13. La biblioteca
Negli ultimi tempi di sono riscoperta restia nel farmi nuovi amici, viste tutte le delusioni che ho avuto in passato. Ma l'altra sera mi sono proprio resa conto che è impossibile non voler bene a Liam e al suo gruppo. Sono tutti molto diversi caratterialmente parlando. C'è Liam che è quello simpatico ed espansivo che si scusa per ogni minima cosa, anche la più futile, e anche se non vi è il motivo per farlo. Rachel è quella piccola e minuta, molto timida, cerca di attirare meno attenzione possibile su di sé, molto diversa da Ashton. Lui è il tipico latin - lover che va sempre in bianco ma che non si scoraggia mai e utilizza la sua simpatia e le frasi taglienti per far colpo sulla gente. Poi c'è Veronica, lei probabilmente è quella più esuberante, che non si spaventa di nulla e dice quello che pensa ogni volta che ha occasione di farlo. Apparentemente è forte, non si lascia mettere i piedi in testa da nessuno. Ma credo che sotto la corazza da dura ci sia una ragazza molto dolce e sensibile e lo dimostra quando uno meno se lo aspetta.
Mi sono fatta delle idee precise su ognuno di loro, tutte positive. Mi hanno fatta entrare nel loro gruppo senza farsi problemi di alcun genere e al bowling, ieri sera, mi sono proprio divertita con loro. C'era un'atmosfera familiare con le battute di Ashton e i richiami di Veronica nei suoi confronti facevano proprio ridere. Non mi sono certo passati inosservati anche gli sguardi che Rachel lanciava a Liam quando pensava di non essere vista, intimidendosi da sola quando si accorgeva di averlo fatto.
Dopo pezzi di rosticceria, bevande gassate, senza dimenticare l'imbarazzante sconfitta che ho subìto a bowling contro Veronica e la bella chiacchierata tra amici, Liam mi ha gentilmente riaccompagnata a casa senza fare altre domande su chi mi avesse portata quella sera a quell'incontro. Per fortuna.
"Talìta!"
"Ciao Niall."- lo saluto mentre lo vedo avvicinarsi a me, ciondolando sui suoi passi. - "non sei andato a lavoro oggi?"
"No, ho il giorno libero, che fai?"- chiede sedendosi vicino a me sulla grande scalinata d'ingresso della villa.
"Cerco di studiare queste pagine di letteratura."
"Cime Tempestose? È un bel libro dovresti leggerlo."- mi consiglia sfogliando le pagine descrittive dell'opera sul mio libro.
"Tu lo hai letto?"
"Si, qualche anno fa, prima di lasciare la scuola mi piaceva molto leggere."- risponde assumendo uno sguardo pensieroso, rivolto verso la grande fontana al centro del giardino, anche se probabilmente sta guardando il nulla.
"Perché hai lasciato?"- chiedo senza pensarci, magari è un tasto dolente. - "scusa, non sei obbligato a rispondere."
"Per aiutare madre, qualche anno fa eravamo sul lastrico e ho dovuto cominciare a lavorare per aiutarla ad andare avanti da quando papà è morto. Una cosa tira l'altra e non sono più andato a scuola. Poi abbiamo conosciuto gli Styles."- spiega con un sorriso sebbene i sentimenti che si celano dietro questa storia siano tutt'altro che felici.
"Mi dispiace, sai ti capisco. Anche mia madre è morta quando ero più piccola, ho lasciato l'India quando avevo otto anni e da allora mio padre ha avuto un lavoro dietro l'altro e non ho avuto più una vera casa. Poi siamo arrivati qui anche noi."- ricordo con amarezza il momento in cui ho dovuto salutare la nonna e il nonno e tutti i miei cugini, solo cartoline per Natale ogni anno.
Inaspettatamente le braccia di Niall mi avvolgono amorevolmente e non posso far altro che ricambiare felice di aver trovato qualcuno che mi capisce. Questo abbraccio vale più di mille parole. Non so per quanto tempo siamo rimasti così ma per una volta, dopo anni, mi sono sentita davvero capita.
"Sai, in casa."- comincia dopo essersi staccato. -"c'è una biblioteca enorme, il signor Styles mi ha spesso permesso di andarci, non credo che ci siano problemi se ci fai un salto. Magari trovi Cime Tempestose."- mi sorride strizzando l'occhio destro a causa del sole, che arriva diritto illuminando il suo viso.
"C'è una biblioteca?"- chiedo sorpresa, ma in fondo neanche tanto, questa casa è enorme.
"Si, chiedi a Conrad, ti accompagnerà sicuramente."- risponde prima di affrettarsi a prendere il suo cellulare che squilla. -"scusa, devo andare, mamma chiama, ci vediamo dopo."- conclude allontanandosi con il telefono sull'orecchio.
Parlare con Niall è stato molto liberatorio. Fino ad ora è l'unico qui a sapere quello che mi è successo o almeno in parte. Sembra una persona così genuina e sincera, sa mascherare bene i suoi sentimenti ma se si guarda bene dentro quei pozzi blu che sono i suoi occhi si scopre l'oceano. I suoi occhi dicono tutta la sofferenza che ha passato.
