infinito per questa donna. – "Aveva uno sguardo da nonna felice quando ti ha visto giocare con Gemma."- continua poi lasciandosi coccolare da me. – "Penso che stia cambiando idea su di te."- conclude baciandomi la mandibola e io ricambio baciandole l'angolo della bocca.
Questa è una vera rivoluzione. Nonna che cambia idea su di me. Sguardo da nonna felice. Forse Tal ha ragione, qualcosa sta cambiando. Forse finalmente sta iniziando a vedermi per quello che sono e non come credevo io stesso di essere. Perché penso che questo sia tutto merito di Tal?
So per certo che lei non lo ammetterebbe mai ma io so che è tutto grazie a lei. Lei ha cambiato me e sta cambiando il rapporto con la mia famiglia, tutto in meglio.
All'improvviso sentiamo in leggero bussare alla porta e subito dopo una piccola figura entrare in camera. Già dentro il suo pigiama, Gemma silenziosamente raggiunge il nostro letto con qualcosa in mano e io so perfettamente cos'è. Fa le sue acrobazie per salire sul materasso e quando ce l'ha fatta poggia sulla testa di Tal quella coroncina di fiori intrecciati che ha fatto per lei oggi.
"L'ha fatta per te, perché eri triste."- spiego mentre mia sorella annuisce. Tal sorride abbracciandola affettuosamente. Forse la scena più bella di sempre. Adoro quanto si vogliono bene. Non dubiterei del fatto che Tal abbia aiutato anche Gemma ad aprirsi e parlare. Lei ha questo potere che aiuta tutto e tutti quelli che la circondano.
"E' venuta benissimo, hai imparato."- Tal osserva attentamente il lavoro fatto da Gemma girando la coroncina di fiori tra le mani.
"Ha imparato dall'intrecciatrice di fiori numero uno."- scherzo riferendomi a lei e risponde prontamente colpendomi il bassoventre facendomi mugolare.
"Gemma."- la nonna fa capolino anche lei dalla porta richiamando mia sorella che velocemente salta dal letto. – "E' tardi, a dormire."- la incita. Prima di chiudere la porta, stupendomi ci sorride, sia a me che a Tal, lasciandomi interdetto.
"Ci ha sorriso?"- chiede lei confusa quanto me.
"Lo hai visto anche tu?"- chiedo retoricamente. – "Cristo, la fine del mondo deve essere vicina."
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Eccomi con un nuovo aggiornamento! A voi è piaciuto questo capitolo? A me non convince molto ma va bene. Spero che siate soddisfatte : ) Vi ringrazio tantissimo per i voti e i commenti positivi! Al prossimo aggiornamento lunedì prossimo <3
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