38. Parole forti
I miei occhi sono più confusi che mai, spaziano da un lato all’altro della stanza rispettivamente da papà ad Harry ripetutamente. Tensione. Questo si respira qui dentro. Se prima Harry non immaginava che papà avesse dei pregiudizi su di lui adesso sono sicura che se ne sia reso conto. Cerco con poco successo di dirigere la mia attenzione sulle tende della finestra aspettando un segno oppure che la situazione si risolva da sola, ma non succederà lo so. Perché nessuno parla ora?
Sta diventando tutto imbarazzante. Papà con le pizze in mano giocherella con il cartone che le ricopre, Harry fissa il pavimento, le sue scarpe, le mie, poi il mio viso probabilmente in cerca di aiuto. Ma non era lui quello che ha sempre la frase giusta in ogni occasione? Perché ora sembra improvvisamente timido?
“Quindi …”- inizio, ma non ho idea di come continuare. Papà non apprezza in mio sforzo di parlare e ruota gli occhi al cielo. Capisco che non veda di buon occhio Harry ma-
“Cosa stavate facendo?”- chiede cupo in viso poggiando sulla scrivania le scatole che teneva in mano.
“Niente.”- rispondo come se fosse cosa ovvia. Non starà pensando che stessimo facendo qualcosa di equivoco? Anche se mettendomi nei suoi panni la scena presentatami sembrerebbe davvero equivoca. – “Papà andiamo …”- stavolta sono io a ruotare gli occhi al cielo perché so perfettamente che non sta credendo alle mie parole e la cosa è snervante sotto ogni punto di vista. Non gli ho mai mentito.
“Voglio sapere cosa ci fa lui in camera tua. Ho il diritto di saperlo Tal.”- resto una statua non sapendo cosa dire, non voglio rivelare i problemi di Harry ma allo stesso tempo non voglio mentire a papà. Sono nel panico ora come ora.
“Se posso restare a cena le spiego tutto io.”- un Harry stranamente più tranquillo fa la sua apparizione nella conversazione. Venendomi in soccorso. E per questo lo ringrazio silenziosamente.
Mi stupisce ancora di più la risposta di papà che annuisce riprendendo le pizze e urlando dal corridoio – “Vi aspetto a tavola, tutti e due.”- dice mentre sposto lo sguardo dalla porta della mia stanza al volto di Harry che ha rimediato una cena e ne è compiaciuto, mi fa ridere. – “Ora!”
HARRY’S POV
Non ho mai scambiato quattro parole con l’uomo che ho davanti. Posso dire che non assomiglia per niente a sua figlia. Lui è prevenuto nei miei confronti e forse ha ragione, Tal invece si è mostrata più aperta con me fin dall’inizio anche se probabilmente anche lei prima aveva pensato di starmi alla larga. Forse avrebbe fatto bene.
Comunque stiano le cose conosco lo sguardo che mi sta rivolgendo in questo momento e sono tentato di tirargli una fetta di questa fottuta e squisitissima pizza in faccia. Regna ancora il silenzio e forse dovrei essere io a parlare visto che lo avevo garantito. Non vorrei essere nei panni della ragazza accanto a me con in bocca un boccone di pizza in questo momento. Lei guarda fisso il suo piatto e non spiccica parola, è incredibilmente a disagio.
Presumo che non si sia mai trovata in una situazione del genere, a cena con suo padre e un ragazzo intendo. Mi schiarisco la voce bevendo un sorso d’acqua. E l’uomo che ho scoperto si chiama Ruben alza ancora una volta lo sguardo avvelenato verso di me. Ma che cazzo gli ho fatto?
“Dunque,”- comincio richiamando anche l’attenzione di Tal- “Ho picchiato un tizio a scuola, i miei lo hanno scoperto e mi hanno buttato fuori di casa.”- dico tutto d’un fiato riprendendo a mangiare una fetta di pizza presa dal cartone al centro del tavolo.
“Questo non spiega perché eri in camera di mia figlia.”- risponde l’uomo mostrandomi un finto sorrisetto di scherno che prendo come una sfida. Tal spalanca gli occhi probabilmente preparandosi al peggio, ma voglio divertirmi anche io come sta facendo lui.
“Tal è gentile, mi ascolta, sono corso da lei per questo.”- rispondo a tono mentre la povera ragazza inizia a tossire per colpa dell’acqua andata di traverso-
“Tutto bene tesoro?”
“Si papà.”- risponde lei con un filo di voce. Poi ritorna tutto come prima. Silenzio. Ma so perfettamente che non durerà a lungo perché mi farà un’altra domanda senza ombra di dubbio per cercare di mettermi in difficoltà. Non accadrà. Che giornata di merda, devo pure combattere verbalmente con un padre geloso.
