42. Paura al pub

Gonne provocanti, scollature indecenti, tacchi vertiginosi, chili di trucco, rossetti rossi e calze a rete. Queste sono le cose a cui penso quando sento la parola pub. Non so cosa mi sia passato per la testa quando ho accettato la proposta di Liam e Veronica, non so cosa indossare in un posto del genere e non se ne parla neanche di provare le cose sopraelencate. Non esistono neanche nel mio armadio volgarità del genere.

Ogni volta che sento di far parte di un gruppo di amici mi faccio questi complessi e mi rendo conto che sono più diversa da loro di quanto pensassi. Già la vedo Veronica nel suo vestito corto che evidenzia le sue curve, sono sicura che non le importa di sembrare una poco di buono anzi, sono sicura che le farebbe solo piacere attirare l’attenzione degli uomini bramosi su di lei. Credo che tutte le ragazze della mia età siano così. Perché io no?

                                           

Una stupida domanda da pormi. Da quella volta ho fatto di tutto per allontanare l’attenzione di tutto il genere maschile da me. E ci sono riuscita. Questo deve avermi segnata più di quanto credessi fino a farmi plasmare una nuova mentalità, diversa dalle altre ragazze. Tutto nella vita è generato dall’esperienza, forse sono solo le mie di esperienze ad essere un po’ brusche però. Mi rendo conto quindi, mentre osservo il mio armadio aperto, che la paura che ho dal giorno in cui quell’uomo mi ha quasi stuprata non è per niente sparita.

Liam sarà qui tra pochi minuti e io devo sbrigarmi a decidere cosa mettere per questa fatidica festa al pub. Il mio nuovo jeans e una t-shirt a maniche corte faranno al mio caso. Basso profilo. Serata tra amici. Non devo avere paura. Questo ripeto nella mia mente vestendomi.

“Tal.”- mi chiama papà. – “C’è una tua amica qui fuori.”- urla. Sono sicura che è Veronica. Dovevo aspettarmelo, Liam non avrebbe messo piede nella proprietà Styles col rischio di incontrare Harry, che tra le altre cose è a poche porte di distanza dal nostro alloggio. Faccio il più in fretta possibile nel legare i capelli con una coda alta e ad indossare i miei adorati lunghi orecchini colorati. Non esco mai senza.

“Vado papà.”- lo saluto con un bacio sulla guancia correndo verso la porta.

“Tal.”- mi richiama di nuovo.- “Occhi aperti.”- continua serio. Sta pensando anche lui a quello che ho pensato io. Come biasimarlo. Annuisco confortandolo e  subito dopo mi chiudo la porta alle spalle fuori dalla quale trovo una Veronica sorridente ed eccitata. Sorrido nel vederla quasi saltellare nei suoi tacchi altissimi e nel suo abito attillato color viola. Vorrei avere tutta quella sicurezza e tutta quella forza che ha lei.

“Capisco che i pantaloni sono comodi quando si ha il ciclo.”- inizia esaminandomi. – “Ma potevi mettere qualcosa di più provocante tesoro mio.”- ridacchia giudicando il mio abbigliamento.- “Andiamo dai.”- mi spinge dolcemente quando vede che non rispondo, troppo imbarazzata. Forse avrei dovuto osare un po’ di più, forse in quel pub mi noteranno di più vestita così comunemente, forse avrei solamente dovuto restare a casa.

Lascio la casa della servitù seguita da Veronica e una volta uscite dal cancello principale la macchina nera di Liam si fa spazio nella mia visuale. Lui elegante nella sua camicia azzurra e nei suoi occhiali da sole nonostante sia sera, si specchia nello specchietto retrovisore dell’auto aggiustandosi i capelli prima di accorgersi di noi appena salite nel veicolo.

“Finalmente. Ciao Talìta.”- saluta il moro con un sorriso facendo capolino dal sedile davanti.

“Ciao.”- rispondo. – “Come mai Ashton e Rachel non ci sono?”- chiedo e spero con tutto il cuore che questa sera ci siano anche loro o non mi sentirò completamente al sicuro.