***
"Così Niall ti ha parlato della biblioteca."
Non ci ho pensato due minuti a chiedere a Conrad di accompagnarmi e lui è stato così gentile da farlo. Sto cercando di memorizzare la strada, ho intenzione di tornarci molte volte, amo leggere.
"Si, se lo avessi saputo prima, avrei studiato lì in questi giorni."
"Ti piacerà."
Conrad si ferma davanti ad una porta a due ante molto facile da trovare in effetti, appena qualche passo dalla stanza di Harry.
"Eccoci qui, divertiti."- scherza Conrad aprendo la grande porta.
La stanza viene aperta e rimango sbalordita dall'imponenza degli scaffali disposti a schiera. Non credevo ci fosse qualcos'altro in questa casa che potesse stupirmi, invece mi sbagliavo. La luce entra in abbondanza dalle alte finestre laterali ma ancora di più dalla cupoletta semicilindrica vetrata sul tetto. Dal giardino ho spesso visto questa piccola cupola, ma non mi sono mai chiesta cosa fosse o dove si trovasse.
Sono talmente occupata ad ammirare la quantità di libri disposti sugli scaffali che mi rendo appena conto che Conrad è andato via chiudendosi la porta alle spalle, ma non me ne preoccupo più di tanto. Comincio a passeggiare tra gli scaffali leggendo qualche titolo ogni tanto, vi è molta scelta, dai grandi classici a quelli più moderni. Dalle letture in greco e latino a quelle in inglese contemporaneo. Dalla medicina all'arte. Al signor Styles deve piacere molto leggere.
"Ahi!"- urlo quando, girando l'angolo dello scaffale per raggiungere l'altro, qualcosa di tanto simile ad un muro mi viene addosso facendomi sbattere la fronte e quasi perdere l'equilibrio. Ma quando sto per cadere qualcuno mi afferra per la mano rimettendomi sui miei passi.
"Possibile che tu sia sempre in mezzo ai piedi?"
La voce di Harry mi fa riaprire gli occhi quasi facendomi spaventare. Non riesco a dire nulla ancora leggermente scossa dallo spavento ma noto ai piedi del ragazzo un libro aperto, deve essergli caduto prima.
"Il gatto ti ha mangiato la lingua?" - divertito sventola una mano davanti al mio viso.
"Avete un gatto?"- chiedo confusa piegando la testa da un lato, ma lui risponde solo ridendo sotto i baffi e raccogliendo il suo libro.
"Tu sei strana."
"Cosa ho di strano?"- non riesco a fare a meno di chiederlo mentre lo vedo curiosare in uno dei tanti scaffali in cerca di qualcosa di preciso. Il suo sguardo rilassato e tranquillo è strano, di solito è scontroso e maleducato. Ma non è certo una stranezza in senso negativo, anche il ciuffo penzolante davanti al viso è meglio rispetto a quando lo tira indietro con chissà quanto gel quando è con i suoi amici.
"Per esempio in fatto che mi stai facendo la radiografia. Non ti hanno mai detto che è da maleducati fissare la gente insistentemente?"- chiede a sua volta afferrando un altro libro e aprendolo.
"Non ti hanno mai detto che non si ricatta la gente?"- rispondo a tono ricordando la scorsa serata.
"Dovevo lasciarti cadere."- commenta pungente credendo che non lo abbia sentito. Alzo gli occhi al cielo.
"Comunque sia, cosa ci fai qui?"- mi chiede intento a leggere l'indice del libro che ha in mano.
"Non credo di doverti dare spiegazioni."- rispondo riprendendo la mia ricerca di Cime Tempestose. Quanto è acido.
"Sei in casa mia, se voglio delle spiegazioni posso averle."
"Quanto sei acido."- commento io questa volta sperando che mi senta.
"Da che pulpito."
Decido di ignorarlo ancora una volta e continuo a vagare per gli scaffali senza trovare quello che cerco. Non capisco, ci sono centinaia di grandi classici della letteratura inglese ma non c'è Cime Tempestose. Eppure Niall mi aveva assicurato che ci fosse. Ormai non so neanche più da quanto tempo sono qui dentro.
"Mi stai dando ai nervi! Si può sapere cosa cerchi da un'ora?!"
Urla per farsi sentire Harry, seduto su una sedia del grande tavolo in legno scuro al centro della stanza. Sta studiando, chi se lo sarebbe mai aspettato. Mi ha fatta pure spaventare. Idiota.
"Ti costa tanto essere più gentile?!"
"Oh, mi scusi Miss, gentilmente, mi può dire cosa cazzo cerca?"- ripete con un più che falso sorriso.
"Sei un caso perso."- gli dico poggiando entrambe le mani sui miei fianchi. -"sto cercando Cime Tempestose, sai dov'è?"- chiedo in fine non avendo nulla da perdere.
Il suo sguardo cambia e so per certo che sta tramando qualcosa. Gli occhi gli si assottigliano e le labbra si piegano in una smorfia da so tutto io. Vorrei proprio sapere a cosa sta pensando che lo fa tanto ridere.
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Che dite si fa interessante? Speriamo. Come al solito commentate! dio santo non ci credo che questa storia ha superato le 1000 visualizzazioni grazie:)
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