29. Il primo bacio

Il viaggio di ritorno è stato tutto fuorché piacevole. L'aria era più tesa di quella dell'andata e sono sicura che tutti dentro questa auto stiamo rimproverando Harry mentalmente per quello che ha fatto. Se solo ci ripenso vorrei sprofondare. Mi stupisco in quella che considero la seconda parte del viaggio quando mi ritrovo comunque libera da ogni pensiero. Altamente attratta dalla luce della luna che pare seguirci, sono completamente rilassata. E' quasi come una ninnananna per me stare in macchina.

Flash di quando ero piccola e facevamo le solite gite domenicali con i mie genitori mi passano per la testa e non posso fare a meno di sorridere mentre guardo il cielo notturno dal finestrino dell'auto e i centinaia di lampioni e alberi che sfrecciano di fianco a noi. Ricordo che mi addormentavo sempre sul sedile posteriore di quel catorcio che era la nostra auto dopo quella lunga domenica. Mi manca mamma che al mattino mi faceva le trecce prima di partire per andare da nonna.



HARRY'S POV



Si è addormentata. La sua testa è piegata verso destra quasi poggiante sul finestrino. Le lunghe ciglia le sfiorano gli zigomi delle guance e un braccio è ripiegato sul suo grembo, su quel vestito rosso che ho subito capito che le sarebbe stato da dio. Nonostante sia incosciente in questo momento ha comunque lasciato un intenzionale spazio tra di noi. E' praticamente incollata alla parete dell'auto e ho paura che da un momento all'altro batta la testa a causa di un dosso sulla strada.

Come darle torto. Volevo passare una bella serata e far capire a mio padre che posso essere un ragazzo con la testa sulle spalle sebbene non me ne fotti un cazzo delle sue cene di lavoro. Ma Meredit ha rovinato tutto. Non capisco perché m'importa tanto di fare bella figura con mio padre.

Quando svoltiamo l'angolo e mi accorgo che siamo quasi arrivati a casa mi rendo conto che devo svegliarla. So che probabilmente si scanserà di nuovo ma non resisto a sfiorarle con un dito la spalla delicatamente, ma lei comunque non si sveglia. La mia mano prende ad accarezzare tutta la superficie del braccio e non posso fare a meno di pensare che abbia una pelle soffice.

Spalanca gli occhi immediatamente e sbatte le palpebre un paio di volte prima di guardare la mia mano che sale e scende lungo il suo braccio ma non m'importa, so già che mi strattonerà via e come previsto lo fa non facendo mancare il suo sguardo schifato verso di me. Mi sta dando sui nervi.



TALITA'S POV



L'auto si ferma e non perdo tempo a scendere e salutare velocemente i signori Styles prima di correre nelle scarpe di Anne verso la mia casa della servitù dove papà starà già dormendo. Quando varco la porta del piccolo appartamento della pizza fredda e quasi finita è sul tavolo, la televisione è spenta e l'orologio segna le due di notte. Il russare di papà si sente dalla stanza aperta vicina alla mia e effettivamente dorme stravaccato a pancia in giù sul materasso. Mi avvicino a lui e dopo averlo coperto con il lenzuolo che ha scalciato come suo solito con i piedi gli lascio un bacio sulla guancia ricevendo un mugolio come risposta per poi andare in camera mia e chiudere la porta.

Domani c'è scuola e io sono ancora sveglia. Non posso perdere un altro giorno di lezioni, sono già stata a casa questa mattina. Quanti pensieri stupidi, solo per non pensare a questa serata iniziata male e finita peggio. Non voglio più pensare a nulla e dopo aver gettato nel cesto della biancheria sporca il mio abito rosso senza l'intenzione di rimetterlo e aver sistemato i libri per il giorno dopo mi catapulto sul letto e cado nel mondo dei sogni.

***

"Hai delle occhiaie orribili, sembri un mostro, hai dormito?"

"Sei davvero molto gentile sai."