“Ashton è già alla festa, Rachel non è il tipo che frequenta i pub, non viene mai con noi in queste occasioni.”- m’informa Veronica mentre Liam fa muovere l’auto sulla strada. Rachel ha avuto il buon senso che non ho avuto io. Neanche io sono il tipo che frequenta i pub, perché mai ho accettato una cosa che mi terrorizza? Per sentirmi parte di qualcosa? Mi sento solo stupida ora. Voglio tornare a casa.

Mentre i palazzi scorrono davanti ai miei occhi ignorando la musica forte che l’esuberante Veronica ha acceso, non posso fare a meno di pensare ad Harry. Ieri è stato dolce a comprarmi quel gelato, abbiamo chiacchierato e scherzato del più e del meno dopo. Continuava a ripetermi che fossi acida e io m’innervosivo sempre di più ma con lui è così, io mi diverto anche se spesso mi fa arrabbiare e si caccia nei guai.

Chissà com’è vivere in una casa così e non poterci mettere piede. Anne sarà ancora arrabbiata con lui? Si sarà pentita ma non lo ammette perché è troppo orgogliosa? Non lo so. So solo che in questi giorni ho visto di rado i signori Styles, sono sempre in giro per incontri e riunioni e mi chiedo Gemma come stia. Non la vedo mai fuori a giocare, sta sempre dentro casa a creare un mondo fantastico con le sue bambole. Mi sento improvvisamente triste ripensando al disastro che è quella famiglia.

“Talìta, Talìta sveglia siamo arrivati.”- mi avverte Liam picchiettando sul vetro dell’auto che senza accorgermene stavo fissando senza realmente guardarlo. Liam è giù dalla macchina e ride vedendomi assorta ancora seduta all’interno. Mi affretto a raggiungerlo aprendo la portiera e in quel preciso istante, in cui sento la musica assordante  fuoriuscire dall’edificio sento di nuovo quella paura che avevo dimenticato per pochi minuti. Veronica non ci ha aspettati, è già dentro e comincia a farmi male di nuovo lo stomaco. Sembra che stia andando in contro alla morte quando non è così. Forse dovrei solo calmarmi. Forse niente di quello che temo succederà questa sera. Forse sono solo miei film mentali.

“E’ uno sballo! Il Saturn Castle non si smentisce mai!”- Veronica urla, la gente urla, anche la musica sembra che urli ed è tutto psichedelico qui dentro. Ho la tentazione di tapparmi le orecchie con le mani. Le luci e laser di mille colori mi danno fastidio agli occhi e vedo i ragazzi sudati strusciarsi sulle ragazze con poco contegno. Tutto qui dentro mi fa dannatamente schifo. Seguendo i miei amici giungiamo in un piano bar, un barista lancia in aria bottiglie di alcolici facendole fluttuare tra le mani in gesti acrobatici degni di un applauso. Decine di bicchieri vengono da lui riempiti in pochi secondi e tutti qui dentro sembrano già ubriachi sebbene siano da poco passate le otto di sera.

La musica è assordante e non riesco a sentire quello che Liam sta dicendo a Veronica. Eppure sta urlando. Non capisco più niente. Loro sembrano così al loro agio. Io mi sento un pesce fuor d’acqua. Sento caldo e inizio a sudare qui dentro, prima di accorgermene sono già al bancone dove il bel barista mi chiede cosa desidero probabilmente. Ma non lo sento.

“Un bicchiere d’acqua per favore.”- la mia richiesta sembra sciocca in un contesto del genere e lui sembra perfino offeso di dover preparare un insulso bicchiere d’acqua. Ma non replica e me lo porge con un sorriso.

Lo tracanno in pochi secondi e lascio scivolare il bicchiere vuoto in vetro sul bancone prima di raggiungere nuovamente Veronica rimasta da sola. Dove si è cacciato Liam?

“Liam?”- urlo per farmi sentire.

“Non ne ho idea, ha detto che aveva una cosa da fare.”- m’informa sospettosa. – “Ma è ancora qui, ho le chiavi della sua auto.”

