34. Nuove conoscenze

“Scusami davvero, non ti ho proprio notata.”- si perdona il ragazzo che mi è appena venuto addosso ma il  mio pensiero ora è il cellulare ai miei piedi. - “non si è rotto vero?”- quando riesco a sbloccare l’aggeggio e noto che è intatto tiro un sospiro di sollievo.

“No, funziona bene.”- rispondo tranquillizzandolo con un sorriso. A primo impatto non avevo fatto molto caso a lui ma guardandolo bene sembra un rapper. Un cappellino rosso posto in modo scorretto sulla sua testa, con la visiera rivolta verso destra. Un piercing al naso e non riesco neanche a contare tutti gli orecchini che ha, per non parlare della sua maglia di almeno cinque taglie più grande.

“Per fortuna. Sono a corto di soldi per ripagare un telefono del genere.”- ridacchia osservando il modello del mio cellulare, in effetti non li avrei neanche io tutti quei soldi e Harry deve avere una paghetta d’oro per avermelo potuto comprare, ma questo è meglio non dirlo. “Comunque piacere io sono-“

“Nash! Che stai combinando? Nash muoviti!”- grida una donna che non riesco a vedere tra la folla della strada, ma sono sicura che si stesse riferendo al ragazzo davanti a me visto che si è voltato all’istante.

“Tal, tieni il tuo hot-dog.”

“Oh, grazie papà.”

“Lui chi è?”- domanda mio padre.

“Lui è … Nash giusto?”

“Si, sono Nash.”- conferma il ragazzo sorridendo a mio padre che lo guarda con aria sospettosa mentre morde il suo hot-dog strapieno di salse. Mi ricorda Harry nel modo di mangiare, è disgustoso. Papà usa il marciapiede come Harry usava il piatto quella volta. Tutte le salse scivolano a gocce e mi comincio a domandare se veramente sono l’unica a mangiare queste robe con forchetta e coltello.

“Nash accidenti! Devo preparare il pranzo ancor-“- la donna che poco fa ha parlato si fa sempre più vicina e più si avvicina più credo di conoscerla, fin quando non si ferma a metà frase essendosi accorta di noi, cosa ci fa qui? - “Sigor Naràn, Talìta!”

“Doris?”- domanda papà ancora più confuso strizzando gli occhi per il troppo sole dell’ora di punta. Tutte le strade si stanno facendo via, via sempre più affollate e probabilmente molti stanno tornando a casa da lavoro. Bambini con gli zainetti mano nella mano con le madri corrono da una parte all’altra della strada, deve esserci una scuola qui vicino. Ma a cosa penso? C’è Doris qui davanti a me e non so perché. E’ da un po’ che non la vedo a casa Styles in effetti.

“Vi conoscete?”- chiede Nash smuovendo l’indice tra Doris e mio padre.

“Si! E’ il giardiniere degli Styles, e lei è sua figlia, te ne avevo parlato, ma dove vivi?”- ruota gli occhi al cielo la donna.-

Io e papà ci lanciamo un’occhiata sospetta, nessuno dei due sta capendo nulla e papà mi fa ridere con quella guancia gonfia di hot-dog e la bocca semi aperta. Decido anche io di addentare il mio tanto per fare qualcosa invece di restare imbambolata.

“Scusa se ho altro da fare che ascoltare le cose del tuo lavoro!”

“Altro da fare? Cosa? Non studi, non aiuti in casa, l’unica cosa che fai è uscire la sera e rinchiuderti in bagno di giorno, chissà a fare cosa.”

“Mamma!”

Doris sembra molto più alla mano in questo momento. Non sembra per niente quella donna sempre impeccabile nell’aspetto quanto nel suo lavoro di quando l’ho conosciuta. Ora indossa dei jeans e un maglioncino marrone abbinato alle scarpe. Per non parlare del suo chignon scomparso e sostituito da una coda scomposta di capelli biondi. Solo dopo mi accorgo che mi sto soffermando su dettagli stupidi quando invece il ragazzo davanti a me l’ha appena chiamata mamma.

“Mamma?”- chiede papà ancora più confuso, se è possibile, dando voce ai miei pensieri.- “Non sapevo fossi sposata.”- continua papà masticando disgustosamente a bocca aperta. Mi passa per la testa la folle idea di mandare ad Harry una foto di papà in questo momento, chissà come la prenderebbe notando quanto si assomigliano. Ma respingo subito questo pensiero e ritorno alla realtà che è di gran lunga più strana dei miei pensieri in questo momento.

