75. Esami in vista

Nelle ultime ore, da quando ho aperto gli occhi fino ad ora, mi sono resa conto di non essere la persona coraggiosa che pensavo di essere. Mi sono riscoperta vulnerabile sotto diversi punti di vista. Rivivendo scene del mio passato ho rivisto una Talìta stupida, vittima delle circostanze. Raramente, molto raramente ho tirato fuori il coraggio di affrontare certe situazioni.

Mi sono sempre considerata intelligente, forse anche al di sopra dei miei coetanei e pensandoci  questo mi rende superficiale e arrogante. Prenderò anche dei bei voti a scuola ma sono visibilmente incapace ad affrontare la vita.

Ho sempre avuto tutto quello che mi serviva nonostante non avessimo un soldo. Papà ha lavorato per me. Mi ha pagato gli studi, ha assecondato i miei capricci e mi ha sempre resa felice.

Mi sento ancora una bambina, sono ancora una bambina e ho voglia di crescere. Devo crescere e tirare fuori il mio carattere. Basta piangersi addosso.

Di cosa avevo paura? Che papà non pensasse più a me? Che non si dedicasse più a me 24 ore su 24? Che un'altra persona entrasse nel suo cuore costringendomi a dividere lo spazio in esso con lei?

Sono essenzialmente egoista.

Hey mamma.

Tu lo sapevi vero? Adesso vorrei davvero vederti e parlarti per sapere tu cosa ne pensi di tutto questo. Ma non succederà mai, non mi risponderai mai, non ti rivedrò mai più. Tutto quello che mi resta di te è il ricordo, un bel ricordo.

Non ci sei più e devo accettarlo, forse non lo avevo ancora fatto nonostante tutti gli anni passati.

Io credevo che tu e papà sareste stati insieme per sempre anche se tu non c'eri più. Che cosa stupida. Io credevo di essere andata avanti ma era solo una maschera che inconsciamente mi ero messa per esorcizzare la tua morte ma non è così, solo ora lo capisco. Papà invece ci è riuscito da subito, sin dall'inizio si è preso la sua responsabilità, mi ha cresciuta da solo e ha superato tante difficoltà da solo. Ha capito che la sua vita non è finita, continua.

Ora so quello che è giusto sai.. è giusto che stia con una persona che lo fa stare bene.

Chi sono io per impediglielo?

 

"Sei pronta? Non devi farlo ora se non te la senti. Possiamo farci un giro e poi tornare."

"No, va bene. Sto bene."- è per la prima volta forse da tanto lo dico sinceramente.

Siamo appena tornati da scuola dopo una giornata più noiosa che altro e Harry non ha smesso un secondo di preoccuparsi per me. Mi piacciono le sue attenzioni ma dopo la riflessione che ho fatto questa notte non posso dare a meno di pensare a quando vulnerabile e vittima appaio ai suoi occhi.

Non voglio fargli pena né farlo preoccupare.

"Okay. Andiamo allora."- scesi dall'auto come al solito posteggiata davanti al garage mi affretto verso la porta della casa della servitù sapendo che papà sarà a casa a quest'ora.

E se invece fosse con lei?

 

Scuoto la testa reprimendo lo stupido pensiero e il moto di gelosia che ancora girovaga nella mia mente. Devo smetterla. Se è con lei, vuol dire che si sta divertendo dopo una lunga giornata di lavoro. Mi sta bene.

Ines e Johanna stanno pulendo la sala comune quando io e Harry entriamo. Veloci saluti da parte nostra perché non perdo tempo a salire le scale. Non sono mai stata più determinata di così. Saluto anche Niall di sfuggita mentre è intento a scendere la scalinata che io sto salendo e per qualche motivo immagino la sua faccia perplessa.

Mi sento strana, euforica, come se avessi appena aperto gli occhi sulla realtà. Vedo tutto diverso, forse da un lato più positivo.

