61. Ti voglio
TALITA’S POV
Sento ancora il cuore battere come un forsennato se solo ripenso al mio risveglio questa mattina. Ho davvero temuto che ieri fosse successo qualcosa con Harry ma fortunatamente era solo uno dei suoi scherzi per farmi arrabbiare. Credevo sarei svenuta e lui sembrava davvero serio quando ha messo su quella sceneggiata. Se ho avuto così tanta paura per uno scherzo non so cosa succederà quando perderò davvero la mia verginità. L’idea mi terrorizza.
Sono già una donna e ho diciannove anni eppure non ho mai avuto certe esperienze, a volte mi chiedo se sono io ad essere rimasta indietro rispetto ai miei coetanei ma non posso pentirmi di questa mia scelta. Forse qualcuno potrebbe giudicarmi per questo ma onestamente sono contenta così. Nonostante tutto però adesso ho Harry, c’è lui. Non mi ha mai messo fretta su questo frangente e non ne parliamo mai a parte nei soliti aspetti velati di alcune sue battute oscene. Non sembra che lui ne faccia un problema ma per me comincia ad esserlo. E se lui si stancasse di me? Se si stancasse di aspettare? Se cadesse tra le braccia di qualche altra ragazza che può soddisfarlo anche su quell’aspetto?
“Come sono i french toast?”- Harry al mio fianco mi tira una gomitata sul braccio distraendomi dai miei pensieri per rispondere alla domanda di Anne.
“Oh, sono deliziosi.”- rispondo alla donna seduta di fronte a me e ringraziando mentalmente Ines in cucina per una colazione del genere, certo non la più leggera ma davvero squisita. I french toast morbidi, la marmellata di fragole, il succo d’arancia e il latte caldo. Sembra una colazione da re e mentirei se dicessi che non mi aspettavo una cosa di questo tipo in una casa di lusso.
“Ne sono felice.”- sorride Anne prima di sorseggiare il suo caffelatte.
Non posso fare a meno di sentirmi un po’ a disagio qui. Il signor Styles è già a lavoro, anche se è domenica. Mi ha salutata in corridoio questa mattina appena sono uscita dalla stanza di Harry, avvisando il figlio che avrebbe dovuto terminare alcune pratiche ma che sarebbe tornato per pranzo. Harry ovviamente non gli ha dato tanto peso, ha solo mugolato qualcosa prima di trascinarmi giù per le scale.
All’altro capo della tavola guardo Gemma accanto alla madre mentre inzuppa i suoi biscotti al cioccolato nel suo latte con aria concentrata e assorta. Non si direbbe scossa o spaventata da quello che è successo l’altra sera, in effetti neanche io lo sembro, è come se non fosse proprio successo. E’ tutto tranquillo. Troppo forse.
Comunque sia continuo a gustare il mio french toast sporgendomi attentamente sulla tavola per non sporcare il pigiama immacolato che Anne mi ha prestato per questa notte. Sento Harry ridacchiare al mio fianco e mi giro a guardarlo per trovarlo stravaccato sulla sua sedia, appoggiato scompostamente sullo schienale con un toast in mano e migliaia di briciole sui pantaloni della tuta. Mi sorride con aria di sufficienza leccandosi il labbro inferiore dopo ogni fragoroso morso. Assottiglia gli occhi mentre io aggrotto le sopracciglia al suo strano comportamento.
Cosa vuoi? Mimo con le labbra verso di lui sperando che Anne non abbia notato nulla. La sua risposta è un semplice ghigno seguito da un occhiolino impertinente. Rimango interdetta ma decido di rigirarmi per finire la mia colazione. Oggi è in vena di scherzi.
Lo ignoro giusto il tempo di ingurgitare tutto il mio toast e penso che presto chiederò ad Ines di darmi la ricetta, voglio prepararli a papà un giorno di questi. Al mio fianco sento del movimento e guardo con la cosa dell’occhio mentre bevo l’ultimo sorso di succo. Si è avvicinato. Comincio a sentire la pelle d’oca appena il suo petto aderisce al mio braccio sinistro e per forza maggiore poso delicatamente il bicchiere sulla tavola. Il suo respiro è sulla mia guancia e sono quasi sicura che stia sorridendo dannatamente divertito dall’evidente mio nervosismo, sua madre e a due passi da noi, è imbarazzante.
“Harry..”- tento di richiamarlo con un sussurro. Non mi ascolta, piuttosto sussulto quando una sua enorme mano scivola su una mia coscia innervosendomi sempre di più. Sento una strana sensazione alla bocca dello stomaco e successivamente sul mio basso ventre. Le sue dita si arricciano sul tessuto del pigiama e talvolta sono più prepotenti strizzando la pelle sottostante.