“Si, Nash è mio figlio, ma non sono più sposata.”

“Vi conviene scappare prima che attacchi con la tiritera di quanto è stata triste e di quanto è ingrassata dopo il divorzio.”- si lamenta Nash facendomi ridere per il modo in cui ruota gli occhi al cielo e gesticola con le mani-

“Nash piantala.”

“Ah! E di come si è risollevata con le sue forze andando in palestra e riprendendo nelle mani la sua vita!”- conclude in tono trionfale il ragazzo portando gli occhi castani in un punto a caso verso l’alto e la mano destra sul cuore. Gesto che oltre a me fa ridere anche papà, mentre la povera Doris si copre il viso con una mano trattenendosi anche lei dal ridere.

Venire a conoscenza dal fatto che anche Doris è una madre single mi ha stupita, dietro quella donna sempre perfetta non mi aspettavo che si nascondesse tanto. Deve aver sofferto, papà ha pianto per giorni quando ha perso la mamma, ma le due cose non sono neanche da comparare. L’ex marito di Doris non è morto.

“Scusatelo, parla sempre troppo.”- Nash viene ammonito. Ma io ammiro quel ragazzo, parla di argomenti delicati come se non lo toccassero eppure è  il figlio che ha dovuto sopportare il divorzio dei genitori. Quella maschera solare e divertente deve nascondere un po’ di sofferenza. Però è molto simpatico e carino.- “Come mai siete a New York piuttosto?”- Doris aggrotta le sopracciglia.

“Domani è il suo compleanno, voleva venire qui quindi …”- spiega papà con la bocca ancora piena di carne. Il mio hot-dog in compenso è ancora quasi del tutto integro nella mia mano.

“Domani è il tuo compleanno?”- chiede retoricamente Nash. - “Allora devo farti un regalo.”- ammicca verso di me e io mi sento improvvisamente in imbarazzo e sento un certo calore sulle gote.

“Sentite, perché non venite a pranzo da noi? Due Hot-dogs non sono un pasto.”- sorride la donna bionda verso di noi. Io e papà ci guardiamo ancora una volta ma entrambi avevamo già accettato l’offerta. Dal canto mio sono troppo curiosa di vedere dove vive Doris. Credevo stesse a Los Angeles, non capisco ancora perché vive qui se lavora per gli Styles.

Molto gentilmente, anzi forse troppo, Nash mi accompagna verso l’auto della madre poco distante da lì mentre i nostri genitori sono alle nostre spalle che camminano più lentamente, probabilmente staranno parlando di qualcosa. Ma non m’importa più di tanto del loro argomento di discussione, sono già abbastanza nervosa per il fatto che Nash mi abbia appena presa per mano. Ho i brividi per tutto il corpo e non di certo per l’emozione e la felicità. Credevo che questa cosa della paura mi fosse passata, con Harry non la sento perché con gli altri si?

Cerco di reprimere tutte le emozioni che ho adesso dentro le mie viscere addentando senza sosta il panino col wurstel che ho in mano fino a finirlo quando finalmente siamo giunti all’auto parcheggiata sul bordo della strada trafficata.

HARRY’S POV

Una giornata da dimenticare. Non entravo in classe da una settimana e non resistevo per tutte e sei le ore da almeno tre mesi. Dovrebbero chiamarla carcere non scuola. Pure i fottuti scoiattoli in giardino mi sfottevano mangiando una ghianda mentre io ero seduto in quel cazzo di banco troppo basso per le mie gambe. Mi sono ritrovato a sbuffare  rumorosamente per la gran parte del tempo e le occhiatine delle ragazze con l’apparecchio attorno a me cominciavano a darmi fottutamente sui nervi.

Deve essere stato un sogno quando ho creduto di provare interesse per la lezione per quindici minuti. Per me è anche tanto. Infatti subito dopo mi sono addormentato sul banco senza sapere nemmeno come. Ah, no forse una ragione c’è. Il merdoso uomo che spiega in pantaloni marrone merda e camicia verde muco è fin troppo noioso anche per il secchione occhialuto a primo banco che fa penzolare la testa di tanto in tanto cercando di tenere gli occhi aperti.

Quando suona quella cazzo di campanella mi sembrano le campane del paradiso. Non ci penso nemmeno a sorbirmi un’altra ora di scuola, non oggi almeno. Mi catapulto letteralmente fuori come se non ci fosse un domani e corro verso quell’angolo non video sorvegliato della scuola dove sono sicuro trovare quei drogati. Ne parlo come se io non ne facessi parte.

