76. Decisioni inaspettate
Il viaggio in auto è stato sistematicamente silenzioso per la maggior parte del tempo. Ogni tanto qualche battuta su qualche strana donna imbellettata che passeggia con il cane sul marcia piede ad alleggerire l'atmosfera. Non che lo stia facendo apposta ma non posso fare a meno di pensare a quello che ha detto. Vuole andare in Inghilterra? Da quanto tempo ha deciso una cosa del genere?
Sento, dai suoi sospiri, ogni volta che tenta di iniziare una conversazione che ha breve vita, che inizia a capire che qualcosa mi preoccupa. Ma in fondo perché dovrei essere preoccupata? Il mio ragazzo vuole solo attraversare l'oceano e allontanarsi da me. Incredibile quanto questo pensiero sia superficiale ed egoista. Non smetterò mai di dirlo.. penso solo a me stessa. Quando cambierò?
"Avanti, fai la domanda."- esordisce poi serio cambiando marcia.
Una parte di me sperava che la situazione sarebbe rimasta così com'era fin quando non saremmo tornati a casa e avrei inventato una scusa da donna per chiudermi in camera da sola, ma evidentemente mi conosce fin troppo bene.
"Inghilterra? Perché in Inghilterra?"- un sottile ghigno decora l'angolo della sua bocca, divertito dalle emozioni che non riesco a nascondere ai suoi occhi.
"L'Inghilterra è bella."- la sua risposta spiazzante mi ha arcuare le sopracciglia in stupore. Perché è così tranquillo?
"Tutto qui? L'Inghilterra è bella?"
"Sai, le campagne inglesi, le città d'arte.."- mi sta prendendo in giro?
"Mi stai prendendo in giro?"- il mio tono è stranamente calmo, forse perché anche lui è alquanto tranquillo. Più passano i secondi più penso mi stia prendendo in gito. –"Non sei preoccupato di andare in un nuovo paese, solo, senza vedere la tua famiglia, o me, per mesi?"- suono ancora egoista in qualche strano modo, ma abbiamo promesso di essere sinceri e voglio fargli capire che questa situazione mi preoccupa un po'. Insomma, quante relazioni a distanza hanno lunga durata? E se conoscesse un'altra?
"Ma di che parli?"- aggrotta le sopracciglia lui quasi divertito. – "Prima di tutto, non starò via mesi, solo qualche giorno e non sarò solo perché verrai con me."
"Non ci capisco più niente."- ho il cervello in fumo. – "Da dove ti è venuta questa idea? E quand'è che io avrei detto che sarei partita con te? E cosa ci vai a fare, soprattutto?"
"Quante domande."- ridacchia ancora. –"Siamo quasi arrivati, ti spiego tutto a casa."- annuisco semplicemente in risposta.
Possibile che non passi giorno senza un problema di qualsiasi genere? L'unica cosa che so adesso è che sono continuamente in ansia per i test finali, sono indecisa su quello da fare dopo e Harry vuole andare in qualche sconosciuto paesino inglese e vuole che vada con lui. A volte vorrei tornare ad essere la Talìta di qualche mese fa. Una ragazza che pianificava tutto, che era decisa e non si faceva condizionare dalle situazioni. Quella ragazza timida e spaventata dagli uomini che passava i pomeriggi sopra i libri.
Se fossi ancora quella ragazza probabilmente starei prendendo gli esami a testa alta troppo sicura di me per permettermi di pensare alla minima possibilità di non prendere il massimo dei voti. Incontrare Harry ha cambiato tutta la mia vita. Sono diventata, forse, più estroversa, meno pignola in certe cose e spesso affronto le situazioni senza valutarne le possibili cause. Forse non è pratico, ma questa nuova me mi piace e non potrei mai pentirmi di aver incontrato lui.
