71. Fiori e cioccolatini
Questi ultimi giorni sono stati davvero stancanti. A scuola cominciano tutti a fremere per l’avvicinarsi degli esami di diploma. Sempre più spesso vedo ragazzi studiare anche durante la pausa pranzo e anche se meno importante, sono tutti eccitati per la recita scolastica delle seconde classi. Vedere il teatro pieno e rumoroso mi rende felice ma sono costretta a rifugiarmi in cortile per stare un po’ da sola e scrivere a mamma adesso.
Materie su materie e compiti su compiti, sono esausta. E a tutto ciò si aggiungono i corsi, che tra l’altro vanno alla grande. Sapevo che frequentarli sarebbe stata la cosa giusta. Persa nei miei pensieri mi accorgo solo dopo che Zayn mi sta richiamando.
“Scusa, ripeti. Non stavo sentendo.”
“L’ho visto.”- ridacchia. –“Ti ho chiesto, come hai svolto quest’esercizio.”- ripete indicandomelo con il dito. Allungo il collo per dare un’occhiata prima di afferrare il mio quaderno a fargli vedere quello che ho fatto.
A giorni alterni io e Zayn ci incontriamo dopo scuola in una caffetteria, in questo modo posso aiutarlo con gli assegni prima di andare insieme ai corsi di lingua nel palazzo dall’altra parte della strada.
Questo non fa altro che stancarmi ancora di più, ma onestamente lo faccio con piacere. E poi mi aiuta a non pensare a lui. Non parliamo da quanto? Da quella sera, quasi una settimana fa. Ci incrociamo molto spesso a casa ma nessuna parola viene proferita, neanche un semplice saluto. Viviamo ignorandoci. In compenso, anche se meno evidentemente, lui e papà continuano a stuzzicarsi e a volte si lanciano brutte occhiate. Vorrei davvero sapere cosa è successo, ma con lui non parlo e non ho il coraggio di chiederlo a papà.
So che l’argomento Harry lo fa infuriare.
Sorseggio il mio caffè mentre Zayn svolge i suoi esercizi sotto il mio controllo. Si sta impegnando e ne sono contenta. Nel frattempo, di tanto in tanto, lancio un occhio fuori dalla vetrata dal caffè e osservo la gente passeggiare nei loro completi primaverili. Ragazzine vanno a fare shopping, ragazzi in giro con i loro skateboard, anziani insieme ai nipoti, che li trascinano a comprare un gelato dal camioncino all’angolo della strada.
Insomma una bella giornata.
“Hey, è tardi bell’addormentata, muoviti.”- Zayn sventola una mano davanti alla mia faccia imbambolata per l’ennesima volta. Raccogliamo le nostre cose dal nostro tavolo e dopo aver pagato i nostri caffè raggiungiamo l’edificio specchiato di fronte infilandoci nel primo ascensore libero. –“Sei pensierosa.”
“Lo sono?”
“Ehm.. si?”- scherza appoggiandosi al muro di metallo dell’ascensore mentre facciamo la nostra ascesa. – “Perché non parlate?”- sa che anche se non vorrei spesso penso ad Harry. Perché quel ragazzo è diventato così necessario nella mia vita? Non voglio essere dipendente da lui.
“Non lo so. Forse non abbiamo nulla da dirci.”
“Stronzate.”- volto lo sguardo verso di lui crucciando le sopracciglia. – “Ti ci stai male, lui ci sta male, ne sono sicuro. E’ da stupidi non risolvere.”
“Ma cosa dovrei dirgli? Scusami per averti lasciato, torniamo insieme? Non scherziamo.”
“Sarebbe un’idea.”- annuisce. –“Oppure semplicemente mettete da parte l’orgoglio e dite cosa pensate.”- non so cosa rispondere, ha ragione. Ma lo farei? Farei io il primo passo verso di lui? Non penso ne avrei il coraggio. Mi rinchiudo nella mia stanza dei pensieri non appena la porta dell’ascensore si spalanca e le prossime due ore difficilmente sto attenta al docente.
