83. Rivelazioni

Il paese è così bello la sera. Le luci illuminano le strade e si vedono ovunque uomini e donne tornare da lavoro, ragazzi scherzare, coppie di giovani e anziani camminare mano nella mano. In ogni parte del mondo è così, ma quello che rende più affascinante Holmes Chapel è il fatto che tutti sembrano conoscersi. Sembra che tutti facciano parte di un'unica grande famiglia. Non avevo mai visto realmente con i miei occhi come si vivesse in un paese di pochi abitanti.

Io e papà abbiamo sempre fatto tappe importanti, in grandi città perché le possibilità di trovare lavoro lì erano di più. Non sono solita a tutto questo ma mi piace. E sembra piacere anche ad Harry. Lui sembra molto più leggero e spensierato dopo aver rivisto la sua vecchia casa. Ha quel sorriso che non va via dal suo visto da tutto il pomeriggio e diventa sempre più grande man mano che riconosce persone e luoghi dell'infanzia.

Adesso siamo diretti a casa di Bob. Sono davvero esausta ma cerco di non darlo a vedere perché Harry sembra pieno di energie. Il mio pensiero non può fare a meno di arrivare a quale prelibatezza mangeremo a casa del gelatiere. Il mio stomaco inizia davvero a brontolare. Camminando riconosco anche io che siamo nei dintorni del parco e prima che me ne possa accorgere siamo entrambi davanti ad una palazzina illuminata. Devono viverci più famiglie qui. Beh questo mi farà sentire più a casa, in un certo senso.

"Entrate."- Bob ci apre sorridente sotto i suoi baffi folti ma non indossa più la sua divisa da gelataio. – "Da questa parte. La cena è già pronta."- ci guida verso la sala da pranzo. L'ambiente è tipico di quelle case in cui vivono anziani, tutto al suo posto, quello strano odore caratteristico, soprammobili antichi. Un'aria tranquilla che però contrasta con il frastuono che viene dal piano di sopra. Aggrotto le sopracciglia ma non oso chiede.

"Non sembra cambiato nulla."- sussurra Harry guardandosi attorno mentre tiene la mia mano. Poi guarda me e mi avvicina a sé cingendomi la vita con il suo braccio tatuato. Bacia la mia fronte ma smette quando Bob riemerge dalla cucina.

"Vi piace il pesce?"- entrambi annuiamo, onestamente, in questo momento mangerei di tutto purché sia cibo. Bob porta con sé un vassoio con del pesce e dei contorni che profumano di buono. Comincio ad avere l'acquolina in bocca. Deve essere un appassionato di pesca nel tempo libero. I muri sono tappezzati di foto vecchie di lui con una canna da pesca in mano e un ragazzino, che penso sia suo figlio, accanto. Ma ci sono anche foto di una donna, in alcune è giovane e davvero bella, in altre no. – "Accomodatevi."- io e Harry prendiamo posto a tavola che è apparecchiata solo per tre. Strano.

"Vivi solo?"- domanda Harry dando voce ai miei pensieri, ma nello stesso istante qualcosa al piano di sopra sembra essere caduto sul pavimento producendo un rumore sordo.

"Non proprio."- sorride dolcemente l'uomo masticando il suo pesce mentre io mi fiondo sul mio. – "Mio figlio e la sua famiglia abita al piano di sopra e ogni sera è una battaglia per mettere a letto i bambini."- ora capisco.

"E.. tua moglie?"- continua Harry, questa volta più cauto.

"Non c'è più. E' morta cinque anni fa."- risponde Bob senza però perdere lo sguardo contento anche se nei suoi occhi si legge un velo di tristezza.

"Mi dispiace."

"Anche a me. Ma era malata da tempo. Forse è stato meglio così."- continua l'uomo scrollando le spalle rassegnato.

"Di cosa era malata?"- mi sento di chiedere all'improvviso sentendo un nodo in gola.

"Cancro."- come se fosse stato un presentimento, annuisco alla sua risposta.

"Capisco."- continuo. – "Anche mia madre è morta di Cancro."- sussurro. Forse questa è la prima volta da anni che parlo in questi termini di mamma. Io e papà non ne abbiamo mai parlato, era un argomento tabù perché ogni volta che si parlava di mamma scoppiavo a piangere. Ero troppo piccola. Ma adesso è diverso, me ne rendo conto adesso, che l'ho confessato ad uno sconosciuto.

Masticando il mio pesce cucinato alla perfezione fisso Harry che dalla sua parte mi guarda con insistenza dopo quello che ho detto. Lui non sa nulla di mia madre. Non gliel'ho mai detto.

