72. La spa

Quando mi sveglio il sole fuori si vergogna ancora di mostrare completamente il suo viso e la sveglia sta strillando come al solito. Strizzando gli occhi la spengo e sospirando tiro via le coperte calde dal mio corpo e mi alzo già nostalgica del letto. Papà dorme ancora quando raggiungo il bagno per sistemare il nido che ho in testa e sciacquarmi il viso. Mi sento subito più sveglia e fresca quando torno in camera per preparare i libri per la scuola.

Sono così nervosa e in ansia, manca poco al diploma. Non ho davvero idea di cosa succederà dopo.

Sospiro rilassando le spalle mettendo dentro la borsa il libro di biologia e sgattaiolando attraverso il soggiorno per non svegliare papà apro la porta d’ingresso. Quasi non pesto dei fiori uscendo. Arresto subito la mia fretta e dopo aver chiuso la porta delicatamente alle mie spalle, con sopracciglia aggrottate mi chino per afferrare le due rose rosse davanti alle punte dei miei piedi.

“E questi?”

Scendo le scale con le rose in mano e mi accorgo di un bigliettino incastrato ai due fiori con un nastro morbido. La cosa è alquanto strana. Non può essere stato Harry, lui non fa queste cose. Per togliere ogni dubbio apro il biglietto incominciando a leggere.

Buongiorno amore mio,

Dormito bene? Spero di si perché oggi sarà una lunga giornata

per te (per noi). Ti piacciono le rose? Non uccidermi, so che preferisci i fiori vivi e piantati in giardino. Ma non posso portare il giardino sotto la tua porta.

Muoviti, ti sto aspettando in macchina.

                                                                         -H.

Inizialmente pensavo fosse uno scherzo. Harry non ha nulla di romantico e dei fiori da parte sua con un messaggio così dolce sono l’ultima cosa che mi sarei aspettata. E’ forse un modo per farsi perdonare per come si è comportato? Beh, comunque sia lo adoro. E adoro anche le rose a gambo lungo.

Corro fuori dalla porta della casa della servitù sapendo che lo troverò dentro la sua auto davanti al garage, dove effettivamente è. Con i fiori ancora in mano non posso fare a meno di sorridere timidamente raggiungendo lo sportello del passeggero accanto a lui. I capelli spettinati, gli occhi luminosi e verdi, le labbra rosa e le grandi mani sul volante.

“Buongiorno.”- sussurra sporgendosi verso di me che sono senza parole. –“Posso baciarti?”- la sua delicatezza mi spiazza, non è da lui ma allo stesso tempo è così dolce. Non abbiamo ancora parlato di tornare effettivamente insieme, voglio fare le cose con calma ma non con talmente tanta calma da non farmi neanche baciare. Annuisco sentendo il vero bisogno di avere questo lungo contatto con lui.

E passano davvero millesimi di secondo prima che finalmente mi possa perdere in lui. Appoggio distrattamente le rose sul cruscotto così posso finalmente giocare con i capelli sul suo collo. La giacca in pelle nera che porta è fredda e profuma di lui mentre con le labbra esplora le mie, dolcemente, dannatamente dolcemente.

Non è libidinoso come al solito, la sua lingua è al suo posto, sono solo le sue labbra a muoversi trasportando le mie mentre una sua mano accarezza il mio fianco. Poi trovo il coraggio di parlare.

“Grazie.”

“Di cosa?”- sorride lui. Mi faccio intendere accennando ai fiori sul cruscotto. “Prego.”- mi bacia di nuovo, ma solo un bacio, poi torna al suo posto e mette in moto l’auto con uno zuccheroso sorriso sulla bocca.

A volte resto fissa guardarlo per minuti interi e penso a quanto sia fortunata ad aver l’amore di questo ragazzo. Spesso non mi sembra neanche tutto reale, forse sogno. Nella realtà non lo meriterei. La ragazza disastro con il ragazzo perfetto. Rimetto gli occhi sulla strada mentre Harry guida silenziosamente.