***
“Poi quell’idiota di Simon mi ha rincorsa per tutta la classe perché non volevo dargli i miei colori, perché non può comprarseli?”- la piccola Phoebe si lamenta della pessima giornata a scuola mentre insieme alla gemella colora nel suo foglio bianco.
“Scommetto invece che gli piaci, i ragazzi cercano di attirare l’attenzione delle ragazze stuzzicandole.”- ipotizzo anche se tecnicamente tutto quello che so a riguardo lo devo ai famosi film per ragazzi americani. Stupidi ma divertenti.
“Ew!”- risponde con disgusto e mi fa ridere mentre sono intenta ad intrecciare i capelli di Gemma. Anche lei sta colorando sul tavolo della cucina, silenziosa come sempre. Le strapperò mai una parola di bocca?
“Questa casa è diventata un porcile.”- ruoto gli occhi al cielo alla bisbetica Rose che non fa altro che lamentarsi. La casa è davvero affollata ora ma guardando il lato positivo, c’è più vita e io ho qualcosa da fare la sera prima di cena badando alle bambine mentre la loro madre lavora.
“Talìta, ho bisogno d’aiuto con la biologia, non ci capisco niente.”- una stressata Lottie sbuffa ciondolando giù dalle scale.
“Ti aiuto domani se vuoi.”- dovrebbero pagarmi per quello che faccio. Babysitter e tutor scolastica, farei un bel gruzzoletto.
“Mi salveresti la vita. Rose mi prepari un panino?”
“Fattelo da sola.”
“Odiosa.”- bisbiglia la ragazza bionda raggiungendo il frigorifero. Mi piace tutto questo, sono nata figlia unica e adesso è come se avessi una squadra di fratelli e sorelle.
Sono quasi le otto quando penso che sia ora di riportare Gemma da Anne, a quest’ora sono sicuramente tornati da lavoro. Il sole è calato, si scorge solo una leggera chiazza arancione all’orizzonte ma presto sparirà anche quella. Tengo per mano Gemma mentre passeggiamo sul vialetto dove incontro papà che fa ritorno a casa dopo aver tolto l’erbaccia attorno alla piscina. Mi saluta con un semplice bacio in fronte per poi sparire dentro la casa della servitù.
“Grazie per averla tenuta.”
“Si figuri.”- rispondo quando Anne prende in braccio sua figlia per salutarla, prima di lasciarla libera di correre al piano di sopra.
“Smettila di darmi del lei.”- sorride raggiungendo il divano di raffinata stoffa al centro dell’enorme salotto. –“Posso parlarti?”- annuisco raggiungendola.
“Qualcosa non va?”
“No, niente. Sono solo contenta che vai così d’accordo con Gemma.”- la donna dai capelli scuri mi sorride amorevolmente. –“Per questo volevo proporti di diventare la sua babysitter ufficiale. Verrai pagata ovviamente e-“
“Non volevo essere assunta, a me piace stare con lei a prescindere.”
“Lo so, ma voglio ricompensarti. Vorrei che accettassi.”
“Non lo so.”- è il caso? Insomma mi farebbe comodo.
“Le piaci, a differenza delle altre babysitter e poi vivi qui, sarebbe più semplice per tutti.”- sono tentata di accettare ma prima voglio mantenere un briciolo di ambiguità e pensarci bene.
“Ci penserò.”- le sorrido di rimando e quando sto per alzarmi mi afferra un braccio facendomi risedere.
“Volevo anche chiederti di Harry. Come sta?”- possibile che i suoi genitori non sappiano nulla? Ma di che mi stupisco? Harry neanche ci parla con loro, è ovvio che non sappiano.
“Bene.”- dille la verità, dille la verità.