Non sono curiosa più del dovuto di questa storia, l’unica cosa che voglio sapere ora è come cavolo uscire da qui, ma la porta sembra sparita in questo buio pesto. Solo lievi squarci di pelle sudata vengono illuminati dalle luci intermittenti e dai laser ed è tutto quello che vedo a parte le scarpe luccicanti di Veronica.

Senza volerlo mi ritrovo, spinta da Veronica, in mezzo alla folla urlante e orda. Tutti si muovono compresa la mia amica ma io no, io vengo letteralmente spinta a destra e a manca da ragazzi troppo ubriachi per curarsi di me. Fa ancora più caldo qui in mezzo. L’aria è afosa e non capisco come facciano tutti a divertirsi in questo delirio di sensi.

Forse è proprio questo il punto. Sono tutti deliranti qui e la cosa piace,  a loro piace perdere il controllo di loro stessi sotto effetto di alcol e sicuramente di altro. Io invece odio non avere la percezione di dove mi trovi. Veronica mi prende le mani e comincia a farle muovere su e giù intimandomi di iniziare a ballare e divertirmi come anche lei sta facendo seguendo la musica senza parole.

Sono infastidita da tutto questo. Ad un tratto sembra aver perso le speranze con me e dopo avermi lasciato le mani comincia da sola a muoversi in movimenti accattivanti che implicano il mettere in mostra la mercanzia che si ritrova, utilizzando i capelli come provocazione, il tutto dedicato ai ragazzi sovraeccitati che la guardano. Questo è troppo e sono costretta a distogliere lo sguardo per cercare una via di fuga, ma non trovo niente a parte gente sudaticcia e barcollante.

Poi tremo. Tremo quando una mano si posa sul mio fianco. Sudo freddo e non riesco a muovermi. Quella mano sale su lungo tutta la mia schiena e ho voglia di urlare ma la mia bocca è completamente prosciugata per farlo.

Strattonandomi la forza che appartiene alla stessa mano mi fa voltare facendomi ritrovare faccia a faccia con un ubriaco Conor. Cosa ci fa pure lui qui? Ci sono altre persone che conosco? Perché non mi lascia andare?

Le domande sono troppe ma non riesco neanche a ricordarle dopo averle pensate. Le sue braccia mi stringono forte a lui e io non ne posso più di questo pauroso contatto. Scene passate mi sfilano in serie nella mente e tutto quello che riesco a provare è solo paura. Ho gli occhi spalancati lo so, il trucco sarà completamente colato a causa delle lacrime che non ho sentito scendere ma che sono sicura siano lì. Lui non è quello strano ragazzo simpatico della scuola, è invece quella parte che ho immaginato di lui sin dall’inizio. Ubriaco, peccaminoso, lussurioso e con solo un obbiettivo. Non riesco a sostenere il suo sguardo, mi fa paura.

I suoi capelli sono incollati alla sua fronte e il suo alito puzza di birra. E’ troppo vicino e io ho il cuore a mille. Percepisco la sua mano scendere verso l’inizio dei miei jeans e più in basso fino al mio sedere. Solo in quel momento ritrovo un grammo della forza persa e comincio a dimenarmi disperata dalla sua presa. Non ce la faccio più. Aiuto.

Non posso neanche urlarlo perché nessuno mi sentirebbe qui dentro. Continuo a spingere via il suo corpo facendo presa sul suo petto ma lui arriva comunque alla base del mio collo con le sue labbra e quel contatto è l’ultima cosa che riesco a sentire prima di non avere più la percezione di nulla. I miei sensi sono andati.

HARRY’S POV

“Cosa cazzo ci fai qui?!”

“Per ricordarti che dovete pagare stronzo.”

Sapevo che venire qui era un’idea del cazzo. Come ho potuto pensare che ad una festa del genere, dove alcol e droga scorrono a fiumi, non ci fossero anche Josh e Gordon. Questa è la loro occasione per dei soldi facili e mentre Louis e Zayn sono dentro a divertirsi con qualche fottuta spogliarellista o ragazza facile io devo avere a che fare con i bastardi che mi hanno complicato e rovinato la vita.