Io e Liam abbiamo varcato nello stesso momento il cancello dell'istituto e non si è frenato nel dirmi tutto quello a cui pensa. Da un lato mi ha fatto ridere dall'altro ho pensato che ha davvero ragione. L'altra notte non sono riuscita a prendere sonno, mi svegliavo e addormentavo in modo alternato e ogni volta era un incubo diverso.

Mi succede spesso quando vado a letto arrabbiata o frustrata per qualcosa, oppure quando mangio troppo a cena. Forse questa volta sono state entrambe le cose.

"A cosa pensi? Sembri in un altro mondo."- mi chiede il ragazzo dagli occhi scuri mentre raggiungiamo la classe per la prima ora che fortunatamente abbiamo insieme.

"A niente. Liam, tu sei mai stato a New York?"

"Una volta, due anni fa, perché?"- aggrotta le sopracciglia lanciandomi uno sguardo che poi torna alla porta sempre più vicina della nostra classe.

"La prossima settimana sarà il mio compleanno e mio padre vuole portarmi."

"E' il tuo compleanno e non me lo dici?"- fa il finto offeso e mi fa ridere ancora una volta- "Comunque è bellissima, ti divertirai ..."

Sussurra le ultime parole nel momento in cui entriamo in classe e prima che potessi sospirare sul mio banco il professore di filosofia fa la sua entrata e io mi preparo ad una giornata di completa ansia sperando che nessuno m'interroghi, non ho studiato per niente ieri solo per pensare a quella cena.

Devo assolutamente riprendere i miei ritmi, non posso mettere a rischio la mia media scolastica solo per uno stronzo viziato. Ho bisogno di avere una borsa di studio per continuare a studiare.

***

"Mamma, mi sento come se stessi sprofondando, ho perso di vista tutti i miei obbiettivi e tutto quello a cui penso è a quanto sia viziato, egoista e menefreghista Harry e che sta mandando all'aria tutto quello che ho fatto. Non faccio altro che ripetermelo eppure so perfettamente che io non posso farci nulla. Vorrei solo togliermelo dalla testa. Ho paura anche di quello che penso quando mi è vicino, è tutto sbagliato, cosa devo fare?"

"Cosa scrivi in quel coso?"

Quando alzo lo sguardo dal diario poggiato sul tavolo della mensa vedo Harry in piedi che torreggia su di me, mettendomi in ombra.

"Non sono affari tuoi. Sta arrivando Liam, va via."

Mi stupisco di quanto fredda e distaccata risuonasse la mia voce e i miei occhi s'illuminano quando scorgo la figura di Liam affiancato da Ashton entrare dalla porta gigante della mensa. Gli faccio segno di venire al mio tavolo ma il suo sguardo cade su di Harry ancora al mio fianco piuttosto che su di me. Gli sguardi che si lanciano parlano da soli. Sono a metri di distanza ma è come se si stessero scontrando naso a naso e nessuno dei due ha intenzione di smettere. Ashton richiama Liam ma lui non si smuove, gli amici di Harry lo richiamano a loro volta urlandogli di raggiungerli al loro tavolo, il mio sguardo si alza ancora una volta su Harry che sogghigna divertito non interrompendo il contatto visivo con Liam.

Nonostante le decine di studenti in questo posto, ognuno si fa gli affari propri e i due sembrano rinchiusi in una bolla dove esistono solo loro e in qualche modo stanno come comunicando. L'aria è tesa.

"Harry."- la mia voce esce come un sussurro mentre mi alzo e lui, risvegliato dal suo stato, volge lo sguardo verso di me. - "vai via."- mi guarda in modo strano, sembra quasi triste, quasi. Ha quel velo di malinconia mentre abbassa lo sguardo alzando l'angolo destro della bocca in uno dei suoi soliti sorrisetti. Dopo essersi passato una mano tra i capelli in modo tale da spostare il ciuffo ribelle all'indietro, mi volta le spalle ed esce dalla mensa sorpassando Liam, che non lo degna di uno sguardo.

E' stato qualcosa di surreale, strano e stranamente sono preoccupata per Harry. Perché lo sto rincorrendo ora? Perché sto ignorando Liam che mi intima di fermarmi?