“Menomale, non viene a casa da un bel po’, si è di nuovo allontanato da noi.”- scrolla le spalle dispiaciuta e non vorrei peggiorare le cose. –“Sono contenta che ci sia tu a occuparti di lui.”- come faccio a dirle che non stiamo più insieme? Decido di non farlo, piuttosto sorrido il più sinceramente possibile anche se l’unica cosa che vorrei fare è uscire da qui e sentirmi un verme in camera mia.
***
Da Nash (09.17am)
Quindi è davvero finita?
A Nash (09.19am):
Si, ma più ci penso più credo di aver fatto una stronzata.
Da Nash (09.20am):
Piccola Tali, tu che dici le parolacce?
Da Nash (09.20am):
Da quello che mi hai raccontato è ovvio che tra voi due c’erano dei problemi. Tu eri angosciata e insicura e evidentemente non ti fidavi di lui. Poi la storia con quello Zayn.. Harry geloso. Dovete lavorarci su. Forse stare distanti ha aiutato, forse dovreste parlare e risolvere una volta per tutte.
__
Mi prendo del tempo per riflettere sulle parole di Nash, uguali a quelle di Zayn e a quelle di Veronica. Tutti mi dicono che dobbiamo parlare, ma che faccio se non vuole parlare? E come dovrei iniziare il discorso? E’ più facile a dirsi che a farsi. Ripongo il cellulare nella tasca posteriore dei miei jeans.
Sconsolata picchietto le suole sul pavimento lucido della scuola, i corridoi semivuoti e un’ora buca da passare sola in cortile, durante questo tempo penso sia bene rivedere l’inizio della tesi di diploma. Mi avvicino sempre di più all’uscita secondaria ma quando sto svoltando l’angolo sbatto la testa contro un muro. Chiudo gli occhi massaggiandomi la fronte. Non ricordavo ci fosse un muro qui.
“Talìta.”- decido di aprire gli occhi e sistemare il ciuffo sulla fronte.
“Liam.”- guardo alla mia destra, ma non è lui il muro che ho colpito. Proprio davanti a me Harry nella sua t-shirt nera serra la mascella guardando fuori dalla finestra. Come posso parlare con uno così?
“Dove stavi andando? Non hai lezione?”- aggrotta le sopracciglia.
“Ho un’ora libera, la signora Davis si è rotta un braccio.”- scrollo le spalle abbracciando i miei libri. –“Voi dove andate?”
“Io ho lezione tra.. dieci minuti fa. Scappo.”- Liam scivola come un razzo sul corridoio aspettandosi sicuramente un rimprovero per il ritardo. Quando volto lo sguardo nuovamente, Harry è ancora lì e questa volta non fugge dal mio sguardo. O ora o mai più.
“Possiamo parlare o hai da fare?”- non dice nulla, solo lo vedo dilatare lo sguardo per un millesimo di secondo ma subito dopo mi da le spalle e mi fa segno di seguirlo. Percorriamo tutto il corridoio in silenzio, io dietro di lui, fino a quando non si ferma davanti ad una porta chiusa intimandomi di aprirla ed entrare. E’ diventato muto? Parla a gesti.
Ignoro questo pensiero e girando la maniglia ovale mi ritrovo dentro una stanza scura, ma familiare. Dietro di me Harry accende una piccola luce e confermando i miei sospetti siamo dietro le quinte del teatro. Ma quante entrate ha questo posto? Ignoro anche questo pensiero e ringrazio il cielo che questo posto sia vuoto finalmente.
Seguo le mosse di Harry che si siede su una scatola contenenti oggetti di scena ne avvicina un’altra a sé e mi indica di sedermi. Lo faccio senza esitare e poi il silenzio. Mi guardo intorno non sapendo come cominciare, perché è ovvio che dovrei iniziare io a parlare. O forse no.
“Dunque..”- inizio.
“Mi ami ancora?”- domanda guardandomi dritta negli occhi. –“Perché io ti amo ancora.”- sussurra. Gli occhi brillanti, i capelli scombinati come al solito, le labbra rosee e il viso dolce. Mi tornano in mente tutti i momenti dolci che abbiamo passato insieme oscurati da quelli terribili ma nonostante tutto come posso negare di amarlo ancora? Non posso. Non è un sentimento che svanisce così semplicemente.