Pronta a prendere di petto tutto quello che uscirà da quella bocca che amo tanto, scendo dall'auto avviandomi verso la porta di casa sapendo che Harry è giusto dietro di me sul vialetto. Da fuori si sente già l'odore di biscotti appena sfornati da Ines e non mi stupisco quando vedo quattro ragazze e Niall che circondano la tavola per sgraffignarne uno.
Dopo un veloce saluto a tutti corro di sopra perché non vedo l'ora di sapere tutto di questa storia made in Styles.
"Siediti, torno subito."- dice prima di scomparire nella sua camera da letto. Scrollando le spalle mi metto comoda sul suo scomodo divano. Torna dopo un attimo con un pezzo di carta in mano. Me lo porge prima che possa chiedergli cosa sia.
Ruotandola tra le mani noto che è una semplice busta, vecchia e ingiallita, una bolletta del gas di una casa nel Cheshire, in Gran Bretagna.
"Ma dove cavolo l'hai presa questa?"- assottiglio gli occhi. Con un'inquietante sorriso sulle labbra si sieda accanto a me. –"Allora?"
"Ricordi quella sera, quando siamo entrati di nascosto in casa dei miei per prendere le chiavi dell'auto che avrei dovuto vendere?"
"Per pagare il debito di un certo tuo amico a dei drogati, come posso dimenticare."- un sorriso amaro mi solca le labbra ripensando a quei momenti. Sembra passata una vita, invece è solo qualche mese.
"Quella sera mentre tu eri nell'altra stanza, in camera dei miei ho trovato questa insieme ad altra robaccia, in una scatola dentro il loro armadio."
"E quindi?"- non capisco i collegamenti tra la busta e lui che vuole andare in Inghilterra. La sua faccia è frustrata nel momento in cui si rende conto che deve spiegarmi tutto daccapo. – "Non sono una chiaroveggente, non so ancora cosa significa tutto questo."- annuisce dandomi ragione.
"Noi non abbiamo sempre vissuto qui. Quando ero piccolo vivevamo a Holmes Chapel, un paesino del Cheshire in Gran Bretagna. Non lo ricordavo neanche fin quando non ho trovato quella."- spiega indicando la busta tra le mie mani. –"E' stato prima che a mio padre fosse stata offerta un'opportunità di lavoro qui. Gemma non era neanche nata e io ero piccolissimo."- ha una strana luce negli occhi parlando.
"Perché ne parli con tristezza?"
"Perché prima eravamo una famiglia, prima di venire qui intendo e prima che mio padre sfondasse."- prima d'ora non mi sono mai soffermata a fargli le domande che avrei voluto fargli sulla sua famiglia. Anche se ero curiosa, pensavo di essere indelicata. Ma questo spiega un bel po' di cose. Annuisco capendo che in fondo a lui manca il rapporto con i suoi genitori. Raramente si parlano di sfuggita da quando è venuto a vivere nella casa della servitù.
"E perché vuoi tornare in Cheshire?"
"Non lo so."- scolla le spalle. –"Lì ce l'indirizzo della casa in cui vivevamo."- osservando la busta c'è ovviamente un numero civico e una via.
"Vuoi tornare in quella casa?"
"Se esiste ancora."- arriccia le labbra pensieroso. – "Era una casa in periferia, ricordo che quando pioveva, e lì succedeva spesso, il tetto perdeva. Mia madre che si lamenta del parquet vecchio e le scale che papà rinviava sempre di riparare. Non mi stupirei se l'avessero demolita."- continua con sguardo fisso sul televisore spento.
"Magari è ancora lì."- attimi di silenzio seguono che spendo ad osservarlo di sottecchi. Vorrei avere anche io un posto da ricordare con nostalgia come lui. Ma l'unica cosa che ricordo è una piccola città indiana, un sacco di bambini e il funerale di mamma. Non è un bel ricordo. – "Quando vuoi andare?"