“Pagheremo! Abbiamo ancora quattro giorni per pagare!”- urlo incazzato sicuro che in questo vicolo buio lontano dalla musica assordante non mi sente nessuno a parte questi due figli di puttana.

“E’ solo un avvertimento Styles.”- ringhia Josh mettendomi spalle al muro. Guardandolo in faccia ho voglia di sputargli in mezzo alla fronte o dargli un calcio nelle palle ma forse queste cose se le meriterebbe prima Louis per non avermi avvertito prima della situazione.

“Abbiamo amici che hanno tanta voglia di picchiare qualcuno.”- annuncia Gordon alle sue spalle. Tento di scrollarmi la presa di Josh dalle spalle ma è fin troppo massiccio anche per me. Ho voglia di affondare la testa in un tombino ad entrambi e poi se avessi la fottuta macchina ci passerei di sopra.

“Vi ho detto che pagheremo.”- ripeto a denti stretti. Se reagisco alle loro provocazioni peggioro solo la situazione. Devo dare ascolto a quel minimo di buon senso che ho.


“Lo spero per voi. Più tempo passa più gli interessi aumentano.”- continua Josh facendomi sbattere la testa sul muro alle mie spalle. E per il troppo dolore serro la mascella cercando di capire cosa intendesse con quella frase. – “Stronzo.”- conclude sputandomi sulla mia scarpa di Calvin Klein prima di tagliare la corda. Figlio di una zoccola.

Non so quanto tempo passo accasciato con la schiena contro il muro in questo vicolo freddo e angusto. So solo che vorrei essere a casa a mangiare una pizza ora. Magari con Tal. Sicuramente sarà già pronta per andare a dormire ora. Sorrido pensando a quanto diventa suscettibile nel suo periodo del mese. E’ fottutamente divertente farla incazzare.

“Ovviamente.”- i miei occhi dalla punta delle mie ginocchia salgono sul muro davanti al me al suono della voce familiare.

“Ovviamente cosa?”

“Ovviamente dove ci sono Louis e Zayn ci sei anche tu.”- ridacchia con una più che finta risata. – “Ho visto Josh e Gordon entrare. In quale merda vi siete cacciati questa volta?”- il tono accusatorio di Liam mi da ai nervi e mi chiedo perché tutti gli stronzi traditori sono tutti a questa festa del cazzo questa sera.

“Non sono cazzi tuoi, non vengo certo a raccontarlo a te.”- mi alzo dal mio posto. – “Traditore del cazzo.”- ringhio raggiungendo la porta pesante di ferro mentre lui ruota come suo solito gli occhi al cielo.

“Non sono io qui il traditore.”- risponde sotto voce nella sua fottuta camicia di flanella azzurra. Mi fa incazzare fino all’inverosimile.

Sto per aprire la porta e togliermi dal cazzo quest’individuo senza palle ma la stessa porta mi viene addosso quasi facendomi perdere l’equilibrio. Quasi. La fastidiosa ragazza che ne esce inizia a parlare a raffica senza che possa capire un cazzo. So solo che cercava Liam.

“Veronica datti una calmata! Cosa è successo.”- ora la riconosco è quella ragazza che sta sempre con il suo gruppo di coglioni. Forse non dovrei parlare così, Tal fa parte di quel gruppo, ma lei è sempre e solo un fottuto caso a parte.

“Conor è ubriaco e Talìta è lì, lui non la lascia andare e lei sta piangendo.”-dice la ragazza senza prendere neanche fiato. Proprio come il mio che si spezza quando sento il nome di Tal. Ancora più rabbia. Ancora più fottuta rabbia contro lo stronzo del mio ex migliore amico.

“Come cazzo ti è passato per la testa di portare Tal qui!? Cosa hai di fottutamente sbagliato!?”- urlo fuori di me prima di precipitarmi dentro il pub alla ricerca della ragazza che sta piangendo. Solo a pensare a lei che piange mi sale un fottuto nodo allo stomaco. Mi faccio spazio tra la folla con spintoni e pugni quando serve per poter raggiungere il punto in cui la folla crea uno squarcio e sono sicuro che Tal sia lì in mezzo anche se spero con tutto il cuore che non sia così.