“Si, ti amo ancora.”
Sembra quasi rilassarsi dopo le mie parole e anche sentirle dire da lui mi fa credere che c’è ancora una speranza tra noi.
“Ti prego risolviamo questa situazione, non ce la faccio più, non voglio essere arrabbiata con te.”
“Neanche io. Mi dispiace averti accusata di avermi preso in giro. Non doveva passarmi neanche per la testa ma tu mi hai lasciato e poi ti ho vista con lui..”
“Dovevi fidarti. Non volevo che ci lasciassimo, volevo del tempo per pensare perché mi stava sfuggendo tutto di mano.”- ammetto.
“Tutto cosa? Tal, eri tu a non fidarti di me. Manco da casa per qualche ora e tu pensi già che ti stia tradendo?”- la voce legger gemente irritata.
“Non sapevo avessi un lavoro, potevi anche dirmelo! Cosa dovevo pensare? Poi scappavi sempre non appena ti squillava il cellulare e mi lasciavi senza alcuna spiegazione.”- racconto il mio punto di vista. Non sapevo che andava ad aiutare Louis. –“Pensavo ti fossi stancato di me e fossi andato da qualcuna che può darti quello che vuoi.”- la voce si rompe alla fine e credo di aver compreso in parte il motivo del problema.
“Che cazzo dici? Tu mi dai tutto quello che voglio.”
“Non tutto.”
“Di che parli?”- sussurra mettendo una delle sue enormi mani sul mio ginocchio più vicino a lui. Mi fissa per qualche secondo chinando la testa per osservarmi meglio negli occhi e poi parli. – “Parli di sesso?”- annuisco vergognandomene follemente.
“Prendimi anche per stupida ma ero arrivata alla conclusione che andassi a letto con un’altra per.. soddisfare i tuoi bisogni.”- secondi brevissimi di silenzio e poi scoppia in una sonora risata, si piega in due battendo una mano sulla coscia. La voce squillante e divertita, tanto divertita.
“Cristo, Tal! Ho altri modi per soddisfare i miei bisogni.”- dice mimando due virgolette immaginarie con le dita.
“Non ridere, mi fai sentire stupida.”
“Lo sei.”- sorride ora più calmo accarezzandomi una guancia e toccando la sua fronte con la mia. Mi è mancato sentirlo così vicino. – “Ascoltami.. dobbiamo avere fiducia l’uno nell’altro o non potrà funzionare. Non dico ti amo alla prima che capita, veramente l’ho detto solo a te e non lo avrei mai fatto se non lo avessi pensato e lo stessi pensando davvero.”- respira sulle mie labbra e mi fa sciogliere il cuore da mille aghi pungenti. Annuisco.
“Hai ragione. Mi dispiace.”- espiro affondando il viso nell’incavo del suo collo beandomi di un suo dolce abbraccio.
“Anche a me. Ho fatto il fottuto stronzo con te e non te lo meritavi. Scusa per la gonna di tua madre.”
“Non era di mia madre, volevo solo farti sentire uno schifo.”
“Touchè”- ridacchia baciandomi una guancia.
Mi accoccolo a lui che mi culla tra le sue braccia. Ha il profumo che adoro. La delicatezza che amo. Sono felice di avergli parlato, sono felice di questo momento e adesso anche il mio cuore è più leggero.
“Un’ultima cosa.”- esordisco io poco dopo.
“Tutto quello che vuoi.”
“Cosa succede tra te e mio padre?”- vedo la sua espressione cambiare, è più serio, ma non arrabbiato. Forse preoccupato.
“Non posso dirtelo.”
“Harry.. avevamo detto di fidarci l’uno dell’altro. Come può funzionare se mi nascondi le cose?”- non torniamo indietro adesso, no.