“Quindi, Harry …”- sembra che gli faccia schifo il mio nome. Mi sta innervosendo e non so se controllerò ulteriormente il mio temperamento. – “Come mai hai picchiato ‘un tizio’?”- chiede facendomi il verso e mimando due virgolette immaginarie con le dita. Mi sta davvero prendendo per il culo?
“Mi andava di farlo e l’ho fatto, come quando ho baciato sua figlia, mi andava di farlo!”
Sono drammaticamente sbottato, ho alzato il tono, mi ha provocato e ho risposto proprio nel modo in cui sperava che rispondessi. Sono caduto nel tranello di questo stronzo di un padre ficcanaso. Oggi tutto sembra essere contro di me. Tal ha spalancato gli occhi e mi fissa con una certa paura negli occhi ed è in questo momento che realizzo la cazzata che ho detto. Sposto il mio sguardo su Ruben il quale allarga e restringe le narici fissandomi infuriato come non mai. Neanche papà o Conrad mi hanno mai guardato in questo modo e comincio a temere per la mia incolumità.
Inghiotto nervosamente la saliva balbettando qualcosa anche a me incomprensibile ma sono sicuro che sia qualcosa che tenterà di discolparmi, ma non c’è verso che funzioni. Il danno è fatto. Volevo provocarlo come lui stava provocando me e cazzo se ci sono riuscito. Forse troppo.
“Papà-“
“Zitta tu!”- si rivolge ringhiando alla figlia e la cosa non fa che far sparire la paura in me facendo innalzare la rabbia. – “Con quale cazzo di diritto hai baciato Tal?! E tu perché cazzo non me lo hai detto?!”- continua rivolgendosi prima a me e poi al mio fiorellino. Se le urla ancora una volta a quel modo non mi fermerò a picchiare anche lui.
Nel frattempo non posso fare a meno di notare la salda presa dell’uomo sui lati del tavolo, è come se volesse disintegrarli. Per una frazione di secondi ho immaginato le mie povere ossa al posto del tavolo e forse è quello che sta immaginando anche lui.
“Possiamo parlarne civilmente?”- chiedo appoggiandomi pesantemente allo schienale della mia sedia temendo una reazione esagerata da parte sua.
“Di cosa vuoi parlare?! Sembra che ogni volta che apri bocca tu dica la cosa sbagliata! Quindi è meglio per te se la pianti!”- mi rimprovera. Ha una fottuta ragione. Sbaglio sempre. Torno a guardare Tal che rimane in silenzio, proprio come gli ha ordinato lui, e giocherella con i bottoni della sua camicetta nuova. E’ talmente dolce da farmi sentire in colpa ancor di più, se non fosse per me ora starebbe cenando con suo padre probabilmente discutendo sul viaggio a New York appena fatto. Con un sorriso sulle labbra.
Ruben sospira apparentemente rilassandosi, non ci casco di nuovo. Riprendo a mangiare la mia pizza senza dire una parola, rivolgendo la mia completa attenzione alla finestra che da su casa mia. Potrei essere rinchiuso in camera ora a girovagare su Internet nel buio più totale oppure a leggere sdraiato sul letto ma invece sono qui a subire altre ramanzine come se quelle di papà e occasionalmente quelle di Conrad non bastassero.
Mi ci vogliono pochi secondi a capire che questa sera e per un po’ di tempo non potrò mettere piede in quella casa, almeno quando ci sono i vecchi dentro. Sono già nostalgico di qualcosa che sarà in camera mia anche se ancora non so cosa. Cosa ho sbagliato? Quando è cominciato questo calvario?
All’improvviso non ho più fame e lascio andare malamente la crosta della mia fetta di pizza sul piatto e la fisso come se fosse la cosa più interessante del mondo.
TALITA’S POV
Non so cosa dire o cosa fare per uscire da questa situazione e farne uscire anche Harry. Il cuore mi è salito in gola quando ha parlato a papà del bacio ma in fondo è meglio così no? Non è bello avere segreti con l’unico genitore che mi è rimasto. Eppure ci sarebbero così tante cose che potrei dirgli su Harry, ma non lo farò e lo so, questi sono altri segreti che ho tenuto nascosti a papà. In conclusione non ho risolto nulla, papà è venuto a sapere qualcosa che forse era meglio rimanesse segreto soprattutto trattandosi di Harry.