Spingendo due fottuti individui ingombranti mi  avvicino  all’ampio spazio in mezzo alla pista dove vedo accasciato a terra il corpo di Tal. Raggelo sul posto e i miei occhi escono fuori dalle orbite nel vederla inerme a terra. Panico, terrore, paura, sento solo questo. Mi avvicino lentamente inginocchiandomi accanto a lei. Perché nessuno fa niente?

“Chiamate una cazzo di ambulanza!”- urlo agli spettatori senza cuore. Una risata giunge alle mie orecchie e solo ora mi accorgo del corpo strafatto e stra- alcolizzato di Conor. E’ stato lui. L’ha toccata. Ha toccato la mia Tal. Prima che riesca ad avventarmi su di lui con tutta la mia fottuta forza per fargli perdere quel sorriso di merda qualcuno mi precede e quel qualcuno e Liam. Non sento neanche quello che gli dice mentre lo riempie di pugni  e spintoni ma non m’importa. La priorità è Tal. E’ così calda e sudata. Le sposto i capelli dal viso e le faccio appoggiare delicatamente la testa sulle mie cosce mentre noto che qualcuno tra la moltitudine  si è smosso e sta al telefono con il pronto intervento indicandogli l’indirizzo.

Con forza Liam viene strappato dal corpo di Conor da due uomini che non conosco. “Drogato del cazzo!”- urla ancora Liam e sebbene sappia perfettamente che sia riferito a Conor, lo sento riferito a me. E se fossi stato io l’incosciente drogato al posto di Conor e avrei fatto del male a Tal senza volerlo? Rabbrividisco al solo pensiero. Non voglio più perdere il controllo di me stesso solo per i rischi che potrei far correre a lei.

Mi sento così isolato ora. Solo io e lei. E’ così bella, non riesco a non sfiorarle la guancia con le mie sporche dita. E’ solo svenuta lo so. Devo riprendermi e portarla fuori da qui.

Senza aspettare che l’ambulanza arrivi la prendo in braccio facendole poggiare la testa sul mio petto e la trasporto fuori. E’ così leggera. Si crea un corridoio di gente che mi lascia passare e arrivare verso la via d’uscita e tra tutta le gente anche lo sguardo divertito di Josh cattura il mio. Non le torcerai un capello figlio di puttana. Penso prima di trovare finalmente l’aria fredda della notte. Troppo fredda. Gelerà così. La stringo ancora di più a me per infonderle calore ma non funziona così.

“Prendi questa.”

“Louis.”- sussurro quando togliendosi la sua giacca la poggia sul corpo della dolce ragazza tra le mie braccia.

“Grazie.”- mi sento un cretino a guardarla e a pensare di poterlo fare così solo quando è incosciente. – “Quando cazzo arriva quest’ambulanza?”- mi lamento appoggiandomi con la schiena al muro.

“Sta per arrivare, calmati.”- mi tranquillizza Louis al mio fianco.

“Si può sapere cosa cazzo è successo?!”- Zayn, ci mancava solo lui ubriaco. Al suo seguito, neanche fossi rincorso da una fottuta sfiga del cazzo spuntano anche Liam col fiatone e quella ragazza con i capelli neri. Sembra Morticia Addams.

“Come sta?”- chiede preoccupata la così detta Veronica.

“E’ svenuta, come vuoi che stia?”- rispondo acidamente.

“Non dovevo portarla qui. Non ci sto capendo nulla!”- si colpevolizza Liam appiattendosi il fottuto ciuffo sulla testa.

“No, non dovevi.”

Il tempo prima che l’ambulanza facesse finalmente la sua apparizione è stato occupato solo dalla voce di Liam e Veronica, la quale cercava di spiegare cosa avesse visto. Ma so fin troppo bene che è tutta colpa di Conor e delle sue luride manacce. Mi sento un po’ speciale in questo momento nell’essere l’unico qui a sapere una parte del passato di Tal. Deve essere stato orribile per lei.