Non posso fare a meno di guardare Anne che inconsapevole legge il suo giornale tenendo con una mano una tazza bianca di porcellana e a Gemma. La mia mano immediatamente corre su quella del ragazzo provocante al mio fianco che continua a soffiare sul mio collo. Non prova neanche un minimo di timidezza nel fare certe cose in pubblico? E poi inizio a pensare.
E se non le facesse in pubblico io lo fermerei lo stesso?
“Voglio portarti in giro oggi. Soli.”- sussurra finalmente parlando al mio orecchio e ancora un’altra cascata di brividi percorre il mio corpo prima che inaspettatamente si stacca lasciandomi sorpresa ma allo stesso tempo sollevata. Tiro un sospiro di sollievo quando si alza dal suo posto lasciandomi sola a sbollire il rossore sulle mie guance ma canto vittoria troppo presto. Subito una ventata di profumo, il suo profumo ritorna alle mie spalle e quasi sussulto ancora quando il suo viso si ferma davanti al mio e istantaneamente le sue labbra si fermano prepotenti sulle mie schioccandomi un rumoroso bacio che sicuramente questa volta Anne ha sentito.
Harry ridacchiando come suo solito lascia la sala e io torno rossa vedendo il sorrisetto che Anne tenta di nascondere sorseggiando dalla sua tazza con gli occhi ancora posati sul giornale mentre la piccola Gemma non si vergogna di sorridermi.
***
“Dove stiamo andando?”
“In un posto.”- è tutto quello che sono riuscito a cavargli di bocca. Gliel’ho chiesto almeno una decina di volte da questa mattina ma ha sempre risposto vagamente o mi ha ignorata facendomi ruotare gli occhi al cielo. Non ho fatto altro che pensarci, anche quando sono finalmente riuscita ad entrare nella casa della servitù per cambiarmi mentre papà lavorava in giardino. Mi mancano i suoi abbracci, non mi ha proprio cercata e dubito che vorrà parlarne appena tornerò a casa. Non riesce neanche a guardarmi, ed è difficile accettare che mio padre non riesce a guardarmi in faccia per via di Harry.
Non posso fare a meno di pensare che questa situazione è assurda e papà si sta comportando da bambino capriccioso a cui hanno rubato le caramelle. Sono disposta a lasciargli altro tempo per pensare, ma non così tanto, voglio parlare faccia a faccia con lui al più presto possibile.
Harry ferma l’auto giusto nel momento il cui io fermo i miei pensieri e sbirciando dal finestrino noto che siamo in un enorme parcheggio.
“Scendi.”- dice prima di aprire lo sportello dalla sua parte. Lo seguo a ruota e quando lo faccio capisco dall’enorme edificio che si para davanti ai miei occhi che siamo al centro commerciale.
“Perché siamo qui?”- domando quando Harry comincia a tirarmi per la mano verso l’entrata facendomi quasi correre, ma per lui è solo una leggera passeggiata visto le sue lunghe gambe.
“Perché è domenica e non sapevo dove altro portarti.”- per quanto possa essere dolce il suo tentativo di portarmi fuori non penso che il centro commerciale sia l’unico posto dove avrebbe potuto portarmi di domenica soprattutto in una città che non dorme mai come Los Angeles.
Appena entriamo un’enorme folla ci investe. Decine di persone vanno ognuna in una direzione diversa, chi entra in un negozio e chi ne esce con sacchetti in mano. Un assordante frastuono, bambini che piangono perché i genitori non gli hanno comprato quello che desideravano, altri bambini che corrono a destra e a manca, donne e ragazze che si fermano a guardare le vetrine di gioiellerie e uomini, obbligati accompagnatori, siedono in angoli o parlano con altri uomini nella loro stessa situazione.
Ma quello che mi stupisce di più è l’altissimo albero di Natale proprio al centro della sala. Luci colorate e decori lo circondano sui toni del rosso, del blu e dell’oro e forse è la prima volta che ne vedo uno così grande. Non mi ero neanche accorta che siamo già sotto Natale, mancano poche settimane ormai e sembra ieri che sono venuta a vivere in questa città.
“Ti sei imbambolata?”- mi schernisce Harry punzecchiandomi un fianco, gesto a cui rispondo il suo braccio con la poca forza che ho. – “Ouch.”- scherza facendo finta di essersi fatto male ma subito dopo mi riprende per mano cominciando a spingermi tra la folla. I miei occhi svolazzano sulle vetrine dei vari negozi che sorpassiamo ma io non ho ancora capito perché siamo qui.