I petali delle rose tremano sotto il rombo del motore dell’auto e sorpassati due semafori mi rendo conto che abbiamo superato la scuola.

“La scuola è era lì.”- indico con il pollice dietro le mie spalle.

“Si lo so.”

“Perché non ci siamo fermati?”- aggrotto le sopracciglia.

“Perché non andiamo a scuola oggi.”- sorride lui ancora con gli occhi sulla strada e le mani sul volante. Ha in mente qualcosa e onestamente a questo punto non so più cosa aspettarmi.

“E dove andiamo?”

“Sorpresa.”

“Cominci a spaventarmi, prima le rose, il bigliettino dolce, ora non andiamo a scuola..”- elenco. –“Cosa stai combinando?”- lo guardo circospetta.

“Te lo avevo detto che sarebbe stata una giornata lunga per noi.”

***

 Abbiamo preso la statale ovest, no ho la minima idea di cosa abbia organizzato o dove mi stia portando ma se devo davvero essere sincera poco m’importa finché sto con lui. Durante il tragitto si diletta cantante mentre io guardo di tanto in tanto lui e il paesaggio soleggiato attorno a me. Saranno quasi le dieci quando del mattino quando finalmente comincia ad intravedersi una città in fondo ma l’auto svolta poco prima in un viale alberato e su una strada sterrata.

“Non so se ti piacerà, onestamente.”- esordisce smettendo di cantare.

“Dovrei preoccuparmi?”

“Non penso.”- aggrotta le sopracciglia mentre l’auto si muove delicatamente per il pietrisco sul tragitto. –“Per quanto strana tu possa essere, sei una ragazza..”- mormora dopo.

“Come sei arguto, ti sei accorto adesso che sono una ragazza?”- spalanco gli occhi scherzosamente facendolo ridere.

“Certo che no, gli uomini non hanno le tette. Sono la prima cosa che ho notato di te.”- mi prende in giro tirando fuori la lingua.

“Che bastardo.”- fingo di essere offesa mentre lui se la ride.

“Siamo arrivati, piccola.”

Il freno a mano viene tirato, la macchina viene spenta e noi scendiamo. Una grande struttura si erge davanti a me. Sembra un’enorme casa specchiata di almeno cinque piani in mezzo al verde. Un ingresso il legno scuro e un enorme cartello a suo fianco.

Paradise Point Resort & Spa.

 

Spalanco la bocca e appena sento la presenza di Harry al mio fianco mi volto verso di lui.

“Sorpresa.”- alza due pugni in aria in segno di vittoria sorridendo. – “Ti prego dimmi che va bene.”- si ridà un contegno tornando serio.

“Non sono mai stata in una spa.”- lo shock ha lasciato posto all’impazienza e un sorriso mi dipinge il viso facendo anche rilassare il ragazzo baciato dal sole davanti a me.

“Avevo paura che ti arrabbiassi.”- sospira avvicinandomi a sé.

“Ma cosa ti passa per quella testa, come posso arrabbiarmi?”- chiedo retoricamente abbracciando il suo busto e lui ricambia carezzando la mia schiena appoggiando al contempo una guancia sulla mia fronte.

“Una volta mi hai detto che odiavi gli eccessi, pensavo non ti piacesse.”

“Ma amo essere coccolata.”- ammetto, chiunque ama le coccole e poi non vedo l’ora di entrare lì dentro.

“Andiamo allora, nella brochure ho letto che hanno una piscina di fottuto fango.”

“Fottuto fango.”- ripeto ridendo del suo comportamento da bambino ansioso.

All’entrata un lungo bancone specchiato e due donne dietro di esso ci accolgono e un delizioso profumo di Gelsomino mi entra nelle narici facendomi respirare a pieni polmoni.

“Styles.”