“Vado con lei.”- subito annuncio quando i paramedici fin troppo calmi adagiano Tal sul lettino dentro il veicolo. Le luci fosforescenti che vorticano sul tetto dell’ambulanza mi ricordano brutti momenti ma cerco di non pensarci e salgo con lei che ancora dorme.

“Ti raggiungo in macchina!”- urla il mio amico prima che le porte si chiudessero dietro di me. Lei dorme beatamente mentre tutte le persone attorno a lei sono in attività. Un’infermiera le controlla la pressione con uno strano aggeggio d’acciaio circondando il braccio di Tal con una specie di cuscinetto gonfiabile. La medicina ha fatto passi da gigante.

La donna le controlla anche il battito cardiaco mettendole due dita sul polso e controllando l’orologio allo stesso tempo. Mi sto innervosendo. Quasi perdo l’equilibrio quando l’ambulanza prende un dosso sulla strada ma sono più preoccupato che Talìta sia ancora nelle stessa posizione di prima. Le sciolgo i capelli dalla coda in modo che sia più comoda e le tolgo di dosso la giacca di Louis sostituendola con la mia.

“Come sta?”- mi decido a chiede all’infermiera che mi lancia uno sguardo annoiato. Se non fosse una donna le avrei già spaccato la faccia.

“E’ solo svenuta. Faremo dei controlli una volta al pronto soccorso, ma si sveglierà sana come un pesce.”- sembra un fottuto incubo e quell’infermiera è tanto brutta da farlo sembrare più un film horror. Voglio solo arrivare al pronto soccorso, sapere che sta bene, vederla sveglia e portarla nel suo letto. E una volta lì … non lo so, suo padre mi costringerà ad andarmene forse.

Vorrei solo fottutamente sapere cosa ha fatto Conor per farla addirittura svenire. Gli spezzo le ossa a quello stronzo quando lo vedo. Per ora mi accontento dei pugni che ha ricevuto da Liam. Qualche volta il traditore è utile.

Succede poi tutto molto il fretta, l’auto si ferma, gli sportelli vengono aperti, il lettino tirato giù costringendomi a mollare la presa sulla mano di Tal. Salto giù anche io e seguo i paramedici fino all’entrata del pronto soccorso super attivo di Los Angeles. La giacca di Louis nelle mie mani mi è d’intralcio mentre seguo Tal verso una stanza bianchissima con alcune attrezzature mediche appoggiate ad ogni muro. Decine di pazienti, ognuno con una storia diversa sono qui. Un bambino con una gamba fratturata. Una madre che sta quasi per partorire sta aspettando che un’infermiera si decida a portarla in sala parto. Una coppia di anziani, la donna è accanto al letto dove il marito è disteso con una flebo attaccata al braccio. Il delirio e mi ritrovo a sospirare confortato guardando Tal semplicemente svenuta.

“Dobbiamo aspettare che si risvegli. Lei è un parente?”- chiede un’altra donna con una cartellina. Non sono niente per lei io, ma voglio starle accanto.

“Sono il suo ragazzo.”

“Firmi qui.”- mi viene porto un foglio e una penna e mi chiedo come cazzo facciano ad essere fiscalmente ossessionati da procedure legali in momenti del genere. Firmo senza leggere sperando solo che si tolga dalle palle. Sono il suo ragazzo. Da dove cazzo mi è uscita questa. Rido di me stesso e della mia stupidità mentre mi siedo sul bordo del lettino della ragazza dormiente. Mi appoggio allo schienale e la guardo dormire dall’alto.

Siamo soli in questa stanza angusta ora e se penso che tra poco arriveranno anche gli altri mi sale il cazzo dal nervoso.

“Vorrei fottutamente sapere cosa ci facevi in quel pub.”- ora parlo pure da solo, non può sentirmi.- “Da quando tu frequenti i pub?”- che domanda stupida, lei ovviamente non li frequenta. – “Ah già, è stato Liam. Chissà perché non mi stupisce.”- che situazione del cazzo.