"Mi dispiace, tesoro."- mi guarda dolcemente Bob.

"E' stato tanto tempo fa. Ero una bambina. Non ricordo praticamente nulla."- rispondo con una vena d'amarezza. L'ultimo ricordo che ho dell'India è il funerale di mamma. Un minuto prima c'era, un minuto dopo no. E' la vita.

"E' sempre difficile perdere una persona cara."- annuisce Bob mentre da sotto il tavolo sento la mano di Harry stringere delicatamente il mio ginocchio.

"Già."- rispondo scrollando le spalle. – "Ma ho delle cose che me la ricordano. Lei amava gli orecchini colorati, li faceva lei nel tempo libero. Vestiva sempre con mille colori e le piaceva ballare."- dico indicando gli orecchini portafortuna che ho indosso con un sorriso. L'aria stava diventato deprimente qui dentro.

"Doveva essere molto bella tua madre."

"Si, lo era."

"Lo vedo in te."- sorride Bob. – "Una tipica bellezza indiana. Harry, ottima scelta."- continua dando una pacca sulla spalla a Harry che sorride sotto i baffi pasticciando le sue patate prima di guardare un'altra volta me. – "Dove starete questa notte?"

"Uhm penso in un motel qui vicino."- scrolla le spalle Harry.

"Potete restare qui, c'è tanto spazio nella camera degli ospiti."- offre Bob e dopo un'occhiata d'intesa tra di noi, Harry accetta l'offerta. Se non stessimo cenando avrei, forse, anche abbracciato Bob. Sono stanca e andare in cerca di un motel dopo cena senza nessuna sicurezza di riuscire a trovarlo, non mi va.

"Partiamo domattina, torniamo da nonna a Londra. Forse."- aggiunge Harry lanciandomi un'occhiata. Ovviamente spera ancora di andare in un hotel in città invece che stare da quella vecchia bisbetica. Continua a lasciare la scelta a me ma io penso anche a Gemma, a lei piace quella vecchia bisbetica, anche se sa che tipo è. Non mi va di separarle per un mio capriccio, si vedono così raramente.

"Nessun problema, potete restare quanto volete."

Adoro quest'uomo, è pieno di auto umorismo, è divertente e spesso ricordando momenti del passato siamo scoppiati a ridere. Harry ha riso di gusto per tutta la sera. Hanno parlato di soggetti interessanti che vivono o vivevano in paese e che tutti conoscevano. Il padre di Harry e Bob erano amici, andavano spesso a pescare insieme. Harry ha dato i suoi contatti e quelli del padre a Bob che ha promesso di chiamarli. Ho scoperto che è anche stato a Kanpur, il mio paese d'origine, anni fa, poco prima della morte della moglie. E' stato bello quando descriveva quel posto. Come se al contempo lo stessi ricordando anche io. Non ci torno da quando ero davvero piccola. A volte vorrei davvero ritornare laggiù.

Una volta che Bob ci ha salutati per la notte, dopo averci accompagnato nella stanza degli ospiti, mi lascio cadere sul morbido letto al centro della camera sospirando. Harry mi segue a ruota.

"E' stato bello."- commenta sdraiandosi al mio fianco ma sorreggendosi con un braccio con l'intento di sovrastarmi.

"Si."- annuisco guardandolo dal basso. Si china leggermente per baciarmi l'angolo della bocca, poi la guancia, poi la tempia e io mi godo il suo tocco.

"Non mi hai mai detto che tua madre è morta di Cancro."- sussurra accarezzandomi la guancia con il dorso del suo indice.

"Non me lo hai mai chiesto."- mi difendo. –"Forse non te ne avrei parlato comunque."- ammetto. Non sapevo neanche io se sarei scoppiata a piangere oppure no. Parlarne questa sera è stato inaspettato anche per me. Inoltre non ho sentito minimamente il bisogno di piangere. Mamma è un bel ricordo. Tutto qui. Non c'è motivo di essere più tristi.

"Come si chiamava tua madre?"

"Jodha"- rispondo ricordandola.


"Ricordi quel giorno mesi fa? Sai quanto quel coglione di Smith ci ha dato quel compito di dipingere un quadro e tu hai ritratto tua madre?"- chiede incuriosendomi.

"Si, quando mi hai ricattata per fare anche il tuo."- continuo con tono inquisitorio ma lo faccio solo ridere.

"Guardavi il quadro di tua madre con una tale tristezza. Avevo capito che qualcosa non andava."

"Infatti mi hai chiesto se era morta."- rivivo quel momento in mente come se fosse ieri. Eppure ora mi viene da sorridere pensandoci.

