3. Un paradiso terrestre

"Lei deve essere il signor Naràn, giusto?"

Una donna alta in tajer nero si presenta davanti a noi, appena scesi dal veicolo. Non posso fare a meno di notare la sua catenina d'oro al collo, l'eleganza, l'acconciatura ben rialzata in un perfetto chignon che evidenzia la rotondità delle sue guance, il portamento e la cordialità.

"Si sono io, lei è mia figlia Talìta."

"Piacere di conoscervi. Se volete seguirmi, vi mostro il vostro alloggio."- sorride dolce. "Conrad! Puoi prendere i loro bagagli?"

"Subito."

Un uomo alto, in smoking nero, sbuca da non so dove obbedendo agli ordini della signora. Chi sa se è sposata.

Con un semplice sorriso ci intima di seguirla e solo in quel momento metto gli occhi sull'enorme cancello in ferro battuto, decorato con dettagli d'oro e argento in una fantasia floreale. Il fabbro che ha scolpito questa meraviglia deve essere stato pagato bene.

Il verde delle piante circonda il tutto creando una specie di muraglia tra la strada e la proprietà. Ma dove siamo finiti?

"Lì c'è il capanno degli attrezzi e lì in fondo il giardino grande."- spiega la donna mentre i suoi tacchetti neri ci guidano lungo il viottolo.

Percorriamo il piccolo sentiero in pietra che si estende dal cancello e si diparte in vari piccoli sentieri che portano ognuno in un luogo preciso, il tutto contornato dal giardino fiorito, questo è un paradiso.

"La fontana è laggiù, l'erba lì in torno cresce prima quindi dovrà stare molto attento a mantenere pulito tutto quello spazio."

La donna continua a descrivere l'ambiente circostante con cura e soddisfazione. Anche io sarei orgogliosa di lavorare in un posto come questo. Ad un tratto, davanti ai miei occhi, appare un'enorme villa, tipica abitazione da ricconi snob e figli di papà.

Devo dire però che sono sempre stata affascinata dalle architetture, da quelle più strane e moderne a quelle più classiche e antiche. Questa probabilmente è un misto tra i due.

Un enorme palazzo color panna e finestre scure. In evidenza c'è il grande portone in ombra sotto uno spazioso portico colonnato, anche quello arredato da piante rampicanti e fiori colorati.

"E quella è la casetta dove alloggia la servitù, venite vi mostro le vostre camere."

Giardini, fiori, fontane, servitù, credo di aver capito il lavoro che farà papà qui. Mi volto per dare un'occhiata a quello che ho già visto, meravigliandomi ancora una volta, ma noto anche la presenza del povero Conrad che ci segue con le nostre valige. Sembra un uomo cordiale. Non sente caldo in giacca e cravatta sotto il sole cocente?

"Questa è la porta per entrare nell'edificio. Secondo piano, prima porta a destra. Troverete il vostro appartamento. C'è tutto, due letti, un bagno e un cucinino ma se avete bisogno di qualcosa non dovete fare altro che chiamare, il numero del mio cercapersone è nel cassetto del mobile dove si trova il telefono."- spiega ancora in modo dettagliato senza lasciarci alcun dubbio apparente.

All'improvviso, un piccolo ritmo, di qualche musichetta che non ho mai sentito, si lascia spazio nelle mie orecchie ma capisco subito cos'è quando vedo la donna allontanarsi con la sua cartellina e il cellulare all'orecchio. Deve essere davvero efficiente nel lavoro che fa.

"Quindi lei è il nuovo giardiniere."- la voce di Conrad prende il posto di quella della signora senza nome mentre trasporta le nostre valige al piano di sopra.

"Si, sono io piacere di conoscerla, lei deve essere il pinguin- ehm il maggiordomo vero?"

"Ci dobbiamo far riconoscere subito vero papà."- sussurro in modo che solo lui possa sentirmi. Ruoto gli occhi al cielo ma divertita allo stesso tempo.

"Si, sono il maggiordomo, anche mio figlio mi chiamava pinguino non si faccia problemi ci sono abituato."- sorride l'uomo con un sorriso. Ma non un sorriso normale, sembra quasi malinconico. La prima cosa che ho notato è come abbia usato il tempo al passato. Non c'è molto da capire, purtroppo. - "In effetti, a volte vorrei strapparmi questi vestiti di dosso e indossare jeans e maglietta, ma cosa non si fa per soldi?"- continua tornando come prima e scrollando le spalle.

"Già, hai proprio ragione."- concorda papà con un sospiro. Siamo arrivati, dietro questa porta c'è la mia nuova stanza.

Papà ha trovato un nuovo amico, a quanto pare. Mentre lui è intento a parlare con Conrad, io decido di portarmi avanti e di sistemare la mia roba nel mini appartamento in cui staremo. Si c'è proprio tutto qui dentro e onestamente è molto più accogliente di tutti gli appartamenti diroccati in cui abbiamo vissuto. Forse questo è l'inizio di una vita nuova. A giudicare dall'enormità di tutto quello che mi circonda, i proprietari devono essere un bel po' ricchi. Questo significa paga migliore che implica una vita migliore, anche se è triste pensare che la società di oggi vive per i soldi e non può vivere senza.

Sistemo i miei pochi vestiti nel cassettone vicino al mio nuovo letto che non resisto a provare. Decisamente più morbido. Lenzuola profumate e ambiente luminoso, questa volta papà ha detto la verità, è stata una bella sorpresa e non una delusione.

"Talìta, vieni, il proprietario vuole conoscerci."

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Salve! Ecco il terzo capitolo! Dal prossimo probabilmente comincerà ad essere più interessante ;) vi invito a continuare a leggere questa storia. Inoltre sto pubblicando la traduzione italiana di una storia chiamata Stay che trovate nel mio profilo, non è una mia storia ma fateci un salto :)

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