“Non ti sto nascondendo nulla. Si abbiamo parlato di fiducia.. allora fidati di me.”- circonda le mie guance con le sue mani e bacia delicatamente l’angolo della mia bocca.
“Perché non me lo vuoi dire? E’ così terribile?”
“Non lo so, dipende da come la prendi tu.”
“Prendere cosa?”- è esasperante.
“Tal, non posso dirtelo. Non posso farlo io, non è compito mio. Deve farlo tuo padre.”- spiega.
“Non mi dice nulla, Harry.”
“Lo farà presto. Oppure lo metterò sotto con un altro trasloco.”- scherza per sdrammatizzare. Quindi ha ricattato papà affinché mi parlasse di questa cosa apparentemente seria ? Tipico di Harry, dovevo immaginarlo. – “Ti amo fiorellino.”
“Anche io.”
“Pensi al sesso eh.”- concludo spintonandolo per il petto scherzosamente.
HARRY’S POV
E’ un fottuto sogno? No, è la fottuta realtà.
Sapevo che le cose si sarebbero aggiustate. Doveva andare così. Mi è mancato vederla e non farmi scrupoli per baciarla. Mi è mancato da morire guardarla di sottecchi e incontrare il suo sguardo quando si accorge che lo sto facendo. Mi è mancato considerarla mia. Eppure non sono ancora sicuro, non abbiamo parlato di tornare insieme, però abbiamo chiarito, lei si è fatta toccare.. forse è ancora insicura.
Il sesso. La cosa che da più piacere fisico al mondo è un problema.
So che ha paura di farlo, lo so benissimo. Dopo quel quasi stupro probabilmente ha paura di cosa potrebbe succedere. Traumatizzata. Il mio fiorellino.
Voglio farlo, io voglio fare l’amore con lei. Dio solo sa quante volte ho fantasticato sul suo corpo, quante erezioni imbarazzanti ho avuto per colpa sua e quante volte siamo stati così vicini a farlo. Ma lei era ed è ancora bloccata. Lei pensa che il non riuscire a venire a letto con me sia un vero problema, per me non lo è affatto.
So per certo che lei vuole essere in grado di farlo e io voglio esserlo a mia volta nel modo per lei più dolce possibile. Non sono un ragazzo fiori e cioccolatini, lei lo sa. Ma forse è di questo che ha bisogno, meno drammi e più romanticismo. E ultimamente i drammi per lei sono stati in prima fila ad aspettarla.
Per questo avvolto nel mio fottutissimo grembiulino fiorito dietro il bancone del negozio di Sandra scrivo un bigliettino che mi preoccupo di incastrare tra due rose unite da un fiocco rosso. Lei ama i fiori infondo. Sarà pure speciale ma è pur sempre una donna e alle donne piacciono queste smancerie. Smancerie a cui mi sottopongo volentieri solo per lei.
“Amore nell’aria?”- chiede Sandra aggiustando delle Peonie dentro i vasi. Sorrido abbassando lo sguardo e so che lei ha capito che sto pensando al mio Fiorellino.
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Scusate il ritardo :) Vi ringrazio davvero perchè ho visto che tutti i capitoli sono arrivati a più di mille voti e ne sono strafelice.
Suppongo sappiate tutte che Zayn ha lasciato la band. Sono triste anche io perchè ci eravamo tutte affezionate a lui come a tutti gli altri. Io credo che in questa storia ci sia molto sotto che non sappiamo e onestamente non mi convince granchè. Staremo a vedere ;) Non disperatevi. Ammetto di aver pianto un po', è stato un trauma ma mi sono consolata dicendomi "Cavolo non è mica morto." (facendo corna). Questo ha aiutato, voi sapete che lui vuole bene a tutte le sue fan e che noi vogliamo bene a lui. Non perdiamo la speranza, io penso che tornerà prima o poi. Lo spero :)
Comunque spero anche che il capitolo vi sia piaciuto! A domenica prossima
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