"Vai piano, Speedy Gonzales."- dietro di me ridacchia Harry divertito. Raggiungendomi noto il suo fiatone. Mentre saltella sugli ultimi scalini per arrivare da me la sua collana sbatte sul suo petto duro e i suoi stivali risuonano sul legno con dei tonfi sordi. – "Tu sei davvero sicura?"- suona quasi come un avvertimento, quasi come se volesse assicurarsi che non mi penta di quello che sto facendo.

"Sono sicura, per la millesima volta."- ruoto gli occhi al cielo.

"Va bene, scusa."

Forse il mio tono sembrava più infastidito di quanto volessi che fosse ma nonostante la mia determinazione non posso non essere nervosa e avere Harry continuamente in dubbio sulla mia sicurezza mi fa vacillare e non voglio che succeda. Voglio che si fidi di me. Sono sicura.

Dopo un respiro profondo abbasso la maniglia dell'appartamento in cui non dormo da due notti. Ovviamente nulla è cambiato dopo due notti, le sue scarpe sono ancora ai piedi del divano, la sua giacca è ancora sullo schienale della sedia e i miei libri sono ancora sul tavolo in salotto.

"Papà."

Non risponde nessuno, forse è davvero uscito con lei. Mi guardo intorno come se potessi trovarlo nei posti più assurdi come nella cassettina delle chiavi ma è ovvio che non è in casa.

"Aspettiamolo."- propone Harry dietro di me prima di sorpassarmi e mettersi comodo sul divano davanti alla tv che non è solito guardare. Un mugolio di piacere esce fuori dalla sua bocca una volta che il suo corpo è completamente rilassato. La sua mano batte sulla porzione di divano accanto a lui invitandomi a seguirlo. Cos'altro ho da fare tanto..

"Di solito è a casa a quest'ora."- mi lamento lasciando andare la mia testa sulla sua spalla, frustrata.

"Ti conosco, non farti strani film in testa."

"Ma di che parli?"- aggrotto le sopracciglia. So che sta pensando che io sto pensando che lui sia con lei ma onestamente non voglio ammetterlo.

"Non fare la finta tonta, lo sai. Solo, non pensarci."- tenta di consolarmi con gli occhi sullo schermo della televisione.

"Non ci sto pensando."

"Tal."

"Harry."

Prima che lui possa rispondermi entrambi ci voltiamo verso la porta che rumorosamente aprendosi richiama la nostra attenzione. Mi ricompongo raddrizzando la schiena quando la figura di papà entra con una borsa di plastica in mano. Non si è ancora accorto di noi e un lato di me spera che non lo faccia anche se è fisicamente impossibile.

Spalanca gli occhi quando ci vede fermandosi sui suoi passi.

"Hey."- chiude la porta dietro di sé. Evidentemente non si aspettava tutto ciò ma trovo che sia meglio chiarire subito e togliersi il pensiero. Forzo un sorriso di circostanza abbassando lo sguardo allo stesso tempo. Sono nervosa, da dove dovrei cominciare? – "E' bello vederti."- sussurra poi, avvicinandosi.

Harry accanto a me è silenzioso e continua a fissare lo schermo della tv, credo sia a disagio ma ho bisogno di quel minimo di sostegno morale per arrivare alla fine di questo confronto.

Papà si siede cauto sulla sua poltrona e si mette comodo con i gomiti sulle ginocchia e le nocche delle mani a sorreggere il mento. Sono sul punto di aprire bocca ma mi stupisce per primo.

"Mi dispiace."- serro la bocca all'istante curiosa di quello che sta per dire. – "Forse dovevo parlartene sin da subito."- sospira. – "Non voglio stare con lei se tu non vuoi."- non ha senso.

La sua ultima frase mi fa crollare, sento di star per scoppiare a piangere ma onestamente non voglio farlo. Questa è la conferma di quanto sia egoista, penso solo a me stessa. Come posso dirgli no, non devi stare con lei perché non mi piace questa situazione.? Non posso farlo e non voglio.