“Harry cosa siamo venuti a fare?”- chiedo ad alta voce osservando gli occhi brillanti di una bambina con la sua nuova bambola tra le mani.
“Per comprarti qualcosa di carino.”
“Cosa?”- mi blocco all’istante fermandolo dalla nostra camminata.
“Ho detto, per comprarti qualcosa di carino.”- ruota gli occhi al cielo.
“No, si ho capito ma io non ho un soldo con me.”- confesso, forse avrei dovuto portare qualche spicciolo ma come potevo sapere che mi avrebbe portata qui.
“Non ho mai detto che avresti dovuto pagare tu.”- sogghigna e nello stesso istante spalanco gli occhi.
“Non voglio che tu spenda soldi per me.”- sospiro pensando a quante altre volte dovremmo fare questa conversazione. Lo so che lo fa con piacere ma io non voglio che lo faccia, mi sento un’approfittatrice e io non voglio che pensi che sto con lui per i suoi soldi, perché non è così.
“Beh voglio io, andiamo.”- conclude riprendendo a spingermi verso nessun negozio in particolare.
“Harry..”- mi lamento e lui all’istante devia la sua traiettoria trascinandomi in un angolo non affollato.
“Qual è il problema Tal?”- chiede evidentemente irritato.
“Il problema è che non voglio regali da te.”- confesso.
“Perché?”
“Perché non voglio approfittare di te.”- confesso gesticolando con le mani.
“Approfittare di me?”- ride amaramente come se avessi detto una cosa stupida. – “E’ una cazzata.”- dice poi seriamente guardandomi negli occhi.
“Non lo è, non voglio che tu pensi che sto con te per i tuoi soldi, per questo non voglio regali da te, per questo non voglio che paghi quei corsi di mediazione e per questo non voglio neanche stare a casa tua per troppo tempo.”- sputo tutto fuori sentendomi improvvisamente leggera, ma il mio cuore batte come se avessi fatto una corsa.
“Cristo, è una stronzata! Non ho mai pensato neanche per un secondo che tu voglia approfittare di me e dei miei soldi, tu vedi solo quello vero?”- chiede abbassando i toni e guardandosi intorno.
“Cosa?”-domando osservando come il suo viso stia prendendo una piega del tutto diversa.
“Vedi solo i soldi di mio padre? Sono quelli che ti preoccupano?”- e io non posso fare a meno di annuire in assenso, si, fondamentalmente sono quelli a preoccuparmi. – “Lascia che ti ricordi una cosa.”- comincia di nuovo ora più calmo. – “Avevo un lavoro proprio per non dover più utilizzare i soldi di mio padre, i soldi che ho guadagnato sono nulla rispetto al suo fottuto conto in banca e non mi potrebbe importare fottutamente di meno!”- urla ma appena si accorge di avermi leggermente spaventata il suo tono si addolcisce nuovamente. – “Ti conosco abbastanza bene per sapere che non approfitteresti mai di me e dei soldi che tecnicamente io non ho più.”- ridacchia. – “Sei la mia ragazza Tal, voglio solo farti un cazzo di regalo come ogni fottuto ragazzo fa alla sua fottuta ragazza in questo cazzo di mondo.”- conclude dolcemente sfiorando i miei fianchi con le sue lunghe dita. Beh forse non proprio dolcemente ma nel modo che sostanzialmente io amo e mi fa ridere.
“Non qualcosa di troppo costoso però.”- cedo alla fine non volendo continuare questa discussione, lui è testardo e mi comprerebbe comunque qualcosa anche contro il mio volere ma sono felice che non pensi minimamente che possa approfittare di lui.
“Come vuoi tu.”- sbuffa guardando le luci gialle che incorniciano la vetrina di un negozio.
“Bene.”
“Quindi possiamo andare a cercarti questo regalo di Natale o vuoi restare qui ancora un po’?”- scherza incrociando le braccia al petto.
“Andiamo.”- rispondo spingendolo nuovamente tra la folla tirandolo per un gomito. Anche in mezzo al frastuono riesco a sentire la sua stupenda risata alle mie spalle.
Dopo un paio d’ore abbiamo guardato ogni singolo negozio all’interno dell’edificio e alla fine Harry mi ha fatto il suo regalo con il mio consenso come nei patti non troppo costoso. E’ stato quasi come una calamita, un momento prima i miei occhi erano caduti su un paio di orecchini colorati esposti nella vetrina di un negozio di bigiotteria e un minuto dopo la voce roca di Harry sussurra sono tuoi al mio orecchio. Non posso credere lo abbia davvero fatto. Questo è effettivamente il primo regalo da parte sua ed è inutile dire che io li abbia già indossati, s’intonano ai colori della gonna che indosso oggi.