Come mi aspettavo c’è qualcuno, mi ci vogliono pochi secondi per capire che è Zayn.

“Chi si rivede.”- ammicca.- “cosa è successo ieri notte a Tomlinson?”- domanda secco mentre mi appoggio con le spalle al muro a mirare il paesaggio decisamente poco invitante-

“Tu come lo sai?”

“Sono stati Josh e Gordon no? Tutto il giro  lo sa appena fanno qualcosa.”

“Cosa hanno detto?”

“Che lo hanno picchiato a sangue.”- ridacchia poggiando la canna tra le labbra e strizzando gli occhi aspirando.

“Palloni gonfiati, gli hanno tirato un paio di pugni e sono andati via.”- gli racconto i fatti reali.

“Un ultimatum, non li ha ancora pagati vero?”

“Tu sapevi che aveva dei debiti con loro?”- sputo irritato, a quanto pare qui sono sempre l’ultimo a sapere le cose.

“Certo che lo sapevo, non ti sei mai chiesto perché ci dava quella roba senza chiederci niente in cambio? Mi è sempre puzzata di marcio questa merdata.”

Odio ammettere che ha ragione, Louis non ci ha mai chiesto un soldo per la droga e non gliela danno certo gratis, perché dovrebbero?

“In che cazzo si è andato a mettere.”- ringhio nervoso, forse troppo nervoso visto che sono arrivato al punto di strisciare le dita tra i capelli.

“Non lo so, ma arrabbiarti non serve a niente.”- dice rilasciando il fumo dalle narici- “Vuoi un tiro? Per rilassarti.”- vorrei tanto dire di no e gettare via quello schifo che tiene tra le dita ma sono troppo arrabbiato e non la tocco da troppo tempo per dire di no. Quindi faccio lo sbaglio di accettare l’offerta e aspirare dalla bocca la nebbia dei sensi.

Terrò a mente che questa volta non c’è Tal a prendersi cura di me. Chissà cosa sta facendo in questo momento. Sul cellulare c’è solo il suo messaggio di risposta, ovviamente non mi manderà nessuna foto, prevedibile.

A Fiorellino: Hai assaggiato l’hot-dog?

“Chi è Fiorellino?”- scoppia a ridere colui che chiamo amico, ma che è piegato dal ridere riprendendo dalle mie mani la canna.

“I cazzi tuoi, Zayn, fatteli.”- rispondo ignorandolo e riponendo il cellulare in tasca.

“Non sarà l’indiana? No! E’ davvero l’indiana!”- continua a ridere più forte. In questo momento mi pento di parlare troppo quando sono sotto l’effetto dell’alcol. Non dovevano sapere neanche che esistesse Tal.- “Fiorellino? Mi prendi per il culo?”- continua asciugandosi una lacrima, cazzo fa tanto ridere?- “siete arrivati anche ai nomignoli? Lei come ti chiama ricciolino?”

“La pianti?”- chiedo abbastanza serio volgendo lo sguardo scocciato verso di lui.

“Fiorellino? Haz! Ti ha stregato col suo fascino orientale? Com’è a letto?”-

“Non ci sono andato a letto! La smetti di fare lo stronzo? È solo un’amica.”- Zayn si riprende dal suo stato di ridarella convulsiva e ritorna quasi serio, quasi.

“Amico, qualsiasi cosa sia quella ragazza, non coinvolgerla nella tua vita.”- consiglia improvvisamente pensieroso.

“Che vuoi dire?”

“Che Josh vuole i suoi soldi e anche se ha picchiato solo Louis, quelli che usano la sua droga senza pagare siamo anche noi.”-

“E allora? Cosa c’entra Tal?”- chiedo aggrottando le sopracciglia bisognoso di un altro tiro di fumo.

“Tal?”- alza le sopracciglia- “E’ così che si chiama?”- continua sorridendo.

“Zayn! Cosa c’entra lei?”

“Che ne so! Visto che è vicina a te e che a quanto vedo tieni a lei, potrebbe farle qualcosa! Senza contare che qui quello pieno di soldi sei tu, potrebbe venire direttamente da te se Louis non paga.”- risponde spalancando le braccia come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

“Lei è al sicuro ora, non può farle niente, basta pagare entro domani, è facile.”- rispondo sicuro, Josh e Gordon vogliono i soldi e i soldi avranno.