"Dopo il diploma."- risponde distrattamente. La cosa che più mi stupisce è che non ha un preciso motivo per fare questo viaggio. Vuole andarci e basta. Oppure lo sa ma non vuole dirmelo. Personalmente penso che tornando in quella casa possa mentalmente rivivere i momenti belli della sua infanzia, prima che i sentimenti decadessero e i conti in banca salissero.
"Hai i soldi per fare questo viaggio?"
"Ho messo qualcosa da parte. Ma intendo farmi prestare altro denaro da papà."- non ha più chiesto soldi a suo padre. Deve tenerci tanto. – "Verrai con me?"
"I-io, non lo so.."- come faccio, con quali soldi posso comprare un biglietto andata e ritorno per l'Inghilterra? Dovrei chiedere a papà, ma non so se è il caso. Sta già pagando i miei corsi e sta mettendo da parte i soldi per farmi continuare gli studi.
"Non voglio andarci da solo."
"Vorrei ma non posso."- voglio andare con lui, voglio stargli accanto perché è quello che vuole e voglio anche io.
"Perché?"- sbuffa sbattendo stanco la schiena sul divano.
"Lo sai perché. E' sempre e solo un problema di soldi. Sembra che tutto sia sempre un problema di soldi."- soffiando sarcasticamente dal naso riprende il contatto visivo con me.
"A mio padre escono dal culo i soldi, lo sai."- sospirando si avvicina a me prendendo una mia mano in una sua mentre con l'altra sposta una ciocca di capelli dietro il mio orecchio e come sempre non riesco ad abituarmi alla bella sensazione di quando mi tocca. Pelle d'oca sulla mia pelle segue sempre il suo tocco. – "Pagherò io per te, mio padre per me. Userò la scusa del regalo per il diploma."- sorride accarezzandomi il mento. Sto per replicare ma istantaneamente mi chiude la bocca con un bacio. –"Ho deciso."
"Piano accurato, da quanto tempo ci pensi?"- chiedo divertita.
"Da quando ho trovato la busta, ho pensato a tutto."
Entrambi pensierosi per un motivo o per un altro ci ritroviamo preso entrambi sdraiati sul divano. La mia schiena coperta e scaldata dal suo petto, la sua mano gioca sul mio fianco e le sue labbra baciano umidamente il mio collo mandandomi in estasi. Per un secondo mi ritrovo a pensare a questo inaspettato viaggio. Saremo soli. Niente genitori, niente cuoche, niente donne delle pulizie in giro, niente bambini né amici rumorosi. Solo noi due e il paesaggio inglese.
Da dubbiosa divento quasi eccitata e non vedo l'ora di salire su un aereo. Sarà strano camminare su un pezzo d'infanzia di Harry. Spero solo che non finisca male, il rischio che torni a casa deluso è alto. Cosa succede se quella casa è stata demolita oppure ci vive qualcun altro? Meglio non pensarci adesso.
"A cosa pensi?"- mi sussurra dolcemente in un orecchio prima di circondare il mio lobo con le sue labbra e morderlo lievemente.
"Che dovrò dirlo a mio padre."- la mia voce esce leggermente alta, quasi nervosa, dovendo inventare una scusa sul momento, ma più che altro a rendermi nervosa sono le sue mani e le sue labbra, più fameliche del solito. Riconosco queste sensazioni.
"Dopo. Ora stai con me."- il tono che non ammette repliche mentre mi stringe ancora più a sé. Con il corpo pressato contro il suo ha più facilmente accesso al mio collo che bacia delicatamente e sussulto quando le sue labbra iniziano a muoversi in sincronia con la sua lingua. La mano che sfiora la pelle sotto la mia maglia intensificando i brividi di piacere e pochi secondi dopo anche la sua erezione preme alla base della mia schiena. So che sto per perdere il controllo, come quella volta alla Spa.
I nostri respiri sono già più intensi e il piacere che provo alla base del collo mi costringe a inarcare involontariamente la schiena, il mio sedere spinge senza controllo contro di lui e un muggito lascia la sua bocca prima di riprendere il suo lavoro sulla mia pelle.