Sento un mugolio e subito dopo lei si rivolta nel lettino poggiando una mano sul mio ginocchio per metà steso accanto a lei e nasconde parte del suo viso nella mia coscia. Non ho mai visto nulla di più carino in vita mia. Sono arrabbiato con lei fino all’inverosimile per essere andata con Liam in quel pub di drogati fino al midollo ma non posso non sciogliermi dopo questo. Il mio telefono disgraziatamente riprende a suonare e cercando di non smuovermi troppo lo afferro dalla tasca posteriore dei miei pantaloni.

“Chi rompe i coglioni?!”- urlo sotto voce.

“Sono Liam testa di cazzo.”- da quanto tempo non lo sentivo al cellulare? Sono passati anni. Stronzo.

“Che vuoi?”

“Come sta?”

“Dorme.”- sono scocciato e ancora più arrabbiato. Perché cazzo ha ancora il mio numero? E perché mi chiama per sapere come sta Tal e non lo ha fatto prima, molto tempo prima per chiarire quello che è successo. Poi penso, non c’è nulla da chiarire. E’ solo un fottuto traditore.

“Ho portato Veronica a casa. Arrivo.”

“Nessuno ti ha chiesto di venire.”

“Non ho bisogno del tuo fottuto permesso per vedere Talìta!”- urla. Sta probabilmente guidando in questo momento. Se avesse avuto anni fa le palle che ha ora forse nulla sarebbe accaduto. Sono furioso e manca poco affinché sbotti al telefono in una rissa verbale ma vengo tempestivamente fermato da qualcosa. Aggancio il telefono senza curarmi di Liam e abbasso lo sguardo dilatato sulla mano di Tal. Sale dal mio ginocchio fino al mio interno coscia.

Che cazzo sta facendo?

“Cristo Tal non farlo.”- ringhio tra me e me afferrando saldamente l’asta di un’alta lampada accanto a me. La sua mano sale e so perfettamente che non sa quello che fa perché dorme ancora ma questo è fottutamente eccitante. Stringo i denti e combatto contro me stesso sul continuare a guardare e farmi venire una fottuta erezione oppure sul concentrarmi sull’orribile infermiera vicino al bancone nella sala fuori dalla stanza.- “Fiorellino ti prego.”- la mia presa sulla lampada cresce maggiormente e dio sa quanto ho desiderato che mi toccasse così, ma non di certo in una stanza di pronto soccorso con decine di persone che potrebbero vederci.

Stanno per venirmi le palpitazioni, sudo nel trattenermi  e sussulto quando stringe la mia coscia riabbassando la mano dal punto critico. – “Perché non ti salta per la vagina di farlo quando siamo soli e tu sei sveglia?”- chiedo cercando di regolarizzare il mio battito cardiaco. Ancora un centimetro più su e non ci sarei stato nei pantaloni.

Delicatamente tolgo la sua mano dalla mia gamba riponendola sul materasso ma non mi passa per il cazzo di spostare il suo viso dalla mia coscia. E’ troppo carina. Internamente focosa. Ma carina.

“Mi hai fatto sudare freddo porca puttana.”- commento sottovoce carezzandole i capelli.

Ho avuto coscienza ma la prossima volta non ci penso neanche a fermarmi. Sono sull’orlo di un’eccitazione continua quando lei è nei paragi.

“Vi ho trovati finalmente.”

__________________________

Non so mi passa una cosa per la testa. Vi sta continuando a piacere questa storia o no? I commenti, i voti e le visualizzazioni dicono di si ma la mia testa si pone il problema lol Fatemi sapere e spero che questo capitolo vi sia piaciuto perchè ci sono ancora molte cose da scoprire su Harry e Tal. La cosa a volte sembra troppo ingarbugliata anche per me e credo che debba tenere un'agenda sui particolari che scrivo e che poi dimentico lol  Al solito votate, commentate e se vi va consigliate la storia.

Se volete contattarmi  @grYolo1D è il mio Twitter e il mio Instagram è namelessgrace96

Al prossimo aggiornamento, baci<3

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top