Una grande mano carezza la mia schiena e per un attimo guardo il ragazzo accanto a me che con nonchalance fissa il televisore ma che mi da comunque il suo supporto.

"Tu vuoi stare con lei."

"No se tu non approvi.."

"Non sono nessuno per dirti quello che devi fare."- abbozzo un sorriso. – "Ci ho pensato. Mi va bene. Diavolo, sto con lui! E a te non piace."- indico Harry.

"Grazie eh."- risponde con finto tono offeso proprio lui. Reprimo un certo divertimento per mantenere la solennità del discorso.

"Sarei egoista e ipocrita se non ti permettessi di stare con qualcuno che ami. Io l'ho fatto nonostante tu non approvassi. Non è giusto che io posso e tu no."- confesso.

"Non è la stessa cosa, lo sai."- l'immagine di mamma che torna in mente. Ma reprimo anche quella.

"Invece lo è."- vedo papà scuotere la testa e fissare il muro affianco a sé.

"Non voglio che tu lo faccia solo per una questione di pari opportunità, Tal."- il tono della voce più alto di prima. – "Voglio che tu sia felice se sto con un'altra donna."- ora più calmo. Stavolta scuoto io la testa.

"Io, io voglio che tu sia felice con un'altra donna."- non perdo il contatto visivo con lui, è una lotta di sguardi e so che in questo momento mi sta leggendo dentro per vedere se quello che ho detto lo penso davvero. E lo penso.

Poi disperde la nostra connessione ed entra in una bolla di riflessione tutta sua. La mano a coprire i suoi occhi, il gomito ora appoggiato al bracciolo della poltrona in sostegno. Questo silenzio sembra avere la potenza di uccidere, è frustrante e divento più nervosa ogni secondo che passa. Non so cosa sta pensando ma spero che qualunque cosa sia la esterni in questo momento. Non voglio più segreti.

All'improvviso sento Harry più vicino a me, il suo braccio circonda la mia vita mentre le sue dita giocano in circolo sul mio fianco. E' rilassante.

"Brava."- sussurra in modo tale che solo io possa sentirlo prima che un bacio venga lasciato all'angolo della mia bocca.

Se papà prova anche solo la metà dell'amore che provo io per Harry, perché dovrei proibirgli di amare?

"Promettimi."- inizia di nuovo a parlare. –"che se avrai qualche problema ne parlerai con me. Qualunque cosa Tal. Promettimelo."

"Promesso. Ma tu non nascondermi più nulla."- dico seria. – "Avrei voluto che fossi stato tu a dirmelo e non lui."

Lo sguardo di papà raggiunge Harry evidentemente più a disagio di prima e papà sembra infastidito. Come sempre d'altronde. Dovrò imparare a conviverci.

"In mia difesa dico che mi ha costretto."- si difende Harry.

Papà come sempre ruota gli occhi al cielo e qualsiasi cosa esca dalla bocca di Harry ma mi sta bene fin quando non si uccidono. Sono contenda quando alzandosi dalla poltrona papà stesso spalanca le braccia per accogliermi tra di esse e solo quando mi ritrovo avvolta da lui mi rendo conto di quanto mi sia mancato abbracciarlo. Mi nascondo nel suo petto per qualche secondo metabolizzando il fatto che da ora in poi dovrò fare i conti con un differente stile di vita. Sarà strano, ma farò di tutto per conviverci.

"Papà.."

"Mmh."

"Chi è?"

***

Ultimamente sono sempre contenta, di buon umore. Credo proprio di aver preso degnamente in mano la mia vita. Nelle ultime settimane mi sono impegnata tanto per avere questi ultimi risultati a scuola e sono incredibilmente nervosa per gli esami tra due giorni. Sapere che tutto sta per cambiare ancora mi rende insicura su molte cose ma anche più sicura e determinata su altre. Mi sono posta degli obbiettivi e voglio conseguirli.