L’aria può essere tagliata con un coltello e il rumore sarebbe tanto forte da superare questo silenzio straziante. Papà sembra essersi calmato, come se la pizza avesse un effetto filantropico su di lui, Harry invece ha il capo chino e ha smesso di mangiare. Ha le sopracciglia crucciate e sono le uniche cose che posso vedere del suo viso visto che è completamente nascosto alla vista. Le sue mani che tengono la sua fronte non migliorano la visuale e mi sento stringere le budella per quanto mi sento male per lui.
“Harry.”- sussurro sperando che papà non mi senta, ma forse ci sono riuscita così tanto che neanche il mio amico si è alzato dalla sua posizione. La mia mano volontariamente raggiunge il suo ginocchio sotto il tavolo e solo in quel momento mi rivolge uno sguardo spento che mi fa preoccupare. Ho paura che possa iniziare a piangere. – “Perché non vai in camera mia?”- la domanda esce dalla mia bocca senza che l’abbia pensata precedentemente e soprattutto senza curarmi della presenza di papà che alle mie parole ha drizzato le orecchie e assunto un’aria contrariata.
“Tal lui non andrà-“
“Papà ti devo parlare.”- lo blocco prima che possa finire la sua frase. Harry trasformando le sue labbra in una linea dritta segue il mio consiglio e ci lascia soli chiudendo la porta della mia stanza e io tiro un sospiro di sollievo.
“Cosa diavolo ti prende? Non ti riconosco Tal.”- inizia papà strizzando il ponte del naso tra le dita e serrando gli occhi.
“Te l’ho già detto, è un periodo difficile per lui adesso. Non riconosco più neanche lui papà.”
“In che senso?”
“Non è più scherzoso come quando l’ho incontrato, cerca di mantenere quell’aria ma a volte lo vedo, si perde nei suoi pensieri ed è preoccupato.”- sto cercando di dirgli di non infierire ulteriormente su Harry proprio ora, spero riesca a capirmi.
“E tu sai per cosa ovviamente.”- conclude sorridendo amaramente – “E non me lo dirai. Non mi piace quando non mi dici niente.”- continua pochi secondi dopo.-“ perché non mi hai detto del bacio?”- chiede poi stranamente più calmo.
“Non era importante. E’ solo successo e si è già scusato tempo fa.”- annuisce solamente alzandosi dal tavolo e raggiungendo il divano, dove si lascia andare in una stanca caduta per lungo. Lo seguo restando in piedi davanti a lui. – “Solo … non dargli addosso altro peso, è già stato lasciato fuori casa dalla sua famiglia.”- annuisce ancora mentre io mi torturo le mani.
“Vorrei sapere perché lo difendi sempre.”- mi chiede e questa domanda ricordo che me l’hanno già fatto, me l’ha già fatta, Liam.
“Non lo so.”- do ancora la stessa risposta e lui annuisce ancora per l’ennesima volta, è quasi irritante.
“Dove dormirà questa sera?”- chiede poi e solo ora mi pongo il problema. Ci penso su un attimo e arrivo alla conclusione che per il bene dei nervi di papà sia meglio non lasciarlo qui. Forse potrei chiedere a Niall e Ines di farlo stare nella loro camera, oppure a Conrad.
“Chiederò a Conrad di ospitarlo.”- annuisce e io lascio la stanza per raggiungere l’anima in pena nella mia stanza.
Riesco ad immaginarlo sdraiato sul mio letto con un braccio piegato a coprirgli gli occhi che minacciano di piangere. Mentre ripensa a quello che avrebbe potuto fare per evitare la situazione in cui si trova oppure a come risollevare il rapporto con i suoi genitori e Liam, a riprendere a studiare seriamente ed arrivare ad essere soddisfatto di se stesso. Ma quando entro in camera capisco quanto poco lo conosco.
“Che stai combinando?”- chiedo a bocca aperta quando lo vedo a terra a petto nudo a fare flessioni ad un ritmo per me preoccupante ma lui sembra esserci abituato. Mi affretto a chiudere la porta prima che papà lo veda e mi perdo di nuovo a fissare il suo ciuffo di capelli ricadere vicino al pavimento quando si abbassa e notando la collana a forma di croce sbattere violentemente a terra ad ogni piegamento mentre le braccia muscolose si contraggono ad ogni movimento.
“Non si vede? Scarico la tensione.”- risponde a fatica.
“E lo devi fare in camera mia?”- chiedo quasi infastidita, quasi. Ma incrocio comunque la braccia al petto stizzita.
“Dove altro posso farlo?”