“Se hai settemila dollari da dargli.”- strabuzzo gli occhi al sentire l’enorme cifra, non ho neanche tutti quei soldi e papà mi controlla le carte di credito, non posso prelevare tutti quei soldi. - “neanche dividendoci la spesa riusciremo a saldare il debito, almeno non subito.”

All’improvviso mi si sta ritorcendo tutto contro, credevo che fosse solo un problema di Louis e che fosse una cifra insignificante ma questo va ben oltre quello che mi aspettavo. E non solo siamo coinvolti anche io e Zayn ma c’è la possibilità che facciano qualcosa a qualcun altro. Se solo mi avessero detto tutto subito. Questa è la ricompensa per tutti questi anni di merda.

Istintivamente tiro un pugno al muro alle mie spalle. Frustrato, possibile che non c’è nulla che vada bene nella mia vita?

“Il tuo telefono s’illumina amico, il tuo Fiorellino ti avrà risposto.”- mi avvisa ghignando ma non ride più come prima, in effetti non c’è niente da ridere.

Da Fiorellino: Te lo concedo, l’hot dog è buono. Sapevi che Doris vive a New York e ha un figlio?

TALITA’S POV

Il pranzo è stato fantastico, Doris cucina come una cuoca, quasi alla pari di Ines. Lo spazioso appartamento nella zona est di New York è all’ottavo piano di uno dei tanti palazzi enormi che ci sono. Nash ha detto che è tutto merito degli alimenti dell’ex marito se ha potuto permettersi un posto del genere e mi ha fatto ridere per la decima volta in questa giornata.

E’ tutto molto accogliente, la cucina dove abbiamo mangiato è delle giuste proporzioni e le tendine fiorite alle finestre tinte di verde oliva creano un ambiente casereccio. Il piccolo tavolo al centro della stanza è evidentemente per due persone ma siamo riusciti ad entrarci in quattro anche se stretti.

Doris ci ha spiegato che lavora nella filiale New Yorkese della ‘Styles Enterprises’ visto che Nash va a scuola qui, ma viaggia spesso per coordinare gli appuntamenti del signor Styles a Los Angeles. Ecco perché non la vedo quasi mai.

“… Così quando guarda qualche film sdolcinato si stravacca sul divano con una confezione di gelato lamentandosi di non avere un uomo.”- racconta Nash senza peli sulla lingua facendo quasi strozzare papà con il dolce per il troppo ridere. La povera Doris sta sprofondando nella vergogna.

“Nash! Non penso volessero saperlo, scusatelo, non sta mai zitto.”

Il ragazzo che si è spogliato del suo cappello e della sua maglia enorme restando in canotta bianca ruota gli occhi al cielo alzandosi da tavola.

“Vieni Talìta, lasciamo i vecchi a conversare di cose noiose.”- mi chiama facendomi segno di seguirlo verso il soggiorno. Troppo curiosa di sapere cos’altro farà per farmi ridere mi congedo seguendolo.

Il salotto sembra così comodo, il divano in stoffa grigia sembra mi stia chiamando intimandomi di sdraiarmi. La mia schiena ne sarebbe felice dopo che ha dovuto fare i conti con quell’orribile letto dell’hotel. Nash è piegato verso un mobile alla base del grande televisore attaccato al muro. Forse uno dei grandi lussi che si possono permettere tra gli alimenti di un ex marito e uno stipendio ben pagato degli Styles.

“Che film vuoi vedere?”- chiede con la testa dentro il mobiletto-

“Non so, quello che vuoi, basta che non sia Batman.”- ridacchio ripensando a Liam e a quella volta in cui ho dovuto sorbirmi tutta la saga. Quanto vorrei chiamarlo o inviargli un messaggio,se solo Harry si fosse degnato di darmi il suo numero.

“Cos’hai contro Batman?”- sorride.

“Nulla, ma un mio amico lo adora e diciamo che ora ne ho fin sopra i capelli.”- rispondo divertita raggiungendo il divano che non poteva più stare senza un contatto tra di noi, o forse ero io a non poter resistere dal sedermi.

“Capisco, allora ….”- risponde riflettendo inginocchiato.-“… Spiderman?”

“Tanto per cambiare genere eh?”- rido contagiandolo mentre il mio cellulare prende ad illuminarsi.

Da Harry: Lo hai assaggiato l’hot-dog?

E’ quasi l’una, dovrebbe essere ancora a scuola in questo momento. Probabilmente avrà saltato le ultime lezioni.

A Harry: Te lo concedo, l’hot dog è buono. Sapevi che Doris vive a New York e ha un figlio?