Inizierà una nuova vita da qui a poco e devo essere preparata. Ne ho già avuto uno squarcio quando ho saputo che papà stava uscendo con Doris. Non potevo letteralmente crederci e in fondo ho pensato che mi è andata bene. Doris è una bella persona, amorevole. Ne ho subito parlato con Nash ovviamente, che non ne sapeva nulla.

Lui non l'ha presa male, né bene.. non so cosa ne pensi realmente perché non ne abbiamo discusso fino in fondo però dalla sua voce al telefono traspariva una certa euforia quando scherzava chiamandomi sorella. Adesso anche io mi diverto definendolo il fratellastro più esuberante del pianeta. Ma tutto questo resta solo teoria perché ufficialmente mio padre non ha intenzione di risposarsi. Almeno credo.

"A che punto siete?"

"Quasi finito."

"Sono ancora a metà."

"Odio la biologia."

Per darci una mano Liam ci ha proposto di studiare insieme. Io ho praticamente costretto Zayn ad unirsi a noi e Harry, geloso com'è ha voluto aggiungersi a noi e si è portato dietro Louis. In fondo siamo tutti nella stessa barca per quanto riguarda gli esami. Veronica e Rachel battibeccano su quale procedimento di algebra sia adatto a risolvere un esercizio mentre Ashton ha chiuso i libri quarantacinque minuti fa.. un quarto d'ora dopo che abbiamo iniziato.

Ci sono persone qui che non si sono mai neanche rivolte la parola ma stranamente sembrano andare tutti d'accordo nonostante le tensioni del passato di alcuni.

"Mi sono rotto."- sbadiglia Louis sbattendo il suo libro di letteratura.

"Voi cosa farete dopo?"- Liam chiede richiamando l'attenzione di tutti. Ovviamente è arrivato il momento di una pausa. La biblioteca è vuota e chiacchierare non darà fastidio a nessuno. Zayn è sicuro nel voler frequentare una scuola d'arte, Rachel parla del suo sogno di diventare una giornalista, Veronica non ne ha idea e Ashton appare disinteressato sul suo futuro.

"Io voglio seguire corsi di medicina."

"Dottor Liam Payne, suona bene."- annuisco mentre lui scrolla le spalle timido.

"Tu?"- io..

"Non lo so, sono indecisa."- non so davvero cosa fare. Parte di me vorrebbe continuare a studiare lingue straniere, un'altra parte vorrebbe perseguire il sogno di mia nonna. Ricordo che da piccola mi diceva sempre diventa avvocato, guadagnano bene. Mamma rideva a quella frase  e papà ruotava gli occhi al cielo. Papà non sprizzerebbe gioia da tutti i pori se scegliessi quella carriera e onestamente non penso di avere il carattere forte per farlo. Però non voglio escluderlo.

"Harry?"

"Harry farà il clown, i piedi giganti li ha."- scherza Louis scompigliandogli i capelli.

"Stronzo, pensa per te. Con la statura che ti ritrovi potresti fare solo il fottuto ottavo nano."- replica offeso.

Non ho mai sentito parlare Harry di quello che vorrebbe fare. Ho sempre pensato che farebbe la sua bella figura in giacca e cravatta prendendo il posto nell'azienda di suo padre, ma non ha mai espresso alcuna preferenza. Non so come finiranno le cose una volta scelte le strade da seguire. E se ci separeremo? Non voglio neanche pensarci. Stare lontana da lui sarebbe un cambiamento che difficilmente sopporterei.

"Quindi?"

"Vado ad Holmes Chapel, in Inghilterra."



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Forse è un po' più corto del solito mi dispiace, ma spero che vi piaccia comunque. Vi ringrazio per i voti e le visualizzazioni! Pazzesco quasi 100.000 voti. e più di 3 Milioni di visualizzazioni. Grazie mille al prossimo aggiornamento!

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