"Harry."- si ferma dalla sua corsa e si volta per guardarmi con il fiatone. I suoi occhi si spostano velocemente sul muro del lungo corridoio e passa al pavimento e poi di nuovo a me come se fosse disorientato.- "Stai bene?"- mi avvicino di più a lui che sembra affascinato dalle mie scarpe, non ha un bell'aspetto. Mi preoccupo ancora di più quando non mi risponde.- "Rispondi per favore mi fai preoccupare."- comincia a muovere nervosamente la gamba e l'indice e il pollice della sua mano sono uniti sul ponte del suo naso in segno di tensione.

Scatta all'improvviso fulminandomi con lo sguardo ma non è arrabbiato piuttosto è come se si stesse scusando. Avrebbe tante cose di cui scusarsi e comincio a pensare a cosa possa riferirsi, ma smetto completamente di pensare quando si avvicina a grandi passi e con la forza delle sue mani afferra i miei avambracci spingendomi all'indietro fin quando la mia schiena non incontra il muro violentemente facendo vorticare gli orecchini alle mie orecchie. Ho gli occhi spalancati e l'eccessiva vicinanza per poco non mi fa cedere le ginocchia. Si avvicina sempre di più al mio viso e il suo sguardo passa dai miei occhi alle mie labbra alternativamente.

"Voglio baciarti Tal."- non riesco neanche a muovermi e ancora meno a pensare. Adesso ho davvero paura di quello che sto pensando. Sto pensando che voglio baciarlo anche io. Come se mi avesse letto nella mente chiude definitivamente lo spazio tra le nostre labbra e io mi sento sulle nuvole quando le pressa in un modo disperato. La sua mano raggiunge il mio collo mentre si muove su di me armonicamente. Ha delle labbra soffici e carnose. Mi lascio andare completamente per pochissimi secondi fin quando mi vengono in mente le immagini dell'altra sera. Lui che torna da una sveltina con Meredit. L'imbarazzo davanti a degli sconosciuti. Tutti i ricatti, le prese in giro, gli insulti sul mio modo di vestire e il suo carattere sfrontato, superficiale e ingrato nei confronti della sua famiglia. Tutti motivi che mi sono bastati per spingerlo via da me con tutta la forza che avevo nelle braccia. Fa alcuni passi indietro confuso mentre il suo ciuffo gli ricade sulla fronte disordinatamente. La sua bocca aperta e lo sguardo che non molla il mio.

"Cazzo."

Sembra ritornato quello di prima ora. Rabbia, rancore, confusione nel suo viso. Non mi rivolge più uno sguardo e se ne va uscendo dalla scuola lasciandomi col fiato corto, sconnessa e sull'orlo di un pianto isterico. Sento solo la voce di Liam in un sussurro tra i miei singhiozzi e subito dopo la sua mano mi accarezza la schiena.

"Mamma, ho dato il mio primo bacio ad Harry Styles."

***

"Ti avevo avvertita di stargli lontana."

Una volta metabolizzato l'accaduto mi sono chiesta come ho fatto ad essere stata tanto stupida da non reagire. Eppure è stato così bello. No. Lui è sbagliato, lui è fuggito via dopo avermi baciata, lo fa sempre con tutte le ragazze e io non ho intenzione di essere una di quelle.

"Lo so, mi dispiace."

Liam è stato così gentile, dopo le lezioni a cui ho faticato a stare attenta, mi ha portata a casa sua, per fortuna non ho rivisto Harry, sarà andato via come sempre. Liam mi ha coperta con un morbido piumino sul suo divano spazioso con una tazza di cioccolata calda tra le mani. All'improvviso mi sento così bene. Sembra che sappia perfettamente come mi sento e ricordo che anche lui ha sofferto a causa di Harry in un modo peggiore del mio.

"Però sei comunque corsa da lui quando è uscito dalla mensa, perché?"- domanda il ragazzo dagli occhi nocciola sorseggiando anche lui la sua cioccolata-

"Non so perché, ma mi sembrava strano, ero preoccupata."- confesso osservando un punto fisso davanti a me. - "Era il mio primo bacio Liam, ha rovinato anche quello."- improvvise lacrime senza essere accompagnate da singhiozzi mi rigano le guance e sono costretta a nascondere il viso dietro la tazza per non farmi vedere.