"Tal."- brontola voglioso. Sono troppo coinvolta adesso per tirarmi indietro. Sono inesperta, schifosamente inesperta. Non so praticamente come funziona. Tutto quello che so l'ho imparato a scuola e alla Spa. Ma non voglio scappare. Mi giro su me stessa per poterlo guardare in viso ed è proprio in quel momento che le mie labbra connettono alle sue, disperatamente. Le mani che circondano il mio viso per attirarmi più vicina, se è possibile.
Le nostre bocche si muovono e in poco anche la sua lingua si allunga verso la mia. E' una sensazione inebriante. Le mie mani percorrono il suo petto duro e scendono sugli addominali e viceversa. Il mio corpo trema e s'inarca quando una sua mano, dal mio viso, scende sul mio petto verso la mia pancia e poi il fianco tirandomi verso di sé e facendo scontrare i nostri bacini.
Un altro gemito viaggia dalla sua bocca e risuona nella mia. Le mie dita che cominciano a giocare con le ciocche arricciate alla base del suo collo, prima di sprofondare completamente nei suoi capelli. Mugolii di piacere.
"Tal."- sussurra sulla mia bocca creando un contatta visivi così intenso che riesco a vedere qualsiasi sfumatura di verde delle sue iridi luminose.
"Hmm."
"Voglio portarti a letto."- quasi come un gesto naturale annuisco mentre un senso d'ansia mi cresce dentro lo stomaco tanto velocemente quanto Harry, afferrando le mie gambe con un braccio e tenendo la mia schiena con l'altro, mi porta velocemente in camera da letto. La finestra è aperta e la stanza è illuminata di arancione grazie al tramonto.
Delicatamente mi adagia sul materasso e io non riesco a staccare gli occhi dalla sua bocca, dai suoi occhi, dal suo petto alternativamente.
Mi segue immediatamente facendomi divaricare le gambe. I suoi fianchi sono tra le mie cosce e le nostre labbra istantaneamente riprendono a giocare libidinose. Sentirlo così duro, eccitato e voglioso crea quell'insolita sensazione nel bassoventre che fa scomparire la timidezza lasciando spazio alla voglia di piacere. Ma c'è sempre una brutta bestia, la paura, che non mi abbandona.
"Se non te la senti, dimmelo, Tal."- parla respirando a fatica.
"Ho paura."- ammetto con un filo di voce guardandolo negli occhi.
"Va bene, non c'è problema."- mi accarezza il viso. – "Nessuno ci corre dietro, ci sarà un'altra occasione per-"
"No!"- rispondo urgentemente avvicinandolo di più al mio viso. –"Non smetterò mai di avere paura se non lo faccio. Harry, io voglio farlo."- brevi secondi di silenzio in cui solo i nostri occhi parlano, si capiscono, comunicano.
"Sei sicura?"
"Si."
"Dimmi se vuoi che mi fermi, se ti faccio male, qualunque cosa.. solo, dimmelo. Chiaro?"- non smetterò mai di pensare che è la persona più dolce e altruista del mondo. Amo quando si preoccupa per me e quando fa di tutto per mettermi a mio agio e rendermi felice. Annuisco alla sua richiesta.
"Farà tanto male?"- chiedo inesperta.
"Non lo so, non sono una donna."- alleggerisce l'aria, sorridendo. – "Forse un po', è la prima volta, è normale."- dice amorevolmente spostandomi una ciocca di capelli dal viso. –"Ricorda quello che ti ho detto. Fermami se non te la senti."- continua premuroso prima di baciarmi l'angolo della bocca. Annuisco di nuovo.
Per quanto sia la prima volta, per quanto faccia male non mi pentirò mai di aver fatto tutto questo con lui. Probabilmente sopporterò il dolore senza fiatare concentrandomi solo sulla nostra connessione e l'amore che ogni giorno mi dimostra. Io mi fido di lui. So che non mi farebbe mai male di proposito.