“Sei felice vedo.”- sghignazza sotto i baffi che non ha vedendomi giocherellare con i miei nuovi orecchini mentre i miei occhi sono persi ad osservare la strada affollata fuori dalla grande finestra. Riporto lo sguardo prima su di lui poi sulla mia tazza di cioccolata calda stando seduta insieme a lui al tavolo di un caffè.
“Grazie.”- arrossisco pensando che mi stava osservando.
“Ti meriti qualcosa di bello dopo tutto quello che è successo.”- sussurra baciandomi la fronte. Il suo braccio raggiunge la mia schiena massaggiandola mentre io riscaldo le mani circondando la tazza di cioccolata lungo tutta la circonferenza. Ritorno a guardare fuori notando la gente stringersi nei loro cappotti, fa freddo effettivamente ed è quasi buio.
Brividi improvvisi quando sento nuovamente il corpo di Harry aderente al mio fianco, di nuovo il suo caldo respiro sulla guancia e di nuovo la sua mano che giocherella sotto la mia t-shirt. Proprio come questa mattina siamo in pubblico ma qui non ci conosce nessuno e non posso fare a meno di pensare che non sia così imbarazzante quanto la prima volta con sua madre a pochi metri da noi.
“Hai la pelle d’oca.”- ghigna sul mio orecchio sensualmente e ancora una volta quella strana sensazione sul basso ventre. Volto il capo verso di lui trovandolo a soli pochi millimetri dalla mia bocca. Ho la stupenda vista dei suoi occhi proprio sopra i miei ma la perdo quando li chiude per inclinare la testa sulla mia spalla e lasciare umidi baci sul mio collo facendomi mugolare silenziosamente per il piacere.
“Harry..”- per la seconda volta oggi mi ritrovo a doverlo fermare perché siamo sempre in pubblico ma mentalmente penso che non lo fermerei mai se fossimo soli.
“Mmh.”- geme in risposta sul mio collo continuando a bagnarlo di baci e a raffreddarlo di respiri.
“Ci guardano tutti.”- mi lagno anche se non vorrei.
“Lascia che guardino.”- risponde intensificando la presa sul mio fianco a portandomi più vicina al suo petto facendomi mollare la presa sulla tazza. Entra in gioco anche l’altra sua mano. Adesso una sale e scende lungo la mia coscia e un’altra mi circonda i fianchi per tenermi vicina a lui. Non mi ha mai toccata in questo modo così voglioso e provocante. Quando la sua mano arriva al mio ginocchio ancora coperto dalla gonna ci mette poco a strisciarla nuovamente indietro sulla mia coscia trasportando anche parte del tessuto con se e più la sua mano si avvicina più la mia eccitazione aumenta. Arrivo al culmine quando invece di ripercorrere indietro continua in avanti palpandomi il sedere sghignazzando divertito mentre io tento con tutta me stessa di non emettere suoni di piacere dalla bocca mordendomi le labbra.
“Harry..”
“Ti sei mai procurata piacere da sola Tal?”- sospira sulla mia bocca e nonostante il freddo che c’è fuori io sento di star sudando e arrossendo per una tale domanda.
“C-cosa?”
“Ti sei mai toccata?”- chiede ancora prima di baciarmi per un secondo lasciandomi l’opportunità di rispondere ma non rispondo. Diavolo è così imbarazzante. –“Non essere timida con me.”- sussurra lussuriosamente mordendomi una guancia evidentemente rossa.
“No.”- confesso senza pensare. Non sono di certo fuori dal mondo ovviamente so cosa mi ha chiesto ma non ho mai avuto il coraggio di farlo.
“Vuoi che lo faccia io?”- chiede ancora e per un attimo la mia bocca si spalanca non riconoscendo questo suo lato sessualmente eccitante, ombreggia su di me con la sua statura mentre mi guarda dall’alto. Riprendo a sentire la sua mano ripercorrere la strada fatta prima ma questa volta devia verso il punto in cui si congiungono le mie gambe. Sento le sue dita sfiorare il tessuto immediatamente sopra il mio punto più sensibile e trasalgo. Ora più che mai in tutta la mia vita voglia che qualcuno mi tocchi ma non un qualcuno qualsiasi, solo lui. – “Lo prendo come un si.”- ridacchia mostrando i denti perfettamente bianchi e riprendendo a baciarmi il collo.