"E tu mi hai accusato di essere poco delicato."

"Già."- ridacchio. – "Non ricordo molto di quando stava male, so solo che me la facevano vedere sempre meno e ricordo papà sempre triste. In quella casa non rideva più nessuno nei due mesi prima la sua morte."- racconto solo quello che riesco a ricordare e lui non fiata, solo mi sta accanto e gioca con i miei capelli guardandomi nel contempo negli occhi.

"Non è stata per niente una vita facile la tua eh. Tua madre, quello stronzo di una stupratore, tutti quei trasferimenti, rapita e portata in un bordello, i miei problemi che hanno coinvolto te, tuo padre con un'altra donna."- elenca.

"Cavolo, mi sono successe tutte queste cose?"

"Si."- ride.

"Però ho anche incontrato te."

"Giusto."- sussurra a pochi millimetri dalle mie labbra. Si sposta per starmi sopra ma senza pesarmi e poi mi bacia. – "Quanto ti amo, Tal."- sussurra tra un bacio e un altro. Le sue mani, una attorno al mio collo, l'altra sul mio fianco mentre si accomoda tra le mie gambe. Capisco per certo quale è il suo intento quando la sua mano striscia sotto la mia camicia arrivando al bordo del reggiseno, lascandosi dietro una scia di pelle d'oca.

Lascia le mie labbra senza, però, allontanarsi troppo e resta a fissarmi con i suoi occhi penetranti. Poi la sua bocca rosa si allarga in un ghigno malefico che solo lui riesce a fare.

"Stavolta ho il preservativo."- sussurra prima di baciarmi e alzarsi dal letto. Guardo le sue mosse. Arriva alla mia borsa abbandonata in terra e ne tira fuori il suo portafogli sgualcito. Da una tasca al suo interno esce una bustina argentata che sventola in aria tra l'indice e il medio alzando e abbassando al contempo le sopracciglia.

Con poca delicatezza mette la bustina tra le labbra e si avvicina a me ciondolando sulle sue lunghe gambe. Non arrivo neanche a realizzare cosa sta facendo quando con una mossa abile alza la mia gonna ampia facendola arricciare attorno ai miei fianchi. Sussulto quando le sue mani, per intero, carezzano le mie gambe dalle caviglie alle cosce.

E' la cose più sexy che gli abbia mai visto fare.

Spalanco la bocca quando si toglie la maglia gettandola da qualche parte sul pavimento e con un gesto impavido sbottona la mia camicetta senza però togliermela. Sorride ancora di più quando il mio petto è esposto a lui e io sento il mio cuore battere all'impazzata. Cade letteralmente su di me, quasi facendomi spaventare ma si ferma a pochi centimetri dal mio viso con ancora quel preservativo tra le labbra.

Incrocia lo sguardo guardando la bustina come se volesse che la prendessi. Lo faccio.

"Fai tu?"- chiede sorprendendomi. Resto interdetta. Come si fa? – "Ti aiuto."- ridacchia notando la mia incertezza. Saltella lasciando ancora una volta il letto per togliersi i pantaloni. Emerge sin da subito un certo rigonfiamento dentro i suoi boxer e io ho il cuore in gola.

Torna da me che ho ancora in mano quel preservativo. Si mette a cavalcioni su di me e io mi ritrovo a poca distanza dalla sua erezione. Decido di mettermi a sedere sul letto visto che sdraiata non mi arriva il sangue al cervello.

"Aprilo."- indica la bustina. Lo faccio con concentrazione, forse per non concentrarmi su qualcos'altro. Ne tiro fuori un cerchietto di plastica e prima che possa analizzare per bene l'oggetto, Harry ha già tirato fuori il suo. Sobbalzo nuovamente per il gesto inaspettato. Devo ancora abituarmi a certe cose. –"Rilassati."- sorride dolcemente accarezzandomi una guancia. Faccio un respiro profondo e poi sento la sua mano raggiungere la mia che guidata dalla sua, riesce ad infilare perfettamente il preservativo lungo tutta la sua lunghezza.

Lui tentava di nascondere dei gemiti di piacere quando la mia mano toccava la sua lunghezza, non voleva mettermi pressione né mettermi a disagio. Lui è la mia prima volta in tutto. E' così strano provare cose nuove di questo tipo, mi sento così idiota e inesperta. Lo so che a lui non importa ma vorrei tanto riuscire a soddisfare lui tanto quanto lui riesce a soddisfare me.

"Sei a tuo agio?"- domanda sussurrando sulla mia bocca mentre lentamente abbandona il posto sopra la mia pancia per riposizionarsi tra le mie gambe.