Ci annuncia Harry e subito una delle due donne con perfetti capelli annodati in uno chignon  ci fa strada oltre una porta. Harry mi tiene per mano mentre la donna ci spiega tra quali trattamenti possiamo scegliere. C’è l’imbarazzo della scelta e io sono determinata, almeno per oggi, a staccare la spina dei miei pensieri e rilassarmi.

Non voglio pensare di non essere andata a scuola, di non aver avvertito papà, di non poter aiutare Lottie in biologia. Voglio solo rilassarmi e non pensare a nulla e a nessuno a parte Harry.

***

“Cristo, è la cosa più bella del mondo.”- geme Harry mentre una donna avanti con l’età massaggia la sua schiena tonica. E’ divertente vederlo così rilassato, la bocca semi-aperta su un lettino, le braccia tese lungo i fianchi e non togliamo il fatto che indossa solo un asciugamano bianco dalla vita in giù. La pelle massaggiata è lucida di olio idratante e sono ben visibili due fossette proprio alla base della sua schiena. Sono gelosa della donna adesso.

Mi vergogno di pensare certe cose su di lui, sto seriamente fantasticando sul suo corpo e quasi non sento che un’altra donna sta massaggiando la mia di schiena. Poggio il mento sul lettino beandomi del benessere e fissando fuori dalla finestra la bella giornata.

“A cosa pensi?”- sento la voce di Harry serena al mio fianco.

“A quanto ti amo.”- gemo anche io quando la mia massaggiatrice lavora su un particolare punto della mia scapola particolarmente teso. Harry sorride e in questo momento vorrei davvero essere sola con lui.

Presto le due donne ci lasciano e io mi rendo conto di essere coperta solo da un asciugamano. Cerco in ogni modo di legare la stoffa sopra il seno curvandomi il più possibile sul lettino per non farmi vedere da Harry.

“Che stai facendo?”- ride seduto adesso al suo posto.

“Non se l’avessi notato sono nuda.”

“Certo che l’ho notato.”- mi fermo nei miei movimenti un secondo per guardarlo leccarsi le labbra. I miei capelli scompigliati e tenuti malamente da una molletta m’impediscono leggermente la vista ma posso benissimo percepire una certa tensione erotica qui dentro. O forse sono solo io.

Prima che possa pensare ad altro saltella giù dal suo lettino raggiungendo il mio e subito comincio ad agitarmi. Mi tende una mano e mi aiuta a sedermi correttamente mentre io sto attenta che l’asciugamano mi copri completamente.

“L’hai detto a qualcuno che siamo qui?”- non so perché ho fatto questa domanda, forse per distrarmi dal modo in cui mi ha fatto divaricare le gambe. Si posizione in mezzo ad esse per essere più vicino a me. Scuote la testa in risposta sorridendomi e intenzionalmente urta in suo bacino con il mio facendomi sobbalzare.

Il cuore mi batte forte nel petto e non posso negare di essere effettivamente eccitata da tutto questo. La sua mano scivola nella mia schiena spingendomi sul suo petto. Lui in piedi e io seduta. Il mio petto pressato contro il suo mentre l’altra sua mano comincia a muoversi sul mio collo e scende lasciando una scia di brividi verso un rigonfiamento del mio seno sinistro premuto contro il suo petto.

Sono evidentemente agitata ma provo anche una serie di altre sensazioni nel bassoventre. Sento più confidenza e bisogno di schiacciare il mio petto parzialmente fasciato contro il suo, come se non desiderassi altro che il suo continuo tocco. Ma ho anche paura, perché tutto questo è nuovo. China il viso, curvando la schiena, verso il mio orecchio, poi sul mio collo che bacia dolcemente.

“Non farei niente che tu non voglia che faccia.”- sussurra baciandomi la mascella. –“Rilassati Tal.”