"Mi dispiace. Non ti meriti questo."- cerca di consolarmi massaggiandomi ancora una volta la schiena, gesto che mi crea una sensazione di conforto immediata. - "Pensa che quando andrai a New York ti svagherai un po' e non penserai alla cazzata che ha fatto quello stronzo baciandoti."

"Non vedo l'ora di andare."- il piccolo sorriso spunta dalla mia bocca al pensiero di me a New York insieme a papà.

"Senti resta qui questa sera. Ordiniamo una pizza, guardiamo Batman e non correrai il rischio di rivederlo a casa."- mi propone facendomi ridere per la sua passione per quel film-

"Dovrei avvertire papà."

"Fallo."- dice scrollando le spalle con ovvietà- "chiamalo no?"

"Io non ho un cellulare."

Rimane interdetto dalla mia risposta imbarazzata, ma in fondo a me non è mai servito un cellulare, non avevo nessuno da chiamare e poi non potevo permettermelo. A stento papà usa il suo per qualche rara chiamata a nonna.

"Beh, va bene, allora ci penso io. Tu riposa un po' torno subito."

Ha improvvisamente cambiato umore ma è fin troppo attento a non farlo notare. Mi lascia sola nell'enorme salotto della sua casa che solo ora mi rendo conto di quanto sia bella. Forse un po' più piccola della villa degli Styles ma evidentemente anche i genitori di Liam sono molto benestanti. Manca il grande giardino e la casa si affaccia direttamente sulla strada ma nonostante tutto ho la sensazione che siano ricchi sfondati. Basta guardare l'openspace che è tutto il piano terra. Divani costosi e incredibilmente morbidi di stoffa scura, pareti perfettamente panneggiate, televisore al plasma, isola in marmo scuro al centro della cucina poco più in là e un frigorifero più grande del mio armadio, tutto su un parquet in legno chiaro. Si, sono schifosamente ricchi anche loro e non voglio immaginare il piano di sopra. Ma almeno non ostentano il loro benessere.


HARRY'S POV



Non riesco ancora a credere a quello che ho fatto. Perché l'ho fatto. Non dovevo farlo. Non dovevo toccarle le labbra. Non dovevo poggiarci sopra le mie. Dovevo fermarmi, ma non l'ho fatto. Forse non ho voluto farlo di proposito. Spero solo che non le abbia ricordato l'aggressione che ha subito tempo fa. Non le farei mai una cosa del genere intenzionalmente, anche se i miei modi possono risultare bruschi. E' stato più forte di me, volevo rimediare al disastro di ieri e invece ho peggiorato le cose per una debolezza. Chissà a cosa cazzo pensavo.


Non voglio che abbia paura di me. Lei non deve avere paura di me. So che non ne ha, non si sarebbe lasciata baciare se non lo avesse voluto anche lei ma ovviamente il suo istinto ripugnante nei miei confronti l'ha fatta ritornare cosciente. Avrei voluto approfondire quel bacio. Cristo se lo avrei voluto.

"Liam!"

La voce urlante di mia madre mi fa saltare giù dal letto, ma non tanto per lo spavento, quanto per il nome che ha pronunciato. Liam. E' qui? Questa non voglio perdermela, sarà venuto a fare il salvatore del cazzo in difesa della dolce donzella.

Quando mi precipito lungo il corridoio di casa mi fermo andando a sbattere con lo stomaco alla ringhiera d'acciaio che si affaccia sul salone del piano di sotto.

Non vedo nessuno a parte mamma con in mano un telefono. Gironzola in giro per il salone. Voglio sapere perché è al telefono con Liam.