"Diciamo di si."

"Sei nervosa?"- chiede ancora baciandomi la mandibola.

"Un po'."

"Tranquilla. Non faccio niente se non vuoi."- questo andrebbe evidentemente contro il suo volere. E anche contro il mio.

"Voglio."- rispondo mentre mi beo delle sue labbra sul mio collo.

Riesce sempre a farmi davvero rilassare, anche con un solo tocco. Mentre lui mi coccola io entro praticamente in trans sentendolo in ogni parte del mio corpo. La sua bocca è ovunque. Non mi accorgo neanche quando le mie mutandine vengono sfilate dalle mie gambe insieme alla mia gonna. Non vedo neanche dove siano finiti mentre le mie mani accarezzano la sua cute tirando di tanto in tanto i suoi capelli.

"Tal."- sussurra sulla mia bocca nel momento esatto in cui sento la sua erezione sfiorare la mia apertura. Mugolo piano spronandolo a continuare a parlare. – "Non gemere forte, ci sono persone in questa casa."- continua a sussurrare. Per qualche strano motivo ricordare quest'informazione rende il tutto più eccitante, la paura di essere scoperti. Ma adesso sono più concentrata su Harry che affonda in me e nel mio sguardo.

La luce spenta e la sola luce della luna che compenetra delle finestre rende tutto più dolce. Amo come si muove su e dentro di me. Lo fa così dolcemente e come se sapesse che in fondo fa ancora un po' male. Spero passi e spero di godermi presto questi momenti il più possibile.

"Ti amo da morire."- sussurra col fiatone entrando ed uscendo da me. Sono nelle sue stesse condizioni. Non ne avrò mai abbastanza di lui.

"Ti amo anche io."

Grugnisce di tanto in tanto e credo sia molto vicino alla sua fine, come me d'altronde. Si nasconde nel mio collo che nel frattempo continua a baciare umidamente, fino a quando entrambi ci irrigidiamo, prima lui e poi io. E' paradisiaco e ancor di più essere con lui.

***

La mattina dopo stavamo quasi per perdere il treno. Abbiamo dovuto salutare Bob di fretta ma gli abbiamo promesso che ci saremmo tenuti in contatto. Fortunatamente sembrava si stesse comportando normalmente il che mi suggerisce che non abbiamo fatto rumori strani la scorsa notte. A dire la verità non avrei voluto alzarmi dal letto. Stavamo così bene, io e Harry. Ma purtroppo dovevamo andare e a malincuore era ora di lasciare Holmes Chapel per tornare nella rumorosa ma affascinante Londra.

"Sicura che non vuoi andare in un hotel?"- piagnucola Harry una volta sul treno in corsa.

"Meglio di no, fallo per Gemma."- rispondo con lo stesso tono mentre lui sbuffa rumorosamente.

"Sarà un inferno, lo sai. La prima sera stavi quasi per piangere."- ha un punto. – "Non voglio vederti piangere, Tal. Mia nonna sa essere davvero stronza."

"Lo so, ma non mi ucciderà nel sonno. Se ne farà una ragione."

"Sembri me."- ride.

"Che vuoi dire?"

"Che ho detto le stesse parole quando si trattava di tuo padre."- continua. – "Si, se ne faranno una ragione."- sospira stringendomi a sé.

"Non ti mancherà Holmes Chapel?"- chiedo dopo un breve silenzio.

"Da morire. Se potessi resterei lì per sempre."- pensa ad alta voce. Non lo avevo mai visto così felice come quando era in quel paese. Era tutto sorrisi e adorabili fossette. Mi piace vederlo felice per una volta, davvero felice. Senza drammi o problemi. – "Ma non si può."

"Potresti. Magari un giorno."- sussurro in risposta mentre entrambi i nostri sguardi si perdono nuovamente fuori dal finestrino. Tra le mani ho la mia borsa con dentro i ricordi che Connie gli ha dato. Avrei voluto infilare in borsa anche degli abiti di ricambio visto che porto gli stessi di ieri, ma il programma era tornare ieri stesso in serata quindi non pensavo ce ne fosse il bisogno.

"Lo spero."

Per l'ora di pranzo sentiamo già la voce metallica segnalarci che arriveremo al capolinea in pochi minuti. Siamo già molto vicini e riesco a vedere la città dalla finestra. Sarà un calvario fare i conti con la nonna. Ma l'ho scelto io quindi non posso lamentarmi. Il treno si ferma con un fastidioso e stridulo rumore a causa del contatto dei freni con le rotaie e veniamo subito travolti dalla folla della stazione, tant'è che avevo paura che mi portassero via se Harry non mi avesse tenuta per mano.