“So che non lo faresti.”- rispondo abbandonando una guancia sulla sua spalla. –“Mi fido di te.”- lo sento annuire e io non posso fare a meno di toccare con mano prima la sua schiena lucida, poi i suoi addominali scolpiti fermandomi appena sopra il suo asciugamano, lo sento contrarre i muscoli.

“Mi stai provocando?”- scherza con la sua voce roca. Forse più del solito adesso.

“Forse.”

Non riuscendo a capire il mio comportamento circondo il suo bacino con le mie gambe penzolanti dal lettino avvicinandolo a me. Mi fissa incredulo e io mi sento stranamente spudorata e forse anche più coraggiosa dopo la depilazione minuziosa di qualche ora fa.

“Sai cosa stai facendo?”- mi chiede assottigliando gli occhi. No, non lo so, ma ho un incredibile bisogno di rivivere quel giorno in quel fast-food mesi fa.

HARRY’S POV

La vista di lei, quasi mezza nuda davanti a me è paradisiaca. Sto trattenendo la mia eccitazione dietro un fottuto asciugamano. Non vuole andare di fretta, dice che non è pronta e io voglio rispettare la sua volontà.

Ma cristo! Non mi rende le cose facili così.

Istintivamente comincio a strisciare la mano su una sua coscia per metà scoperta dal canovaccio bianco che ci divide. Non ho mai sentito la sua pelle contro la mia in questo modo. Prima che me ne accorga sono già fottutamente eccitato e i suoi occhi da gatta mi stanno facendo impazzire. E’ come se mi stesse pregando di sbatterla adesso, su questo lettino ma so che è solo eccitazione del momento, so che se ne pentirebbe.

La sua prima volta non deve avvenire così. Ma si può sempre fare qualcosa.

Mentre le sue gambe stringono la presa attorno alla mia vita mi mordo un labbro controllando che la porta sia chiusa. Passerà un po’ prima del prossimo trattamento. Torno a guardare lei, bella come sempre che adesso ha uno sguardo spaesato ma evidentemente bisognosa di piacere.

“Fermami se non te la senti.”- sussurro poco prima di spingerla indietro sul suo lettino, io sopra di lei.

Il mio corpo aderisce perfettamente al suo e senza esitare inizio a baciarla. Dio, quelle labbra. La mia erezione, ora prominente, delimitata dell’asciugamano striscia sul suo interno coscia e la sento gemere. Le sue braccia attorno al  mio collo e ora le mie labbra sulla sua clavicola. Le mie mani esplorano il suo corpo anche se anch’esse limitate dal suo asciugamano. Profuma di fresco e la pelle del suo seno è morbida da baciare.

Continuo nel frattempo il mio lavoro di bacino assicurandomi di sfregare proprio sul suo punto più sensibili e amo quando la sento fottutamente gemere. Mi tira i capelli alla base del collo mentre comincio a mordicchiare la pelle del suo collo. La sua bocca aperta in pieno godimento.

Giro i fianchi, li faccio scontrare con i suoi e sento di essere fottutamente vicino al limite. Anche lei, anche se impacciata, inizia a muoversi in sincronia con me fino a quando entrambi non raggiungiamo il piacere. Mentre i miei e i suoi muscoli si contraggono nell’orgasmo ci guardiamo negli occhi e ora mi sento connesso a lei più che mai. Anche se non abbiamo avuto nessun tipo di penetrazione.

“Merda.”- mi accascio esausto su di lei tentando di riprendere fiato mentre mi lascio cullare dal suo petto che si alza e abbassa ad ogni frenetico respiro.

“Una cosa è sicura.”- respira. –“ Non scorderò mai più questo giorno.”

“A chi lo dici.”- ridacchio. –“Ti porterò qui più spesso, se ti fa eccitare così.”- continuo divertito e capisco che sta ridendo anche lei visto che le trema il petto. –“Non ti facevo così.. poco pudica.”

“Neanche io.”- risponde, uso un braccio per alzare il busto e non pesarle addosso. La guardo sdraiata sotto di me e le bacio un angolo della bocca perché non posso proprio farne a meno.