Le sue dita continuano a giocare con la mia sensibilità. All’improvviso la preoccupazione che qualcuno ci stia guardando passa in secondo piano e il tavolo sembra non permettere comunque a nessuno di guardare cosa stia succedendo al di sotto. Quasi mi lamento quando non sento più la sua mano ma strabuzzo gli occhi respirando con la bocca quando sento la sua mano strisciare sotto la mia gonna lasciando brividi di freddo sulle mie gambe. Comincio a boccheggiare costringendomi a nascondere il viso sulla sua spalla troppo vogliosa per fermarlo questa volta.
Mi allarga leggermente le gambe e sussulto quando sfiora le mie mutandine e pizzica la pelle delle mie cosce.
“Ti ho mai detto quanto amo le tue gonne?”- ride sul mio orecchio mentre continuo a nascondermi nello spazio tra il suo collo e la sua spalla.
“Avevi detto che le odiavi.”- trovo la forza di parlare.
“Ho cambiato idea.”- per lui è evidentemente comoda questa situazione, mettere una mano sotto una gonna che nasconde tutto è più facile che sbottonare un paio di jeans. Sorrido al pensiero ma forse sto solo cercando di non pensare a quello che stiamo per fare in pubblico, anche se nessuno sta pensando a noi.
Improvvisamente sento un suo dito spostare il mio intimo e giocare con la mia parte nuda solo per lui, la gonna copre ogni suo movimento e solo io e lui sappiamo ciò che sta succedendo, ma solo io so quello che sta succedendo dentro di me. Giocherella con il mio punto più debole costringendomi a nascondermi ancora di più sul suo petto per nascondere i miei mugolii ma quando sento un suo dito entrare dentro di me non posso fermarmi dal gemere ma lui è pronto a tapparmi la bocca con un bacio.
Il mio respiro è affannato e oltre alla mia evidente eccitazione sono anche in parte spaventata, è la prima volta che succede, è la prima volta che provo un tale piacere, è la prima volta che ho un corpo estraneo dentro di me. Guardando Harry negli occhi automaticamente mi calmo e quando non c’è più il rischio che gema in pubblico interrompe il nostro bacio.
“Sei così calda.”- sussurra al mio orecchio.
“Tu sei gelato.”- confesso ammettendo che parte dei brividi che sento al momento sono dovuti alle sue dita gelate ma la maggio parte è per tutt’altro.
Il mio cuore prende a battere nervosamente quando inizia ad entrare ed uscire il dito da me, fa un po’ male ma è più che sopportabile. Stringo gli occhi all’ondata di piacere che sento arrivare. Respiro affannosamente sulla sua spalla sentendo che qualcosa si sta muovendo dentro di me.
“Harry.”- sussurro piano impugnando con una mano un lembo del suo maglione pesante e incastrando le dita dell’altra tra i pochi capelli che gli ricadono sul collo. Comincia a muovere più velocemente fino al punto in cui sento che mi sto lasciando andare, non sento più il piacere arrivare, è già arrivato. Sento i miei muscoli contrarsi attorno alle sue dita mentre apro gli occhi respirando faticosamente contro il tessuto del suo maglione.
Siamo ad un punto di non ritorno e il mio corpo diventa improvvisamente stanco.
“Ti voglio Tal.”- quasi ringhia sulla mia guancia mentre io chiudo gli occhi aspettando che il mio respiro torni normale. Lui mi vuole.
“Mi avrai.”- boccheggio rilassando i muscoli di tutto il corpo mentre le sue dita lasciano lo spazio che hanno trovato dentro di me.
“Solo quando sarai pronta piccola.”- dice più dolcemente accarezzando la pelle delle mie gambe per rilassarmi.
“Harry.”- sussurro.
“Mmh.”
“Mi sento come se mi fossi fatta la pipì addosso.”- confesso imbarazzata e tutto quello che sento è la sua dolce risata in risposta.
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Insomma, era ora che succedesse qualcosa no? Va bene sorvoliamo perchè è già imbarazzante. Come avete passato il Natale e il Capodanno? Auguri a proposito! Qui in Sicilia sud ha nevicato per la prima volta l'ultimo dell'anno è stato stupendo *^*, sono rimasta bloccata a casa di un mio amico per la notte ma aver visto la neve per la prima volta in 18 anni mi ha ripagata.
Va bene è stato un inutile tentativo di cambiare discorso per non pensare a quelle scena hot che ho scritto nel capitolo, ma spero comunque che vi sia piaciuto, un bacio a domenica prossima
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