"Dorme da te? Si, va bene ..."- chi dorme da lui?- "... si non c'è problema, lo dico io a suo padre."- Tal dorme da Liam. Perché?- "... E' stato bello risentirti, vienici a trovare qualche volta."- riattacca il telefono e mentre dondola il braccio con l'aggeggio in mano raggiunge la porta d'ingresso, probabilmente per andare ad avvertire il padre di Tal che non tornerà.-

Ho rovinato tutto con Tal. Conoscendola non vorrà tornare perché rischierebbe di vedermi qui in giro, la parte peggiore è che è con Liam. Questa cosa mi fa girare le palle come se fossero due girandole in mezzo ad una fottuta tempesta. In preda ad un raptus d'ira tiro un pugno alla sbarra d'acciaio sulla quale ero appoggiato facendo rimbombare il boato in tutto il salone.

Ripercorro i miei passi per ritornare in camera mia ma mi fermo notando Gemma seduta a terra sul tappeto colorato della sua stanza. E' intenta a pettinare la sua Barbie con ancora il ciuccio in bocca. E' fin troppo grande per tenerlo ancora, quasi sei anni e non ha ancora spiccicato una parola. A volte mi chiedo cosa le passa per la testa, sempre concentrata in qualcosa, sempre timida, sempre e costantemente silenziosa. Se non l'avessi vista nascere non crederei neanche che fosse mia sorella.

"Gem."- alza la piccola testina castana dalla sua bambola lasciando il pettinino a mezz'aria- "cosa fai?"- che domande stupide, non mi risponderà-

Infatti muovendo il suo ciuccio all'interno della sua bocca mi fissa come se volesse dirmi qualcosa e io lo prendo come un invito a sedermi a terra con lei. Chissà se anche lei pensa che sia uno stronzo. Se potesse parlare me lo direbbe di sicuro.

Gemma poggia con cura la sua bambola in terra e poi allunga la manina per afferrare la mia e mi viene da ridere nel vedere quando è piccola la sua in confronto alla mia mano. Inizia a giocare con le mie dita e le fissa con aria crucciata mentre continua a ciucciare. E' la cosa più tenera del mondo.

"Harry."- il mio viso da ebete ritorna serio quando la voce di mamma raggiunge le mie orecchie-

Mi alzo velocemente dal tappeto di mia sorella e quando tiro via la mia mano dalla sua non posso negare la stretta al cuore nel vedere il suo visino triste. Cercando di essere il più convincente possibile mi scuso con lo sguardo, e per un attimo mi sembra di star davvero comunicando con lei, per una volta.

Le volto le spalle cercando di scansare la donna che mi ha partorito appoggiata alla cornice della porta ma lei mi afferra per la maglietta facendomi ruotare gli occhi al cielo.

"Harry, dove vai?"

"Da quando t'importa? Mamma."- rispondo quasi ringhiandole contro-

"Non parlarmi così!"- mi urla in risposta e ad un tratto noto la grande differenza nel suo viso, da calmo e allegro quando parla con Tal a arrabbiato e rancoroso quando parla con me.

"Ma vaffanculo."- concludo liberandomi bruscamente dalla sua presa. Perché non adotta Tal visto che sembra la figlia perfetta. Mi affretto per le scale senza neanche prendere la giacca ed esco di casa. Il sole sta già calando e tra poco sarà buio. Ho bisogno di bere. E' stata una giornata di merda.

"Zayn, ci vediamo al pub tra poco, porta un po' di roba."

Riagganciato il cellulare senza dargli il tempo di replicare. Esco fuori dal vialetto di casa sulla mia auto appena lucidata da qualche morto di fame che lavora per noi. Mi sa che questa sera non tornerò a dormire nel mio letto.



TALITA'S POV



Che silenzio. E' notte fonda e io sono in una casa sconosciuta in un letto ortopedico stracomodo e in una stanza che non è la mia. Liam si è offerto di farmi dormire nel suo letto e sebbene abbia rifiutato più volte alla fine ho ceduto per quanto insisteva. E' riuscito a non farmi pensare a niente, tranne al fatto che la sua famiglia non ha messo piede in casa, forse vive solo, ma questa mia supposizione non ha né capo né coda. Ci siamo riempiti di pizza, abbiamo visto un film che, per farmi contenta, non era Batman e mi ha parlato di quanto il suo primo bacio sia stato orribile. Mi ha fatto riflettere, in fondo è stato solo uno stupido bacio e vedendo come ne ride ora so che non ha molta importanza a chi lo si da ma a come lo si da. E il mio primo bacio sarà con la persona che amerò davvero. Quello con Harry è stato solo un contrattempo, un incidente di percorso.