Da Harry: Davvero? E io che ci avevo fatto un pensierino.

Possibile che non smetta mai di pensare a quelle cose? Ruoto gli occhi al cielo mentre Nash traffica col registratore, dovrò subire altre due ore di film su strani super eroi travestiti da animaletti fastidiosi.

A Harry: E’ una donna di almeno quarant’anni!

Da Harry: E allora? Le donne mature sono più focose, si dice che se la spassino il più possibile prima della menopausa.

A Harry: Non voglio neanche sapere dove l’hai letta questa stupidaggine.

Da Harry: Odio scrivere, non ti posso chiamare e basta?

Non credo sia il momento questo per parlare al telefono con Harry, papà e Doris sono di là, senza contare che sarebbe scortese nei confronti di Nash.

A Harry: meglio di no, non sono sola, sono col figlio di Doris, stiamo per vederci un film.

Da Harry: E quando potrei fiorellino?

A Harry: A mezzanotte è il mio compleanno, puoi chiamarmi per farmi gli auguri, possibilmente sobrio.

Mi piace questa cosa dei messaggi, sembra un Harry più amichevole questo, probabilmente non parlerei così con lui faccia a faccia. Chissà cosa succederà quando tornerò a casa. Per ora è meglio non pensarci.

“Pronta per una maratona di Superman?”- chiede Nash raggiungendomi sul divano sempre con la sua solita allegria.

“Ho altra scelta?”

“No.”- risponde premendo il tasto play con un sorriso dolcissimo.

***

“Così hai passato la tua vita a viaggiare, in poche parole.”

Nash è davvero la persona più gentile del mondo, lui e Liam lo sono, sicuramente andrebbero d’accordo se si conoscessero. Mi ha portata a visitare i posti più belli di New York, il ponte di Brooklyn è bellissimo al tramonto e il fiume brilla di mille colori. E’ stato un’ottima guida turistica  e ho imparato a conoscere anche lui. Sa una marea di cose su New York e studia economia al primo anno di college, dall’aspetto non lo avrei mai detto.

“Si, diciamo. Tu sei sempre stato qui?”- chiedo leccando un lato del mio gelato alla crema.

“Da tutta la vita. Non posso lasciare mamma da sola.”

“Capisco.”- lo capisco eccome, anche io sarei potuta tornare in India e vivere con la nonna. Ma non potevo lasciare papà solo.

“Domani fai diciannove anni! Dove vuoi che ti porti domani sera?”- mi sorride guardandomi affettuosamente, mentre il leggero venticello autunnale sul ponte ci scompiglia i capelli. Ha degli occhi così dolci.

“Perché mi farai ancora da guida turistica domani sera?”- chiedo sorridendo mentre il sole comincia a svanire all’orizzonte.

“Piuttosto sarebbe un regalo di compleanno, non sono d’accordo con il regalare cose materiali. Senza contare che non saprei scegliere niente di decente per una ragazza.”- risponde abbassando il tono nell’ultima parte.

“Ho sempre desiderato  salire sull’Empire State Building.”- rispondo distrattamente finendo il mio gelato e appoggiando i gomiti sull’enorme ringhiera rossa del ponte di Brooklyn mentre la luna e la sera fanno la loro apparizione colorando l’acqua di nero e oro. Ma dove sono papà e Doris?

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Hello! Cominciamo subito con i ringraziamenti. Vi avevo chiesto di farmi una copertina per Almost e me ne avete fatte una decina! E' stata dura scegliere perchè erano tutte bellissime. Le ho dovute provare una ad una prima di scegliere questa che adoro. Ho tenuto comunque tutte le altre in caso mi verrà voglia di cambiarla di nuovo :) grazie mille. Come seconda cosa vorrei ringraziarvi come al solito per i commenti e per i voti al capitolo precedente e alla storia in generale. 95,1 mila visualizzazioni; 5.4 mila voti; 410 commenti in 33 capitoli, grazie di cuore! Come terza cosa devo dirvi una cosa lol Io domani a quest'ora sarò su un aereo per l'inghilterra, è il mio regalo per i 18 anni e starò via per otto giorni. Torno il 24 quindi il 25 pubblicherò l'altro capitolo. Non potrò postare perchè non avrò il mio pc ma posso sempre collegarmi e leggere i vosti commenti e le vostre richieste via telefono. Visto che mi hanno detto che Londra è piena di WiFi gratis xD Vi prego di aspettare e non abbandonarmi, torno presto solo pochi giorni in più di ritardo dal solito. Un bacio.

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