"Promettimelo, Tal."- sussurra baciando la mia mascella, poi raggiungendo il collo dove riprende la sua danza labbra-lingua. Troppo concentrata sulla sensazione di lui non rispondo alla richiesta e me lo fa notare strizzandomi un fianco senza che le sue labbra lascino il mio collo.
"Promesso."
Questa mattina non mi sarei di certo aspettata che la serata si sarebbe conclusa così.
Le mani di Harry sono ovunque nel mio corpo. Sulle braccia, sulle mani, sul mio collo, le mie guance, poi sulle mie clavicole fin giù sui seni ancora coperti dalla stoffa della t-shirt. E' una tortura, una piacevolissima tortura. Harry prende a lasciare scie di baci lungo la mia mascella, salendo poi verso la mia bocca, dove entrambe le nostre labbra trovano la loro connessione carnale. Le sue mani vagano sotto la maglia raggiungendo i ferri del reggiseno. Da lì a poco la maglia è sul pavimento lasciandomi esposta a lui con il mio reggiseno nero semplice, schifosamente poco sexy. Ma dubito che gli importi adesso.
Il suo respiro come il mio sono pesanti, il mio cuore sembra voler fuggire dalla gabbia toracica. E' tutto un miscuglio di sensazioni. Morbidi baci vengono lasciati sulla parte scoperta del mio seno destro mentre una sua mano mi circonda per raggiungere il gancio del reggipetto sulla mia schiena.
Con mani esperte me lo toglie e raggiunge anche lui il pavimento. Si prende pochi secondi per guardarmi, lì mezza nuda in balia del suo desiderio. Poi ritorna a baciare adesso la parte più sensibile del mio seno destro mentre massaggia con l'altra mano il sinistro provocandomi incredibile piacere.
La lingua sul mio capezzolo trasmette scariche di adrenalina e eccitazione lungo tutto il mio corpo e non posso trattenermi dal gemere quanto più silenziosamente posso, sotto il suo tocco.
Si stacca all'improvviso quel tanto che basta per togliersi la sua solita t-shirt nera. Anch'essa sul pavimento. Le mie mani raggiungono subito i muscoli addominali definiti, poi la sua schiena tonica e dura quando torna a baciarmi questa volta sulle labbra. I nostri petti sono pressati. Carne contro carne. Il suo bacino continua a sfregare contro il mio rendendo sempre più evidente il rigonfiamento nei suoi pantaloni.
Continuando a baciarmi, circondo il suo collo con le braccia giocando con i suoi capelli in un delirio di sensi, mentre le sue mani scendono verso la zip dei miei jeans.
"In questo momento, una della tue fottute gonne orribili, renderebbe tutto più facile."- scherza contro la mia bocca prima di riprendere quello che stava facendo. Costretto si allontana inginocchiato in mezzo alle mie gambe. Tira giù sia i miei pantaloni sia gli slip lasciandomi completamente nuda sotto di lui. Istintivamente chiudo le gambe imbarazzata dal suo sguardo persistente. Lo osservo sorridente scuotere la testa prima di afferrare delicatamente le mie ginocchia, riaprendo le gambe tra le quali ritorna prima di baciarmi. – "Sei bellissima, non vergognarti."- sussurra guardandomi dritta dentro l'anima e stranamente gli credo. Mi fa sentire bella.
Ancora una volta le sue mani sono ovunque sul mio corpo, ora più che mai vagano lungo la mia coscia per poi tornare al bacino. La sensazione della sua erezione pressata contro di me ora è più intensa visto che solo un pezzo di stoffa ci separa. L'ansia e la paura ci sono ancora ma forse meno di prima. I suoi continui baci, le sue labbra sulle mie mi calmano e mi rilassano mettendomi a mio agio.