Nonostante ora abbia la testa più leggera non riesco comunque a dormire, sarà per il letto troppo comodo oppure perché ho mangiato troppo. Forse anche le urla che sento da fuori sono causa del mio stato di dormiveglia, ma anche questa mia ipotesi è stupida.

"Talìta!"- Liam spalanca la porta di quella che è la sua stanza e salto in piedi per lo spavento- "Abbiamo un problema ..."- comincia a spaventarmi e sono sicura che in questo momento ho gli occhi spalancati oltre che al fiatone-

Corre ad aprire la finestra della sua stanza ordinatissima facendomi rabbrividire e venire la pelle d'oca. Ora le urla sono più forti e sono accompagnate dal rumore di bottiglie rotte che mi fanno catapultare giù dal letto per raggiungere Liam alla finestra.

"Hey fiorellino! Ti è piaciuta la mia lingua nella tua bocca?"- Harry ride completamente ubriaco quando mi vede affacciata insieme a Liam. Non posso fare a meno di essere disgustata dal suo linguaggio. E poi non ha usato la lingua, sarò una novellina ma la sentirei una lingua.- "Ti ho fatta bagnare solo con un cazzo di bacetto!"- ride ancora mentre urla. Si morde il labbro inferiore indietreggiando sull'erba per poi cadere sui suoi stessi passi riversando il contenuto della bottiglia che ha in mano sulla sua maglia bianca.

"Io lo filmerei."- esordisce Liam a braccia conserte mentre vede quello che era un suo amico strisciare come un verme sulla poca erba all'ingresso.

"Sveglierà tutti, cosa facciamo?"- chiedo muovendo lo sguardo da lui ad Harry agitata-

"E tu! Grandissimo figlio di puttana! Adesso fai l'amico con lei?! Tal! Stagli lontana! Ti volterà le spalle!"- continua l'ubriaco sputando disgustosamente della saliva sul marciapiede-

"Di cosa sta parlando?"- vedo la mascella di Liam irrigidirsi e assottigliare gli occhi.

"Di niente, è completamente andato."- risponde in un sussurro, quasi un brontolio.- "Sai come la penso, ma pensaci tu, fallo entrare. Se hai bisogno di me mi trovi qui."

Non faccio altre domande perché so che farlo entrare in casa sua per lui è difficile ma non si smentisce mai e alla fine il suo buon cuore ha la meglio. Abbandono la stanza lasciandolo con le mani tra i capelli corti e scendo al piano di sotto aprendo la porta d'ingresso.

Harry continua ad urlare cose a caso e alcuni vicini cominciano a lamentarsi del baccano. Anche se scalza raggiungo Harry che a malapena riesce a tenersi in piedi. Sento un fastidioso solletico quando i miei piedi toccano l'erba sotto di me. Fa freddo qui fuori anche se ho la felpa di Liam, Harry starà gelando con quella semplice t-shirt.

Lo afferro per un lembo della sua maglia e lui si volta accorgendosi di me con uno sguardo più che spaesato. Essere sbronzi deve essere terrificante. E' lunatico. Un minuto prima urla a squarciagola per tutto il quartiere ed ora è con la testa fra le nuvole che continua a fissarmi. Quando la bottiglia nelle sue mani scivola colpendo il marciapiede quasi mi spavento facendo un passo indietro, ma quando ritorno a guardare il suo viso sta piangendo. I suoi occhi sono coperti di lacrime e sono rossi e penso che bere non è l'unica cosa che ha fatto questa notte visto anche che gli occhi mi ricadono poco elegantemente sul cavallo dei suoi pantaloni notando la cerniera dei suoi jeans neri abbassata. Il vento gli scompiglia i capelli e quando mi racchiude tra le sue braccia poggiando la fronte sulla mia spalla tra i singhiozzi capisco che ha tanto bisogno d'affetto.

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