Cerchiamo di uscire dall'enorme massa di persone, chi di fretta per lavoro, chi invece con la famiglia per andare in vacanza. Chi torna a casa e chi arriva, è tutta una confusione ma riusciamo ad uscirne indenni. Bentornati in città!

HARRY'S POV

"E sta più attento!"

Fottuti pedoni, sempre tutti di fretta, sempre tutti incazzati. Non puoi neanche sfiorarli che ti urlano contro. Questo non sarebbe successo ad Holmes Chapel, ne sono sicuro. Il mio cambiamento d'umore è fottutamente evidente una volta messo piede a Londra. No, non volevo andarmene dal Cheshire. Dannazione no.

"Fottuto stronzo."- borbotto riprendendo per mano Tal e riprendendo a camminare verso casa di nonna. Il viaggio è stato un inferno, troppa confusione sia in stazione che nella metro e adesso avremmo un faccia a faccia con Satana in persona. Oh, che fottuta meraviglia.

"Nonna!"- urlo aprendo la porta del suo appartamento per avvertirla che siamo arrivati. –"Siamo tornati, rimettiti la dentiera, la pancera e la parrucca."

Mi richiudo la porta alle spalle vedendo Tal ridere di gusto dopo quello che ho detto. Tenta di non fare rumore ridendo e io non riesco a non seguirla intimandole nel frattempo di non fare rumore.

"Molto educato, Edward."- risponde irritata la vecchia sbucando dal salotto. – "E' così che tratti tua nonna?"

"Non vedo il problema.."- scrollo le spalle. – "Tu hai chiamato la mia donna, sgualdrina."- partita patta. La vedo ruotare gli occhi al cielo dietro i suoi occhiali con montatura in oro ma mi concentro di più sulla piccola figura al suo fianco.

Gemma mangia un biscotto con gocce di cioccolato mentre scuote la mano per salutarci. Vorrei davvero che un giorno mi salutasse dicendomi ciao.

"Ciao Gem!"- sorride leggermente al mio saluto mentre corre da Tal. Le donne...

"Perché non siete tornati ieri sera?"- domanda nonna mentre Tal da a Gemma un piccolo bracciare che ha comprato per lei in un negozio in a Holmes Chapel.

"Abbiamo incontrato vecchi amici, Bob."

"Bob? Oh, Bob quell'imbianchino."- borbotta la vecchia.

"E' un gelataio."- la correggo contro voglia. E contro voglia ascolta la mia correzione.

Saranno due settimane molto lunghe, forse torneremo in Cheshire. Ma Gemma verrebbe con noi la prossima volta. Voglio che anche lei veda quello che ho visto io, voglio che anche lei conosca Bob e vada a giocare al parco. Magari lei e Tal cominceranno ad intrecciare fiori lì. Sarebbe divertente.

Stare qui, sotto mille luci dorate, il lusso e il resto non mi fa nessun effetto. Non più.

"Comunque ho prenotato una visita con un logopedista per Gemma. Non è possibile che a sei anni non sappia parlare."- esordisce Satana.

"Cosa hai fatto?"- sbraito. – "Stiamo via per un giorno e prenoti una visita a mia sorella?"

"Potrebbe avere qualche problema, non è normale."- controbatte. Osservo Tal stringere Gemma a sé, entrambe guardano il nostro dialogo e Gemma ha capito che intenzioni ha nonna.

"Gemma sta bene, non è malata!"

"Ne saremo più sicuri dopo la visita con il logopedista."- conclude sistemandosi gli occhiali sul naso prima di prendere la sua borsa e avvertirci che ha degli affari da sbrigare. Quando la porta si chiude guardo Tal e poi Gemma e sospiro. Mi abbasso a livello di Gemma afferrandole delicatamente le manine.

"Questo sarebbe davvero il momento di cominciare a parlare, pesciolino."


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Ce l'ho messa tutta per scrivere un capitolo decente, spero davvero che vi sia piaciuto. Vi ringrazio e non lo farò mai abbastanza per seguirmi e seguire Almost. Spero un giorno di accontentarvi quando mi chiedete di pubblicare in versione cartacea questo libro : )

Vorrei chiedere a voi tutti una cosa. Stavo pensando se vi andava bene di porre un obbiettivo alla fine dei capitoli, per esempio continuerei ai mille voti. Onestamente quest'iniziativa non mi fa impazzire e da quel che so neanche a molte di voi, ma volevo comunque chiederlo per esserne sicura. Anyway! l'aggiornamento sarà sempre domenica/lunedì per ora.

W Terry! lol 

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