La sensazione di piacere continua a crescere dentro di me insieme al desiderio e mi ritrovo a volere di più. Prendendo una minima iniziativa dirigo le mani verso la cintura dei suoi pantaloni, sfiorando il suo bassoventre che percepisco sensibile sotto il mio tocco. Troppo concentrata a baciarlo non vedo dove le mie mani vanno o cosa fanno il che rende difficile quello che voglio fare.
Mi viene subito in soccorso slacciandosi la cintura da solo senza smettere di baciarmi. Si stacca per pochi secondi, giusto per lanciare i pantaloni in terra verso i miei. Solo i suoi boxer ci tengono lontani adesso e la mia eccitazione al solo pensiero raggiunge il culmine di sopportazione.
"Harry."
"Si, piccola."
Velocemente si libera anche dell'ultimo ostacolo, liberando la sua eccitazione prominente. Spalanco gli occhi, non ho termini di paragone, ma penso sia grande. Imbarazzata distolgo lo sguardo portandolo al soffitto mentre sento Harry ridacchiare sopra di me. Sussulto quando Harry, ponendosi nuovamente tra le mie gambe, sfiora il mio centro ora con una libera erezione.
Il mio petto si alza e abbassa impaurito mentre Harry carezza le mie guance con le dita lunghe.
"Rilassati."- dice guardandomi negli occhi. Tento di regolare il respiro mentre amorevolmente cerca di mettermi a mio agio con morbidi baci sulla guancia. –"Quando sei pronta."
"Vai."
Prendendomi alla lettera, fa strisciare per pochi secondi la sua punta contro di me prima di entrare. Strizzo gli occhi, fa un po' male. Istintivamente mi aggrappo ad una sua spalla. E' fermo in attesa di un mio cenno d'assenso, che riceve una volta che la prima sensazione è diventata leggermente familiare. Esce da me per rientrare lentamente ma più profondamente. Dopo un paio di volte il dolore è alleviato ma è ancora lì.
"Come stai?"- chiede dolcemente.
"Bene. Brucia."
"Mi dispiace."- sussurra intensamente baciandomi a stampo sulle labbra. La situazione è ferma, non si muove più, come se fosse spaventato.
"Harry, che succede?"
"Non voglio farti male."
"E' normale, deve essere così. E' passato, ora va meglio. Te lo giuro."
"Sicura?"- annuisco sfiorando la sua mascella con le mie dita. Si rilassa sotto il mio tocco e poco dopo riprende a muoversi, adesso, con un ritmo leggermente più spedito.
Il dolore lascia spazio al piacere presto, anche se non del tutto. Ma con il passare delle spinte non ci faccio più tanto caso. Diventa tutto una sensazione profonda che cresce ogni volta che lui entra ed esce da me. So perfettamente che è troppo preoccupato per me per godersi il momento, adoro che si preoccupi così e adoro che faccia tutto questo per me. Dolci spinte e dolci sospiri prima che il piacere dentro di me esploda travolgendomi come un'onda anomala. Sento i miei muscoli contrarsi per il piacere e inevitabilmente spalanco la bocca cercando di reprimere un gemito.
Harry respira affannosamente e so che anche lui è alla fine ormai. Prima di lasciarsi andare esce immediatamente da me, facendomi pensare solo adesso al fatto che non abbiamo usato precauzioni. Consumato dall'orgasmo si accascia sul mio petto provando entrambi a respirare regolarmente.
"Ti amo, Tal." - sospira sul mio collo.
"Ti amo anche io."
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Beh, che dire... bo. Scene esplicite alla fine eh. Lasciamo perdere lol. Sono riuscita ad aggiornare! Vi ringrazio di tutto. So che capite bene la mia situazione con gli esami e la fine della scuola. Grazie mille. Come ho già detto nell'avviso, non mollo questa storia, nè voi. Spero di poter aggiornare domenica prossima o lunedì. Se non riesco sapete il perchè, ma aggiornerò il prima possibile. Grazie mille ancora. :)
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