“Ho sporcato l’asciugamano per colpa tua.”- scherzo facendola ridere prima che un colpo di tosse richiami la nostra attenzione.

La donna che prima stava massaggiando Tal è in piedi davanti alla porta con alcuni prodotti per la pelle e io spero vivamente che non sia qui da troppo tempo. Immediatamente mi rimetto in piedi raggiungendo il mio lettino come un bambino colto sul fatto.

Tal è rossa in viso mentre si rimette seduta e io adoro quando arrossisce per l’imbarazzo.

“Signori, siete pronti per i bagni termali?”

***

E’ il tramonto quando finalmente completamente rilassati possiamo mangiare qualcosa nel ristorante in veranda. Tal è stupenda nel suo vestito a fiori azzurro comprato nella mini boutique della spa mentre i colori caldi del sole calante le brillano sulla pelle. I capelli sciolti e i suoi soliti orecchini colorati che le sfiorano il collo. Il leggero vento.

I suoi occhi sono fottutamente di ogni colore adesso e cazzo, non ho mai visto nulla di più bello.

“Smettila di guardarmi.”- abbassa il viso sulla sua omelette addentandone un pezzo.

“Tutti gli uomini che sono qui dovrebbero smettere di guardarti, io posso.”- quegli stronzi mi stanno sul cazzo. E’ bella. Ma è anche mia.

“Nessuno mi sta guardando.”- aggrotta le sopracciglia e io faccio lo stesso alla sua dichiarazione. Guardo intorno per vedere altre coppie o gruppi di ragazze lanciare di tanto in tanto delle occhiate nella nostra direzione. Forse sono solo io troppo geloso di lei. -“Harry.”- mi richiama. –“Quanto ti è costato tutto questo?”

“Non molto. E’ solo un giorno.”- il suo viso adesso preoccupato. – “Non devi preoccuparti di questo, chiaro?”- sussurro chinando il viso per guardarla da più vicino negli occhi.

“E’ un posto di lusso questo.”

“Mi sono fatto dare un anticipo da Sandra e avevo qualcosa da parte, davvero non ci pensare.”- prendo la sua mano  baciandola per consolarla. Non sono stati soldi mal spesi, cazzo, certo che no. – “Avevamo bisogno entrambi di staccare un po’.”- annuisce  sorridendomi ma so perfettamente quanto odia che la gente spenda soldi per lei.

Il nostro dialogo è brutalmente interrotto dal suo cellulare che squilla sul tavolo e subito dopo il mio.

“E’ papà.”- aggrotta le sopracciglia preoccupata.

“Louis?”- leggo sullo schermo del mio cellulare.

Per tutto il giorno abbiamo tenuto i cellulari spenti, esplicite regole del centro. Solo ora mi rendo conto delle decine di chiamate perse e sono fottutamente sicuro che lo stronzo di Ruben abbia chiamato Tal centinaia di volte. Siamo nella merda.

Tal risponde con un sussurro e subito serra gli occhi allontanando l’auricolare dal suo orecchio tanto il padre sta urlando.

“Pronto.”

“Dove cazzo siete?!”- urla Louis dall’altra parte della cornetta. La pace è ufficialmente e fottutamente finita.

______________

Eccomi qui. Beh che dire.. capitolo scottante. Va bene, sorvolo su questo. Spero che vi sia comunque piaciuto. Vi ringrazio tantissimo per i complimenti che mi fate sempre e sono felicissima di vedere che ogni settimana tantissime persone leggono e votano i capitoli! più di 900 voti ogni settimana per ogni nuovo capitolo. GRAZIE!

Vorrei sapere una cosa.. ma i gruppi di Whatsup che fine hanno fatto? Esistono ancora? xD fatemi sapere.

Quasi 3 Milioni di visualizzazioni! *-* A domenica o lunedì.

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