“Da Conrad per esempio.”- la butto giù lì-
“Perché?”- ridacchia alzandosi e tamponandosi il sudore con la maglia che ha poi abbandonato nuovamente sul mio letto. Quanto è sudato.
“Perché-“- inizio e provo a ritrovare quel poco di lucidità che mi resta- “Perché …”- mi schiarisco la voce guardando a terra.-“ Perché devi dormire da qualche parte e mi sembra ovvio che qui non puoi restare.”- sento la sua breve risata mentre si avvicina a me e lo noto dai suoi piedi che si avvicinano ai miei.
“Come sei premurosa fiorellino.”- sembra che mi prenda in giro ma riconosco il suo tono da depravato immediatamente. E’ ritornato da uno dei suoi momenti di depressione. Incredibile quanto sia bipolare questo ragazzo. – “Guardami.”- sorride. E io per non dargli la soddisfazione di ammettere di essere in imbarazzo lo accontento con un ghigno divertito.- “credi che dovrei allenarmi più sui bicipiti o sui pettorali?”
“Oh andiamo piantala!”- rido alle sue mosse strane da uomo muscoloso sicuro di se.
“Lo so che ti piace quando sono a petto nudo, dovrei stare così più spesso.”
“Non ho mai detto che mi piace.”- rispondo coprendomi la vista con una mano.
“Ma lo hai pensato.”- mi zittisce. E’ vero l’ho pensato ma sono una donna anche io no? –“Comunque …”- ricomincia afferrando divertito la sua maglia per poi rimettersela velocemente e questo mi autorizza a riportare il mio sguardo su di lui. – “Ho pensato alla tua idea, quella di vendere la mia roba. Voglio farlo. Mi aiuteresti?”- mi chiede poi sorprendendomi.
“Certo che ti aiuto.”- sorrido felice.
“I miei hanno una cena di lavoro domani sera e ovviamente non mi vorranno più lì, quindi puoi aiutarmi a scegliere qualcosa da vendere mentre loro sono via.”- mi sorride di rimando e io non posso essere più felice di così. Non so fino a quanto potrà servirgli il mio aiuto ma se lo aiuterà anche solo un po’ ad uscire da questa situazione non vedo l’ora di rimboccarmi le mani.
HARRY’S POV
“Vuoi un’altra coperta?”
“No, sto bene.”
“Bene.”
Non ci credo che sono qui. Ma chi cazzo mi ha fatto cadere così in basso? Fino a ieri dormivo nel mio letto a due piazze in una stanza piena di cose solo mie, inutili ma solo mie. Se me lo avessero detto ieri che oggi avrei dormito su un divano scomodo, con una coperta che non mi copre neanche i piedi e soprattutto nella casa della servitù non ci avrei creduto neanche sotto la fottuta tortura.
A peggiorare le cose, sono nell’appartamento di Conrad. Non ha fiatato quando Tal gli ha chiesto fin troppo gentilmente di ospitarmi, ha accettato subito e questo mi ha lasciato interdetto.
“Harry.”
“Cosa?”- chiedo quando per l’ennesima volta il maggiordomo fa capolino dalla porta del salotto.
“Riprendi in mano la tua vita.”- dice prima di spegnare la luce del corridoio e chiudersi nella sua stanza da letto. Mi lascia riflettere con quella frase che seppur scontata ha avuto il suo effetto su di me. Fottuto bastardo di un Conrad. Ma lo ringrazio mentalmente quando perdo conoscenza e cado tra le mani di Morfeo ripensando a tutte quelle cose che mi passano per la testa solo ora...
Quanto avrei voluto dormire con Tal.
La droga più assuefacente sarebbero le sue labbra proibite per me.
Ieri era il suo compleanno. Non le ho fatto gli auguri come si deve.
Chissà cosa sta facendo ora a sole poche stanze da qui.
TALITA’S POV
“Cosa devo fare mamma? E’ tutto troppo difficile da sopportare per me. Sento che il rapporto con papà sta cambiando. Sento come se lui non si fidasse più di me. E poi c’è Harry, sai sicuramente tutti i suoi problemi, da lassù vedi tutto vero? Dammi un consiglio perché ora come ora ho solo paura che qualcos’altro vada storto”
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Urca ragazze, più di 300 voti al capitolo precedente, mi stava per venire un infarto. Grazie mille. E' un capitolo un po' corto e con poco contenuto ma basta notare piccole cose essenziali per lo svolgimento della storia. Spero vi stia piancendo e vi faccio un regalo. Se questo capitolo raggiunge in fretta i 300 voti ve ne posto un altro ;) Grazie mille alcora. Ora vado a inbiancare la mia stanza lol
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